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Oltre il legame. Riflessioni sul bondage

SEGNALAZIONE

Gentili colleghi, ho letto i seguenti articoli

Mi chiedevo se tali pratiche fossero normali e cosa ne pensassero gli psicologi in generale.

Lettera firmata


COMMENTO REDAZIONALE A CURA DELLA DR.SSA Lorita Tinelli

Bondage: quel sottile legame tra Eros e Thanatos

A volte il guerriero della luce ha l’impressione di vivere due vite nello stesso tempo. In una è obbligato a fare tutto ciò che non vuole, a lottare per idee nelle quali non crede. Ma c’è anche un’altra vita, ed egli la scopre nei sogni, nelle letture, negli incontri con uomini che la pensano come lui. Il guerriero consente sempre alle due vite di avvicinarsi. “C’è un ponte che collega quello che faccio con ciò che mi piacerebbe fare,” pensa. A poco a poco, i suoi sogni cominciano a impadronirsi della vita di tutti i giorni, finchè‚ egli avverte di essere pronto per ciò che ha sempre desiderato.

Allora basta un pizzico di audacia, e le due vite si trasformano in una.

Coelho

Negli ultimi mesi i media ci hanno riportato tre casi di morte dovuti alla cattiva gestione di un gioco erotico. Una ragazza di 24 anni ha perso la vita a Roma, un trentasettenne l’ha persa a Vignola Falesina, provincia di Trento e un uomo di 56 anni a Rovigo. La causa della morte per tutti è stato il soffocamento simulato come gioco erotico o asfissiofilia.

In tutti i casi le procure preposte hanno aperto indagini sui rispettivi partner o compagni di gioco per omicidio colposo.

Le persone rimaste uccise provengono dagli strati sociali più disparati: una studentessa, un vicesindaco, un operaio. Tutti erano coinvolti in una forma di masochismo che è degenerato sino alle estreme conseguenze.

Ma cosa spinge la gente a praticare tali forme di sesso estremo?

Tali giochi in cui piacere e dolore si fondono, sfiorando la morte, vengono sperimentati ed insegnati in diverse scuole, presenti anche nella nostra nazione. Qui si impara il breath play (il gioco del respiro che prevede due donne legate agli estremi di una corda, come in una bilancia, fino a togliersi il respiro, con un uomo che le osserva), lo Shibari (gioco che prevede di legarsi con le corde) e tante altre forme di bondage in cui vengono usati sacchetti, bende e strumentazione varia, che, a detta degli estimatori del genere, porta al raggiungimento di punte massime di piacere.

Inserendo la parola ‘bondage’ nei motori di ricerca appaiono come risultato diverse centinaia di negozi che vendono anche on line oggettistica per tali tipi di performance: mascherine, corse, manette deconrate, frustini, fermo per giochi erotici e molto altro possa stimolare la fantasia. Nei medesimi siti si offrono anche consigli su come usare gli strumenti perché secondo gli autori il bondage non è una questione di tecniche ma di sentimenti, i polsi legati dietro alla schiena con un foulard sono efficaci come una posizione dove si usano decine di corde, con tanto di foto che rappresentano le varie posizioni: quella comoda, la tartaruga, caviglie affiancate, sospensione a testa in giù, sospensione a testa in su e molto altro.

Il Dottor Davide Dettore, docente di psicopatologia del comportamento sessuale all’Università di Firenze, in una intervista rilasciata su Ok Salute.it ha affermato che, secondo chi pratica tali giochi, la mancanza di aria amplifica l’eccitazione e le sensazioni sessuali, rendendo più piacevole e più intenso l’orgasmo. Ma tale sensazione di soffocamento dovrebbe essere fermata prima che tutta la situazione diventi pericolosa. Quindi i ‘giocatori’ dovrebbero essere ben responsabili e attenti al dettaglio.

Sempre secondo Dettore la pratica permette ad una parte di dominare e all’altra di sentirsi umiliata e controllata. “Secondo alcuni, i masochisti si sentono forti perché sono in grado di tollerare il dolore. Secondo altri, il piacere è dato dalla perdita di controllo (che è concentrato nelle mani di un altro): un modo per andare contro all’ipercontrollo della persona imposto dalla società” (http://www.ok-salute.it/sesso-psicologia/11_a_bondage-asfissiofilia.shtml).

Spesso in tali pratiche il sesso nella sua forma tradizionale è presente in misura minoritaria o addirittura ne è del tutto escluso. Sembrerebbe che questa nuova forma di sessualità si svincoli sempre di più dalla generatività portando il sesso lontano dalla procreazione o comunque non necessariamente al suo servizio. L’attenzione è spostata al bisogno di ‘recuperare’ altri significati, mediante la stimolazione sensoriale estrema di sé o dell’altro. A volte, ma non è una regola, il gioco viene accompagnato dall’uso di sostanze allucinogene, affinché l’esperienza possa risultare quanto più estremizzante possibile.

Le regole fondamentali e necessarie di tali attività sono: la sicurezza (“saver word”, il comando che da la possibilità al partner passivo di interrompere il gioco), la consensualità (la persona che assume il ruolo di ‘sottomesso’ acconsente ad essere tale sulla base di un accordo paritario preso da entrambe le parti prima di iniziare il gioco), la flessibilità dei ruoli (che possono diventare interscambiabili o comunque congeniali alla persona che ne sceglie uno), la soddisfazione reciproca.

Il gioco, quindi deve essere sicuro ma nulla deve ritenersi sbagliato se all’interno di esso i partecipanti sono consenzienti.

Fu lo stesso attivista David Stein, nel 1984, ad usare queste definizioni, volendo distinguere un tipo di Sadismo/Masochismo consensuale, da quello deviato e autodistruttivo, definito dallo stesso come sadomasochismo.

L’avvocato Filippo Lombardi afferma che tale pratica sessuale estrema si incentra sul diritto/dovere di provocare sensazioni dolorose. L’uso scorretto di tali pratiche è variegato e, come lui stesso afferma non di rara verificazione. Si tratta di eventi connessi al blocco della circolazione sanguinea, alla possibile rottura, slogatura, lussatura di ossa, il blocco della respirazione con connesso soffocamento, le lesioni o abrasioni della cute, che potranno poi essere più o meno gravi a seconda dei casi. E i danni possono diversificarsi in entità o natura, a seconda degli ulteriori ed eventuali strumenti sessuali utilizzati nel caso concreto (

Nonostante i pareri tecnici, sempre Internet ci riporta un mondo, neppure tanto occulto, di esperienze, curiosità, raccontate da chi il Bondage lo pratica e ne fa anche una corrente di pensiero.

Su un forum di psicologia, un’anonima estimatrice di Bondage scriveva nel 2008 che praticandolo, ha notato ad esempio che in una sessione attiva provo le seguenti emozioni/sensazioni: – Aumento dell’autostima. – Aumento della consapevolezza ( forse xké devo badare all’incolumità della ragazza legata ) – Aumento dell’adrenalina. – Senso di potenza

In una sessione passiva invece: – Imparo a fidarmi della persona che mi ha legato. – Diminuzione dello Stress ( B&T ) – Diminuzione dell’Ansia ( B&T ) – Generale senso di Rilassamento. – Aumento dell’autostima ( se si fanno giochi di dominazione non so se succede lo stesso, dato che non ne faccio; io dopo una sessione passiva mi sento ugualmente “bene” e “carica” di autostima ).

In un altro forum Chiara scrive:

apprezzo molto il bondage, personalmente ritengo stuzzichi molto la mia fantasia. E dato che in ogni ambito della vita rivestiamo ruoli mi piace pensare che nel sesso si possa ricoprire un ruolo che nella vita non è il nostro, o seguire le proprie inclinazioni caratteriali.

Abba parla anche di un contratto di schiavitù che contiene delle ferree regole che obbligano il/la master/mistress a prendersi cura del/della proprio/a slave affinché durante il gioco non subisca danni permanenti e possa continuare a “recitare” il proprio ruolo….

Emerge quindi un mondo di persone che sembrano disquisire con certa maturità ed equilibrio, e senza usare terminologie inappropriate, su regole, metodologie, fantasie ed emozioni. In quello che sembra un viaggio esplorativo dei propri confini, delle proprie necessità e fantasie.

Per di più se tali pratiche vengono svolte con esplicite modalità consenzienti, come più e più volte emerge anche dai discorsi visibili in rete, esse vengono a collocarsi in un’area di normalità ( non sconfinano cioè nella psicopatologia, come la porno dipendenza, il sadomasochismo ecc.).

Spesso è la cultura di appartenenza che decide in fatto di normalità o di patologia dei comportamenti sessuali.

Negli ultimi anni la rete internet ha aiutato molto i cultori del bondage a venire allo scoperto, a non sentirsi ‘anormali’ o ‘deviati’, a condividere proprio una cultura molto variegata e a liberarsi delle proprie fantasie, seguendo lo schema prefissato del sano, sicuro e consensuale.

Per anni ho avuto fantasie bondage, fantasie dove legavo donne o dove venivo legato. Per anni mi sono sentito un anormale, un malato, un deviato. Per anni ho tenuto tutto nascosto dentro di me, perché convinto di essere pericoloso per me e per gli altri. Per anni, quando si parlava di sesso, mi chiudevo in me stesso perché insicuro. Per anni …… ho sprecati tutti quegli anni.

Poi è venuta la Rete, prima con i siti in lingua inglese, poi con quelli, sempre più numerosi, italiani Poi sono venute le chat, i forum, le mailing list, IRC, ICQ e via discorrendo. (…) Il mio sogno è una partner che consideri piacevole e stimolante il bondage, sia come un modo per dividere con un’altra persona una intimità speciale, sia come uno stimolante gioco sessuale. Non voglio una vittima o essere io stesso una vittima, ma qualcuno con cui poter indulgere nella fantasia.” – racconta un altro estimatore.

In conclusione, se davvero i giochi prevedono e corrispondono alle regole della consensualità e della sicurezza sono ben viste dalla psicologia. I limiti, scaturenti in reati, sono di competenza della magistratura.

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