Da una pagina del blog di Maloney Coaching riprendo delle informazioni interessanti sulle motivazioni per cui si aderisce ai culti.
Le parole chiave che contraddistinguono l’esperienza in un culto possono essere individuate tra le seguenti:
Significato e scopo
Senso di appartenenza
Comunità di persone che la pensano allo stesso modo
Opportunità di crescita personale
Qualche saggezza o grande verità che porterà conforto o aiuterà a dare un senso al mondo
Un modello o una figura ispiratrice di qualche tipo
Qualcuno o qualcosa che ti fa sentire speciale, importante, come se fossi importante
Alcuni nobili ideali su cui lavorare (ad es. “Quello che facciamo qui cambierà il mondo!”)
Fondamentalmente sono queste le argomentazioni che molte persone che finiscono nelle sette trovano attraenti in prima istanza. Molti di loro sono persone intelligenti che sono state predate quando erano particolarmente vulnerabili.
La setta NXIVM negli Stati Uniti e quella di Lighthouse nel Regno Unito sono solo alcuni recenti casi di sette non religiose che hanno attirato le persone con quello che pretendevano essere una sorta di sviluppo personale e/o coaching.
Spesso la gente si chiede cosa c’è che non vada nelle persone che aderiscono a questi gruppi. Come fanno ad essere ammaliati per così tanto tempo? E come fanno a non comprendere di essere finiti in una setta?
E’ facile a questo punto sostenere che chi entra in un culto sia una persona quasi incapace di intendere e di volere, oppure che ha qualche complicità con i leader dello stesso e quindi interessi personali, tanto da giustificarne l’ingresso e l’adesione per un lungo tempo.
La stessa blogger, che ho citato, sostiene che esistono tanti pregiudizi e idee sbagliate rispetto ai culti e all’adesione agli stessi. Ella scrive: “Non conoscevo affatto dell’esistenza di legami traumatici, l’attaccamento disorganizzato, il rinforzo intermittente, il controllo coercitivo, l’erosione del proprio senso di sé, il bombardamento amoroso, il gaslighting, ecc. La manipolazione psicologica non è uno scherzo“.
Ella continua: “Nel mondo reale non incontriamo spesso cattivi netti, simili a caricature, che sono cattivi al 100%, il 100% delle volte. Ma se qualcuno sfrutta anche il 10% delle volte, non è troppo il il 10%? Imparare a conoscere le sette mi ha dato qualcosa di concreto per identificare dei modelli e valutare la salute di tutti i tipi di relazioni e gruppi. Se tendi a dare alle persone il beneficio del dubbio e a razionalizzare il comportamento problematico, potresti trovare utile anche questa conoscenza”.
Cosa è un culto?
Riprendo dalla pagina di Maloney alcune definizioni tratte dagli studi di alcuni esperti del fenomeno come la dott.ssa Janja Lalich, la dott.ssa Alexandra Stein e il dott. Steven Hassan.
Janja Lalich e la coautrice Karla McLaren in Escaping Utopia: Growing Up in a Cult, Getting Out, and Starting Over, sostengono che le sette non sono definite da ciò che credono il leader della setta o i suoi membri. Piuttosto, i culti sono definiti dal modo in cui tali credenze e obiettivi vengono trasmessi, da chi li trasmette e da quanta libertà e autonomia hanno i membri all’interno del gruppo.
“Una setta è un gruppo o una relazione che soffoca l’individualità e il pensiero critico, richiede un intenso impegno e obbedienza a una persona e/o a un’ideologia, e limita o elimina l’autonomia personale a favore della visione del mondo della setta e dei desideri e bisogni del leader“.
Maloney nel suo articolo riflette sul fatto che questa definizione possa essere attribuita anche ad alcune famiglie tossiche.
Alexandra Stein, nel suo libro Terror, Love and Brainwashing: Attachment in Cults and Totalitarian Systems, definisce una setta in modo leggermente diverso, ma sottolinea anche il controllo e il principio di “questa figura autoritaria che possiede tutte le risposte“:
“Una setta è un gruppo di persone guidate e generalmente sfruttate da un leader carismatico e autoritario, che ha una visione estrema (totalista). Una setta impiega il lavaggio del cervello nei suoi sforzi di mantenere i membri sotto il suo controllo”.
“Carismatico”. Non è tutto oro quello che luccica
Una setta, quindi secondo la Stein, può essere “un gruppo politico, una chiesa o un altro gruppo religioso, un centro di meditazione o benessere, un posto di lavoro o un programma di formazione per la crescita personale”.
Una setta può anche riguardare una relazione a due, come per esempio tra uno pseudo-coaching e il suo cliente. Ovviamente essa si caratterizza dalla non eticità e dall’abuso.
Fai parte di un gruppo ad alto controllo simile a una setta?
Come si può comprendere di essere entrati in contatto con una setta o con una relazione ad alta influenza?
Steven Hassan ha realizzato un modello, chiamato BITE, che aiuta a comprendere proprio questo.
BITE si riferisce a quattro aree di controllo: comportamento, informazioni, pensieri ed emozioni.
Secondo Hassan un leader, adottando una serie di strategie manipolative, non etiche, agisce il pieno controllo della mente del suo adepto lavorando su quattro delle aree importanti della vita.
Controllando il Comportamento, le Informazioni, i Pensieri e le Emozioni. (In Inglese Behaviour, Informations, Thoughts, Emotions, B.I.T.E.) l’identità di un individuo può essere sistematicamente manipolata e modificata a seconda degli interessi del leader.
Per esempio il Controllo del Comportamento può avvenire:
regolando la realtà fisica dell’individuo
dettando dove, come e con chi la persona deve socializzare e chi evitare
decidendo con chi egli deve fare sesso
controllando il modo di vestirsi e di acconciarsi
controllando la sua dieta e i momenti in cui assumere cibo
manipolando i tempi del sonno
sfruttandolo finanziariamente
limitando il suo tempo libero
coinvolgendolo per la maggior parte del tempo nelle attività del gruppo o di auto indottrinamento
portandolo a chiedere il permesso per prendere le decisioni più importanti
riportando ai superiori pensieri, sentimenti, e attività (di se stessi e altri)
premiandolo e punendolo al fine di modificare comportamenti, sia positivi che negativi
scoraggiando l’individualismo, incoraggiando il pensiero di gruppo
imponendo regole e regolamenti rigidi
promuovendo dipendenza e obbedienza
minacciando danni a familiari e amici
forzando l’individuo a stuprare o ad essere stuprato
incoraggiando e impegnarsi in punizioni corporali
Il Controllo dell’Informazione può avvenire:
1. ingannando: a. omettendo deliberatamente informazioni b. distorcendo l’informazione per renderla più accettabile c. mentendo sistematicamente ai membri della setta
2. minimizzando o scoraggiando l’accesso a fonti di informazione non ufficiali della setta, compresi: a. Internet, tv, radio, libri, articoli, giornali, riviste, altri media b. informazioni critiche c. ex- membri della setta d. tenere i membri occupati così che non abbiano tempo per pensare e indagare e. controllare attraverso il cellulare con tracciamento di messaggi, chiamate e internet
3. compartimentando l’informazione in dottrine esterne vs. dottrine interne a. far sì che l’informazione non sia liberamente accessibile b. controllando l’informazione a diversi livelli nel gruppo c. permettendo solo alla leadership di decidere chi deve sapere cosa e quando
4. incoraggiando lo spionaggio su altri membri a. imponendo un sistema di coppia per monitorare e controllare i membri b. riportando alla leadership pensieri, sentimenti e azioni devianti c. garantendo che il comportamento dell’individuo sia monitorato dal gruppo
5. divulgando un uso di informazione generata dalla setta e propaganda, compresi: a. newsletter, riviste, registrazioni audio, videocassette, youtube, film e altri media b. citando in modo scorretto e disonesto delle dichiarazioni o utilizzarle fuori dal contesto delle fonti
6. abusando della confessione a. informazione su peccati usate per disturbare e / o dissolvere i confini dell’identità b. negare il perdono o l’assoluzione c. manipolazione della memoria, con creazione di possibili falsi ricordi
Il Controllo del Pensiero avviene:
richiedendo ai membri di interiorizzare le dottrine del gruppo come verità a. adottando una ‘mappa di realtà‘ del gruppo come realtà; b. infondendo un modo di pensare bianco/nero; c. decidendo tra buono vs male; d. organizzando le persone in noi vs loro (interno vs esterno)
cambiando nome e identità di una persona
usando un linguaggio tendenzioso e clichés che impediscono la conoscenza, così per arrestare il pensiero critico e per ridurre la complessità in un ronzio stereotipato di parole
incoraggiando solo pensieri ‘buoni e corretti‘ condivisi dal gruppo
utilizzando tecniche ipnotiche per cambiare stati mentali, minare il senso di riflessione critica e persino per far regredire l’età del membro
manipolando i ricordi e inducendone di falsi
insegnando tecniche di arresto del pensiero che spengono la verifica della realtà stoppando i pensieri negativi e permettendo solo pensieri positivi, compresi: a. la negazione, la razionalizzazione, la giustificazione, la pia illusione; b. inducendo il canto, la meditazione, la preghiera, il parlare in lingue, il canticchiare costantemente
insegnando il rifiuto di analisi razionale, riflessione critica e critica costruttiva
proibendo domande critiche sul capo, sulla dottrina, o sulle politiche interne
etichettando i sistemi di credenze diversi come illegittimi, malvagi, o inutili
Il Controllo delle Emozioni avviene attraverso una serie di azioni quali:
1. manipolare e restringere la gamma dei sentimenti – alcune emozioni e / o esigenze sono considerate come male, sbagliate o egoiste
2. insegnare tecniche per fermare le emozioni per bloccare sentimenti di nostalgia, rabbia, dubbio
3. fare sentire alla persona che i problemi sono sempre una loro colpa, mai colpa del leader o del gruppo
4. promuovere sentimenti di colpa o indegnità, come a. identità di colpa b. non stai vivendo fino al tuo massimo potenziale c. la tua famiglia è carente d. il tuo passato è sospetto e. le tue amicizie sono poco sagge f. i tuoi pensieri, sentimenti, azioni sono irrilevanti o egoiste g. colpa sociale h. colpa storica
5. infondere paura, come paura di: a. riflettere in modo indipendentemente b. il mondo fuori c. i nemici d. perdere la salvezza e. lasciare o essere evitato dal gruppo f. la disapprovazione degli altri
6. estremi emozionali alti e bassi – bombardamento d’amore e elogio in un momento e poi dopo sei dichiarato un orribile peccatore
7. ritualistica e a volte pubblica confessione dei peccati
8. indottrinamento fobico: inculcare paure irrazionali riguardo al lasciare il gruppo o il mettere in dubbio l’autorità dei leader: a. la felicità e la realizzazione sono impossibili fuori dal gruppo; b. ci saranno terribili conseguenze se lascerai: inferno, possessione demoniaca, malattie incurabili, incidenti, suicidio, follia, diecimila reincarnazioni, etc.; c. ostracismo verso quelli che escono; paura di essere respinto da amici, parenti e famiglia; d. non c’è mai una legittimo ragione per uscire; quelli che escono sono deboli, indisciplinati, non spirituali, mondani, hanno subito un lavaggio del cervello dalla famiglia o da un consulente, o sono stati sedotti da denaro, sesso, o dalla musica; e. minacce di danneggiamento a ex-membri e alla loro famiglia
Maloney incoraggia tutti a tenere a mente questi concetti, specialmente quando si è alla ricerca di un aiuto da parte di un coach o di un gruppo di auto-aiuto.
E’ importante, in tutte le relazioni stare attenti a cosa succede quando si dice di no, quando non si è d’accordo con l’altro, quando si fanno domande, quando si chiede tempo per pensare alle cose, ecc. Maloney dice: “Se senti che qualcosa non va, se l’altro è sulla difensiva o evasivo o non dimostra responsabilità, considera il consiglio di Maya Angelou: “Quando qualcuno ti mostra chi è, credigli la prima volta. Ora, se sei come molte persone super gentili che conosco, potresti pensare, suona un po’ duro. E se avessero appena avuto una brutta giornata? E se avessi interpretato male le cose? Ok, che ne dici di crederci la seconda volta? Quali prove di responsabilità e ammende hai visto? Stiamo parlando di cambiamenti comportamentali significativi: non una cosa una tantum, non promesse, non grandi gesti. Ci mettiamo nei guai seri e profondi quando ignoriamo le bandiere rosse, raddoppiamo e, prima che ce ne accorgiamo, rimaniamo intrappolati e vittimizzati di nuovo, accumulando costi irrecuperabili e vergogna e rendendo ancora più difficile andarsene”.