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Siete manipolati? Imparate a capirlo e difendervi

Articolo, con mia intervista, di Irma D’Aria

La psicologa Lorita Tinelli spiega come si finisce vittima di un manipolatore e persino di una setta. I consigli per accorgersene e per liberarsene

Quando si è più fragili e quindi vulnerabili. Quando intorno a noi c’è molta solitudine e indifffferenza. Quando ci sembra di non avere più speranze. È allora che si diventa più esposti al rischio di una manipolazione emotiva che può far male fifino al punto di plagiare del tutto una persona e anche oltre se si pensa a chi fifinisce vittima di ‘santoni’ o sette.

Come accaduto, per esempio, a Roberta Repetto, la 40enne operata chirurgicamente nel 2020 sul tavolo della cucina senza anestesia, che si era affiffidata a Paolo Bendinelli, il ‘santone’ del centro olistico Anidra di Borzonasca (Genova) e al medico bresciano Paolo Oneda. Proprio alla Repetto e alle tante persone che fifiniscono vittima di una setta è dedicato il saggio “Sette e manipolazione mentale” (Piemme) scritto dalla psicologa Lorita Tinelli conl’avvocato Marco Marzari, un volume che attraversa i casi di plagio più controversi e violenti della nostra storia. Ma la manipolazione può essere anche più softft e riguarda tantissime persone che si lasciano avvolgere da menti perverse.


Le caratteristiche della ‘vittima’ ideale

Per alcune persone è facile farsi manipolare dagli altri: quali caratteristiche ha la ‘vittima’ ideale del manipolatore? “E’ una persona che in un particolare momento della sua vita sta vivendo una fragilità, una condizione più diffffusa di quel che si possa immaginare – spiega Tinelli, psicologa criminologa, esperta delle dinamiche di persuasione e fondatrice del Centro Studi Abusi Psicologici. – Inoltre, siamo sottoposti ogni giorno a stimoli che ci persuadono e che ci indirizzano verso scelte emotive. Si tratta del pensiero quotidiano, quello per cui scegliamo in base allo stimolo che più soddisfa un nostro bisogno e che non è soggetto al fifiltro dellarazionalità”.

Quando si vive un momento difficile

Lo psicologo sociale Robert Cialdini sostiene che esistono degli stimoli che permettono l’attivarsi in ciascuno di noi di schemi mentali per cui rispondiamo con comportamenti e scelte istintuali ed emotive. Alcune di queste scelte possono provocarci danni irrilevanti, come quella dell’acquisto di un detersivo sbagliato, ma altre invece si ripercuotono sulla nostra vita.

“I nostri momenti di fragilità – prosegue Tinelli – ci pongono indifesi dinnanzi alle scelte quotidiane e questo può accadere nel naturale percorso evolutivo, ma possono anche esserci fatti contingenti ad acuire il nostro senso didebolezza, tipo un lutto, un fallimento, un periodo di crisi. La pandemia ne è stato un esempio. Negli scorsi due anni abbiamo assistito ad un aumento di problemi di carattere emotivo che hanno portato diverse persone a rivolgersi a maghi, guru e santoni, nel tentativo di risolvere lo stato di incertezza vissuto”.

La manipolazione del partner narcisista


I fatti di cronaca ci raccontano sempre più spesso di casi di manipolazione psicologica all’interno delle coppie nelle quali l’amore abbatte le difese. A quali segnali fare attenzione per accorgersene? “Dietro un manipolatore c’è sempre un narcisista, una persona cioè che vuole mantenere il controllo della nostra vita e che agisce non per il nostro bene, ma per il suo tornaconto – risponde Tinelli – .Un partner che inscena agiti di gelosia estrema, che ci induce a tagliare le relazioni con amici e parenti, che vuole controllare tutto il nostro quotidiano, pena silenzi punitivi, allontanamenti e induzioni di sensi di colpa per il niente, è un partner incapace di relazionarsi in maniera sana e matura”.

La tecnica del gaslighting

Infatti, quella che si instaura è una relazione disfunzionale nella quale il manipolatore cercherà di mantenere il suo potere con alti e bassi, col bastone e la carota, ricorrendo spesso al gaslighting, una delle tecniche più subdole di manipolazione mentale, che ha lo scopo di confondere l’altro, falsifificando la sua percezione della realtà. “Attraverso la tecnica del gaslighting si cerca di insinuare il dubbio facendo mettere all’altro in discussione la propria memoria, percezione e sanità mentale”, spiega la psicologa.


Una questione di fiducia (tradita)

Oltre al partner, chiunque ha la possibilità di manipolarci e un amico ancor di più visto che una delle caratteristiche alla base della manipolazione è la fifiducia. Come mettere in discussione la parola di un amico o di una persona cui vogliamo bene e che stimiamo? “E’ questa una delle trappole che le sette elaborano, quando sollecitano i propri adepti a portare in quel percorso amici e parenti, per valutare anche il reale affffetto provato nei loro confronti”, spiega la psicologa.

Nella maggior parte dei casi è una prova per allontanare il neofifita dalle proprie radici, visto e considerato che se un proprio caro risponde criticamente diventa di fatto una persona tossica da allontanare.


Come difendersi?

“Bisogna mantenere un rapporto personale con se stessi e comprendere quanto le richieste altrui stiano diventando troppo esigenti per noi o quando nella relazione iniziamo a non sentirci completamente liberi di agire, senza giudizi altrui e senza sensi di colpa”.

Quando a manipolare è un genitore

Purtroppo, accade anche di avere un genitore manipolatore, capace di generare una relazione di dipendenza perché considera il fifiglio un suo oggetto personale e non una persona diversa da sé. “Il genitore manipolatore – precisa Tinelli – induce sensi di colpa ogni qualvolta il fifiglio presenterà atteggiamenti di indipendenza. Tenterà di incidere sulla sua vita e sulle sue scelte, fifingendosi vittima ogni qualvolta queste vanno contro le sue aspettative. Interverrà, direzionando opportunamente, indirizzi scolastici, lavorativi e affffettivi”. Quando la presenza del genitore diventa soffffocante, è bene cercare un aiuto esterno, meglio un professionista, che possa aiutare a difendersi dalle ingerenze tossiche.


Sette e manipolazione

Gli italiani che ogni anno cadono vittime di gruppi settari sono centinaia, se non migliaia. Persone spesso sottoposte a vessazioni, abusi, ricatti e truffffe. Così tanti che la Polizia di Stato ha creato la Sas, squadra anti-sette, un gruppo di investigatori altamente specializzati e dediti al contrasto di questo fenomeno. Si tratta di organizzazioni ben strutturate, basate su ideologie totalizzanti e caratterizzate da un leader o da gruppi di leader con caratteristiche narcisiste.

“La manipolazione anche in questi contesti – spiega Tinelli – non è qualcosa di magico che arriva dall’alto, ma è una dinamica che racconta di una subordinazione indotta, dove il fine è il perseguimento delle necessità del persuasore”. Affiffinché la manipolazione abbia i suoi effffetti, non è necessario che la persona sia confinata o sottoposta a tortura fifisica. Secondo la psicologia sociale, scienza che ha studiato più di ogni altro le dinamiche dell’inflfluenza indebita, si possono generare pressioni sociali che possono essere coercitive quanto quelle fisiche.

“Nessuna persona – continua la psicologa – è esente da questo tipo di coinvolgimenti, né una laurea o più di una possono essere utili strumenti di tutela. Il profifilo delle vittime è trasversale, dal punto di vista sociale e culturale”.

Come evitare la trappola della setta

Insomma, chiunque in uno stato di diffifficoltà emotiva, esistenziale o spirituale, può divenire vittima di una ‘richiesta’ perversa. Come difendersi? “Anche in questo caso – risponde Tinelli – la consapevolezza e la capacità di divenire consumatori responsabili sono sollecitazioni fondamentali. Prima di aderire e di scegliere bisogna capire con chi ci si accompagna. E soprattutto parlarne con amici e parenti prima di decidere di lanciarsi in una nuova sfifida, meglio una persona professionalmente preparata. Nessuno si salva da solo”.

Come essere d’aiuto

A trovarsi in diffifficoltà quando qualcuno fifinisce nella rete di una setta, di un santone o più semplicemente di un manipolatore è anche chi vive accanto alla vittima. Come può aiutare? “Non attaccare frontalmente il gruppo di appartenenza del nostro caro coinvolto. In tal caso andremmo a scatenare una dinamica di dissonanza cognitiva,che porterà il nostro interlocutore a legarsi ancora di più alla sua idea e alla sua appartenenza”, risponde la psicologa. “È importante farsi aiutare da esperti del fenomeno che possano spiegare dinamiche e strategie e nel frattempo porsi in posizione di ascolto e non di giudizio. Se un nostro caro è entrato in una relazione disfunzionale che sia con un partner o che sia con una organizzazione settaria, qualche motivo ci sarà”.

Il vuoto legislativo

Insomma, bisogna cercare di comprendere e di agire assieme a chi realmente ci può dare una mano, mantenendo il rispetto più assoluto per la scelta, seppur emotiva, fatta dalla persona che è entrata nella trappola del narcisista di turno. “Nel frattempo – conclude Tinelli – è importante anche comprendere come giuridicamente sia possibile agire a sua tutela, rivolgendosi ad avvocati che conoscono il fenomeno. Purtroppo, in Italia c’è dal 1981 un vuoto legislativo rispetto ad una legge sulla manipolazione mentale, nonostante il fenomeno sia esistente e permanga indisturbato”.


Fonte: https://www.repubblica.it/salute/2023/02/05/news/manipolazione_mentale_difendersi-385753699/amp/?fbclid=IwAR14VjfFkNH2VuG_3eRGvyTUeQpekrS-GcFoAD94yBuujbsjAQoyEwnZrzw

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