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La paura di lasciare i Testimoni di Geova a causa dell'ostracismo







L'ostracismo è una delle più severe ritorsioni che subiscono gli aderenti ad una comunità.


Storicamente l'istituzione dell'ostracismo viene attribuita ad Aristotele, che offrì il suo controbuto a Clistene, nel tentativo di creare il primo sistema democratico ad Atene nel 508 a. C. dopo anni di tirannia. Tale prativa però non venne applicata prima del 408 e consisteva in una deliberazione dell'assemblea una volta all'anno o soltanto quando vi era necessità, in cui l'agorà stabiliva quali cittadini ateniensi dovessero essere allontanati dalla città. La parola greca ostrakon (ὄστρακον) che voleva letteralmente dire ‘‘coccio di vaso”, era il materiale su cui i cittadini ateniesi scrivevano il nome della persona che volevan o ostracizzare. L'ostracizzato votato a maggioranza, doveva lasciare l’Attica (la regione di Atene) per 10 anni.


Dal punto di vista antopologico, l'ostracismo è applicato come uno strumento di potere, esercitato da persone che, grazie alla loro influenza, esclusono o emarginano, usando spesso forme di coercizione sociale verso il loro avversario o chiunque sempre non rispettare le regole del gruppo di appartenenza.


Qualche giorno fa in un blog contro l'ostracismo (https://stopmandatedshunning.org/19-years-a-captive-i-pretend-to-believe-for-fear-of-shunning/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR24MQE2JWZQqw8ozCbx2_deSgyvB93q6QbDVtEfx2xv847LJ9pAA6nUUm0_aem_nlzG3gFEtdYdrH7dWFJwxg) è stato pubblicata una interessante storia che evidenzia la scelta per la sopravvivenza esercitata da un appartenente ai Testimoni di Geova.


"Ho trascorso quasi 40 anni della mia vita come membro attivo dei Testimoni di Geova. Per 20 di quegli anni, ho servito come anziano (pastore della congregazione locale), che è una posizione molto rispettata nella congregazione.

Nel 2005, mio figlia è stata disassociata e ha deciso che non sarebbe tornata nell'organizzazione. Nonostante la posizione ufficiale che richieda a tutti nella congregazione di evitare completamente le persone disassociate, compresi i membri della famiglia, noi e l'altro nostro figlio abbiamo deciso che non l’avremmo evitata. In effetti abbiamo continuato a frequentarla.

Più tardi, un sorvegliante itinerante in visita alla nostra congregazione ha insistito su una stretta aderenza alle politiche dell’organizzazione, in particolare la loro politica dell'ostracismo. Nostro figlio aveva “privilegi” (titoli e incarichi) all’interno dell’organizzazione che non voleva perdere. Pertanto, scelse di aderire alla direttiva del sorvegliante e interruppe tutti i contatti con la sorella disassociata.

Ci ha detto che il suo cambiamento di atteggiamento era dovuto a una più profonda convinzione religiosa. Quella sua decisione avrebbe profondamente ferito nostra figlia, che ha sofferto molto per l’isolamento.

Sono passati quasi 20 anni da quando mio figlio ha visto sua sorella. Il dolore di quella separazione è qualcosa con cui viviamo ogni giorno.

Mia moglie ed io non potevamo sopportare di recidere il nostro rapporto con nostra figlia, così abbiamo continuato a vederla. Di conseguenza, ho perso tutti i miei “privilegi” all’interno della congregazione. Sono stato spogliato della mia nomina come "anziano", e non mi è permesso di partecipare in alcun ruolo di responsabilità se non per il compito della pulizia della Sala del Regno.

Rimango ufficialmente un membro attivo dei Testimoni di Geova, non per fede, ma perché è l’unico modo in cui posso mantenere i contatti con mio figlio e i miei nipoti.

Non si tratta solo di un’adesione nominale. Molto sforzo è necessario per me e mia moglie per dare l'impressione di credere ai JW. Piuttosto regolarmente, partecipo alle riunioni nella Sala del Regno. Partecipo al proselitismo ogni mese e trascorro il tempo a partecipare alle assemblee ogni anno.

Devo censurare attentamente tutto ciò che dico quando sono in presenza di JW attivi. Non posso partecipare a molte attività comuni che sono off-limits' a JW, per paura di essere scoperto.

Sforzarsi per fingere di essere qualcuno che non sono è difficile ed estenuante. Ma lasciare l'organizzazione del tutto significherebbe perdere anche mio figlio e nipoti, e questo è un prezzo troppo alto per me da pagare. Ecco perché ho scelto di parlare della mia esperienza pur rimanendo anonimo."


Sono diverse le storie di chi rimane all'interno dell'organizzazione pur non credendo più alla sua opera, solo per non vedere la propria famiglia distrutta.

Uno studio del 2023 su 10 ex Testimoni di Geova tra 20 e 44 ha evidenziato quanto l'ostracismo produca gravi impatti sul benessere psicologico e sociale degli individui.

Lo studio ha analizzato le trascrizioni per temi narrativi relativi alla loro vita dopo l’esclusione dalla loro fede, usando il contesto della cultura dei Testimoni di Geova. I risultati suggeriscono che l'evitamento ha un effetto a lungo termine e dannoso sulla salute mentale, sulle possibilità di lavoro e sulla soddisfazione di vita. I problemi sono amplificati nelle donne a causa di pesanti temi di sessismo e narrazioni patriarcali pervasive nella cultura dei Testimoni di Geova. Sentimenti di solitudine, perdita di controllo e inutilità sono sentimenti comuni anche tra chi ha lasciato volontariamente. (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36618854/)


E mentre alcuni stati, tra cui anche il Brasile, accusano i Testimoni di Geova di "trattamenti inumani", riferendosi alla pratica dell'ostracismo, l'organizzazione si difende sostenendo che gli affiliati possono scegliere di tagliare i legami con coloro che causano loro "dolore emotivo". Si tratterebbe, quindi, di una scelta personale. Oltre alle ragioni religiose, secondo i Testimoni di Geova, gli amici e i parenti possono anche scegliere di limitare o interrompere rapporti con una persona dissociata, a causa del dolore emotivo e di altre difficoltà che questo allontanamento dalla fede comporta.


Se hai una storia di ostracismo e hai voglia di raccontarla, scrivimi al dr.loritatinelli@gmail.com oppure commenta l'articolo


                    

      




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