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Nella setta, il libro di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni eviscera dall’interno un’ oscura realtà

NOCI (Bari) – Si è tenuta sabato due febbraio, presso il “Dama D’Angiò” la presentazione del libro “Nella setta” scritto dai giornalisti di fama internazionale Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni, edito da Fandago. La serata è stata organizzata dall’Associazione Culturale Darf, in collaborazione con i Presidi del libro di Noci, con le associazioni CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici) e AIVS (Associazione italiana vittime delle sette), libreria Mondadori Point e con il patrocinio del Comune di Noci. A dialogare con gli autori sono stati l’attuale presidente Darf e tecnico della riabilitazione psichiatrica Mariano Casulli e la Dott.ssa Lorita Tinelli, esperta psicologa forense e fondatrice del CeSap. Ampio spazio riservato alla diretta testimonianza di Toni Occhiello, attualmente presidente dell’AIVS e vittima per diversi anni di un’organizzazione settaria. Un argomento come quello trattato, non certo leggerissimo, necessitava di piccoli intervalli che stemperassero piacevolmente l’atmosfera: a questo hanno pensato le note jazz del duo formato da Donatello Notarnicola (al basso) e Graziano Mastromarino (alla chitarra)


Le sette: quali e quante tipologie ne esistono? Dove e quanto sono diffuse? Con quali sottili meccanismi adescano i loro adepti? A queste e altre domande hanno voluto rispondere Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni, coppia che ha voluto fingersi “in crisi” per esplorare dall’interno i meccanismi di quelle che hanno apertamente definito “organizzazioni criminali”.

Inizia tutto con quella che è la loro parola d’ordine: “Love bombing!” “Chi non sognerebbe di essere letteralmente bombardato da amore incondizionato a profusione?” – ha esordito Flavia Piccinni- “E’ ciò che avviene all’interno delle cosiddette “sette”. Ti accolgono in queste strutture meravigliose, che sembrano alberghi a cinque stelle e ti bombardano di affetto e comprensione. Tutti ti ascoltano, tutti (guarda caso) hanno passato ciò che stai attraversando in quel momento. Rimani stupito da come degli estranei riescano a comprenderti più dei tuoi amici e della tua stessa famiglia. Per i tuoi cari magari sei un idiota, loro invece ti fanno sentire un mezzo genio”.


La dottoressa Lorita Tinelli, ha continuato il discordo delle Piccinni affermando che: “Nella società odierna, dove c’è sempre meno empatia, meno capacità di ascolto e dove ciò che scarseggia a livello morale è ciò di cui ci sarebbe invece più bisogno, cadere nella rete è facilissimo. La cosa che spaventa, è la totale assenza dello Stato di fronte a questo gravoso problema sociale. Quello per cui vogliamo batterci è l’adozione di serie misure da parte degli Stati membri della Comunità Europea. Ricordo che l’ex Senatore Piero Liuzzi firmò a suo tempo due interrogazioni parlamentari a riguardo, ma bisogna continuare a lottare, bisogna avere coraggio! Pochissimi giornalisti hanno avuto il coraggio di Flavia e Carmine, che non si sono lasciati intimorire dalle repliche che puntualmente arrivano da queste organizzazioni settarie”.

Flavia Piccinni lo ha confermato: “Puntualmente, dopo ogni presentazione del nostro libro e ad ogni articolo redatto in merito, arrivano richieste di rettifiche o commenti pungenti svolti a screditarci. Dal canto nostro, siamo felici che ci sia così gente con così tanto tempo a disposizione ma ci dispiace dover ricordar loro che siamo inattaccabili. Lo siamo perché possiamo provare e documentare ogni singola riga contenuta tra queste pagine. Prova ne è che sono partite anche diverse inchieste giudiziarie che spero proseguano nella giusta direzione”.

Carmine Gazzanni ha ricordato che il loro lavoro non è stato costruito unicamente raccogliendo testimonianze, ma soprattutto sulla base di documenti pubblici e privati di cui lui e la collega Piccinni sono entrati in possesso. “A tutti coloro che contattavamo o che ci contattavano, ponevamo la consueta domanda: “Puoi dimostrare quanto stai dichiarando?”. Ricordo una lunghissima intervista ad una ragazza vittima di un’organizzazione settaria che pretendeva di curare ogni malessere, fisico e spirituale, con delle rigidissime regole alimentari, più nello specifico improntate al macrobiotico. Il sedicente “guru”, imponeva durante la giornata esclusivamente due tipi di cereali, riso e farro, e soli cinque tipi di verdure. Assolutamente vietato il caffè e persino l’acqua, sostituita con del thè energizzante. Uno schema alimentare assolutamente dannoso per la salute. La ragazza, con una tremenda paura di esporsi, ha raccontato anche di abusi sessuali ed economici che si consumavano puntualmente all’interno dell’organizzazione. Quando le abbiamo chiesto perché non avesse denunciato, la ragazza ha risposto che lo ha fatto non tanto per paura, quanto perché si è ritrovata completamente sola. Fortunatamente oggi tutto questo è oggetto di inchiesta”.

La Dott.ssa Tinelli lo ha ribadito ancor più chiaramente: “Creare il vuoto attorno a coloro che ne fanno parte, rientra tra i principali obiettivi delle sette. Non fanno altre che indebolire socialmente i soggetti, in maniera lenta ma inarrestabile e progressiva. Come ricordava Carmine, quando sentiamo il termine “setta” il pensiero corre sempre ad un’organizzazione religiosa. Ma non sempre è così: col termine sette può designarsi qualsiasi gruppo rigidamente chiuso che impone all’individuo determinate regole molto rigide, separandolo così dal resto del mondo. Esistono anche famiglie, e partiti politici che meritano pienamente l’appellativo di settari. Una delle prerogative è il vedere tutti come nemici, come incarnazione del male. A cominciare dalla famiglia, fino a quando le tue relazioni sociali restano circoscritte all’interno della setta. Si ha quindi solo l’illusione di avere una vita relazionale normalissima, anzi piena e ricca. In realtà siamo tremendamente soli, perché è una relazionalità malata”.



Particolarmente toccante è stata la testimonianza diretta di Toni Occhiello, che è stato vittima per anni di una di queste organizzazioni criminali, e che oggi è presidente dell’AIVS (Associazione italiana vittime delle sette), battendosi perché a nessuno tocchino più esperienze simili e affinché lo Stato entri finalmente (e duramente!) nel merito della questione. “Io ero fresco di laurea, ero un poliglotta, provenivo da una famiglia agiata e avevo una fidanzata che amavo, conosciuta proprio sul set di un film di Spielberg. Lo dico senza presunzione alcuna ma certamente non ero stupido e all’interno di questa setta c’erano affermati professionisti e gente plurilaureata. Non c’entra il livello culturale e non ci si cade sempre e categoricamente in un momento di fragilità. A volte è solo la curiosità di sperimentare realtà diverse, di ampliare le tue vedute che ti porta a cadere nella trappola e a rovinarti letteralmente la vita. Ti ritrovi appunto solo: a tuo tempo hai allontanato tutti, e ora sperimenti come tutti allontanino te, guardandoti quasi con disprezzo. La mia famiglia mi diseredò e io leggevo nei loro occhi la frase: “Se l’è cercata”. Non immaginano quanto dolore si possa celare dietro le singole esperienze. Forse, leggendo quelle riportate all’interno del libro, capirebbero che loro non sono gli intelligentoni, quelli a cui non potrebbe mai accadere. Possiamo esserne vittime tutti: che sia per semplice curiosità ed idealismo incanalati in maniera sbagliata o per un momento di profondo sconforto. Iniziare a demolire pregiudizi e retro pensieri è il modo migliore per aiutare davvero le vittime, che già non denunciano perché sanno che servirà a poco”- ha confessato Occhiello, nei cui occhi è possibile scorgere ancora qualche scheggia di doloro ma anche tanta determinazione.

La Dott.ssa Tinelli ha rievocato in proposito un’esperienza vissuta personalmente: “Mi è capitato di effettuare assieme ad una madre disperata un triste pellegrinaggio di caserma in caserma, per riuscire a sapere dove fosse suo figlio, andato via di casa perché caduto con molta probabilità nelle grinfie di una setta per altro molto pericolosa, poiché imponeva l’abbandono di qualsiasi cura medica si stesse effettuando. Sapete qual era la risposta puntuale e laconica dei carabinieri? Signora suo figlio è grande, ha vent’anni ed è responsabile delle sue azioni. Pretende forse di tenerlo sempre in casa con lei? Non sussiste nessun reato!”. E i sedicenti guru, i santoni, giocano proprio su questo: sanno che molto difficilmente saranno imputabili”.


Carmine Gazzanni, ha ribadito ulteriormente l’intento del libro: “Per questo il nostro obiettivo è sollecitare gli organi parlamentari, al fine di colmare una “vacatio legis” e portare in parlamento una legge che consenta ai magistrati di punire in maniera esemplare questi criminali”.

Ragionando in termini geografici, circoscritti in ambito nazionale, Flavia Piccinni ha specificato quali sono le regioni in cui le sette proliferano maggiormente: “Al contrario di quanto si possa pensare, non sono le Regioni più povere o con uno standard culturale più basso, ma le più floride! Per il Nord si tratta di Piemonte, Liguria e Lombardia, mentre per quanto riguarda il Sud spicca tristemente la nostra Puglia”.

Lorita Tinelli, per quanto concerne la nostra Regione, ha fornito anche un dato più preciso: “In Puglia stanno andando di moda le cosiddette “psico-sette”, ovvero quelle che millantano veri e propri corsi di apprendimento veloce e di potenziamento delle proprie facoltà cognitive. La presunta efficacie e la ristrettezza dei tempi, sono un’ottima esca soprattutto per gli studenti universitari, che hanno evidentemente bisogno di riuscire a memorizzare il maggior numero di nozioni nella maniera più efficace e nei tempi più brevi possibili. Non va tralasciato il fatto che la gente, predilige rivolgersi a questi guru piuttosto che a figure professionali come psicologi e psichiatri. Il motivo della scelta è molto semplice: loro offrono una risposta preconfezionata, una sorta di terapia a “taglia unica”, che va bene indistintamente per tutti. Lo psicologo invece, non ti offre sul piatto d’argento la risposta, ma si mette a cercarla assieme al paziente, nell’ambito di un percorso che vede entrambi attivamente partecipi. Quella risposta te la devi in qualche modo “sudare” scavando a fondo dentro te stesso”.

Gazzanni si è voluto soffermare su una comunità che è stata oggetto di inchieste e anche di condanne. “Si tratta della “Comunità del Forteto”, nata sul finire degli anni 70’, facente capo a Rodolfo Fiesoli. L’organizzazione propugnava il mantenimento e la difesa di alcuni valori sessantottini. Fin qui niente di male, perché si trattava anche di valori giusti e più che accettabili. Peccato che presto questi valori siano stati portati all’esasperazione, fino ad essere totalmente sovvertiti da regole assurde, come l’astensione dai totali dai rapporti eterosessuali e l’obbligo a quelli omosessuali. Rapporti omosessuali che diventavano veri e propri abusi a carico di minori. Il “Forteto” può essere considerato una vera e propria “setta di Stato”. Uno Stato che invece di intervenire duramente, l’ha sfruttata per le sue propagande, perché ritenuta sede di grandi valori. Quando è diventata una cooperativa, ha iniziato a fatturare quindici milioni di euro all’anno. La cosa paradossale, è che i bambini venivano dati in affidamento dallo stato, per mano degli assistenti sociali, proprio a chi abusava di loro”- ha dichiarato Gazzanni indignato. “Per aggirare il limite dell’affido, fissato a 24 mesi, all’interno della comunità si formavano coppie fittizie, non legate da alcun vincolo sentimentale, al solo scopo di far restare i bimbi all’interno del Forteto. Come vedete, quello delle sette è un tema che dovrebbe interessare tutti, perché purtroppo tocca tutti gli ambiti della società: personale, politico, economico e giudiziario”.

In fine, Occhiello ha voluto nuovamente intervenire per ribadire: “No: lo Stato non è assente. E’ un’affermazione vera solo in parte. E’ assente quando si tratta di tutelare i cittadini, ma più che mai presente quando può trarre un qualche vantaggio da queste sette. Il libro persegue l’intento di scuotere la barca, e noi intendiamo scuoterla ancora di più!”.

Affermazione condivisa anche dalla Dott.ssa Tinelli, che ha dichiarato: “Questa serata ha rappresentato una delle rare eccezioni in cui non mi sono sentita sola, ma fortemente supportata in quella che è una battaglia che mi sta a cuore e che conduco da anni! Un piccolo consiglio ai genitori: se sospettate che i vostri figli siano incappati in questa trista realtà, cessate di dar loro denaro, chiudete i rubinetti economici! Cercate anche di evitare il più possibile di far avvenire il distacco rimproverando aspramente e duramente, ponetevi con pacatezza e cercate di capire in maniera silenziosa, da “dietro le quinte” quanto sta accadendo. Tenete sempre a mente che se il distacco totale dalla famiglia e dagli affetti è il loro obiettivo”.


Un plauso va doverosamente al duo formato dal bassista Donatello Notarnicola e dal chitarrista Graziano Mastromarino, che sono riusciti a colorare con le loro note jazz una serata all’insegna di un tema oscuro…ma necessario da trattare.Marica D’Aprile Lunedì, 04 Febbraio 2019 05:30 Fonte:

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