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Vandali nelle scuole Anche a Noci i giovani preferiscono il branco: A colloquio con la psicologa Lor


Da Noci-Gazzettino del Febbraio 2003

Il fenomeno delle così dette baby-gang sta diventando un fenomeno sempre più in espansione. Con queste parole, pronunciate durante l’inaugurazione del nuovo anno giudiziario, il procuratore della Corte d’appello di Bari Riccardo Dibitonto, ha reso noti i dati allarmanti riguardanti l’escalation della criminalità minorile sottolineando come, questo fenomeno stia diventando una realtà forte, che si estende dalle grandi città ai piccoli centri abitati.

Una situazione difficile e da non sottovalutare con cui anche la nostra cittadina sta convivendo, soprattutto da quando si sono verificati nell’ultimo anno un incremento degli atti di vandalismo. Ne sono testimonianza gli allagamenti verificatesi nel Liceo Scientifico, nell’Istituto Professionale “Rosa Luxemburg” e da ultimo quello della sala di musica della scuola media “Luigi Gallo”. Atti di vandalismo compiuti spesso da minorenni e che rappresentano soltanto la superficie di un problema ben più complesso. Abbiamo sentito a riguardo una psicologa molto nota a Noci per il suo impegno e la sua grande professionalità: la dottoressa Lorita Tinelli.

“Innanzitutto” ci tiene a precisare “gli ultimi avvenimenti, che hanno suscitato tanto clamore per la loro gravità, non sono che l’ampliamento di fenomeni di vandalismo già presenti nella nostra realtà: come la distruzione di panchine pubbliche e il deturpamento degli edifici, tutte le manifestazioni che nascono dalla voglia dei vari gruppi di sconfiggere la noia quotidiana attraverso gesti estremi che procurino forti emozioni. Tutto ciò è comunque parte di un disagio giovanile profondo.”

La causa di tale disagio è da ricercare nell’attuale assetto sociale? “Decisamente sì. Quella in cui ci troviamo a vivere è una società sempre più basata sulla cultura della solitudine dove i ragazzi sono sempre più soli, non solo all’interno delle loro famiglie sempre più assorbite dai loro impegni lavorativi, ma anche nel proprio gruppo di amici. Tutto ciò provoca in loro un forte senso di disagio che prescinde dalle situazioni socio-economiche delle singole famiglie. Per questo motivo non dobbiamo stupirci se nelle bande di minorenni che rubano o compiono atti vandalici ci sono figli di gente benestante, senza nessun segno di disagio apparente”.

Quali strategie d’intervento si potrebbero attuare per arginare il fenomeno? “La complessità del problema non ci permette di proporre una soluzione univoca. Comunque credo che importantissima sia la prevenzione attuata creando momenti di incontro sempre più frequenti tra giovani, all’interno dei quali possano dialogare e confrontarsi. Come ho già detto c’è un forte disagio comunicativo tra i ragazzi che sentono il bisogno di comunicare e di esprimersi, ma non si sentono sufficientemente stimolati a farlo. Non è un caso che, in una ricerca da me compiuta negli istituti superiori di Noci nel 1999, alla domanda se nel loro paese esistessero stimoli culturali, sportivi, ricreativi utili alla loro crescita il 77,6% ha risposto negativamente. E’ un dato che credo si commenti da solo. In conclusione, alle stesse famiglie consiglierei di seguire dei corsi di sostegno genitoriale, già organizzati dal comune alcuni anni fa, che li aiuterebbero nel loro difficile ruolo educativo”. di Mariana De Marco

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