Come le tecniche settarie contaminano i programmi di formazione aziendale, di coaching e di terapia
- Lorita Tinelli Psicologa
- 31 lug
- Tempo di lettura: 6 min
Traduzione di Lorita Tinelli

I programmi di formazione aziendale e terapeutica si presentano spesso come all'avanguardia, basati sulla scienza o spiritualmente trasformativi. Dietro un marchio raffinato, molti prendono spunto dallo stesso manuale manipolativo delle sette e dei corsi di formazione per la consapevolezza di grandi gruppi (LGAT) come est, Lifespring e Landmark. Questi sistemi sfruttano la psicologia umana per abbattere i confini, creare dipendenza e generare profitti attraverso infiniti corsi di formazione di "livello superiore".
Di seguito è riportato un elenco delle tecniche più comunemente utilizzate.
1. Linguaggio Sacro e Gergo
Scopo: Isolare i partecipanti dalle loro reti di supporto e integrarli nella visione del mondo del training. Creare "gruppi interni" di persone competenti e dare l'impressione di competenza dove non ce n'è.
Come funziona:
Ai partecipanti vengono introdotti termini come contenitore, allineamento, svolta, integrità, spazio di contenimento, lavoro ombra o piena responsabilità.
Programmi come il Co‑Active Training Institute (CTI), Landmark e alcuni corsi di formazione sulla Gestalt o sulle costellazioni sistemiche coltivano un lessico volutamente oscuro per gli estranei.
Ai partecipanti viene spesso detto che "gli altri non capiranno questo lavoro" a meno che non partecipino anche loro al corso. Questo crea separazione da amici e familiari, persino conflitti, e riorienta sottilmente la lealtà verso il gruppo.
Esempi:
I coach CTI sollecitano ad "essere in una relazione co-attiva" o di "danzare nel momento".
I leader di riferimento usano termini come "trucchi", "crolli" e "sempre in ascolto".
I corsi di formazione sulla Gestalt e sulle costellazioni parlano di "campo", "coinvolgimenti energetici" o "sistema di conoscenza".
Frasi come "dare spazio alla propria ombra" o "trovare il pieno allineamento con la propria integrità", suonano significative all'interno del gruppo ma sono incomprensibili per gli esterni.
Impatto:
Le esperienze quotidiane vengono reinterpretate attraverso il vocabolario del training.
I partecipanti iniziano a dubitare del proprio giudizio se non è in linea con il linguaggio sacro.
Le relazioni esterne si indeboliscono, rendendo i partecipanti più dipendenti dal programma.
2. Ipnosi e attività ipnotiche
Scopo: aggirare il pensiero critico e indurre la suggestionabilità.
Come funziona:
Visualizzazioni guidate, lunghe meditazioni, esercizi di "allineamento energetico" o giochi di sguardi silenziosi imitano la classica induzione ipnotica.
Programmi maratoneti durante i viaggi aziendali, i corsi intensivi di formazione per coach e i workshop di terapia creano affaticamento mentale, imponendo a volte giornate di lavoro dalle 12 alle 16 ore con pause limitate, con la plausibile negazione di "ottenere il valore dei propri soldi".
Improvvisti passaggi tra alta energia (ballare, gridare affermazioni) e bassa energia (riflessioni sussurrate, meditazioni) creano stati di trance.
Esempi:
Le sessioni notturne del Landmark Forum e le improvvise esplosioni di applausi o acclamazioni.
Gli eventi di camminata sui carboni ardenti di Tony Robbins, che combinano ipnosi, stanchezza e musica ad alta intensità.
Alcuni corsi di formazione terapeutica adottano tecniche di respirazione, body scanning o canti ripetitivi in modi indistinguibili dalle pratiche delle sette New Age.
Impatto:
I partecipanti confondono l'emozione intensa o la dissociazione con la "svolta".
La valutazione razionale viene soppressa, rendendoli più propensi ad accettare affermazioni dubbie o proposte di up-selling.
3. Coesione di gruppo e team building
Scopo: generare legami emotivi e conformismo.
Come funziona:
Le tecniche per rompere il ghiaccio si trasformano rapidamente in un'auto-rivelazione vulnerabile.
Gli applausi, le acclamazioni o il "love bombing" di gruppo premiano le manifestazioni emotive.
Chi resiste alla condivisione viene etichettato come "bloccato", "rigido" o "in negazione".
Gli esercizi di team building sono inquadrati come sviluppo professionale, ma spesso rispecchiano le tecniche dei LGAT e dei gruppi di incontro.
Esempi:
Ritiri aziendali per le risorse umane condotti da laureati Landmark o da formatori di costellazioni sistemiche.
"Circoli di autenticità" nelle certificazioni di coaching che stimolano confessioni intime e non legate al lavoro.
Esercizi di coppia in stile Lifespring che mescolano umiliazione ed euforia per creare un legame di gruppo.
Impatto:
I partecipanti sperimentano un senso di appartenenza temporaneo ed euforia, che associano al programma.
La lealtà verso il gruppo viene rafforzata; il dubbio viene percepito come un tradimento.
4. Contatto fisico non richiesto e violazione dei confini
Scopo: indebolire l'autonomia personale e normalizzare l'eccesso di potere.
Come funziona:
Abbracci, massaggi alla schiena, tenersi per mano o "tocco terapeutico" vengono presentati come forme di legame o supporto.
Le persone che rifiutano il contatto fisico possono essere umiliate, patologizzate o definite "resistenti" o "timorose".
Alcuni programmi di terapia esperienziale (tra cui derivati della Gestalt, costellazioni familiari o coaching somatico) incoraggiano il contatto fisico senza un consenso esplicito e informato.
Esempi:
Circoli di formazione terapeutica in cui ci si aspetta che i partecipanti si abbraccino dopo le rivelazioni emotive.
Workshop di benessere aziendale in cui i facilitatori insistono sull'interazione fisica come parte della "costruzione di fiducia".
Scenari in cui dire "Non mi piace essere toccato" si traduce in scherno o accuse di blocco emotivo.
Impatto:
Normalizza la coercizione in un contesto professionale.
Profondamente pericoloso per i partecipanti neurodivergenti o per chi ha subito traumi.
Viola gli standard etici per il consenso in terapia o nella formazione sul posto di lavoro.
5. Vulnerabilità forzata e sfruttamento emotivo
Scopo: creare dipendenza e sfruttare l'apertura emotiva.
Come funziona:
I circoli di condivisione, gli esercizi di confessione o i "processi di integrità" spingono i partecipanti a rivelare i propri traumi personali di fronte al gruppo.
Il silenzio o la pressione dei pari assicurano l'adesione finale; chi si trattiene viene umiliato.
I facilitatori inquadrano il programma come un contenitore sicuro, ma le rivelazioni vengono spesso sfruttate per rafforzare la lealtà o per promuovere una formazione più mirata.
Esempi:
I "cerchi di condivisione" e le "domande potenti" distintivi del Co-Active Coaching che indagano sulla vita privata dei partecipanti.
L'obbligo del Landmark Forum di impegnarsi pubblicamente per cambiamenti di vita e di effettuare chiamate di reclutamento agli amici durante la formazione.
Certificazioni terapeutiche che richiedono dimostrazioni dal vivo del dolore personale, filmate o testimoniate dal gruppo.
Impatto:
Crea intimità artificiale e dipendenza dal gruppo.
I partecipanti sono meno propensi ad abbandonare, temendo giudizi o esposizione.
Viola l'etica professionale nella formazione in terapia e coaching.
6. Confusione ed epistemologia* frammentata
Scopo: disorientare i partecipanti e innalzare il formatore a unica fonte di verità.
Come funziona:
I programmi mescolano idee contraddittorie: pseudo-neuroscienze, psicologia positiva, spiritualità New Age e gergo aziendale.
I facilitatori oscillano tra la promessa di empowerment e la richiesta di obbedienza totale.
Le risposte alla confusione vengono sempre rimandate al corso o alla certificazione di "livello successivo".
Esempi:
Corsi di formazione per coach in cui il gergo delle neuroscienze viene utilizzato insieme all'allineamento dei chakra, senza prove o coerenza.
La filosofia di Landmark "Sei responsabile al 100%" insieme a esercizi progettati per spezzare il senso di controllo dei partecipanti.
Workshop di terapia in cui ideali umanistici si mescolano a pratiche autoritarie, lasciando i partecipanti incerti su quali principi applicare.
Impatto:
I partecipanti interiorizzano la convinzione che la loro confusione sia un fallimento personale.
Il formatore diventa l'unica autorità di fiducia, aumentando il controllo e la dipendenza.
Il sovraccarico cognitivo maschera pratiche non etiche e sfruttamento finanziario.
Ti rende più vulnerabile allo sfruttamento finanziario, pensando di dover passare al livello successivo per ottenere chiarezza.
7. Giochi di autorità e dinamiche di potere
Scopo: imporre gerarchia e obbedienza sotto le mentite spoglie di una leadership professionale o spirituale.
Come funziona:
I formatori coltivano il carisma e pretendono rispetto come "master coach", "docenti senior" o "mentori".
La pubblica umiliazione, gli elogi improvvisi e le scoperte pianificate mantengono il predominio.
Mettere in discussione il processo viene riformulato come paura, ego, sabotaggio o riluttanza a lasciare la propria zona di comfort.
Esempi:
I corsi di formazione di Werner Erhard, in cui i dissidenti venivano umiliati e le uscite bloccate.
I corsi di formazione terapeutica in cui i facilitatori principali ignorano i limiti etici, sostenendo che è "per la tua crescita".
Istituti di coaching che emarginano gli studenti che mettono in discussione la narrativa del brand.
Impatto:
I partecipanti sopprimono il pensiero critico per evitare punizioni o umiliazioni.
Le gerarchie replicano le dinamiche dei leader di setta negli spazi professionali.
Le figure autoritarie diventano i guardiani sia dell'avanzamento di carriera che della crescita personale percepita.
Conclusione
La formazione aziendale, la formazione per coach e i workshop di terapia sono terreno fertile per la manipolazione settaria perché prendono di mira adulti motivati e desiderosi di migliorarsi, che si fidano della facciata professionale. Dietro il marketing patinato si nasconde un manuale affinato dagli LGAT: isolare, confondere, abbattere e ricostruire la fedeltà all'immagine del formatore.
L'obiettivo finale è il profitto e il controllo, non la trasformazione. I partecipanti se ne vanno convinti di essere sulla strada della crescita, spesso più poveri, traumatizzati e alienati dai propri istinti. Riconoscere queste tecniche è il primo passo per rivendicare la propria autonomia e proteggere la prossima generazione di studenti dall'uso improprio dello "sviluppo personale".
*Epistemologia (sostantivo)
Lo studio della conoscenza: come sappiamo ciò che sappiamo e cosa rende una credenza giustificata o vera.