
Steven Arterburn nel libro ‘Toxic Faith’ (Fede Tossica), evidenzia le caratteristiche patologiche di una fede che portano ad una adesione incondizionata e ad una sorta di dipendenza psicologica del neofita e poi adepto. Egli suddivide il percorso in una serie di fasi e chiama il neofito ‘dipendente’, riferendosi quindi ad una persona che ha già di per sé caratteristiche di predisposizione a relazioni di dipendenza.
Prima fase
1. il dipendente è generalmente stressato. Lo stress in aumento impedisce un lucido giudizio e non favorisce l’analizzare con tranquillità i segnali di allarme di una ‘fede tossica’. 2. il soggetto riceve delusioni continue, convinzioni che nulla vada bene. Quindi si pone alla ricerca di facili e subitanee soluzioni ad ideali finti. 3. Il dipendente si guarda intorno e cerca aiuto e non ne trova.
4. Vive sentimenti di fallimento, di incapacità. Il dipendente crede che la vita non sia vivibile. Non c’è posto per lui al mondo. 5. Spera che una forza al di sopra di lui possa aiutarlo. 6. Vive un senso di solitudine. Ogni attenzione da parte di chicchessia è benvenuta. 7. Spera che qualcuno si occupi delle sue problematiche. C’è un forte bisogno di salvezza. 8. Aumentano in lui dubbi su Dio. C’è Dio? Perché non si occupa di me? 9. Il dipendente si apre alle novità della fede tradizionale. 10. Aumenta la sua dipendenza dagli altri. La compagnia di altri dipendenti apre la strada a pensieri deludenti e ad un mondo di esistenza ideale, non reale 11. Nascono i sentimenti di colpa. Non si può far nulla per superare questi sentimenti di colpa. 12. Senso di instabilità. Un terribile disastro sembra essere alle porte, ed ogni cosa sembra essere un potenziale segno di un destino amaro. 13. Il dipendente crede che aprendosi ad una nuova strada risolverà facilmente i suoi problemi. Complica invece le cose.
14. Perdita di interessi. Famiglia, amici, attività varie sono rimpiazzate da altre attività suggerite da altri di fede tossica. 15. Il dipendente è abbandonato da amici e parenti. La condotta non molto lineare e comprensibile del dipendente fa sì che gli altri lo allontanino. 16. Cattiva voglia a discutere i problemi. Il dipendente diventa inavvicinabile a causa della sua condotta fuori controllo. 17. I suoi discorsi sono sempre a senso unico. Ordini, idee fisse, giudizi perentori riempiono il discorso del dipendente tossico. La conversazione cessa perché il dipendente fa noiosamente ricorso alla Bibbia o a frasi fatte. 18. Ci si attacca al maniaco religioso che conforta e permette di ripetere gli stessi slogans. 19. Inizia l’affiliazione alla religione tossica. Prime esperienze nella fede tossica. La vita di gruppo cambia immediatamente l’umore. 20. L’attrazione cresce. Ogni nuova adunanza, persona ed esperienza, attirano al gruppo dalla fede tossica. 21. Frequenza smoderata alle adunanze del gruppo tossico. L’adunanza è mezzo per evadere dai problemi e per divenire un numero di un gruppo che non ha nulla a che vedere con la vera fede. 22. Conformità agli altri dipendenti religiosi. Il nuovo dipendente comincia a comportarsi, a vestire, a parlare il linguaggio stereotipato del gruppo.
23. Assenza di relazioni intime. Viene sacrificata la vera amicizia con gli amici e parenti a motivo della fede tossica. 24. Maggiori sacrifici e maggiore discolpa di sé. La persona diviene cieca ai problemi e giustifica il suo comportamento. 25. La Bibbia o l’ideologia del gruppo sono un’arma per difendersi. Versi sono sciorinati in abbondanza e senza capo né coda per giustificare il proprio stato tossico.
Fase media della mania religiosa 1. il dipendente è ormai immerso nel sistema. Diventa membro attivo. Si identifica completamente col gruppo 2. conosce e pratica la propaganda del gruppo. Impara a memoria versetti biblici e citazioni chiave del giornale del gruppo. 3. il dipendente risponde con tracotanza a chi si oppone alla sua propaganda 4. da’ al gruppo offerte esorbitanti rispetto alle sue condizioni. Si sacrificano urgenti bisogni in famiglia pur di portare soldi alla setta, essere notato, salire in quotazione 5. i contatti con gli altri sono ristretti a quelli della propaganda. Ci si associa solo con gli altri settari. 6. comincia la fase del reclutamento. Portare altri alla fede tossica. 7. la nuova esperienza religiosa mitiga le proprie pene.se la religione guarisce, bisogna immergersi nella religione sempre di più. 8. da questo intenso coinvolgimento si attende l’estasi ed i miracoli. Cominciano le prime delusioni 9. si aspira ad una catarsi emotiva che porta sollievo. Quando il sollievo stenta a venire il dipendente comincia a cercare altre forme di sollievo. 10. le dipendenze aumentano. Si ricorre al cibo, alle bevande, ad illeciti rapporti sessuali. 11. ogni aspetto della vita è ormai dominato dalla fede tossica 12. si crede di essere dotati di autentici doni spirituali. 13. si crede di appartenere ad una classe privilegiata 14. coinvolgimento per sopravvivere. Il maniaco religioso ormai è intrappolato nel sistema così da non avere altra scelta: o conformarsi o rischiare il totale cambiamento mentale. Per sopravvivere il maniaco è completamente dipendente dal sistema. 15. immersione e dedizione piena. Incapacità di capire il prezzo che si paga per il pensiero magico della setta; il maniaco rifiuta di guardare in faccia alla realtà di questa fede tossica che lo sta distruggendo.
Terza fase della fede tossica
1. disperazione. Il maniaco si accorge che la nuova fede non gli da’ sollievo sperato 2. comportamento errato. Pur sapendo che qualcosa è sbagliato, per non cambiare credenze, il maniaco cambia atteggiamenti. 3. Risentimento e rabbia. Mentre crolla il suo mondo, l’ormai dipendente si accusa di tutto e tutti ed ogni cosa è fonte di rabbia. 4. Ossessione delle credenze. E’ un continuo chiedersi che c’è di sbagliato nella fede. Il maniaco chiede, pondera, cerca, ma fa fatica a concentrsi. 5. Profonda depressione. Il crollo delle credenze cancella ogni capacità di funzionamento dei propri processi logici. 6. deterioramento fisico. stress, ansia, depressione si evidenziano sempre più. Il soggetto si affatica facilmente, non ha più appetito, sta male fisicamente. 7. persa la fede tutto è perso. non si fa altro che riflettere sui propri errori. 8. In cerca di un altro appoggio: cibo, droga, intensa attività sessuale. 9. Paura. L’esprienza di una maggiore insicurezza porta alla paura di tutto e tutti. Ogni persona è una minacciaIl soggetto ha paura sia di restare nella fede tossica sia di uscire. 10. Collasso finanziario. 11. I rapporti in famiglia sono deteriorati. Stress e sfiducia distruggono tutte le relazioni. 12. Qualche volta i crede che il suicidio possa essere una valida soluzione. 13. Per tornare a vivere occorre spogliarsi di tutto questo controllo mentale ed esistenziale di cui si è stati vittima. 14. Tornare indietro al punto di partenza e imboccare la strada giusta è penoso, ma non impossibile.
Da ‘Toxic Faith’, pp.139-157 di Steven Arterburn
A cura di Lorita Tinelli