La Fonte del Problema: La Programmazione Neurolinguistica (PNL) sotto la Lente della Scienza (Seconda Parte)
- Lorita Tinelli Psicologa
- 24 set
- Tempo di lettura: 7 min
Di Lorita Tinelli
Appena un mese fa ho iniziato la mia inchiesta sul "Mercato della trasformazione personale" evidenziandone l'abuso di tecniche abilmente usate dai novelli "cacciatori di dote ... economica e di potere", per creare acquiescenza.
Concludevo l'articolo facendo cenno ad una delle strategie comunicative più controverse, spesso usate nei corsi del potenziale umano.

Nata negli anni '70 dal lavoro di Richard Bandler e John Grinder, la PNL si propose come un "modello di comunicazione" per eccellere in qualsiasi campo umano, modellando il comportamento di persone di successo.
Nonostante le sue ambiziose pretese, la PNL è stata ampiamente e ripetutamente smontata dalla comunità scientifica.
Nel film "Focus. Niente è come sembra" (2015, regia di Glenn Ficarra e John Requa) il protagonista Nicky, maestro del crimine, insegna a Jess come manipolare la percezione e le emozioni delle persone per convincerle a fare quello che vuole, usando abilmente tecniche di PNL.
Le tecniche esplicitate in maniera anche divertente nel film sono le seguenti:
1) Ancoraggio (Stimolo - Stato emotivo): Nicky crea associazioni emotive, come ripetere un gesto , una parola o un oggetto per legare una sensazione (fiducia, eccitazione, calma) a un segnale che potrà utilizzare per influenzare una ipotetica vittima
2) Priming/Suggestione indiretta : Nicky per esempio suggestiona il milionario Wong facendogli vedere il numero 55 ovunque (magliette, taxi, insegne) così che alla fine Wong scelga proprio il 55 "spontaneamente" per scommettere allo stadio.
3) Ricalco: Niky copia postura, tono di voce e linguaggio corporeo della vittima, per entrare in perfetta sintonia con lei
4) Uso del linguaggio per creare immagini: mediante delle frasi si porta la persona a immaginare scenari o a cambiare il proprio stato emotivo.
Mancanza di Evidenza Sperimentale

Numerose meta-analisi e revisioni sistematiche, tra cui una pubblicata sul prestigioso British Journal of Psychology (Sharpley, 1987; 1994) e un rapporto del National Research Council negli USA, hanno concluso che le affermazioni centrali della PNL sono prive di supporto scientifico.
In particolare, non esiste evidenza a sostegno della sua efficacia come strumento terapeutico o di cambiamento comportamentale superiore al placebo o ad altre forme di colloquio.
Il Fallimento dei Sistemi Rappresentazionali (VAK)
Uno dei cardini della PNL è la teoria secondo cui le persone hanno un "sistema rappresentazionale" preferito (Visivo, Uditivo o Cinestesico) attraverso il quale elaborano le informazioni.
I formatori sostengono che per comunicare efficacemente con qualcuno, sia necessario "calibrare" il proprio linguaggio sul suo sistema preferito.
Decine di studi hanno fallito nel trovare alcuna prova a sostegno di questa affermazione.
Non esiste correlazione tra i "predicati" linguistici usati da una persona (es. "vedo quello che intendi") e la sua presunta modalità di elaborazione cerebrale preferita.
Una revisione del 2009 di Tomasz Witkowski, psicologo e autore polacco, molto noto per aver apportato severe critiche alla PNL e al altre pratiche di psicologia "pop", ha categoricamente affermato che "l'ipotesi dei sistemi rappresentazionali, così come l'intera teoria della PNL, è stata confutata".
Nel suo paper del 2009 "thirty-five years of research on neuro linguistic program" Witkowski conclude, difatti, che la ricerca empirica non supporta la programmazione neuro-linguistica (NLP), con la maggior parte degli studi che mostrano risultati negativi o incerti riguardo alle sue affermazioni fondamentali. Witkowski ha scoperto che il 54,5% degli studi non erano di supporto, il 18,2% erano di supporto e il 27,3% erano incerti, indicando una mancanza di una base empirica per la PNL come modello scientifico o una tecnica efficace per l'influenza e la persuasione.
Egli, analizzando inoltre tutte le affermazioni della PNL, conclude trattasi di pseudoscienza, caratterizzata da pochi fatti verificabili e mola enfasi commerciale.
Il Mito del "Ricalco e Guida" (Pacing and Leading) ovvero la tecnica del "ricalco" (imitare sottilmente la postura, il respiro o il linguaggio di un interlocutore per costruire "rapport") e della "guida" (cambiare il proprio comportamento per influenzare l'altro), per esempio, presentata come una scienza esatta, ne possiederebbe solo un linguaggio "scientifico apparente", per apparire credibile, ma senza un supporto empirico..
Lo stesso mirroring, che pur in alcuni contesti aumenta la simpatia interpersonale (un fenomeno noto e studiato), viene considerato dalla PNL un meccanismo infallibile e deterministico, mentre in realtà è privo delle necessarie prove di efficacia in contesti controllati.
La persistenza della PNL è un caso da manuale di dissociazione tra popolarità e validità scientifica. Il suo appeal risiede nella sua semplicità e nella sua promessa di controllo sociale, non nella sua veridicità.
Decostruzione delle Frasi Feticcio
Tra Banalità e cattiva interpretazione
Analizzo ora le frasi tipiche della PNL, smontandone la retorica e mostrandone la vacuità o la cattiva interpretazione.
1. "Il movimento è dettato da un'emozione" / "Spesso si scappa dalle emozioni"
Decostruzione:
Queste affermazioni sono tautologiche (ovvie e circolari) o non falsificabili.
È vero che le emozioni guidano il comportamento, ma è un'affermazione così generica da essere priva di contenuto informativo utile.
Dire che "si scappa dalle emozioni" è altrettanto vago: quali emozioni?
Quando? Perché? Come? La mancanza di specificità le rende immuni a qualsiasi confutazione e applicabili a qualsiasi situazione, sfruttando l'Effetto Forer.
2. "Gli automatismi sono dettati dai nostri attaccamenti a pensieri, idee e cose" / "Possiamo cambiare i nostri attaccamenti".
Decostruzione:
Qui si mescola una mezza verità con una semplificazione fuorviante.
Gli "automatismi" (o processi automatici) sono ben studiati in psicologia cognitiva e nelle neuroscienze.
Sono il risultato di un'efficiente ottimizzazione cerebrale basata su plasticità neuronale e rinforzo.
Ridurli a semplici "attaccamenti" è fuorviante.
La seconda parte, "possiamo cambiarli", è vera solo in parte.
La neuroplasticità permette il cambiamento, ma è un processo spesso lento, faticoso e che richiede pratica deliberata e ripetuta (non un semplice "cambio di mindset" o una tecnica segreta ).
Promettere un cambiamento rapido e radicale degli automatismi è scientemente ingannevole.
3. "Il pensiero critico è l'opposto del pensiero polarizzato".
Decostruzione:
Questa è un'improprietà terminologica.
Il "pensiero polarizzato" (o pensiero "bianco o nero") è una distorsione cognitiva, spesso associata a stili di pensiero disfunzionali.
Il suo opposto non è il "pensiero critico", bensì il pensiero dialettico o integrato, capace di cogliere le sfumature e conciliare opposizioni.
Il pensiero critico (critical thinking) è un meta-processo che coinvolge l'analisi obiettiva, la valutazione delle evidenze e la sospensione del giudizio.
È un antidoto a tutte le forme di pensiero irrazionale, non solo a quello polarizzato.
Questo fraintendimento dei termini rivela una comprensione superficiale della psicologia del pensiero.
4. "La mappa non è il territorio".
Decostruzione
Questa è forse l'unica frase profonda e valida, mutuata dalla semantica generale di Alfred Korzybski.
Il principio è solido: la nostra rappresentazione mentale della realtà (la mappa) non è la realtà stessa (il territorio).
Tuttavia, in questi seminari, questo profondo concetto filosofico viene banalizzato e ridotto a una tecnica per dire "la tua percezione è sbagliata, la mia (o quella che ti vendo) è più giusta".
Viene svuotato del suo significato epistemologico e trasformato in uno strumento di persuasione.
5. "Non si può non comunicare".
Decostruzione
Originariamente coniata dal antropologo Gregory Bateson, questa frase è vera nel senso che qualsiasi comportamento in un contesto sociale può essere interpretato come un messaggio.
Tuttavia, la PNL la estrapola per sostenere che si è costantemente e intenzionalmente comunicativi. Questo ignora il concetto di rumore nella teoria della comunicazione e la possibilità di comportamenti non intenzionali che vengono semplicemente male interpretati come comunicazione.
È un'affermazione usata per imporre una iper-responsabilizzazione comunicativa, spesso fonte di ansia.
6. "Le categorie Visivo, Uditivo, Cinestesico (VAK)".
Decostruzione
Come già ampiamente discusso, questa è il caposaldo pseudoscientifico della PNL.
Le categorie VAK sono una categorizzazione folk psicologica senza basi nelle neuroscienze. Il cervello umano processa le informazioni in modo integrato e multimodale.
La ricerca ha dimostrato che "insegnare" in base allo stile di apprendimento preferito dello studente non migliora i risultati dell'apprendimento stesso (Pashler et al., 2008).
Persistere in questa teoria non è solo non scientifico, è attivamente anti-scientifico.
Le Conseguenze
Perché non è solo "Cattiva Formazione"

Sostenere che questi corsi siano "solo inutili" è riduttivo.
I danni che possono provocare sono tangibili e a diversi livelli.
Danno Economico
I costi di questi corsi sono spesso esorbitanti, sproporzionati rispetto al reale valore offerto (che è vicino allo zero).
Danno Psicologico
Possono instillare senso di inadeguatezza ("non funziona perché io non sono abbastanza bravo"), ritardare l'accesso a interventi seri e basati sull'evidenza (es. psicoterapia per problemi reali) e, in contesti di gruppo, portare a manipolazione emotiva e vulnerabilità.
Danno Epistemologico
Inquinano il panorama informativo, erodendo la capacità pubblica di distinguere tra scienza e pseudoscienza. Diffondono un modello di conoscenza basato sull'autorità del guru e sull'aneddoto, minando i principi del metodo scientifico: dubbio sistematico, verificabilità e revisione tra pari.
Danno alla Professione della Formazione
Getta discredito sull'intero settore della formazione legittima, quella che si basa su dati, ricerche e modelli convalidati (es. formazione sulla sicurezza sul lavoro, formazione tecnica specializzata, coaching che adotta approcci evidence-based come il CBT coaching).
Conclusione
Come difendersi?
Di fronte all'offerta di un corso di formazione che promette trasformazioni miracolose, è essenziale attivare il proprio "sistema immunitario cognitivo".
Ecco alcune domande critiche da porsi:
1. Quali sono le evidenze? Il formatore cita studi scientifici pubblicati su riviste peer-reviewed o solo aneddoti e testimonianze?
2. Quali sono le qualifiche? I titoli del formatore sono rilasciati da enti accreditati e università o da "scuole" interne e auto-referenziali?
3. Le affermazioni sono falsificabili? Propone teorie vaghe e non verificabili ("l'energia del gruppo") o concetti chiari e misurabili?
4. Usa un gergo tecnico senza spiegarlo? L'uso di un linguaggio pseudo-scientifico complesso è spesso un segnale per nascondere l'assenza di sostanza.
5. Promette risultati rapidi e straordinari? Il vero cambiamento personale e professionale è un processo faticoso e incrementale, non un evento istantaneo.
La conoscenza e il miglioramento di sé sono percorsi nobili. Meritano di essere alimentati da strumenti robusti, validati e trasparenti. Diffidate di chi vi vende mappe colorate e attraenti che non corrispondono al territorio della realtà scientifica. La vera formazione non dovrebbe creare dipendenza dal formatore, ma dovrebbe fornire gli strumenti per rendersi autonomi. E questi strumenti, purtroppo, raramente si trovano in un pacchetto che include "neuro-connettori" e "sistemi rappresentazionali". Si trovano, piuttosto, nello studio rigoroso, nel pensiero critico e nel sano scetticismo che questi stessi corsi cercano di disinnescare.
Continuerò a trattare l'argomento, in maniera più sistematica in un lavoro scientifico in corso di pubblicazione. Stay Tuned!
Riferimenti Bibliografici
Sharpley, C. F. (1987). Research findings on neurolinguistic programming: Non supportive data or an untestable theory?. Journal of Counseling Psychology, 34(1), 103.
Witkowski, T. (2009). Thirty-five years of research on Neuro-Linguistic Programming. NLP research data base. State of the art or pseudoscientific decoration?. Polish Psychological Bulletin, 41(2).
Pashler, H., McDaniel, M., Rohrer, D., & Bjork, R. (2008). Learning styles: Concepts and evidence. Psychological science in the public interest, 9(3), 105-119.
Lilienfeld, S. O., Lynn, S. J., & Lohr, J. M. (Eds.). (2014). Science and pseudoscience in clinical psychology. Guilford Publications.
Corballis, M. C. (1999). Are we in our right minds?. In Mind myths: Exploring popular assumptions about the mind and brain (pp. 25-41). John Wiley & Sons.


