Dipendenze e cyberbullismo, perché i genitori devono sapere

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Dipendenze e cyberbullismo, perché i genitori devono sapere

NOCI – «Signori voi siete delle teste di casco». Non è una battuta ma l’appellativo con cui il presidente dell’associazione no profit Vivilastrada.it Tonio Coladonato si è rivolto ai genitori durante il convegno “Prevenzione delle patologie più diffuse fra gli adolescenti e cyberbullismo” organizzato dall’istituto S.M. Pascoli 1° Circolo e svoltosi martedì al chiostro di San Domenico.

È stato uno dei pochi incontri a Noci che ha avuto come interlocutori non gli studenti ma bensì i loro genitori. Al tavolo dei relatori professionisti di ogni settore che hanno dato il loro contributo per affrontare temi molto dibattuti nella società ma a quanto pare poco discussi all’interno delle famiglie. Il tema della sicurezza stradale, appunto, è uno di questi. Tonio Coladonato ha fornito una sintesi dettagliata di come, durante il progetto “Dal banco alla strada”, sono i ragazzi stessi a raccontare le malefatte dei propri genitori. Non allacciare le cinture di sicurezza, messaggiare al cellulare mentre si guida, distrarsi, fumare, sono tra le maggiori cause di incidente stradale e gli studenti imparano dai propri genitori questo tipo di atteggiamenti. Ed allora sembra palese che debbano essere gli adulti che per primi debbano fornire il buon esempio. Da qui la frase: «Signori siete delle teste di casco».

Parole dure quelle utilizzate da Coladonato: «Non prendetevela con le forze dell’ordine quando sequestrano la moto ai vostri figli, non prendete sottogamba la situazione, e non ingiuriate gli uomini in divisa quando sequestrano la patente ai vostri figli. Se lo fanno è perché in quel momento il delinquente è vostro figlio». Sull’abuso di alcool alla guida toccante è la testimonianza di Piero Console vittima lesa della strada. Console racconta il suo calvario, la difficoltà nel riprendere una vita normale dopo l’incidente.

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Ma oltre la questione sicurezza stradale vi è anche la parte che riguarda le nuove dipendenze. Fondamentale risulta allora l’intervento di Lorita Tinelli nella doppia veste di assessore comunale e psicologa. Tinelli spiega all’uditorio il proprio lavoro condotto una decina di anni fa intitolato “La cultura dello sballo” dal quale ha acquisito una serie di dati che evidenziavano come i fattori di rischio raggiungevano il picco nei 17enni. Dopo cinque anni l’età più vulnerabile per i giovani che iniziavano ad approcciarsi ad alcool e droga si era abbassata a 14 anni. «Se dovessimo ripetere oggi il test – spiega la psicologa – ci troveremmo una situazione ancora diversa». Ma alcool e droga non sono le sole dipendenze, negli ultimi anni se ne sono aggiunte altre. Tinelli spiega come anche internet, sesso, shopping, gioco e cellulare hanno creato delle nuove dipendenze con comportamenti compulsivo-impulsivi che si pongono come obiettivo quello di soddisfare un bisogno nell’immediato. L’esempio più importante esposto da Lorita Tinelli è la sindrome di Hikikomori, ovvero l’atteggiamento assunto da alcuni ragazzi che si chiudono in stanza per chattare o rimanere perennemente collegati a internet rifiutando qualsiasi interazione fisica col mondo esterno. Il consiglio ultimo di Tinelli è un appello rivolto ai genitori, poi assunto da tutti i relatori, «di controllare i propri figli, parlare con loro, mantenere un dialogo aperto».

 

Luigi De Stefano - Polizia di Stato
Luigi De Stefano – Polizia di Stato

 

Si allaccia al tema delle dipendenze, ed in modo particolare alle tossico dipendenze, Martino Trisolini, medico al SERT di Putignano, con esperienza trentennale alle spalle. Trisolini fa una disamina molto accurata delle tossicodipendenze e delle future conseguenze che queste procurano sia alla mente che al fisico dei giovani pazienti. Purtroppo il finale non è quello descritto dalle favole: «non si ha la certezza, anche dopo un programma di recupero, – dichiara Trisolini – di essere completamente liberi dalla dipendenza». Infine è l’esperto di investigazioni informatiche presso la Polizia di Stato Luigi De Stefano ad illustrare i pericoli della rete internet e le trappole in cui possono cadere gli adolescenti, ma anche gli adulti. Come fa un pedofilo ad adescare minori tramite il web e perché i ragazzi a scuola anziché sedare una rissa tra coetanei la filmano col cellulare.

Un esperimento più che un incontro vista l’esigua presenza di adulti, ma il lavoro della scuola, la dedizione dimostrata dalle insegnanti Domenica Guagnano e Dora Intini, non devono fermare questo processo comunicativo. I genitori devono conoscere e, allo stesso tempo, sapersi rapportare con i figli. Un invito quindi agli adulti a presentarsi in futuro sempre più numerosi a questo genere di iniziative.

Fonte: http://www.legginoci.it/2016/12/22/dipendenze-e-cyberbullismo-perche-i-genitori-devono-sapere/