I bambini che vivono in particolari contesti cultuali devono affrontare problemi successivamente

I bambini che crescono in culti religiosi affrontano difficoltà non solo durante la loro infanzia, ma anche dopo aver lasciato il gruppo.

Questa è la conclusione della ricerca che viene presentata oggi, Venerdì 12 Luglio 2013, dalla psicologa Jill Mytton in occasione della conferenza annuale della Divisione della Società di Counselling Psicologico a Cardiff.

Nella sua ricerca Jill Mytton ha lavorato con 262 adulti (95 donne e 167 uomini) che avevano vissuto in un gruppo religioso, sin da bambini. Circa il 70 per cento del campione ha perso la propria famiglia quando è uscito, il 27 per cento ha riferito un abuso sessuale infantile e il 68 per cento ha trovato l’esperienza di uscita traumatica.

La psicologa ha chiesto loro di completare una batteria di scale psicologiche. I risultati hanno mostrato che i punteggi medi dei 264 partiticpanti su queste scale erano significativamente più elevati rispetto alla popolazione generale.

Altre due scale – Gruppo psicologico della Scala di abusi e la misura di Identità  – sono stati utilizzati per valutare l’ambiente di gruppo e il livello di coinvolgimento di gruppo, rispettivamente, e le correlazioni significative sono state trovate tra loro e tutte le misure cliniche. Questo può significare che la specificità del contesto di gruppo, insieme con la forza l’identità del gruppo sono strettamente intrecciate con l’identità personale, e sono fattori chiave per la causa dell’angoscia in questo campione.

la Dr.ssa Mytton dice:

“La seconda generazione di adulti sopravvissuti a gruppi ad alta richiesta incontra particolari difficoltà, non solo durante la loro infanzia, ma anche dopo aver lasciato il gruppo, perché si trovano ad affrontare l’assimilazione in una cultura che non è solo estranea a loro, ma anche che è stata insegnata loro come malvagia e da odiare”

 

Fonte: http://www.bps.org.uk/news/children-cults-face-later-problems

 

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Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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SOCIALE/CAMERA: IN ITALIA OPERANO CIRCA 500 SETTE PERICOLOSE

(ASCA) – Roma, 24 set – La Commissione Giustizia ha svolto numerose audizioni nel quadro della indagine conoscitiva sul fenomeno della manipolazione mentale di soggetti deboli, con particolare riguardo alle sette. Sono stati ascoltati Lorita Tinelli e Felice Scaringella del Centro studi abusi psicologici, Silvio Calzolari storico delle religioni e docente alla facolta’di teologia, Raffaella di Marzio del direttivo della Societa’ italiana di psicologia delle religioni, Massimo Introvigne direttore del Centro Studi sulle nuove religioni. Sono stati ampiamente sottolineati i danni rilevanti che possono derivare dall’adesione alle sette con non infrequenti casi di dissociazione mentale. La legislazione vigente – ha osservato Lorita Tinelli – non appare in grado di perseguire talune condotte che, per quanto pericolose, non si concretizzano in reati comuni. Attualmente sono circa 500 i gruppi, di varia natura, di carattere settario.

Fonte: Asca.it