NOCI (Bari) – “Adesso sarete contenti”, rivolto ai suoi compagni di scuola, e una lettera di scuse indirizzata ai suoi genitori. Con queste poche parole una giovane dodicenne lo scorso 18 gennaio ha tentato il suicidio gettandosi dal balcone della sua stanza. È accaduto a Pordenone e la fortuna ha voluto che la piccola ragazza cadesse prima sulla tapparella dei vicini al piano inferiore, evitando così una fine drammatica.
Si tratta di uno dei tantissimi fatti di cronaca che sempre più frequentemente vedono ragazzi vittime di bullismo giungere a conclusioni così estreme. Un carattere a volte molto fragile, l’incapacità di ribellarsi davanti a gesti di violenza o derisione che possono far paura, la diversità non sempre compresa e accolta con rispetto: numerose possono essere le cause di gesti apparentemente inspiegabili. Così come appare difficile individuare mezzi o misure che possano permettere il controllo di simili avvenimenti. L’avvento delle più moderne tecnologie e la loro libera fruizione da parte dei giovanissimi non ha di certo aiutato a migliorare la situazione: si parla, infatti, di cyberbullismo facendo riferimento a tutti quegli atti di violenza trasmessi sul web tramite video e gli ormai diffusi social network. La dott.ssa Lorita Tinelli, psicologa e fondatrice del Cesap, ritiene che “un’azione coordinata tra famiglie, scuole ed esperti è indispensabile per affrontare, analizzare e risolvere il fenomeno con una forza sinergica. Ovvero se i genitori del bullo o della vittima avvertono la presenza di tale dinamica devono subito confrontarsi con la scuola, e viceversa e avere esperti di riferimento per progettare strategie di intervento e prevenzione”.
Difronte a simili eventi spesso ci chiediamo cosa può scattare nella mente di una giovane ragazza nel bel mezzo della sua adolescenza, il periodo in cui è vero che tutti i problemi possono risultare amplificati, in cui ci si inizia a porre le prime domande su se stessi, ma il periodo in cui spensieratezza, gioia di vivere e curiosità verso la vita dovrebbero essere requisiti onnipresenti. Lorita Tinelli ci spiega, infatti, come in quei momenti “scatta il timore di non essere compresi dal mondo degli adulti, Un adolescente, in particolar modo, tende ad estremizzare tutto, nel bene o nel male, e il giudizio degli altri è fortemente soppesato e amplificato. Inoltre vive dei sensi di colpa e una inadeguatezza tale da non avere più il coraggio e la voglia di vedere ancora i suoi amici. Pensa solo a come poter ‘sparire’, diventare invisibile, per non ricevere più le ‘attenzioni’ che il bullo gli riserva. Ovviamente il suicidio non è il punto finale cui tutti giungono, ma è pur vero che la vittima di bullismo si porterà per sempre dentro di sè quell’amara esperienza vissuta”. Il bullismo può essere combattuto, ostacolato in qualche modo? “Esistono diverse associazioni in Italia che si occupano del fenomeno e diversi professionisti, con varie competenze. Così come esiste anche un Osservatorio Nazionale sul Bullismo. Esse sono nate per offrire informazione sul fenomeno. – ha dichiarato la dott.ssa Tinelli – In particolar modo l’Osservatorio sta costruendo anche una consistente banca dati di informazioni giuridiche, esperienziali e mediatiche relativamente al fenomeno, nonché studi scientifici. Diverse sono anche le tesi di laurea discusse in alcune università, sia in ambito psicologico che in ambito pedagogico. È fondamentale che se ne parli. Nonostante tutto, spesse volte, le scuole o le famiglie profondamente coinvolte tendono a negare il fenomeno, come se si trattasse di una grande vergogna. Non è sicuramente il modo giusto e utile per affrontarlo e per aiutare i propri ragazzi e i propri figli”. È, infatti, essenziale che ogni comportamento che possa tradursi offensivo o violento nei propri confronti o verso quelli di un altro venga sempre denunciato. Nessuno può e deve tacere davanti alla propria sofferenza o a quella altrui, così come nessuno può attribuirsi il diritto di giudicare la “diversità”, sotto qualsiasi forma possibile, dell’altro. È difficile stabilire di chi sia la responsabilità e forse sarebbe riduttivo parlare di una sbagliata educazione o di un contesto socio culturale che influenza negativamente chi di questo fenomeno ne è protagonista, che ne sia vittima o artefice. A 12 anni non ci si può sentire inadeguati alla vita, non si può sperare di diventare ‘invisibili’. A 12 anni chiunque ha il diritto di amare quella stessa vita da cui si cerca di scappare. Con il bullismo si ci fa i conti già da tempo ormai ed è difficile stabilire se si potrà mai mettere la parola “fine”. È importante però sapere che non si tratta di situazioni che non possano essere evitate. Il dialogo, che sia a scuola o in famiglia, è il primo strumento utile a rieducare alla vita, al rispetto e all’amore per la propria persona
Rossana Quarato Lunedì, 25 Gennaio 2016 05:52 Fonte: http://www.noci24.it/cultura/educazione/12703-bullismo-si-puo-vincere-con-il-dialogo