I reclusi di Monflanquin : “Questo è l’inizio di una nuova vita”

INTERVISTA:Noi non eravamo armati” è il titolo del libro di Christine Védrines. Lei e suo marito ieri l’hanno presentato alla cittadella dei Libri di Blaye.

Christine e Charles-Henri de Védrines hanno vissuto quasi dieci anni sotto il controllo di Thierry Tilly, manipolati, rovinati e abusati,  tagliati fuori dal mondo. Noi Incontriamo i  due reclusi di Monflanquin, che sono stati presenti in questa edizione della Cittadella dei Libri, che si è conclusa ieri.

“South West”. Questo libro  segna la fine di una vecchia vita e l’inizio di una nuova?

Christine e Charles Henri de Vedrines. In primo luogo abbiamo voluto lasciare una traccia scritta di ciò che abbiamo vissuto, per non far sì che ci fossero segreti inespressi nella famiglia che si va costruendo, se un giorno dovessimo avere dei nipoti.

Questo è sicuramente l’inizio di una nuova vita. Il signor Tilly è stato condannato ( 1 ), noi siamo stati riconosciuti come vittime, e questo è il risultato di molti mesi di lotta.

Oggi siete giunti a comprendere come si potrebbe lasciare la “nave ” in questo caso o è ancora un mistero?

Abbiamo lavorato molto su noi stessi con degli specialisti, e in questo libro cerchiamo di spiegare con precisione come sia possibile costruire una tale ragnatela. Siamo molto orgogliosi di dire che ora sappiamo come si potrebbe, ma arriviamo a capire meglio quello che è successo a noi grazie agli esperti che ci hanno un po’ illuminato.

Attraverso questo libro e l’aiuto dei media le altre persone che hanno sperimentato le stesse cose  ci hanno contattato e ci siamo resi conto che c’erano non poche persone che hanno sperimentato cose simili.

Anche nella nostra attività professionale (2), ci capita di avere confidenze di pazienti che ci raccontano quello che io ho vissuto.

 

 

La vita è stata giusta per voi?

La vita è giusta, sì. Con la consapevolezza che Thierry Tilly ha lasciato alcuni petardi che non sono ancora esplosi e abbiamo ancora diversi procedimenti aperti. Si deve quindi ancora combattere.

 

Secondo voi, molte persone vengono manipolate come voi?

Gli esperti sembrano pensare che l’80% della popolazione possa essere manipolata in un momento della sua vita, perché tutti noi possiamo sperimentare ad un certo punto fragilità emotive.

 

Eravate in un momento di debolezza quando è venuto questo nella vostra vita?

Abbiamo inevitabilmente avuto un momento di debolezza, altrimenti non ci sarebbe capitato questo. A quel tempo avevamo perso due importanti membri della famiglia. Per 3 anni Tilly è venuto a trovarci con mia sorella e mio fratello, ha imparato a conoscere la famiglia e assemblare un intero sistema.

Quando ci siamo incontrati, lui già sapeva tutto di noi e noi nulla di lui. Arrivò approvato da mia sorella, mio fratello, un avvocato parigino Avenue Montaigne e anche da mia madre . Da lì non ho ascoltato mia moglie, che è rimasta critica nei suoi confronti. Inoltre, questo è il motivo per cui è stato demonizzato e ha sofferto chi ha sofferto in Inghilterra.

A livello familiare  il caso ha lasciato il segno, ha portato a separazioni?

Christine. La cosa importante è che noi siamo insieme e che abbiamo salvato i nostri tre figli. Questo libro tratta di noi cinque. Un capitolo è stato scritto dai nostri tre figli e da Charles-Henri. Noi condividiamo ancora molto con Philippe de Vedrines (fratello maggiore di Charles-Henri), e con tutti i nostri nipoti rimasti fuori.

Charles- Henri. La distanza è rimasta con mia sorella e mio fratello Guylène, nonostante i diversi tentativi di nostra apertura.

Secondo voi Thierry Tilly vi ha preso di mira?

Credo di sì. Durante le sue conversazioni con mia sorella per 3 anni, si è reso conto che avevamo ricchezze economiche e qualche piccolo “problema” in famiglia. La sua forza è stata quella e ha usato i nostri valori per depredarci e distruggerci. Cercava  persone da spennare.

 

 

Il sistema giudiziario ha funzionato bene per voi?

Ci sono state molte domande senza risposta. Le Istituzioni non hanno sempre funzionato bene. Nel 2002  la Corte di Agen era stata avvertito dal presidente della ADFI, ma non ha capito nulla. Quando abbiamo ottenuto risultati, Tilly è stato considerato come noto truffatore. Per contro, il SRPJ di Toulouse ha fatto un lavoro enorme. E’ stato subito percepito come persona appartenente ad una setta, quindi si trattava di una truffa. Visto che i meccanismi utilizzati erano gli stessi.

Perché scrivere un libro?

Umilmente  speriamo che aiuterà le persone che sono manipolate e anche le famiglie che si trovano in questa situazione, ai quali viene chiesto di non mollare mai.

Oggi la vita è bella?

E’ bella, perché noi siamo tutti e cinque  insieme. Ma abbiamo cicatrici, un senso di fallimento, un senso di violenza su noi stessi e  sulla famiglia. E la paura del futuro. Siamo rovinati, non abbiamo né mobili né  oggetti di ricordo. Dire che la vita è buona al 95 %.

( 1) Thierry Tilly è stato condannato nei primi di giugno a 10 anni di prigione.

( 2) Dopo un periodo presso la PMI come medico, Charles Henri Védrines è tornato a lavorare come ostetrico -ginecologo a Saint -Aubin  de  Médoc .

 

 

Fonte: CABINET DANIEL PICOTIN

http://www.danielpicotin-avocat.com/index.php/reclus-de-monflanquin-cest-le-depart-dune-nouvelle-vie/

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Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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Lezioni da Jonestown

By MELISSA DITTMANN

Monitor Staff APA

November 2003, Vol 34, No. 10 Print version: page 36

 

 

Il suicidio di massa dei seguaci del Tempio del Popolo, 25 anni fa insegna agli psicologi che cosa accade quando la psicologia sociale è posta nelle mani sbagliate.

Nel mezzo della giungla della Guyana, nel Sud America, quasi 1.000 persone hanno bevuto una porzione letale di cianuro e sono morte, seguendo gli ordini del loro capo, Jim Jones. Madri e padri hanno dato la bevanda mortale ai loro figli e poi l’hanno bevuta essi stessi. La gente urlava. I corpi tremavano. E nel giro di pochi minuti il 18 Novembre 1978 , 912 persone sono morte.

 

 

I seguaci di Jones erano originariamente venuti alla comunità della Guyana, nota come Jonestown, alla ricerca di un paradiso e di una fuga dal razzismo e dalle persecuzioni degli Stati Uniti. Invece trovarono qualcosa che assomigliava a un campo di concentramento in cui lavoravano per lunghe ore, con poco cibo e molti abusi, così come coloro che sono fuggiti da Jonestown hanno riferito.

Venticinque anni più tardi, gli psicologi sociali continuano a esaminare come  Jones abbia potuto avere tale enorme influenza sui pensieri e sulle azioni dei suoi seguaci. Jonestown, dicono, offre lezioni importanti per la psicologia, come il potere di influenze situazionali e sociali e le conseguenze di un leader che usa queste influenze per manipolare in maniera distruttiva il comportamento altrui.

 

 

Più preoccupante, forse, è che da Jones sembrano essere derivate ​​alcune delle tecniche di ricerca degli psicologi sociali, sollevando dubbi circa l’etica della ricerca e la direzione futura della ricerca sui culti –  sostiene Philip G. Zimbardo , PhD , ex- presidente dell’APA e professore di psicologia presso la Stanford University.

 

Dr. Philip Zimbardo ex presidente dell’APA

 

Proprio da una ricerca inedita , Zimbardo ha scoperto che Jones ha molto probabilmente  acquisito la sua capacità di convincere da un famoso pensatore sociale: George Orwell.

Durante 25 anni di ricerche e interviste con i sopravvissuti di Jonestown, Zimbardo ha trovato analogie tra le tecniche di controllo mentale usate da Jones a Jonestown – ovvero sofisticati tipi di acquiescienza , conformità e obbedienza – e quelle descritte nel libro di fantascienza di Orwell  “1984.

Nel libro  Orwell fornisce un modello per la resistenza,  come quando il suo protagonista, Winston Smith, si ribella  contro un sistema partitico onnipotente.

 

 

 

Film 1984

 

 

Sebbene  “1984” sia un prodotto di fantascienza, Orwell possedeva una profonda conoscenza dei processi di influenza della psicologia sociale e le sue raffigurazioni di controllo mentale sono state utilizzate in modo sistematico ed efficace da leader di sette, secondo Zimbardo.

Altri sono d’accordo con Zimbardo sul fatto che tali risultati sollevano questioni etiche per gli psicologi sociali, dato che artisti del calibro di Jones attingono a principi di psicologia sociale e li usano per danneggiare, come sostiene Robert Cialdini , PhD , ricercatore dell’influenza e professore  di Psicologia presso l’Arizona State University.

Prof. Robert Cialdini

 

Le fonti di influenza possono essere come dinamite – possono essere utilizzati per il bene o per il male“, afferma Cialdini. “Gli scienziati sociali devono prestare più attenzione non solo all’efficacia delle strategie che studiamo e che scopriamo, ma anche alle conseguenze etiche dell’uso di questi principi e di queste pratiche

Egli  e Zimbardo sostengono anche che gli  psicologi sociali e di altri ricercatori di culti devono forgiare nuove linee di ricerca sulla falsa applicazione dei risultati della psicologia sociale, così come sui loro usi prosociali.

 

 

Il cervello

 

 

Di fatto, Jonestown dovrebbe servire come monito per la comunità psicologia sociale per  quello che può accadere quando i principi di influenza sono abusati dai leader di un’organizzazione, sostiene Zimbardo .

Da quanto è stato rinvenuto da Zimbardo, Jones, che ha agito come pastore del Tempio del Popolo, aveva studiato il sistema di Orwell del controllo mentale descritto in “1984” e aveva  commissionato un brano che i suoi seguaci erano obbligati a cantare a Jonestown circa l’avvento del 1984.

Alcune delle tecniche di controllo mentale descritte da Orwell in “1984” che i metodi paralleli utilizzati da Jones includono vi sono:

“Il Grande fratello ti sta guardando”.  Jones ha usato questa idea per guadagnare la fedeltà dei suoi seguaci. Ha ottenuto che i seguaci si spiassero l’un l’altro e ha fatto si che degli autoparlanti inviassero messaggi  in modo tale che la sua voce fosse sempre presente mentre i suoi seguaci lavoravano, dormivano e mangiavano, afferma Zimbardo .

Auto-incriminazione. Jones ha incaricato i seguaci di rendergli dichiarazioni scritte sulle loro paure ed errori e poi, quando gli hanno disubbidito, ha usato queste informazioni per umiliarli o sottoporli alle loro peggiori paure durante le riunioni pubbliche. In “1984” la resistenza del personaggio principale è venuta meno quando egli è stato sottoposto alla sua peggiore paura di essere ricoperto di ratti.

Induzione al suicidio. Il protagonista di Orwell sosteneva che  “la cosa giusta era di uccidere se stessi prima che arrivasse una minaccia di guerra“. I seguaci di Jones facevano esercitazioni pratiche di suicidio fino al dell’evento vero e proprio che li coinvolse nel suicidio di massa.

Distorcendo la percezione della gente. Jones ha offuscato il rapporto tra le parole e la realtà, per esempio, imponendo ai suoi seguaci di rendergli grazie ogni giorno per il buon cibo e per il lavoro , eppure la gente era affamata e lavorava sei giorni e mezzo a settimana, afferma Zimbardo . Allo stesso modo, Orwell ha descritto tale tecnica, definendola col termine “politichese“.

Per padroneggiare queste tecniche di controllo mentale, Jones è stato in grado di ottenere obbedienza e  fedeltà dai seguaci, afferma Zimbardo. Jim Jones è probabilmente il leader del culto più carismatico dei tempi moderni, a causa del suo carisma, della sua oratoria, del suo sexy appeal, del suo dinamismo e della sua partecipazione totale nel controllo di ogni membro del suo gruppo , spiega.

 

Conformità irragionevole

Queste tecniche di controllo mentale, insieme con la creazione di un nuovo ambiente sociale  permettono a  Jones  una forte influenza sui suoi seguaci, sostiene Zimbardo .

Molto probabilmente  Jones, attraverso la sua naturale comprensione della psicologia sociale, conosceva il modo per ottenere una forte influenza sui suoi seguaci che era quello di spostarli dal loro ambiente urbano americano a una giungla sudamericana remota, generando incertezza nel loro nuovo ambiente, sostiene Cialdini. E quando le persone sono insicure, guardano ad altri decidere cosa fare, come la ricerca ha dimostrato. Zimbardo osserva che le persone sono particolarmente vulnerabili quando si trovano in un ambiente nuovo, si sentono soli o scollegati.

Quando credi che non può accadere a te, è in quel momento che truffatori o membri di cultoine approfittano, perché allora non sei  vigile ai piccoli stratagemmi situazionali che possono essere usati” spiega Zimbardo.

 

La psicologia sociale ha dimostrato il “potere della folla ” per decenni. Ad esempio, nel 1960  gli psicologi PhD Stanley Milgram ,  PhD Leonard Bickman , e PhD Lawrence Berkowitz hanno  dimostrato l’influenza sociale attraverso  un gruppo di persone su un affollato marciapiede di New York City con lo sguardo verso nulla nel cielo. Quando un uomo alzò gli occhi davanti a nulla , solo il 4 per cento dei passanti lo imitò. Quando cinque persone stavano sul marciapiede a guardare niente , il 18 per cento dei passanti si unì a loro. E quando un gruppo di 15 guardò verso l’alto, il 40 per cento dei passanti vi aderì, fermando il traffico in un minuto.

 

The wave. Esempio di influenza sociale

 

Come hanno fatto altri leader di culto, Jim Jones ha usato questo “potere della folla”  per influenzare e controllare il comportamento altrui, l’intelletto, i pensieri e le emozioni, sostiene Steven Hassan, un consulente di salute mentale,  con specializzazione di consulente per la libertà del membro e un ex membro di gruppo egli stesso. Questo include l’organizzazione di  norme e regolamenti rigidi, volti a distorcere le informazioni, l’uso di  trance ipnotica  e l’ingenerazione di sensi di colpa e di paura tra i seguaci.

 

Sensibilizzazione

Tuttavia, nonostante Jonestown , molti psicologi sociali rimangono all’oscuro dell’impatto psicologico delle tecniche di controllo mentale, spesso chiarito dalla ricerca in psicologia sociale, che i culti usano per reclutare e trattenere i membri, sostiene Zimbardo. Molti psicologi rimangono scettici sul fatto che il comportamento sia intenzionalmente controllato da queste organizzazioni, piuttosto credono che le persone si uniscano  ai culti di loro spontanea volontà, come fanno con i gruppi religiosi tradizionali.

Coloro che studiano le sette , invece, sostengono che gli psicologi hanno bisogno di studiare come le sette abusano della ricerca della psicologia sociale. Sono necessari anche gli psicologi per sviluppare trattamenti efficaci per le vittime dei culti,  per aiutarli a liberarsi dall’influenza di un culto prima che sia troppo tardi, in modo che, in casi come Jonestown, la storia non si ripeta.

 

Dr. Steven Hassan

E’ scioccante per me che così tante persone oggi non hanno nemmeno sentito parlare di Jonestown“, dice Hassan . Eppure, Hassan osserva gli effetti psicologici duraturi ogni giorno nel suo lavoro con le ex vittime di culto, ed egli sostiene che i culti sono sempre più potenti e più furbi nei loro inganni, spesso utilizzando i risultati della ricerca psicologica,  mentre il pubblico rimane in gran parte inconsapevole di tutto questo.

Se l’intenzione dei  culti è quella di abusare delle lezioni di psicologia sociale, gli psicologi devono studiare come essi lo fanno, sostiene Cialdini . È necessaria una maggiore attenzione alla ricerca e al lavoro con le vittime dei culti, aggiunge Hassan. Ad esempio, gli psicologi hanno bisogno di una formazione specifica per lavorare con gli ex membri di setta, che spesso soffrono di disturbi dissociativi o di panico, spiega.

Ci sono un sacco di persone che soffrono” – afferma Hassan –  “e hanno bisogno del nostro aiuto“.

Further Reading

  • Cialdini, R.B. (2001). Influence: Science and practice (4th ed.). Boston: Allyn & Bacon.
  • Hassan, S. (2000). Releasing the bonds: Empowering people to thrive for themselves. Somerville, Mass.: Freedom of Mind Press.
  • Singer, M.T. (2003). Cults in our midst: The continuing fight against their hidden menace. San Francisco: Jossey-Bass.
  • Zimbardo, P. (1997). What messages are behind today’s cults? APA Monitor, 28(5), 14.

ON THE WEB

Fonte: http://www.apa.org/monitor/nov03/jonestown.aspx

 

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Traduzione di Lorita Tinelli (Affiliata Internazionale APA)

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

Gli articoli apparsi su questo blog possono essere riprodotti liberamente, sia in formato elettronico che su carta, a condizione che non si cambi nulla e  che si specifichi la fonte

 

La Costa del Sol è una “zona calda” per le sette, secondo uno psicologo

La Costa del Sol è considerata una “zona calda” per le sette, come  spiega lo psicologo José Miguel Cuevas, vice presidente AIIAP (Associazione Americana per la ricerca sugli Abusi Psicologici). Una ipotesi per spiegare questo fenomeno sostiene che ciò sia dovuto  al clima e alla qualità della vita che porta l’incremento su questa costa di molti stranieri, l’importazione quindi di eterogeneità e di diversità,  così come una maggiore sensibilità.

Questo incremento, secondo l’esperto, è ampiamente positivo e  porta anche a sostenere l’economia e, in passato, la ricchezza. Purtroppo c’è un aspetto negativo che consiste nell’attirare e importare esotiche credenze e derive settarie che finiscono per coesistere con altre del posto, altrettanto distruttive. Ci sono altre problematiche inerenti le situazioni settarie, quali  l’aumento di vulnerabilità personale, l’aumento di crisi in ambito sociale e familiare anche grazie ad una palese disuguaglianza sociale. Anche se nessuno è al sicuro dal cadere in un gruppo settario, le crisi e le situazioni di vulnerabilità personale o familiare sono un terreno fertile per la creazione o il “buon funzionamento” delle organizzazioni settarie.

Non bisogna dimenticare che le sette utilizzano una comunicazione molto vicina alla gente, con messaggi di speranza, di soluzioni rapide, di guarigione “magica” … che senza soluzioni reali ha permeato la disperazione e la sofferenza di molti che la ricevono.  Inoltre, questo messaggio è introdotto di nascosto, con l’inganno e la premeditazione, che  rendono la ricezione più pericolosa ed efficace. Nessun membro attivo di un gruppo settario crede di far parte di una organizzazione pericolosa, né si crede “vittima” di quella che viene considerata una “scelta” di  essersi sacrificato per il bene di tutti.

Questa conversione di singoli “membri della grande macchina“, che fa credere loro di essere parte di una “elite grande“, è il risultato dello sviluppo di un piano strutturato con inganno, come si fa una grande truffa … dove spesso i truffati credono di “sfruttare”  una grande opportunità. Ma con differenze: qui la “truffa” non finisce finché la persona non lascia il grande inganno e il gruppo settario.  Inoltre, a volte l’inganno  va ben oltre l’avidità o il desiderio di profitto, e di solito si propone di offrire speranze: la speranza di guarigione, di avere un lavoro, risolvere un problema serio, far sentire le persone bene insieme o semplicemente, il desiderio e la buona intenzione di voler costruire “un mondo migliore”.

Così, più di 100 possono essere le sette distruttive che attualmente operano nella provincia di Malaga, come ha riferito José Cuevas Miguel per l’agenzia di stampa Europa Press. Dato che ci sono “un sacco di gruppi piramidali  che perpetrano abusi nel settore della salute, di cui fanno parte falsi medici  e psicologi che esercitano in maniera non qualificata per curare malattie gravi, comprese quelle incurabili, promettendo  guarigioni, e gruppi settari di tipo  religioso, legati alla ‘New Age’, gruppi di tipo  sincretico,  culturali, sportivi, umanitari“.

Cuevas ha dichiarato che c’è un “grande difficoltà” nel valutare il concetto di culto, perché “non vi è alcuna demarcazione o consenso interdisciplinare sul significato del termine, e la grande difficoltà nella valutazione di alcune caratteristiche di che cosa è o non è ‘ settario ‘. La nostra associazione, ha connotato come gruppo settario quel gruppo avente la capacità distruttiva, la capacità di manipolazione e di abuso, la  tendenza abituale a sviluppare tecniche di manipolazione mentale “.

Lo psicologo di Malaga aggiunge “le sette generano problemi socio-sanitari, conflitti reali che vanno oltre l’interessato, che possono causare seri problemi nel suo ambiente: famiglia, amici, lavoro, e nell’ancora più ampio ambiente sociale,  diventando una seria minaccia. Inoltre, la prima legge importante è quella che garantisce  all’individuo il diritto alla libertà personale, ma dal momento che la vittima falsamente crede di esercitare una libertà, la sua libertà è in realtà pienamente vincolata  da  estranei.

Perché, continua, “il membro del culto ha una libertà limitata a quanto permettono i suoi superiori, percependo inalterata la  critica e il ragionamento. Questo limite non è sempre facile da valutare per i professionisti che non sanno o non sono specializzati in questo fenomeno, in quanto l’adepto solitamente assume un ruolo sociale di apparente  ‘normalità’.  Il problema è che questo ruolo di ‘apparente normalità’ è compatibile con uno stato di estrema schiavitù e di sottomissione al gruppo o al suo leader, e porta la vittima a subire gli atti abusanti e degradanti, come avviene nei casi di violenza contro le donne” .

Sciogliere un gruppo settario non è facile“, ha spiegato il professore di psicologia sociale presso l’Università di Malaga (UMA), che ha affermato che “una setta scompare raramente,  la morte del leader è di solito una soluzione, ma tale cambiamento  però non rappresenta necessariamente la soluzione migliore“.

Egli ha anche sottolineato che, sebbene la maggior parte dei nostri gruppi sociali siano positivi e contribuiscono a costruire la nostra personalità (gruppi sportivi, culturali, ecc), dobbiamo anche considerare che “qualsiasi gruppo può evolversi in un culto” e rileva quindi che sarebbe opportuno  esercitare un qualche tipo di ispezione e controllo delle organizzazioni o gruppi che presentano le caratteristiche  polemiche e “settarie”, così come chiedere la loro dissoluzione in presenza di reati che giustificano la  sistematica applicazione  di tecniche che modificano o controllano la personalità (citando l’articolo 515 del codice penale).

Ci possono essere anche gruppi che possono sviluppare  adeguate strategie di controllo e di  regolamento delle attività effettivamente esercitate. Nonostante queste evoluzioni positive non credo possa essere efficace solo se si basano su un controllo di tipo giuridico, sebbene questo possa servire per assistere e proteggere le vittime ora completamente impotenti“, ammette.

Alcune delle tecniche di reclutamento che sono ancora molto comuni, ha riferito  Cuevas  sono “corsi di particolari e seminari gratuiti che invitano il contatto diretto con il pubblico“.  Nella provincia di Malaga ha sottolineato che le sette di solito catturano adepti attraverso opuscoli e manifesti distribuiti in tutta la città, anche all’interno dell’università, che invitano gli studenti di giornalismo a far parte di una radio che rappresenta la “base” o il “gancio” di una setta.

Così, l’associazione (AIIAP) a cui appartiene esercita due chiari obiettivi nella società, “da un lato quello di diffondere informazioni sulle dinamiche di abuso settario e dall’altro quello di  favorire la prevenzione e la cura di un comportamento abusivo, compresa la formazione di professionisti e studenti “, ha detto lo psicologo e specialista in sette.

http://infocatolica.com/blog/infories.php/1301130900-la-costa-del-sol-es-una-zona

 

Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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Le sette in Italia: storia di una realtà scomoda

Quello delle sette è un fenomeno molto diffuso in Italia e carico di equivoci, fraintendimenti oltre che di errate interpretazioni; per tentare di far luce su un tema così ampio, e che in passato abbiamo trattato sulle pagine del nostro giornale, ci siamo rivolti alla d.ssa Lorita Tinelli, psicologa forense e clinica nonché presidente del Cesap (Centro Studi Abusi Psicologici http://www.cesap.net/) dove quotidianamente oltre a studiare il fenomeno, si formano e  istruiscono i consulenti ed esperti che offrono il loro sostegno alle vittime; esistono inoltre gruppi di auto-aiuto per le famiglie e i fuoriusciti. La presidente ha risposto alle nostre domande permettendoci di delineare i tratti salienti del fenomeno sette.


Iniziamo col dare una definizione di setta, cosa si intende con questo termine?
“Il termine setta deriva etimologicamente da due verbi latini: sequor (seguire) e secare (tagliare). Indica appunto il seguire una dottrina che si discosta dall’ideologia dominante. È dunque la capacità di un gruppo di aggregare e farsi seguire. Una setta sviluppa una mentalità dicotomica, vede il mondo in bianco e nero. Coloro che vi fanno parte sono i buoni e detentori della verità assoluta. Molti adepti raccontano di essere entrati e aver percepito la loro stessa vita come dicotomica, cioè prima dell’ingresso e dopo.”


Quando una setta diventa pericolosa?

“Setta è un termine di per sé neutro, esistono diversi gruppi definiti setta ma non tutti sono pericolosi. Lo diventano quando le leggi interne alla comunità portano i seguaci a commettere reati. A questo proposito ricordo il caso del reverendo Jones che nel 1978 indusse un centinaio di persone, tra cui anche bambini, al suicidio. Egli diede vita a un gruppo ‘Tempio del Popolo’ contro le leggi razziali, aggregando così molte persone di colore. Le caratteristiche di personalità del reverendo in questo caso portarono al grande suicidio di massa. Non dobbiamo arrivare a ciò, questo è un esempio limite. Quando gli aderenti ai gruppi, dipendenti dalla volontà dei leader, compiono azioni illecite, abbiamo un forte campanello d’allarme.”

 

Quali sono i soggetti che più facilmente possono essere coinvolti?
“Non è la cultura scolastica a fare la differenza. Vi sono alcuni gruppi che attraggono chi ha una cultura media, propongono percorsi elementari a chi non possiede nozioni ‘spirituali’ agganciandosi a discipline riconosciute come lo yoga. Altresì esistono gruppi dove il mondo interiore è più forte e attrae persone con abilità cognitive maggiori. Si tratta in ogni caso di relazioni dinamiche. Da una parte persone con problematiche esistenziali, dall’altra la proposta di percorsi interiori. È da tenere presente la fase di innamoramento nei confronti del gruppo, detentore della verità assoluta.”


Come avviene l’ingresso in queste sette?
“L’ingresso è determinato dal passaparola. Le prime ad essere invitate sono le persone care e le difese di chi si trova ad accettare sono basse proprio per la natura dell’invito che arriva da una persona di fiducia. L’invito è una parte delicatissima e rappresenta per l’adepto una prova di accettazione completa del gruppo. Se il ‘proselitismo’ non va a buon fine allora l’adepto sarà gradualmente allontanato dalla famiglia e concentrerà la sua attenzione sul gruppo grazie anche al fenomeno della love bombing, un costante bombardamento d’affetto e attenzioni che porta il nuovo membro a sentirsi accolto e coccolato. Chi non riesce a percepire questo messaggio può risultare pericoloso. La maggior parte delle persone non nota subito il cambiamento che si verifica in un  soggetto iniziato e familiari e amici possono trasformarsi in nemici. A volte l’allontanamento è dato dall’induzione di falsi ricordi, come ad esempio abusi sessuali perpetrati in epoca così remota da essere stati rimossi (espediente utilizzato dalla setta di Arkeon come abbiamo visto in un precedente articolo sul nostro giornale – Plagio: da Braibanti al caso Arkeon, il buco nero della legge).
Quali sono le conseguenze all’uscita da un gruppo/setta?
“Quando fanno parte del gruppo le persone investono tutto. Il gruppo stesso è tutto e le verità del gruppo sono le sue verità. Quando l’amore viene meno e l’adepto rivede l’esperienza in modo oggettivo egli si sente ingrato. Subentrano i sensi di colpa e si esce con grosse problematiche. Ci si rivolge a specialisti per depressione o altre difficoltà. Di certo non si esce indenni da una tale esperienza, che è totalmente coinvolgente. C’è anche il caso di chi esce da un gruppo per entrare in un altro e così via. Anche qui si tratta di un percorso lento e delicato.”

 


Perché queste sette prolificano così facilmente ottenendo consenso?
“Nei momenti di crisi come quello attuale l’essere umano ha bisogno di conferme e certezze. Negli ultimi anni sono aumentate le sette che parlano di psicologia, potere personale ecc… ricevendo il consenso proprio per la forte rassicurazione che offrono.”
Che ruolo ha la Chiesa in questo senso?
“La Chiesa non ha più quel potere che deteneva decenni fa. Non c’è più un rapporto diretto con la gente e le famiglie. Le persone hanno bisogno di sentirsi libere e di un contatto più vicino. I gruppi permettendo la doppia appartenenza, cioè alla fede cattolica e l’aderenza al gruppo stesso, non ‘sottraggono’ fedeli alla Chiesa. Dal canto suo tuttavia la Chiesa si è molto interessata a questa realtà dal punto di vista sociologico attraverso il GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa http://www2.chiesacattolica.it/gris/chisiamo/index.html)”

 

Come si pone l’Italia rispetto all’Europa, che vede alcuni stati provvisti di una legislazione in merito?
“In Italia non esiste ancora una normativa in merito e il dibattito è aperto. Si è d’accordo sul fatto che esiste la manipolazione mentale ma non sulla punizione perché si privilegia la libertà di scelta.
Dal mio punto di vista c’è bisogno di una legge quadro che spieghi quali sono i risvolti da punire. Le vittime comunque ci sono e per la mancanza di una legge ci si riferisce a reati già presenti quali truffa, abuso di professione ecc… Una legge quadro sarebbe un’aggravante per i reati perpetrati. I giudici non capiscono la dinamica relazionale e non comprendono cosa è avvenuto.”
Possiamo provare a spiegarlo qui?
“Quando si è all’interno di una setta la gente sembra socialmente adattata. Esistono tante realtà settarie. Il legame col gruppo è evidente e gli adepti sono legati alle sue dinamiche. C’è una concezione sbagliata del considerare una setta come un mondo a parte dove si sta chiusi dentro. Invece chi ne fa parte partecipa a seminari, riunioni, incontri e aderisce a tutti i principi e li porta nella propria vita quotidiana. Gli adepti di vari gruppi ci sono vicini, parlano in un certo modo e portano i loro principi nella vita e nel lavoro.”
Tra gli obiettivi di una setta vi può essere la scalata al potere?
“Sì, certo. Sono molti i politici strumentalizzati contro la Squadra Anti Setta e la punibilità della manipolazione mentale; dietro c’è il dissenso di quelle realtà che si vedono minacciate. Finché ci saranno politici che si prestano a questo non si arriva da nessuna parte, oltre al fatto che questi gruppi hanno la capacità di coinvolgere e influenzare. Esistono molti gruppi che coinvolgono i rappresentanti politici per ottenere riconoscimenti. Purtroppo le vittime non hanno più nulla, nemmeno la dignità. I gruppi di deriva settaria rovinano l’individuo, la famiglia fino a raggiungere la distruzione di un popolo.”

 

Laura Fedel

Da La Vera Cronaca


I culti psicoterapeutici

Abstract

Sebbene  il termine “culto” venga di solito associato ai  gruppi di natura religiosa,  i culti non religiosi stanno ricevendo sempre maggiore attenzione nell’ultimo periodo. Questo articolo esamina le caratteristiche comuni di gruppi settari, in particolare l’uso della riforma del pensiero quale processo attraverso il quale vengono portati cambiamenti nel comportamento,  mediante indottrinamento,  oltre che una serie di altre modifiche in contemporanea.  I Culti di Psicoterapia sono descritti per illustrare i programmi coordinati di influenza, di sfruttamento e di controllo del comportamento che li caratterizzano.

Il termine “setta” è solitamente  associato a delle dinamiche  che sono state spesso origine di altre etichette, tra cui “riforma del pensiero” (Lifton, 1961), “persuasione coercitiva” (Schein, 1956, 1961), “lavaggio del cervello” (Hunter, 1953), “controllo mentale” (Langone, 1988), “manipolazione sistematica di influenza psicologica e sociale” (Singer, 1983), “programmi coordinati di influenza coercitiva e controllo del comportamento” (Ofshe & Singer, 1986), e “sfruttamento mediante  persuasione “(Singer & Addis, 1991).

Questi termini riflettono prospettive un po ‘diverse o tentano di spiegare a diversi tipi di pubblico un processo complesso e delicato composto da tecniche, tattiche e strategie di influenza sociale a lungo studiato dagli psicologi sociali, antropologi sociali, e ricercatori di marketing (Cialdini, 1984; Nader, 1991; Zimbardo, Ebbesen, e Maslach, 1977).

In questo lavoro useremo il termine “riforma del pensiero”, perché è breve, ha ottenuto ampio utilizzo nel campo delle scienze umane, non è facilmente suscettibile di interpretazioni esagerate, e descrive sinteticamente ciò che avviene nel processo in esame, cioè,  gli individui a seguito della programmata e sistematica manipolazione psico-sociale imposta da altri, sono portati ad adottare credenze radicalmente diverse e a conformare la loro condotta in modo appropriato a quelle richieste indotte.

Mentre “riforma del pensiero” si riferisce ad un particolare processo di pianificata e sistematica manipolazione psicosociale, “cult” non si riferisce al contenuto ideologico, come alcuni erroneamente credono, ma ad alcune strutture sociali e alle relazioni che modellano il comportamento, i pensieri e i sentimenti dei membri di un gruppo  in modo da asservire i desideri e le esigenze del leader (s).

 Così, un culto si può formare in qualsiasi area di contenuto: politica, religione,  commerciale, filosofico, della salute, della fantascienza, della psicologia, ecc.

 Il fatto che molte persone ancora credono erroneamente che tutti i culti siano religiosi dipende forse dai culti religiosi che ricevettero tanta pubblicità tra la fine del 1970 e l’inizio del 1980.

 Questo documento contribuisce a dissipare questo equivoco con una breve definizione di “cult”, che delinea le caratteristiche di base della riforma del pensiero, come è stato originariamente concepito e nella sua forma contemporanea, e vuole illustrare questi concetti descrivendo una varietà di culti di  psicoterapia.

 

 

 

Problemi di definizione

Culti

La sottoscritta (Singer, 1986) ha affermato che le relazioni cultuali

* Fanno riferimento a quei rapporti in cui una persona induce intenzionalmente altri a diventare totalmente o quasi totalmente dipendente da lui o lei per quasi tutte le decisioni importanti della vita, e inculca in questi seguaci  la credenza che lui o lei abbia qualche talento speciale, regalo, o la conoscenza assoluta. (P. 270)

Una definizione al riguardo è stata proposta durante una conferenza promossa dall’Istituto UCLA Neuropsychiatric, dalla Family American Foundation, e dalla Fondazione Johnson:

* … Un gruppo o movimento che presenta una grande o eccessiva devozione o dedizione a qualche persona, idea o cosa, non etica e che utilizza tecniche di manipolazione, di persuasione e di controllo (ad esempio, l’isolamento dai vecchi amici e dalla famiglia, debilitazione, l’uso di metodi speciali per aumentare la suggestionabilità e sottomissione, pressioni di gruppi potenti, gestione delle informazioni, la sospensione di individualità o di giudizio critico, la promozione della totale dipendenza del gruppo e la paura di lasciarlo e così via) con le quali si prefigge di promuovere gli obiettivi dei leader del gruppo, per l’azione o per un possibile pregiudizio dei soci, delle loro famiglie o comunità. (1986)

Il termine “Cult”, poi, è probabile che mostri tre caratteristiche a diversi livelli:

1. membri eccessivamente zelanti: l’impegno è incondizionato e serve per l’identità e la leadership del gruppo;

2. l’induzione di dipendenza attraverso l’utilizzo di tecniche di manipolazione e sfruttamento di persuasione e di controllo; e

3. la tendenza a danneggiare i membri, le loro famiglie e / o la società.

I culti si professano come aiuto per i membri, ma in realtà li sfruttano. I culti sviluppano il loro piano mediante due strategie:

*  Da una parte c’è un insieme di norme di facciata che appaiono superficiali, mentre ne esistono di più profonde, disegni nascosti e le finalità reali dell’organizzazione o gruppo. Le norme in superficie sottolineano l’idealismo e la giustizia della causa. Sotto la superficie, tuttavia, vi sono un insieme di norme di base che gestiscono in modo efficiente l’organizzazione. (MacDonald, 1988, p. 68)

I culti tendono ad essere centrati sul leader, sullo sfruttamento e sulla manipolazione, e spesso sono  nocivi, essi entrano in conflitto e in maniera minacciosa con i  sistemi aperti, con i familiari dei loro associati e con  la società in generale. Alcuni culti alla fine si disintegrano come conseguenza di questa tensione. Alcuni gradualmente diminuiscono il livello di manipolazione e, di conseguenza, lo sfruttamento, il danno e l’opposizione. Altri, invece, si isolano, psicologicamente se non fisicamente. Al fine di gestire la minaccia rappresentata dal mondo esterno e di promuovere gli obiettivi del leader (s), questi gruppi tendono a:

1. dettare – a volte con dovizia di particolari – come i membri dovrebbero pensare, agire e sentire;

2. richiedere un particolare stato di esaltazione (ad esempio, poteri occulti, una missione per salvare l’umanità) per sé e / o il loro leader (s), e

3.intensificare la loro opposizione e alienazione dalla società in generale.

Secondo queste definizioni, i culti si differenziano dalle  “nuove religioni”, dai “nuovi movimenti politici”, dalle “psicoterapie innovative” e da altri “nuovi” gruppi in quanto  tendono a usare tecniche di sfruttamento e di  manipolazione, di influenza e di assoggettamento del benessere individuale a favore di quello del leader.

I Culti differiscono anche da altri gruppi puramente autoritari, ad esempio, le organizzazioni militari e alcuni tipi di sette e Comunità. Questi ultimi, anche se rigidi e con caratteristiche di controllo, mancano delle norme interne ed esterne di cui si è parlato precedentemente e non sono estremamente manipolativi nè centrati sul leader. Le regole di controllo sociale di questi gruppi autoritari, anche se a volte coercitivi, sono coerenti, visibili, chiare e non  nascoste. Anche se le loro strutture decisionali sono gerarchiche, i leader dei gruppi puramente autoritari servono gli interessi del gruppo, non i propri. Inoltre, i gruppi più autoritari, ad esempio, quelli militari, devono rendicontare la loro attività alle autorità superiori. I leader dei culti, al contrario, non devono rispondere a nessuno del loro operato.

Poiché le società democratiche avallano la libertà individuale, l’autonomia e la dignità, tendono a criticare i gruppi settari. La causa di queste valutazioni negative, tuttavia, non è la novità o le convinzioni insolite presenti in questi gruppi, ma la loro condotta, in particolare i loro metodi di reclutamento, indottrinamento e sfruttamento dei membri.

Per quel che riguarda la manipolazioni del culto, è chiaro che alcune persone possono influenzare più facilmente di altre. Ash (1985) osservava che i seguenti tipi di fattori rendono alcune persone particolarmente vulnerabili alle manipolazioni di culto: alto livello di stress attuale, disillusione culturale in un ricercatore frustrato, la mancanza di un credo religioso, carenza di un sistema di valori intrinseco e  le tendenze di personalità dipendente, come indicato dalla mancanza di direzione interna, dalla mancanza di un adeguato autocontrollo (per esempio, anassertività), bassa tolleranza per l’ambiguità, e suscettibilità a stati di trance.
Il culto rende vulnerabili le proprie reclute in diversi modi, difatti esso riesce ad indurre e mantenere sostanziali cambiamenti comportamentali e psicologici nei propri membri in maniera sorprendente.

 

Per stabilire un esempio per dimostrare l’influenza degli ambienti di culto, si consideri l’osservazione dei non credenti della organizzazione Billy Graham Crusades, nel quale si è evidenziato che essi decidono di partecipare al percorso proposto dal gruppo per il  2% – 5% e solo circa la metà di questi neo convertiti diventano attivi dopo un anno. Circa il 15% restano convertiti in modo permanente (Frank, 1974, p. 82), vale a dire, sono attivi per dieci anni o anche di più. Quindi, meno dell’uno per cento (0,30% – 0,75%) dei neofiti del Billy Graham Crusades si convertono a tale gruppo. Inoltre, dopo la crociata (il percorso di conversione), queste persone tornano a casa dalle loro famiglie, al loro lavoro e alle loro identità precedenti.

Al contrario, due studi su centri meno conosciuti e periferici rispetto a questa organizzazione ha rilevato che circa il 10% dei soggetti reclutati in un workshop introduttivo lascia la loro vecchia vita alle spalle e diventa missionario a tempo pieno in quel gruppo entro un mese di permanenza (Barker, 1983; Galanter, 1980), con il 5% che restano membri anche dopo due anni (Barker, 1983).

Un attento esame dello studio di Galanter, tuttavia, indica che la percentuale dei soggetti che vi si uniscono potrebbe essere addirittura superiore di quanto riportato. Quattro “fuorusciti” nello studio di Galanter erano stati portati via dai genitori. Se queste persone fossero rimaste, la percentuale restante dopo un mese sarebbe stata del 13%, invece che del 9%.

Inoltre, i  centri esaminati da Galanter sono ben noti da chi ha familiarità con il gruppo per essere meno efficaci di quello di San Francisco, centro, su cui c’è stata una notevole controversia. La maggior parte delle reclute in questi centri erano state solo avvicinate per strada, mentre la maggior parte dei neofiti di Billy Graham Crusades aveva già avuto un contatto sostanziale con gli evangelisti prima di partecipare alla crociata (Billy Graham associazione, comunicazione personale al Dott. Langone, 1989).
Alcuni ricercatori (ad esempio, Barker, 1983) erroneamente interpretano questi risultati come una prova che la riforma del pensiero non si verifica in gruppi comunemente accusati di essere culti. Il loro grave errore, però, è quello di assumere che la riforma del pensiero ha praticamente il 100% di efficacia, cosa che nessun ricercatore serio ha mai affermato.

 

 

 

Riforma del pensiero: Cenni storici

La sottoscritta  (Singer, 1986) ha osservato come nel corso di questo secolo una serie di eventi hanno dimostrato che l’autonomia individuale e l’identità sono molto più fragili  di quanto si crede comunemente. La Russian Purgue (campagna di politica di repressione dell’impero sovietico) del 1930 ha manipolato uomini e le donne affinchè confessassero falsamente di aver commesso crimini e affinchè accusassero gli altri di aver commesso crimini (Mindszenty, 1974).

La stampa mondiale espresse sconcerto e stupore per il fenomeno, ma, con poche eccezioni, presto si cessò di prestarvi attenzione (Rogge, 1959).

Alla fine del 1940 e nei primi anni del 1950 si assistette agli effetti delle università rivoluzionarie in Cina e alla sottomissione di un intero popolo ad un programma di riforma del pensiero che induceva milioni di persone a sposare nuove filosofie e ad adottare nuovi comportamenti. (Chen, 1960; Hinkle e Wolff, 1956; Hunter , 1953; Lifton, 1961; Meerloo, 1951; sergente, 1951, 1957, 1973; Schein, 1961).

Poi venne il conflitto coreano che sottoponeva i prigionieri di guerra delle Nazioni Unite ad un programma di indottrinamento sulla base di metodi che univano i programmi di riforma del pensiero cinese con altre tecniche di influenza sociale e psicologica (Farber, Harlow, e West, 1956; GAP , 1956, 1957; Schein, 1956).

A quel tempo il termine “lavaggio del cervello” è stato introdotto nel nostro vocabolario come “un termine colloquiale applicato a qualsiasi tecnica finalizzata a manipolare il pensiero umano o un’azione contro il desiderio, la volontà o la conoscenza della persona” (Enciclopedia Britannica, 1975).

A causa del sensazionalismo giornalistico, tuttavia, il termine “lavaggio del cervello” ha assunto una sinistra connotazione misteriosa.

Lifton (1961) usa il concetto di “riforma del pensiero“, ritenendo che oltre ad essere una traduzione più precisa del termine cinese di “lavaggio del cervello”, aiuta a spiegare, in aggiunta alle confessioni dei soravvissuti, i notevoli cambiamenti, dovuti ad azioni psicologiche non violente e non coercitive, prodotti in civili cinesi, pur non in stato di prigionia.

Il lavoro di Schein (1956, 1961) ha anche chiaramente dimostrato che né un carcere né le minacce fisiche sono necessarie per ottenere l’effetto della riforma del pensiero.

Dopo il conflitto coreano, la ricerca psicologica, preziosa, anche se a volte controversa, ha aiutato a riconoscere i processi attraverso cui gli individui possono essere controllati. Asch (1952) con i suoi studi sulla conformità, Milgram (1974) con i suoi esperimenti sullo shock, e Zimbardo (Zimbardo, Ebbesen, e Maslach, 1977) con i suoi studi sugli effetti del ruolo del carcere sull’individuo, ne sono solo alcuni degli esempi di ricerca più noti (vedi Cialdini, 1984, per una rassegna della ricerca sociale e psicologica).

Poiché questo lavoro accademico è continuato, altri eventi significativi hanno riacceso l’interesse del pubblico sui processi di influenza e controllo.

Il controllo diabolico di  Charles Manson su un gruppo di giovani della classe media ha scioccato il mondo durante i primi anni 70 (Atkins, 1978; Bugliosi e Gentry, 1974; Watkins, 1979).

A metà degli anni 70, migliaia di famiglie negli Stati Uniti erano perplessi e allarmati per l’influenza di una vasta gamma di guru e nuovi messia sulla loro prole.

Poi, il 18 Novembre 1978  Jim Jones ha portato 912 seguaci alla morte in una giungla della Guyana (Reiterman & Jacobs, 1982). Questa tragedia ha portato il concetto di riforma del pensiero all’attenzione del mondo.
Dopo Jonestown, l’interesse pubblico verso i  gruppi settari è aumentato in modo significativo. Inizialmente, la maggior parte era concentrato sui culti religiosi, specialmente quelli con rituali bizzarri o esotici e di sapore orientale. Ma col passare del tempo, le caratteristiche cultuali furono attribuite a frange cristiane (Enroth, 1986), a grandi gruppi con azioni di sensibilizzazione (Cannella & Farson, 1979; Finkelstein, Wenegrat, e Yalom, 1982;),  o con controversi programmi di riabilitazione dalla droga (Gerstel, 1982; Hawkins, 1980; Hawkins & Wacker, 1983; Mitchell, Mitchell, & Ofshe, 1980; Rebhan, 1983), e a gruppi di psicoterapia (Temerlin & Temerlin, 1982, 1986). Tutto ciò ha portato ad una applicazione più ampia, e alla conseguente confusione dei termini ” culto “e” riforma del pensiero “.

 

Noi qui proponiamo una precisazione: culto si riferisce ad una particolare struttura di potere e riforma del pensiero si riferisce a un particolare tipo di processo di influenza sociale e psicologica. Un gruppo che pratica riforma del pensiero non deve necessariamente essere un culto, ma un culto di solito pratica la riforma del pensiero al fine di mantenere la sua struttura di potere.
Riforma del pensiero: i programmi prima e seconda generazione

Lifton (1961) ha descritto “otto punti psicologici che sono predominanti nel campo sociale per la riforma del pensiero” (Lifton, 1961, p. 420): 1) controllo del milieu, 2) la manipolazione mistica, 3) la domanda di purezza, 4 ) il culto della confessione, 5) la scienza sacra, 6) linguaggio caricato, 7) la dottrina sulla persona, 8 ) dispensazione dell’esistenza.
Ofshe e Singer (1986) furono i primi a distinguere tra programmi di prima generazione di cui aveva parlato Lifton e programmi di seconda generazione, a cui erano interessati Ofshe e Singer (1986). La prima generazione di programmi includeva le tecniche sovietiche e cinesi progettate per estorcere false confessioni, per  inculcare convinzioni politiche e sociali e assicurare la conformità e l’obbedienza alle richieste dei leader. La “gestione” di questi era sponsorizzata dallo stato, i programmi di pensiero di prima generazione erano controllati alla partenza e includevano momenti di feedback tramite ricompensa/punizione durante il programma. Attraverso l’uso sapiente di eccitazione repulsiva e la pressione dei pari, i leader riuscivano a modificare le convinzioni espresse in politica e gli atteggiamenti delle persone designate.
I programmi di seconda generazione, utilizzati dai gruppi settari, tendono anche ad essere non violenti e, inoltre, non hanno la forza fisica e l’autorità di uno Stato. Pertanto, al fine di raggiungere i loro obiettivi, questi programmi hanno dovuto affidarsi a sotterfugi e capitalizzare sulle aree naturali di sovrapposizione tra  loro e sulle scelte individuali. Come i programmi di prima generazione, i programmi di seconda generazione utilizzano tecniche di influenza sociale, le tattiche e le strategie che sono ben documentate in psicologia sociale, marketing e socio-antropologico letteratura di ricerca (Cialdini, 1984; Gerstel, 1982; Hawkins, 1980; Hawkins & Wacker , 1983; Nader, 1990; Rebhan, 1983;. Zimbardo et al, 1977). È interessante notare come i programmi di seconda generazione riescono a coinvolgere psicologicamente un numero più ampio di soggetti rispetto a quelli di prima generazione (Hinkle e Wolff, 1956; Lifton, 1961; Ofshe & Singer, 1986; Singer & Ofshe, 1990).
I programmi di seconda generazione inizialmente si presentano come benevoli, promettendo di soddisfare le esigenze e le scelte individuali. I reclutatori pongono molta attenzione e usano rinforzi positivi circa gli obiettivi da raggiungere. Mediante conversazioni apparentemente intime e modalità di accoglienza i reclutatori valutano gli stati psicologici e sociali dei reclutati, conoscono i loro bisogni, le paure, il potenziale di dipendenza, e le resistenze reali e possibili.

Testimonianze di membri del gruppo, le credenziali (sia vere o false) dei leader, gli attacchi rivolti ai concorrenti del gruppo e la ‘reazione favorevole verso i membri‘ rappresentano gli elementi per la percezione di un ambiente apparentemente accogliente e premuroso che tende a sostenere la domanda del gruppo di benevolenza e di superiorità e a convincere i neofiti di quanto potranno beneficiare aderendo a quel gruppo.
I neofiti raramente sono a conoscenza delle tecniche di persuasione sottili e del controllo messo in atto per modellare il loro comportamento, pensieri e sentimenti. L’unanimità apparentemente amorosa del gruppo è fatta di maschere rigide e di regole contro il dissenso privato e pubblico. Le domande sono deviate; ai commenti critici si risponde con suppliche sorridenti di “non indurre negatività“, o qualche altro “cliché”, per usare uno dei termini di Lifton. Se i nuovi membri persistono nella loro “negatività“, gli sarà ricordato dei problemi personali, dubbi e ricordi colpevoli che hanno rivelato ai leader. Dubbio e dissenso sono quindi interpretati come sintomi di carenza di personalità.

I potenziali membri e i neofiti scivolano in una spirale di crescente dipendenza dal gruppo. Essi sono spesso incoraggiati o gli viene ordinato di vivere con altri membri del gruppo. In molti casi, anche di  lavorare con gli altri membri. La gente  fuori dal gruppo è vista come spiritualmente, psicologicamente o socialmente inferiore, o come ostacolo allo sviluppo dei membri. Al fine di “avanzare” a un ritmo soddisfacente, i membri devono trascorrere lunghe ore coinvolti in vari esercizi ritenuti necessari dal gruppo. In breve, i membri trascorrono sempre più tempo con e sotto la direzione del gruppo.
Per garantirsi il proseguimento di premi del gruppo (lode, attenzione, la promessa di benefici futuri, ecc), i membri devono implicitamente se non esplicitamente, riconosce l’autorità del gruppo nel definire ciò che è vero e buono.

Tale riconoscimento non è semplice a parole, il gruppo pone continuamente nuove sfide e prove ai propri membri, stabilendo estremamente alte, se non impossibili, le aspettative riguardanti le attività (ad esempio, la raccolta di fondi, reclutamento di nuovi membri) e lo “sviluppo” personale (ad esempio, di essere liberi dalla “negatività” dei pensieri e dubbi).

Visto che il dissenso, il dubbio, e la negatività sono proibite, i membri devono progettare la costruzione di una facciata di “felicità” e di accordo, mentre lottano per raggiungere l’impossibile. Coloro che non riescono a progettare la facciata necessaria (perché, ad esempio, ammettono di solito, con molto senso di colpa, i loro dubbi sul gruppo) vengono attaccati e puniti, a volte brutalmente. Quelli che continueranno a “fallire per onestà” sono, in un modo o nell’altro, cacciati o espulsi dal gruppo.

Coloro che aderiscono al gruppo, sia senza punizioni che con esse, lo fanno perché imparano ad ingannare se stessi e gli altri. Imparano, proprio come i soggetti ipnotizzati, secondo la  logica della  trance, come per convincere se stessi che il gruppo ha sempre ragione, anche se si contraddice. Crescente isolamento dal mondo esterno al gruppo, estenuante attenzione alle attività di servizio del gruppo e pratica di  esercizi che inducono stati dissociativi (per esempio, la meditazione, il canto, il parlare in lingue) possono facilitare questo processo di scissione, che in alcuni casi, assomiglia a quello che Lifton (1987 ) chiama “raddoppio“.

La dissociazione psicologica permette ai membri di adattarsi al progetto del gruppo e agli elementi che lo caratterizzano, vale a dire, il suo set di contraddizioni delle regole sociali. I membri si trovano in un bivio di  “fedeltà / tradimento” (MacDonald, 1988): se rimangono fedeli alla loro percezioni di sé e del mondo, tradiscono il gruppo da cui sono diventati eccessivamente dipendenti; se rimangono fedeli al gruppo, tradiscono la loro percezione di ciò che è  buono e vero.

I programmi di riforma di pensiero di seconda generazione inevitabilmente portano al tradimento di se stessi, perché da quel bivio non c’è scampo e si giunge a un “attacco fondamentale dell’essere – la centrale immagine di sé, il senso stesso di autenticità e l’esistenza del sé”.

Al contrario, l’attacco di prima generazione dei programmi opera su una proprietà periferica del sé, la propria visione politica e sociale “(Ofshe & Singer, 1986, p. 18).

Se la seconda generazione di programmi, che operano in società libere ed aperte, non avessero attaccato elementi centrali del sé dei membri, non sarebbero sopravvissuti. Informazioni al di fuori del gruppo sarebbero serviti a neutralizzare l’indottrinamento politico e sociale, così come è avvenuto alle vittime della riforma del pensiero quando sono state liberate dalla prigionia in Corea, Cina e altrove.

Culti di psicoterapia: esempi di casi



Contesto generale

I Culti di psicoterapia possono derivare dalla distorsione e dalla corruzione della terapia a lungo termine individuale (Temerlin e Temerlin, 1982; Conason e McGarrahan, 1986) o di psicoterapia di gruppo (Hochman, 1984), o possono essere avviati da una varietà di non professionisti (West e Singer , 1982; Singer, 1983, 1986). I Leader di tali gruppi variavano da docenti universitari a persone con una formazione non adeguata a gente in libertà vigilata per qualche crimine commesso.
Gli autori hanno studiato indipendentemente 22 culti di psicoterapia negli ultimi anni. I gruppi variano nel formato da 15 persone in due gruppi che al loro picco hanno avuto più di 300 membri. Il più grande di questi due gruppi era composto da 350 membri che vivevano all’interno e 400 membri periferici. La storia della loro esistenza va da 5 a 25 anni, e tutti tranne uno sono ancora presenti (all’epoca di questo articolo ndt). Quindici sono stati condotti da persone professionalmente preparati (psicologi, psichiatri, assistenti sociali), che col passare del tempo hanno inserito ex pazienti col ruolo di “terapista” nei gruppi. Sette erano gestiti da non professionisti (che vanno da ex-impiegati a criminali condannati). I “terapeuti” erano, con una sola eccezione, caucasici. I pazienti sono stati in primo luogo della classe medio-alto borghese caucasici con diplomi o lauree specialistiche. I gruppi erano situati in sei stati.

Metodo

I metodi tradizionali di ricerca sul campo nelle scienze comportamentali sono stati rispettati. Interviste personali sono state condotte con molti come informatori, rispettando la disponibilità dei membri. Documenti (legali, dei media, interni, documenti e scritti pubblicati) sono stati esaminati. Quando disponibile sono stati acquisiti nastri di capigruppo o di membri durante le attività di gruppo. Quando possibile, informatori multipli sono stati intervistati. Anche se in alcuni casi solo uno o due membri di un gruppo erano disponibili per lo studio, ben  37 informatori del medesimo gruppo sono stati intervistati. L’intervista variava da due ore a decine di ore per gruppo. Alcune persone si sono recate a due degli autori per la terapia, alcuni sono stati seguiti nel contesto di un contenzioso, alcuni erano ricercati per la conoscenza delle loro esperienze all’interno della comunità. Molte persone che abbiamo intervistato sono state escluse da questa relazione, perché erano state vittime di abusi, di pratiche illegali della terapia, o che avevano vissuto in un ambiente  che non soddisfaceva la definizione di  culto.

Il  Dr. Temerlin ha intervistato e/o trattato 38 persone (17 in psicoterapia a lungo termine). La  sottoscritta ha intervistato e/o trattato 82 persone.
I tirocinanti come seguaci

 

La sottoscritta ha studiato un gruppo cultuale che si è evoluto quando uno psichiatra e sua moglie hanno offerto la loro clinica come collocamento di supervisione per gli studenti che studiano per lauree specialistiche in psicologia e counseling. I tirocinanti sono stati indotti a cedere immobili di proprietà alla coppia, per ottenere i soldi dalle loro famiglie per la terapia con l’uomo e sua moglie, e a seguire solo questa forma di terapia. La coppia induceva i suoi seguaci  a ritenere che solo questa terapia potesse salvare loro e il mondo. I pazienti-allievi erano indotti a prendere fratelli più piccoli e portarli dentro e a pagare per la loro terapia e a reclutare altri allievi presso le loro scuole affinchè aderissero al “movimento”. Il gruppo è cresciuto e si è trasferito in un ambiente rurale in cui sono coinvolti nella gestione di un programma residenziale di trattamento per pazienti psicotici gravi. Quindi le attività dei tirocinanti, mediante la cura dei pazienti psicotici e il reclutamento di neofiti, avevano il compito (come afferma lo studio che segue di Temerlin & Temerlin) di diffondere le teorie dei capi.

 

Temerlin & Temerlin.

 

Nel 1982 Temerlin e Temerlin hanno studiato

* Cinque gruppi bizzarri di professionisti della salute mentale che sono stati originati da cinque docenti di psicoterapia, che ignoravano costantemente i divieti etici avendo molteplici relazioni con i clienti. I pazienti erano amici dei loro terapeuti, amanti, parenti, dipendenti, colleghi e studenti. Allo stesso tempo sono diventati “fratelli” legandosi insieme per ammirare e sostenere il loro terapista comune. (P. 131)

Le scorrettezze di violazioni di ruolo da parte dei terapeuti sono stati aggravati dal loro uso di tecniche di influenza indiretta, ingannevoli e coercitive che hanno portato i pazienti a rispettare i desideri dei terapisti. Questi terapeuti hanno violato il codice deontologico instaurando relazioni di sfruttamento e di abuso con i loro clienti e  manipolandoli per loro personali vantaggi. Questi culti si sono formati quando i professionisti eticamente deviati, hanno strumentalizzato il rapporto confidenziale con i clienti e hanno  portato i clienti a formare gruppi coesi e incestuosi. I leader sono stati idolatrati piuttosto e nessuno di loro ha tentato di studiare e comprendere il transfert. Invece dell’autonomia personale vengono incoraggiati la sottomissione, l’obbedienza e i legami di dipendenza tra pazienti e terapeuti. Il loro pensiero alla fine somigliava a quello che Hoffer definiva “True Believers” (1951) e Lifton (1961) “totalitario”. Cioè, i clienti sono stati indotti ad accettare acriticamente le teorie loro terapeuti, a sviluppare idee paranoiche verso il mondo esterno, per limitare i rapporti e a pensare al mondo d’elite creato dal culto dei  terapeuti e a dedicarsi ad esso. I gruppi studiati da Temerlin e Temerlin variano di dimensioni da 15 a 75 membri e hanno avuto vita da 10 a 15 anni.
Sullivanians.

 

Da alcuni anni i media hanno riportato le affermazioni fatte da ex membri di un gruppo di New York chiamato Sullivanians. Le accuse, sui casi di affidamento di minori, sono state presentate dalla stampa dal 1975. (Black, 1975). Di recente, le accuse quasi identiche sono state presentate in altri casi di custodia (Conason & McGarrahan 22 aprile 1986; Henican, 1988; Lewin, 1988; McMorris, 3 giugno 1988, Reed, 1988; Span, 1988). Lewin (1988) ha dichiarato:

* Per venti anni, i Sullivanians sono stati una presenza silenziosa a Manhattan – una comunità i cui 200 membri che vivono insieme in tre edifici sulla West Side si occupano di un gruppo di teatro politico nell’East Village. (B.1)

Ma molti di quelli che hanno lasciato il gruppo dicono che i Sullivanians sono diventati un culto di psicoterapia bizzarro i cui leader controllano ogni aspetto della vita dei membri, comprese le loro modalità di vita, pratiche sessuali, scelta della professione, hobby, pratiche educative, e richiedono tre volte la settimana sedute di terapia con ogni membro dell’Istituto Sullivan per la Ricerca in Psicoterapia. (B.1)

Un padre racconta:
* L’idea di base del gruppo è che la famiglia è la radice di ogni male e che un bambino non dovrebbe avere un rapporto speciale con i suoi genitori, così come gli adulti Sullivanians non dovrebbero parlare con i loro genitori. Tutti, anche i bambini, dovrebbero avere il maggiore numero possibile di appuntamenti terapeutici. Ho calcolato che in una settimana mio figlio doveva fare terapia con 23 persone diverse. Io voglio che lui viva in questo modo. (Lewin, 1998, B.1).

 

 

Secondo Lewin (1988) i membri del gruppo – anche coloro che sono sposati tra di loro – vivono in appartamenti con più di una dozzina di compagni di stanza dello stesso sesso e sono incoraggiati a dormire con un membro diverso del sesso opposto ogni notte.
Il gruppo nasce  nel 1957 quando un gruppo di terapisti dissidenti si staccò dal Alanson White Institute, che era stata fondata da Harry Stack Sullivan. Interviste con dodici ex membri del gruppo e un esame dei documenti legali (v. Dobash Bray, 1985; Sprecher v. Sprecher, 1985) e resoconti dei media, come quelli citati in precedenza, hanno rivelato che ciò che era iniziato come un centro di terapia evoluto in una psicoterapia collettiva si è, infine, trasformato in una organizzazione settaria che controllava quasi tutte le aree della vita  dei cosiddetti “pazienti”. Un contenzioso tra ex membri e il gruppo è ancora in corso a New York  presso la Suprema Corte (v. Dobash Bray, 1985; Sprecher v. Sprecher, 1985).

 

 

 

Il Centro per la Terapia Feeling.

 

Hochman (1984), scrivendo di una scuola ormai defunta di psicoterapia, il Centro per la terapia Feeling, descrisse i molti sintomi tipici trovati in ex clienti e pazienti che erano stati membri di questo gruppo:

* Appare un culto distruttivo.  Vira verso un rimodellamento dell’individuo a conformarsi ai codici e alle esigenze del culto, istituendo nuovi tabù che impediscono il dubbio e la critica, e producendo una sorta di scissione in cui i membri della setta si vedono come una élite circondata da non illuminati e anche pericolosi, estranei. (P. 367)

Questo gruppo, che ha avuto vita per  circa dieci anni, era composto da 350 pazienti che vivono vicino l’un l’altro condividendo le case nel quartiere di Hollywood di Los Angeles.

Centinaia di altri sono stati pazienti ambulatoriali non residenti, e altri comunicavano con i  “terapeuti” per lettera. (Alcuni terapisti erano autorizzati, altri sono stati presumibilmente pazienti assegnati ad essere terapeuti.). Massimo beneficio presunto è venuto solo ai residenti, ed i pazienti sono stati indotti a vedere se stessi come potenziali leader di un movimento di terapia che avrebbe dominato il 21 ° secolo. Il leader aveva promulgato una “teoria” che sosteneva  gli individui con funzione di “ragionevole follia”. Ma se imparano ad “andare al 100%” in cinque aree – espressione, sentimento, attività, chiarezza, e contatti – possono mettere da parte le loro “vecchie immagini” e diventare “sani”, livello che è stato definito come il “punto più elevato dei sentimenti. ” Quest’ultimo obiettivo ambiguo era considerato il raggiungimento del prossimo stadio dell’evoluzione umana (Mithers, agosto 1988).
Numerose le azioni legali (Hart et al v. McCormack et al, 1985; Raines et al v. Center Foundation, 1985; Stato della California, Commissione Esaminatrice Scienze Comportamentali v. Cirincione, 1985; Stato della California, Comitato Psicologia esaminatrice , Divisione di Professioni Sanitarie alleati, Collegio di Medicina Quality Assurance v. Corriere, Oro, Hart, Hopper e Karle, 1985; Stato della California, Consiglio di Quality Assurance Medica, Dipartimento di Medicina Consiglio di Quality Assurance v. Woldenberg Consumatori ‘, 1985; Timnick, 21 Aprile, 1986, 30 settembre 1987) riguardano il Centro per la Terapia Feeling. Nel suo lavoro su molti di questi casi, la sottoscritta ha intervistato 37 ex membri di questo gruppo e ha studiato 92 affidavit, innumerevoli documenti legali e ha analizzato decine di ore di sedute di terapia su nastro. Il Dr. Temerlin anche ha intervistato un certo numero di ex membri e ha studiato le fonti citate collaterali. (Il numero esatto non è noto in quanto il Dr. Temerlin morì prima di questo lavoro fosse completato.)

In questi casi legali, che ho citato, gli imputati sono stati accusati di aver trasgredito le norme della psicologia, della medicina e della cura psicoterapeutica. Nello specifico le accuse erano:

 

* Hanno creato un senso di impotenza nei pazienti, privandoli del sostegno sociale (amicizia, parentela, l’ambiente ordinario,  ruoli professionali, ricchezza) e della fiducia psicologica (attraverso la denigrazione e con la creazione di stati di esaurimento fisico), e mediante una forzata massiccia richiesta di apprendimento del nuovo attraverso un processo di ricompensa/punizione (tra cui induzioni di stati d’ansia e sensi di colpa, punizioni fisiche, come le molestie sessuali).
* Hanno utilizzato insulti razziali, religiosi ed etnici, umiliazioni fisiche e verbali, abusi fisici, soprattutto sessuali, minacce di follia e di violenza  e  stati forzati di esaurimento fisico e mentale.

* Hanno rappresentato ai pazienti un centro in cui  dovrebbero sperimentare odio e sensi di  colpa verso i  loro genitori a causa del loro essere pazienti ‘pazzi’, hanno dato i figli dei loro pazienti in adozione, ed hanno indotto aborti, apparentemente perché i  membri del Centro sono troppo “pazzi” per essere genitori.

* Hanno avuto in intimità sessuali con i loro pazienti, hanno indotto pazienti a picchiare altri pazienti, hanno autorizzato persone non formate a condurre sessioni di terapia senza alcuna supervisione.
* I clienti sono stati incaricati di togliere la loro biancheria intima e di stare in una “posizione di stress” con le gambe piegate per ore.
* Sono state raccolte “donazioni” per migliaia di dollari dai singoli  pazienti per la costruzione di una palestra che il Centro non ha mai usato, così come per l’acquisto di un ranch con altri terapeuti in Arizona.
* I pazienti sono stati fatti a stare nudi  di fronte a gruppi, ai pazienti è stato ordinato di ispezionare i genitali di altri pazienti di fronte al gruppo.
* Ad un paziente di sesso maschile, che voleva tornare al college per studiare musica, piuttosto che lavorare come meccanico in un centro commerciale, è stato fatto indossare un pannolino, è stato costretto a dormire in una culla e mangiare alimenti per l’infanzia per otto settimane perché il suo terapeuta ha detto che quel paziente voleva vivere la sua vita come un bambino.

Timnick (1986), ha riferito che nel Centro “una volta comunità terapeutica alla moda”, le terapie legali erano  “diventate più lunghe, più costose e più complesse” definendo questo “un caso di cattiva pratica della psicoterapia nella storia della California” (p. 3). Più di 100 ex pazienti ha presentato denunce di truffa, cattiva condotta sessuale e abusi. Cause civili si sono aperte per più di sei milioni di dollari per conto di ex pazienti (Timnick, 1987).

“Dr. Tim”.

 

A quaranta anni, divorziato, con licenza di psicologo clinico, ha sviluppato un seguito di adepti nel  1971, una parte dei quali esiste ancora anche se lui è morto da diversi anni. Il dottor Tim avuto clienti muoversi in casa sua. Essi pagavano una tassa mensile per la terapia più vitto e alloggio e Tim direva le loro vite. Il dottor Tim e la maggior parte dei suoi seguaci fuggirono all’estero insieme in uno stato orientale quando le spese legali sono state attribuite contro di lui, per accuse di aver abusato sessualmente di minori. Il gruppo ha vissuto in comunità per circa sette anni, fino agli esiti legali. Il gruppo so è spostato ancora, ritornando ad in uno stato occidentale.

Una volta sviluppato, il gruppo era costituito da una media di quaranta membri, tra cui alcuni bambini. C’era un giro d’affari durato tredici, durante il quale  il dottor Tim induceva i suoi membri che lasciandolo avrebbe causato loro il  condurre una vita di sofferenza mentale. I pazienti erano reclutati sostituzioni tra coloro che erano sofferenti. Lasciare il gruppo era difficile, in quanto il dottor Tim aveva invitato i più forti del gruppo a recuperare chiunque fosse un potenziale fuggiasco. Le persone che hanno cercato di lasciare apertamente erano fisicamente minacciate.

Il dottor Tim diceva ai suoi pazienti che era “una persona più illuminata di Gesù”  e che “aveva creato la terapia definitiva, combinando Freud, Zen, Yoga Kundalini, e LSD.” Egli insegnava a “ignorare il proprio ego.”

Nessuna critica o reclami erano tollerati da Tim, le critiche erano propinate come un  “essere nella tua testa,” piuttosto che “nei vostri sentimenti.” Ogni sensazione veniva etichettata  come un  “essere nella vostra roba” e, quindi, come indicazione del disturbo mentale individuale.

In una sessione iniziale di terapia individuale il dottor Tim privatamente diagnosticava ogni nuovo membro come possessore di segni segreti di una grave malattia mentale (es. schizofrenia paranoica, maniaco-depressiva) e annunciava che solo lui poteva curare la sua persona.

Durante le terapie di gruppo i membri venivano umiliati e castigati da lui come “stupidi, stupidi e pazzi.” Fu detto che i loro genitori, in particolare le loro madri, avevano causato la loro malattia mentale e i pazienti dovevano “dissociarsi” da loro, ma non come fonte di denaro per la terapia. Tutte le telefonate che coinvolgono genitori erano furtivamente registrate e riprodotte in sedute di terapia di gruppo per dimostrare come i genitori erano dannosi per i pazienti.

La terapia includeva il cambio di una carriera intellettuale con un lavoro più umile e fisico, apparentemente “per conoscere il corpo, per avere esperienze Zen, e per imparare a sentire.” Sembra anche, però, che il dottor Tim utilizzasse i suoi pazienti come  servi in casa e per il suo cortile.
Inoltre, la quantità e la regolarità dell’uso di  LSD ha portato i seguaci a ridurre le proprie potenzialità lavorative. Inoltre, lavori a bassa retribuzione nei motel vicino a lui ha reso molto difficile per i “pazienti” accumulare denaro e fuggire dal gruppo. Il Dr. Tim aveva anche indottrinato i  membri a credere che il gruppo era la “famiglia” e gli amici di cui avevano bisogno. Dopo tutto, egli sosteneva, vivevano in una grande casa e avevano accesso alle auto, al sesso e alla terapia non disponibile altrove.
Il dottor Tim ha affermato che le famiglie erano dannose, ha rotto e ha impedito i matrimoni e ha fatto sì che i bambini fossero cresciuti dal “gruppo” e non dalle loro madri. Ha inoltre promosso i contatti omosessuali e eterosessuali. Egli ha permesso che maschi potessero avere quattro o cinque uomini vivendo in una camera da letto insieme e masturbandosi reciprocamente. Poi fece sì che con una pratica yoga  gli uomini, giacendo sul pavimento, riuscissero ad inserire un dito in bocca e il dito medio nel sedere di un altro uomo mentre lo stesso veniva fatto a loro. Durante la supervisione di queste sessioni, il dottor Tim pare avesse rimproverano gli uomini che erano sconcertati per la prescrizione. Il Dr. Tim aveva rapporti sessuali con molte donne, molti uomini, e alcune ragazze adolescenti i cui genitori erano single nel gruppo. Una bambina di nove anni riferì di essere stata chiusa nella sua stanza per oltre  tre anni con i membri del gruppo, dimenticando spesso il suo cibo perché erano stordita da droghe. Il Dr. Tim possedeva tutti i beni e le automobili dei suoi pazienti e spesso usava il  materiale che aveva imparato per sessioni di terapia individuale come leva per portare i pazienti a devolvergli  le proprie proprietà e possedimenti

.
Poco dopo essersi trasferito di nuovo sulla costa ovest degli Stati Uniti, un certo numero di seguaci scappò. Alcuni andarono alle autorità legali, solo per scoprire che il dottor Tim non aveva tenuto il suo rilascio di autorizzazioni o di assicurazione. Il dottor Tim è morto di cancro poco dopo il ritorno alla costa ovest. Un piccolo gruppo di suoi ex “pazienti” vivono ancora nei pressi di uno di loro e si incontrano per esaltare le virtù del loro leader e si chiedono perché le loro vite non hanno mai funzionato. La loro confusione continua 20 anni dopo che  il dottor Tim ha avviato il gruppo e che ha promesso una cura per liberarli. Ex membri sostengono che loro e il gruppo che ancora si aggrappa alla memoria del Dr. Tim sono stati danneggiati in maniera irreversibile.

 

 

Culti di terapia non professionale

La libertà sulla costa dell’est ha permesso lo  sviluppo di  due culti psicologici in Stati che non hanno leggi che regolano le pratiche psicologiche. Alcuni uomini al ritorno da detenzioni restrittive elaborarono terapie che portarono alla costruzione di comunità settarie. Un gruppo era basato sulla tecnica di  “Primal Scream”, l’altro sulla terapia di attacco provocatorio di un tipo spesso etichettato come un programma “Synanon-clone”.
Un caso. Un uomo operava da un appartamento al secondo piano in un quartiere occupato metropolitano. Reclutava adepti dai bar nelle vicinanze, librerie e avvicinandosi a mense in cui erano presenti  uomini  e donne single, invitandoli a prendere un caffè e parlare con lui della sua “terapia”. A volte usava manifesti in cui venivano pubblicizzate conferenze gratuite sulla “psicologia del sesso, sulla psicologia in generale  e sulla solitudine.” La sua intelligenza di strada assieme al suo estro e al suo gergo procuravano una attenzione intensa e seduzione. Raccontava storie dettagliate in privato sulla sessualità ma le raccontava anche in pubblico,  in sessioni di gruppo, per dimostrare come era “addolorato e danneggiato” da ogni persona. Nel suo gruppo si pagava poco per incontri iniziali, ma nello stesso tempo elaborava costosi corsi “intensivi”. Radunò informazioni dettagliate sulla situazione patrimoniale di ogni persona, famiglia e contatti sociali.  Combinava le sue  informazioni con le proprie interpretazioni delle tecniche di Primal Scream per fa abbassare le difese dei suoi adepti e per renderli sempre più dipendenti da lui. Una quindicina di persone negli ultimi otto anni hanno speso il loro tempo libero con lui, frequentando i seminari e incontrandolo individualmente più volte alla settimana, e facendo affidamento su di lui per la maggior parte delle decisioni della vita. Diversi studenti universitari chiedevano denaro ai propri genitori per l’acquisto di “terapia” da lui. Chiedeva  che le sue prestazioni fossero pagate in contanti. C’è stato turn-over tra i seguaci, ma pochi erano stati presenti nel primo periodo in cui ha creato il gruppo.

Secondo caso. Il secondo gruppo è stato avviato da un comunicatore descritto come un borghese,  un uomo sulla quarantina che aveva imparato la terapia conflittuale di attacco durante un programma di riabilitazione dalla droga, che gli era stato somministrata durante il periodo di dentenzione.

La sua storia rivela un carattere disordinato di un uomo che, dopo aver lasciato il suo programma di riabilitazione dalla droga, ha visto i vantaggi economici di fornire “terapia” per difficoltà ad adulti occupati in uno stato al limite della legalità. Usando le sue tecniche di accoglienza e le modalità di controllo, ha “messo su bottega”. Inizialmente, ha attirato alcuni clienti dal bar e da un ristorante, poi ha chiesto  loro di reclutare  amici e parenti. Più tardi, ha iniziato  la collaborazione con uno psichiatra ed uno psicologo. Questi professionisti gli erano utili per creare un’aura di “scienza e credibilità” a quella che era la sua attività. I documenti legali (non citati qui per proteggere l’anonimato delle parti lese) hanno evidenziato che nessuno dei suoi pazienti è stato visitato e inviato ad un trattamento più appropriato medico o psicologico.
Per più di dieci anni ha controllato la vita di un gruppo di circa sessanta persone. Ai suoi ordini, questi seguaci hanno limitato le loro amicizie al gruppo, hanno reciso le relazioni con le loro famiglie di origine, hanno trascorso la maggior parte del loro tempo libero, vacanze comprese, con lui, e strutturato le loro vite dopo il suo diktat. Dirigeva gruppi di confronto, offriva consulenza individuale, supervisionava la vita sanitaria, finanziaria e sociale dei suoi “clienti”, e li induceva a trascorrere le proprie vacanze con lui.

Terzo caso. In un altro stato, un uomo abbandonato ha iniziato la  sua carriera in un culto composto principalmente da assistenti di volo delle linee aeree. Ha partecipato a molti incontri di formazione e si è sottoposto a  terapia personale. Egli ha letto molto sulla psicologia “innovativa” e si è sottoposto abilmente  a psicoterapie varie, interviste, tecniche interpretative e di mediazione. Ha frequentato ristoranti vicino ad un aeroporto locale sino a tarda notte. Con una tazza di caffè e il giornale della sera aveva avuto un approccio con una assistente di volo femminile che stava mangiando da sola, chiedendole di condividere la sua tavola. Le aveva spiegato che era un genitore premuroso per i suoi figli giovani che erano a casa con una baby-sitter, si informò sulla carriera della donna e della famiglia e fece una breve intervista di screening per individuare la solitudine, la vulnerabilità, la fiducia nelle donna. Non le fece offerte sessuali, ma mentre la donna stava terminando il suo pasto scrisse il suo indirizzo e numero di telefono su una scheda e le disse: “Domani sera incontrerò alcuni amici. Parlerò di alcune riflessioni sulla psicologia con loro. Sei invitata, se vuoi.” Egli poi aveva indotto un certo numero di donne a trasferirsi nella sua grande casa, dalle quali faceva pagare l’affitto, si faceva fare donazioni “per il gruppo” e per le lezioni e le consulenze psicologiche che lui offriva. Alla fine ha indotto il suo gruppo di  “pazienti”, che egli consigliava intensamente, a limitare la loro vita sociale al gruppo ed evitare vecchi amici, parenti e amanti. Ha incontrato singolarmente con ogni donna, ripetutamente per “analizzare” le sue esperienze passate negative e sviluppare un intenso rapporto di “transfert”, in cui era in grado di ottenere una dipendenza sempre più forte da lui. Nel tempo è riuscito ad organizzare un giro d’affari tra gli  iscritti, ed anche a sviluppare una rete di seguaci donne che avevano l’onore di diventare le sue amanti, baby-sitter e governanti. Le donne più alla periferia venivano sottoposte a un’intensa “analisi” mediante sessioni in cui interpretava le loro motivazioni e cercava di evocare intense “esperienze catartiche”. Coloro che si spostano più vicine a lui sostituivano man mano  quelle che si allontanavano.

Quarto caso. Ancora un altro gruppo cultuale è stato attivato circa otto anni fa da Ray, un uomo senza titoli di studio. Ha mantenuto un gruppo di una media di circa 30 membri in tutto quel periodo. Una parte importante di questi seguaci sono psicologi e laureati in psicologia in fase di tirocinio. Ray attrae questi professionisti attraverso annunci per seminari sullo sviluppo del potenziale umano. Egli afferma che insegnerà loro come “unire, trasformare, e coniugare le proprie esperienza di vita”. Egli sostiene di offrire i suoi servizi in maniera “completamente gratuita”, e che “insegnerà a realizzare i propri sogni, perché l’universo è a portata di mano”. Vende corsi di formazione di base di tre settimane, di solito in località di vacanza attraente, in cui promette modi per “ricreare continuamente se stessi, essere liberi acquisire il tutto in modo gratuito.” Ricoprendo queste abilità personali “nascoste” di ciascuno, promette ai partecipanti di renderli terapeuti e persone più libere.
Ray recluta selettivamente alcuni partecipanti dei seminari chiedendo loro di trasferirsi a casa sua vicino a una grande città, dove egli afferma che si “trasformeranno, alleneranno, impareranno ad arrendersi, ad essere in servizio, e ad abbattere le loro difese, ad affidarsi”. Abbastanza importante, ha messo su un “fondo finanziario libero” a cui seguaci sono chiamati a contribuire “solo con contanti, niente assegni o carte di credito”.
Quando i suoi seguaci si trasferiscono da lui, Ray dice loro che sono “perdenti, che devono rinunciare alla propria vita per lui e che egli è la loro guida, il loro Maestro”. Poiché la maggior parte sono professionisti e provengono da altri stati, spesso hanno difficoltà a trovare lavoro a causa di problemi di licenza e di altro genere. Così, la maggior parte è costretta ad accettare lavori a bassa retribuzione o di prendere in prestito denaro al fine di partecipare ai servizi offerti di Ray.

I seguaci che non mostrano una costante attività vengono considerati da Ray come perdenti e vengono messi da parte a svolgere ”trattamenti” degradanti. Queste persone riferiscono che mentre erano nel gruppo erano depressi, demoralizzati, e cronicamente ansiosi rispetto a come “essere”. La loro autostima è stata schiacciato e si sentivano dipendenti, sbagliati e cercavano ansiosamente di comportarsi come Ray avrebbe voluto. L’atmosfera prevalente del gruppo è stato un contrasto tra alta tensione prodotta da Ray e la dipendenza indotta. Ex seguaci descrivono come Ray che sembra essere la più innocente, la più tenera persona, è l’uomo più spietato che abbiano mai incontrato. Ripete ai suoi seguaci di “ricreare loro stessi, per mezzo di una trasformazione, fusione con quella esperienza che egli permette loro di avere”.
Uno psicologo esperto sulla quarantina d’anni ha trascorso diversi anni con il gruppo, mentre lavorava in una clinica di tutto rispetto. Egli ha osservato: “In qualche modo quando ero intorno a lui, ho perso il mio senso di sé, ho perso tutta la mia conoscenza, tutte le mie capacità diagnostiche non sono riuscito a riconoscere uno psicopatico brillante aveva il controllo su di me.” Il gruppo continua a crescere e Ray ha ora  dato vita a due grossi gruppi di seguaci.

Osservazioni conclusive

I gruppi segnalati qui, sia se creati da terapeuti formati sia da non professionisti, nascono assumendo molteplici ruoli e portano tutti i leader ad esercitare un controllo sulla vita dei cosiddetti pazienti-seguaci. I leader di questi culti di psicoterapia sembrano corrotti e utilizzando liberamente nozioni di psicologia e popolar-psicologia fanno affermazioni senza limiti, acquisendo poteri e competenze personali. Così essi denigrano i genitori dei loro pazienti, il matrimonio e l’unità familiare ed esaltano l’espressione cruda dei “sentimenti” ritenendo l’intelletto e la ragione come ostacoli alla crescita personale.
Alcuni leader, ma non tutti, hanno ampiamente promulgato la nozione di “uscire di testa” e, di conseguenza, avevano seguaci  tecnici o professionisti del settore. In molti casi, la perdita di controllo assieme a quella del proprio patrimonio economico ha reso sempre più dipendenti i seguaci dal proprio leader.
La personalità, i tratti del carattere, e la viva fantasia dei leader di questi gruppi settari sembrano dirigere l’intero percorso di un particolare gruppo. Diversi leader esagitati o psicopatici, per esempio, hanno creato gruppi che sono in continua attività. In un caso un leader ha chiesto ad un  suo seguace di spostare la sua residenza 25 volte in due mesi. In altri casi, come ad esempio nelle sessioni di gruppo sull’omosessualità del Dr. Tim, il leader lentamente disinibiva  i suoi membri al fine di persuaderli ad accettare comportamenti e valori che permettevano a lui di vivere le sue fantasie, come ad esempio essere una persona potente, essere al di sopra della legge, indulgere in atti sessuali sfrenati, etc. Temerlin & Temerlin nei loro primi lavori hanno evidenziato come alcuni terapeuti formati funzionassero come leader di setta (Temerlin & Temerlin, 1982, 1986) ed hanno identificato le principali caratteristiche dei culti di psicoterapia. Essi hanno scritto:

Gli psicoterapeuti con caratteristiche di tipo carismatico possono così manipolare la relazione terapeutica creando dei gruppi di persone che funzionano in maniera molto simile ai culti religiosi distruttivi. Le tecniche usate da questo tipo di  terapisti sono caratterizzate da:  a) aumento della dipendenza, b) aumento dell’isolamento, c) riduzione della capacità di pensiero critico, e d) scoraggiamento dell’interruzione della terapia. (Temerlin & Temerlin, 1986, p. 234)

Altre ricerche successive, riportate in bibliografia, di Temerlin Temerlin hanno portato ad altre scoperte di culti di psicoterapia creati da non professionisti. Come per altri tipi di sette, i culti di  psicoterapia tendono ad impiegare programmi coordinati di influenza, di sfruttamento e di controllo del comportamento al fine di soggiogare i membri alle esigenze e ai desideri dei dirigenti. Questi gruppi ben illustrano i processi che caratterizzano un programma di riforma del pensiero, e mostrano chiaramente come i leader attaccano e minare il senso di sé dei seguaci, così privandoli della capacità di autonomia del  giudizio e della elaborazione dell’informazione sul mondo e su se stessi.

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West, L.J., & Singer, M.T.  (1980).  Cults, quacks and nonprofessional psychotherapies.  In H.I. Kaplan, A.M. Freedman, & B.J. Sadock (Eds.), Comprehensive textbook of psychiatry, III. Baltimore:  Williams and Wilkens.

Zimbardo, P.G., Ebbesen, E.B., & Maslach, C.  (1977).  Influencing attitudes and changing behavior:  An introduction to method, theory, and applications of social control and personal power.  Reading, MA:  Addison-Wesley.

Acknowledgements

We are grateful to Jane Temerlin, M.S.W., wife and colleague of the late Dr. Maurice Temerlin, for her assistance in completing this manuscript, which meant so much to her husband.

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Margaret Thaler Singer, Ph.D ., Adjunct Professor of Psychology at the University of California, Berkeley, passed away in 2003.

Maurice K. Temerlin, Ph.D., before his death in 1988, had been in private practice in Oklahoma City.

Michael D. Langone, Ph.D. is Editor of the Cultic Studies Journal and Executive Director of the ICSA .

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Cultic Studies Journal, Vol. 7 No. 2 1990
This article is an electronic version of an article originally published in Cultic Studies Journal, 1990, Volume 7, Number 2, pages 101-125.

http://www.freeminds.org/psychology/cults/psychotherapy-cults.html

 

Margaret Thaler Singer, Ph.D.

Professore emerito di psicologia presso la Berkelev, Università della California. Muore il 23 Novembre 2003, all’età di 82 anni.

Durante la sua attività ha tenuto conferenze in tutto il mondo e ha ricevuto diversi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il premioHopheimer nel 1966 dall’American College of Psychiatrist e la Stanley Dean R. e quello per la ricerca in schizofrenia nel 1972 dalla American College of Psychiatrists .

La Singer ha prodotto ricerche innovative sul lavaggio del cervello dei soldati americani catturati durante la guerra di Corea, e spesso è stata nominata da avvocati come testimone esperto o anche contattata dai mezzi di informazione per il commento su casi di alto profilo, tra cui il Tempio del Popolo e il suicidio di massa a Jonestown, nella Guyana. Inoltre si è occupata della ricerca del Hillside Strangler a Los Angeles, e quella su Branch Davidian e del culto Porta del Cielo. Nel corso degli anni, ha intervistato più di 4.000 membri di sette, tra cui Charles Manson e molti dei suoi seguaci.

 

Traduzione libera di Lorita Tinelli ©

 

 

 

Opposizione alle misure cautelari

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Io violentata da Arkeon”

Processo alla psico-setta di Carlo Moccia, in aula i primi testimoni. Un “maestro” già condannato a 6 anni di reclusione per violenza carnale

« Fui violentata da un maestro di Arkeon, il pretesto: un rito per riportare alla mente un ricordo d’infanzia; l’attimo in cui, da piccola, sarei stata abusata sessualmente da un pedofilo ». Emergono ormai sconcertanti le testimonianze nelle aule al neon di via Nazariantz; che ieri ha aperto il sipario a quello che prende forma come il processo più importante, di certo il più sconvolgente dell’anno giudiziario barese. Tremano gli imputati: per primo Carlo Moccia, il fondatore della psico-setta (che ha deciso di non comparire in aula), e poi i “maestri” di Arkeon le cui trame si svelano nelle parole tremanti d’emozione e rabbia dei testimoni. « Non c’era nessun pedofilo; erano solo pretesti per estorcermi denaro,  usarmi in tutti i modi… anche come oggetto sessuale!”. La pratica era sempre la stessa, lo dimostrano le testimonianze finora raccolte. Gli adepti di Arkeon venivano, attraverso riti e cerimonie volte a condizionarne la mente, assoggettati alla volontà di individui che si facevano chiamare “mestri”; si parla di cerimonie in cui, tra musica ad altissimo volume, stridenti gong di tamburo ed urla strazianti, i partecipanti venivano portati a credere di essere stati violentati dai genitori o da un non ben precisato pedofilo durante l’infanzia. « Non te lo ricordi perché eri tropo piccola – cantilenavano i “maestri” – ma di certo hai subito una violenza carnale… l’hanno subita tutti da bambini: questa è la causa dei mali che affliggono la tua vita! ».  Il “lavaggio del cervello” condizionava a tal punto gli individui che alcuni hanno persino denunciato alla magistratura, per violenza carnale, ignari genitori, zii e amici. « Durante le cerimonie – racconta una testimone – alcuni vomitavano. Allora il maestro si compiaceva: “Brava! Quello che hai appena rimesso non è vomito, ma lo sperma del pedofilo che ti ha violentato!” ».   Più ci si liberava della “presenza del pedofilo”, più si avanzava nel “lavoro di purificazione”, come veniva definito dai maestri di Arkeon, che consisteva in tre livelli: il primo dal costo di circa 400 mila delle vecchie lire, il secondo di circa 800 mila lire ed il terzo (la testimone racconta il suo percorso nella setta prima e dopo l’utilizzo corrente dell’Euro) di circa 12 mila euro. Una bella cifra, che finiva dritta dritta nelle tasche dei “guru” della setta.   E già, perché il risvolto economico di questa vicenda è un elemento da non sottovalutare. « Mi facevano firmare assegni intestati alla mia persona – racconta una testimone – anche se i maestri preferivano consegnassi denaro contante, è più conveniente per degli scambi a nero. In questo modo ho posto nelle loro mani più di 15 mila euro ». La setta aveva aperto sedi in tutta Italia, anche con l’appoggio di alcuni membri della Chiesa, gli adepti erano migliaia: è facile immaginare, quindi, che gli introiti di Moccia & Co. fossero a parecchi zeri.  I testimoni di questo processo avevano sporto denuncia presso le questure di molte città italiane, ma non erano mai stati creduti; solo l’intervento di alcune associazioni, che si battono per la tutela dei fuoriusciti dalle sette religiose (una fra tutte, il CeSAP: Centro studi per gli Abusi Psicologici), e dopo l’intervento della stampa, le acque intorno al caso hanno incominciato a muoversi.  «  Ne abbiamo passate di tutti i colori – continua – è difficile pensare che le forze dell’ordine, coloro i quali hanno il compito di difendere i cittadini, siano stati i primi a voltarci le spalle ». Ora i ricordi spiacevoli fanno posto alla speranza. «  Abbiamo fiducia nell’operato dei giudici, ed invitiamo tutti coloro che hanno mantenuto il riserbo per tanti di anni di uscire allo scoperto e di unirsi a noi in questa lotta!  Sappiamo che a Bari ci sono molti ex adepti della setta, è ora che escano dall’ombra e facciano sentire la propria voce… ».  Il processo che si tiene in questi giorni a Bari fa parte di un filone che si estende per tutto lo Stivale. Nei giorni scorsi sì è concluso il processo gemello di primo grado a Milano, che riguarda uno degli imputati del processo di Bari, il maestro di Arkeon Francesco Antonio Morello (il “maestro” citato nelle testimonianze). Morello è stato condannato a Milano a 6 anni di reclusione e 5 mila euro di risarcimento, per aver abusato sessualmente di due sue allieve che frequentavano i suoi seminari. Facendo leva sulle loro debolezze e sul ruolo da lui rivestito, le ha indotte a pratiche sessuali che, secondo lui, sarebbero servite a far riemergere il ricordo di un presunto abuso sessuale vissuto nell’infanzia.   A Bari Morello è imputato per i reati di associazione a delinquere finalizzati a truffa, abuso della professione, violenza privata. È inoltre indagato per calunnia, insieme ad altri 46 membri di Arkeon che hanno denunciato due fuorusciti della setta e la presidente del CeSAP, la psicologa Lorita Tinelli.

 

Mirko Misceo

Da Il quotidiano di Bari del 26 maggio 2011

Come tutelare la professione di psicologo dai ciarlatani?

ono una psicologa abilitata alla libera professione dal 1998. Nel 1999, assieme ad un collega e ad altri studiosi, ho fondato il CeSAP –
Centro Studi Abusi Psicologici, un’associazione no profit  tesa alla tutela delle vittime di abusi, allo studio degli indicatori dell’abuso e alla denuncia degli abusanti a vari livelli.
Nei primi anni del nostro lavoro, le richieste frequenti di aiuto al nostro centro, provenivano da familiari di adepti di sette pseudo-religiose. Ma mano a mano negli anni abbiamo assistito ad un differente andamento della
situazione del nostro Paese.
Le attuali denunce che ci giungono sono relative ad incontri con psicosett o pseudo improvvisatori psicologi.
E’ come se, nel collettivo l’idea di rivolgersi allo psicologo sia ormai accettata, ma non ha alla fine importanza che questi sia o meno qualificato, sia o meno formato alla professione, sia o meno iscritto all’albo. Ecco che accanto alla richiesta del singolo c’è un buon mercato in cui proliferano “esperti della salute mentale” di vario tipo, che a volte sostengono di essersi laureati in Università estere, solitamente non riconosciute dal Ministero della Pubblica Istruzione italiana (tipo La Jolla University, .), altre volte nel loro curriculum affermano di aver avuto una formazione psicologica, che per ovvie ragioni non descrivono nel dettaglio, altre volte
si auto-appellano con titoli scelti tra le professioni non ancora regolamentate, creando maggiore confusione nella gente (per esempio utilizzano l’appellativo di counselor, ipnoterapeuta, e così via) e con le quali di fatto esercitano la professione di psicologo. Altre volte avvalorano ancor di più la propria ‘competenza’ improvvisata, affiancandosi ad istituzioni di vario genere (ultimamente funziona molto bene il connubio con quelle ecclesiastiche, difatti è abitudine che questi ‘falsi professionisti’ scelgano qualche prelato di fiducia e qui iniziano a tessere le proprie tele, sentendosi maggiormente rafforzati e al sicuro).

Gente, insomma che in qualche modo, pur di operare indisturbata, finisce, con l’inquinare i reali requisiti di una professionalità ancora non molto conosciuta dai più, oltre che danneggiare profondamente l’utenza che a loro si rivolge.
Ancora oggi, difatti, mi meraviglia molto constatare che la gente comune (ma non solo), faccia fatica ad individuare i reali ambiti della professione dello psicologo. Abbiamo ascoltato spesse volte la frase ‘sono un po’ psicologo’ riferita alla presunzione di possedere una propria capacità di empatia e di ascolto. E così che gente non formata, non abilitata, ma ‘un po’ psicologa’, si avventura nel fare diagnosi mediante l’utilizzo di strumenti diagnostici, si permette di elaborare vere e proprie
interpretazioni psicologiche basate su proprie teorie personali circa il funzionamento mentale e relazionale, si permette di formare la gente al proprio pensiero, insinuandosi anche in aziende o associazioni, con la pretesa di posizionarsi unico conoscitore esperto di un tale settore e tacciando di invidia, di incapacità professionale, tutti coloro che sente come ‘disturbatori’ della propria scalata verso il successo.
Tali persone, operando nel settore della salute mentale, con persone già in difficoltà, al di fuori di ogni regola, solitamente prospettano una soluzione unica e facile a tutti i mali, cosa che attira molti perché non porta a mettersi in discussione e a responsabilizzarsi nel cammino risolutivo, ma che alla fine indirizza a stati di dipendenza nei confronti del proprio ‘salvatore’ e di rottura con la vita precedente (famiglia, amici, .) a seguito di nuovi valori assunti. Altro devastante effetto collaterale è che tale ‘terapia’ o ‘consulenza’ o ‘percorso di formazione’ ‘o lavoro’ iniziati non hanno assolutamente un termine, ma si evolvono negli
anni in un rapporto morboso, statico e distruttivo tra ‘falso psicologo’ e suo utente.
Negli anni, trovandoci di fronte a simili situazioni, abbiamo più volte segnalato ai vari Ordini di riferimento tali pesudo-psicologi. Gli  Ordini hanno accolto le nostre segnalazioni e inoltrato relativi esposti alle differenti Procure della Repubblica interessate.
Nel settembre 2006 un’ordinanza emessa dal Tribunale di Bari (a seguito della richiesta di un gruppo settario di far chiudere d’urgenza il nostro sito) ha espresso un giudizio di merito nei confronti della nostra
associazione, definendo la nostra attività ‘meritoria’ nella tutela delle vittime di ‘psicoterapie non autorizzate’.
Malgrado questo però, pur avendo inoltrato diverse denunce in diverse parti d’Italia, tutto sembrerebbe essere nel silenzio assoluto per decine di altri casi segnalati.
Nonostante difatti la presentazione di prove a sostegno di presunti reati di abuso della professione e quindi di esposti degli Ordini, non abbiamo notizie di nessun rinvio a giudizio.
Dov’è l’intoppo?
La lentezza della giustizia italiana?
La non conoscenza da parte dei giudici della reale differenza tra l’attività degli psicologi formati e abilitati e quella degli impostori?
E’ vero, come sostengono ‘gli impostori’ che i titolati possono anche non essere professionalmente ‘bravi’, (uno di questi santoni, contrariamente ai titoli ‘falsi’ che ostenta nel proprio curriculum, sostiene che lo stesso Freud non avesse i titoli per creare l’impero teorico a noi tramandato! Con questo vuole tentare di avvalorare la legittimità della sua ‘falsa’
professione) ma questo può bastare a far sentire libero chiunque di svolgere una professione di cui non ha competenze?
L’Ordine potrebbe fare di più per rendere maggiore chiarezza circa i requisiti dello Psicologo o anche interessandosi maggiormente ai percorsi attivati tramite gli esposti?
Sarebbe forse utile un’attività di monitoraggio preciso e costante di questi casi segnalati alle autorità (magari anche tramite una banca-dati), anche al fine di una puntuale conoscenza dell’andamento degli stessi.   Credo che la Giustizia in qualche modo vada anche supportata da una precisa e costruttiva attività politica dell’Ordine, volta alla tutela dell’identità variegata
della nostra professione.

http://altrapsicologia.com/come-tutelare-la-professione-di-psicologo-dai-ciarlatani/2007/03/