Come mai le cospirazioni attraggono? Ce lo spiega la scienza
- Lorita Tinelli Psicologa
- 2 set
- Tempo di lettura: 2 min

Un recente studio etnografico, condotto nell'arco di 5 anni da ricercatori dell'Università di Bath e del Trinity College di Dublino, ha messo in evidenza che le persone attratte dalle teorie del complotto lo sono non perchè creduloni o irrazionali, ma a causa di una potente forza sociale rappresentata dalla comunità.
Esistono, difatti, tantissime comunità cospirative, soprattutto tra i social, che rappresentano una sottocultura vibrante e partecipativa che offre supporto emotivo, identità condivisa e persino attivismo.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Sociology, ha analizzato le persone mentre si impegnavano sempre più in comunità di teoria del complotto.
Per decenni, i cospiratori sono stati ritratti nei media e nella letteratura accademica come persone solitarie ed irrazionali, arrabbiati e disconnessi dalla società tradizionale. Ma la ricerca ha evidenziato quanto tutto questo fosse lontano dalla realtà.
I ricercatori si sono iscritti a forum e community on line, hanno partecipato ad incontri pubblici e manifestazioni ed hanno intervistato diverse persone per comprendere i processi che modellano la partecipazione a questi gruppi.
I risultati della ricerca hanno evidenziato che la fede è spesso legata al fenomeno sociale.
Cosa spinge quindi persone anche con un buon grado di intelligenza e con competenze specifiche a "fidarsi" di idee complottiste è stata una domanda che si sono fatti i ricercatori.
Il dottor Tim Hill co-autore e professore associato presso la School of Management dell’Università di Bath ha dichiatato: “La nostra ispirazione è stata quella di capire come le persone arrivano a credere in cose fantasiose e non vere, nonostante spesso avessero il cuore nel posto giusto".
Lo studio ha tracciato un tipico processo in tre fasi attraverso il quale i partecipanti si incastrano nelle community che credono a teorie della cospirazione: disillusione emotiva rispetto alle istituzioni, interpretazione condivisa e legame con gli altri del gruppo e impegno degli attivisti.
Gli autori descrivono questo processo come "risveglio risonante", una sequenza innescata dalla disillusione con l'autorità che si costruisce in credenze condivise e impegno della comunità.
Le teorie del complotto danno alla persone l'accesso ad una presunta "verità nascosta" che fa conoscere loro come il mondo funziona davvero.
La rete sociale è potente e può diventare pericolosa rafforzando idee e pensieri che non vengono di fatto mai analizzati con gli esperti di turno. Lo studio evidenzia come un profondo impegno per le teorie cospirative più fantasiose ha portato le persone a perdere le proprie famiglie.


