Jon Atack: sulla cultura della spia in Scientology e su come gli ex membri devono imparare di nuovo il concetto di privacy

Jon Atack è l’autore di “A Piece of Blue Sky”, uno dei migliori libri scritti su L. Ron Hubbard e Scientology. Una nuova edizione del suo libro è attualmente in vendita, e da più di un anno il sabato egli ci aiuta a meglio comprendere  le leggende, i miti e i fatti contestati a Scientology,  che vengono analizzati e rielaborati in libri, articoli e soprattutto in Internet. Egli è stato così gentile da inviarci un nuovo post.

Jon_Atack nella foto Jon Atack

Jon, stavamo parlando l’altro giorno e uno di noi ha citato un ex membro  della chiesa che sembrava avere un momento difficile con i confini personali. Ci hai detto che questo era un prodotto di Scientology stessa, e ora siamo lieti di vedere che hai deciso di spiegarci meglio questo concetto.  Siamo tutt’orecchi.

JON: Sono rimasto scioccato quando ho ricevuto il mio primo “Knowledge Reports” [Rapporto per Conoscenza]. Ero stato coinvolto in Scientology da circa otto mesi e avevo appena finito di frequentare la mia quinta sessione di due ore di “libro-e-bottiglia” per un preclear riluttante. Questo “processo” indicato anche come “procedura di apertura  mediante duplicazione” consiste nel far spostare i poveri preclear tra due tavoli da gioco alle estremità di una stanza, e di chiedere loro di sollevare il libro su uno e la bottiglia sull’altro e di rispondere alle stesse domande su peso, colore o la temperatura, di volta in volta.

“Op pro da dup” (e sì, si pronuncia “ingannare”) è una delle procedure noiose dei cosiddetti “obiettivi”, perché è una forma di ipnosi. Si suppone di indurre “l’esteriorizzazione” – che di solito significa “depersonalizzazione” o la sensazione di essere al di fuori del proprio corpo. Io non ho mai incontrato qualcuno che sostenesse che essa avesse più di un senso; nessuno che aveva “percezione esterna”. Il suo significato psichiatrico – un aspetto di psicosi – è la “derealizzazione”, che può portare a un periodo di ospedalizzazione.

Dopo cinque sessioni di due ore, il mio preclear alla fine offrì una “cognizione” o realizzazione, dicendo che si sentiva come se fosse al di fuori del suo corpo, e con grande sollievo io lo  riportai al Scientology Franchise [Missione]. Più tardi, ho raccontato ad un amico della noia che avevo provato (sarei stato felice se avessi lasciato il mio corpo e se avessi viaggiato,  ovunque lasciandomi dietro il libro e la bottiglia). Egli non mi disse nulla, ma il giorno dopo mi fu consegnato un Rapporto per Conoscenza, dal quale emergeva che avevo denigrato la “Tecnologia”, ammettendo la mia noia.

In nove anni, ho ricevuto solo un altro Knowledge Report: su cui erano elencati una serie di criteri violati dalla dirigenza, un paio di settimane prima che io uscissi dal culto. Ho poi scoperto che questo metodo veniva impiegato dalla Gestapo, e che la gioventù hitleriana piegava i propri genitori attraverso tali rapporti. In effetti, la Gestapo non è mai stata in grado di tenere il passo con il torrente di rapporti che vi si  riversavano in essa, tale è la cattiveria creata da questo sistema. Hubbard creò la legge secondo cui chi non riusciva a fare la spia avrebbe ricevuto la stessa pena dell’autore del reato.

Come per tutti i comportamenti di Scientology, questo risolve facilmente e diventa immutabile, per questo  io lo definisco Knowledge Report Implant. Con l’avvento di Internet, molti ex-membri casualmente riportano conversazioni private. Questo impianto distrugge la normale etica sociale della privacy. Dal punto di vista di Hubbard, egli ha fornito un sistema di preallarme contro potenziali disertori. Non è mai stato pensato per il nostro bene.

Vaughn e Stacy Young mi hanno riferito di aver aspettato sette anni prima di dire all’altro di volersene andarsene. Erano spaventati di essere denunciati. So che c’è più di un caso in cui un coniuge ha avuto una tale relazione, con conseguenze disastrose.

La privacy è un diritto umano fondamentale, scritto nelle costituzioni e dichiarazioni di tutto il mondo. Se si desidera controllare le persone, questo è uno dei diritti che gli dev’essere tolto. Si tratta di una seconda natura tra gli Scientologist quella di negare la privacy, e recuperare la privacy e la concessione ad altri è fondamentale nel recupero da Scientology.

Mi è capitato più volte che ex membri violassero la mia fiducia, essi  pensano di poter condividere conversazioni o e-mail private, e, soprattutto, purtroppo, spesso fraintendono o esagerano i contenuti di queste. Mi permetto di suggerire che, se si desidera condividere una tale comunicazione, prima di condividerla, sarebbe utile assicurarsi con la persona che l’ha fatta di non stare violando la sua fiducia.

Il documentario Citizenfour mostra, con la fuga dei documenti della National Security Agency di Edward Snowden, fino a che punto le agenzie di intelligence statunitensi hanno violato il diritto internazionale e invaso la privacy. Un commentatore, J. Appelbaum, ha sostenuto questo punto: “Quello che la gente chiama la libertà e la autonomia,  noi  ora le chiamiamo ‘privacy’, e sosteniamo nello stesso respiro che la privacy è morta … Quando perdiamo la privacy, perdiamo l’agenzia, perdiamo la libertà si, perché non ci sentiamo più liberi di esprimere ciò che pensiamo”.

Che sia la NSA o OSA, la privacy è un diritto umano fondamentale, e dovremmo trattarlo come sacrosanto.

IL BUNKER: Grazie per questo, Jon. Ed ora ecco un video di voi da agosto scorso, parlando di “indebito condizionamento” in una conferenza a Londra …

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Fonte: http://tonyortega.org/2015/07/12/jon-atack-scientologys-snitching-culture-and-how-ex-members-must-relearn-the-notion-of-privacy/

 

Traduzione non professionale di Lorita Tinelli

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Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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La vera scienza dietro Scientology

Shermer photo  Nel 1990 ho avuto l’opportunità di cenare con il compianto musicista Isaac Hayes, la cui carriera aveva avuto una splendida fortuna, che egli attribuiva a Scientology.

Fu un testimonial appassionato e un seguace sincero della Chiesa, ma è la prova che Scientology funziona?

Due libri di recente pubblicazione sostengono che non c’è scienza in Scientology, solo dottrine pseudoreligiose intrise dalle sciocchezze New Age, mascherate da scienza. The Church of Scientology di Hugh B. Urbano, professore di studi religiosi presso la Ohio State University, è il trattato più scientifico dell’organizzazione fino ad oggi, e Inside Scientology del giornalista investigativo Janet Reitman è una lettura elettrizzante che include racconti straordinari e ben documentati di contratti per miliardi di anni, programmi di assunzione aggressivi e abusi dello staff.

Il problema dei soddisfatti è che essi non costituiscono una prova nella scienza. Come psicologo sociale Carol Tavris mi ha riferito: “Ogni terapia produce testimonianze entusiaste a causa dell’effetto giustificazione-dello-sforzo. Chi investe tempo e denaro e fatica in una terapia dirà che essa l’ha aiutato. Scientology avrà potuto aiutare Isaac Hayes, proprio come la psicoanalisi e il bungee jumping potrebbe aver aiutato altri, ma questo non significa che l’intervento sia stato il motivo [del successo ndt]. Per sapere se c’è qualcosa di speciale in Scientology è necessario fare studi randomizzati controllati, assegnando la gente di Scientology o di un gruppo di controllo (o di una terapia diversa) per lo stesso problemi. Per quanto ne so, la vera scienza dietro Scientology sembra essere la comprensione della necessità molto umana, come animali sociali, di far parte di un gruppo e di sostenere la volontà della gente a pagare profumatamente per questo.

Se Scientology non è una scienza, è piuttosto una religione? Beh, non dispone di un proprio mito della creazione.

Circa 75 milioni di anni fa Xenu, il governatore di una Confederazione Galattica di 76 pianeti, trasportò miliardi di suoi alieni in astronavi simili a DC-8 su un pianeta chiamato Teegeeack (Terra). Essi furono collocati nei pressi di vulcani e uccisi facendo esplodere bombe all’idrogeno, dopo di che i loro “thetan” (anime) rimasero ad abitare i corpi dei terrestri futuri, causando all’uomo di oggi un gran danno spirituale e l’infelicità, che possono essere eliminati attraverso tecniche particolari che coinvolgono un elettropsicometro (E-meter) in un processo chiamato auditing.

Grazie ad Internet, questa storia, già rivelata solo a coloro che hanno pagato migliaia di dollari in corsi per raggiungere il Thetan Operante Livello III (OT III) di Scientology, è ora così ampiamente nota che è stata anche protagonista nel 2005 di una puntata della serie animata South Park.

Southpark_scientology

 

In realtà, secondo numerosi messaggi nel web da parte di ex-scientologist, documenti di casi giudiziari che hanno coinvolto i seguaci che hanno raggiunto OT III e libri abbondanti e articoli di ex membri, che hanno ascoltato il racconto in prima persona e ne confermano i dettagli, questa è la Genesi di Scientology. Ma per il fondatore, lo scrittore L. Ron Hubbard,  è bastato utilizzare una leggenda per creare una religione, che era più redditizia della produzione di fantascienza?

Invece di stampare la leggenda come un fatto, io di recente ho intervistato l’acclamato autore di fantascienza Harlan Ellison, che mi ha detto di essere stato presente alla nascita di Scientology. In un incontro a New York di un gruppo di scrittori sci-fi  chiamato Hydra Club, Hubbard si lagnava con L. Sprague de Camp ed altri di scrivere per un penny a parola. “Lester del Rey poi disse tra il serio e il faceto, ‘Quello che  si dovrebbe davvero fare è creare una religione perché essa è esentasse,’ e a quel punto tutti nella stanza iniziarono a sparare idee su questa nuova religione. Così l’idea è stata una Gestalt che Ron ha catturato da altri elaborandone i  dettagli. Ha poi scritto  “Dianetics: una nuova scienza della mente” e lo ha venduto a John W. Campbell, Jr., che la pubblicò in Astounding Science Fiction nel 1950“.

Per essere onesti, la storia di Xenu di Scientology non è più scientificamente sostenibile di miti d’origine di altre fedi. Se non esiste un modo verificabile per definire quale creazione cosmogonica sia corretta, forse sono tutte finzioni scientifiche stupefacenti.

di Michael Shermer

 

Notizie sull’autore

Michael Shermer è uno scrittore americano di scienza, storico della scienza, fondatore di The Skeptics Society,  e Redattore Capo della rivista Skeptic, (www.skeptic.com), che è in gran parte dedicata ad indagare pseudoscienze e pretese soprannaturali. La Skeptics Society ha attualmente più di 55.000 membri.  Shermer è inoltre impegnato in dibattiti su temi relativi alla pseudoscienza e alla religione con scetticismo scientifico. Il suo ultimo libro è The Believing Brain. Puoi seguire Michael Shermer su Twitter @michaelshermer

Fonte: http://www.scientificamerican.com/article/the-real-science-behind-scientology/

 

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Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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Jon Atack: L. Ron Hubbard vuole essere considerato un dio?

 Jon Atack è l’autore di “A Piece of Blue Sky“, uno dei migliori libri scritti su L. Ron Hubbard e Scientology. Egli ha messo in vendita una nuova edizione del libro e per più di un anno, il sabato, ci ha aiutato a setacciare le leggende, i miti e i fatti contestati su Scientology mescolati e rimaneggiati in libri, articoli e in particolare in Internet. Egli è stato così gentile da inviarci un nuovo post.

Jon, ti abbiamo detto che saremmo stati interessati a quello che pensi su un recente articolo di un ex dirigente di Scientology, Marty Rathbun. Nel suo blog, Rathbun ha sottolineato che ci sono più racconti della vita di Gesù, non soltanto nei libri del Nuovo Testamento, ma anche in testi alternativi che sono stati modificati dalla Bibbia. Ma Scientology, egli sottolinea, non consente di avere alternative. Il suo fondatore, L. Ron Hubbard, ha fatto  di tutto per assicurarsi che solo la sua  era  da considerarsi “fonte” e non poteva essere modificata.

E Rathbun dice che Hubbard ha rispettato questo punto di vista fondamentalista suggerendo che era “sceso sulla terra in forma umana al fine di liberare il suo popolo dal male“.

In altre parole, Rathbun sta dicendo che Scientology è una religione “monoteista” e Hubbard è il suo dio.

Dice Rathbun: <<C’è un solo Dio in Scientology, e … l’aderente ci crederà perché quel Dio ha comandato che non sarà mai apprezzato facendo appello alla ragione>>.

 

Quali sono i tuoi pensieri, Jon? Era obiettivo di Hubbard ottenere lo status di divinità?

JON: Wow! In Blue Sky, ho sostenuto che Hubbard stava cercando la deificazione (dall’edizione 1990):

<<La maggior parte delle migliaia di seguaci di Hubbard  lo consideravano più brillante di Einstein, più illuminato di Buddha, e altrettanto capace di miracoli come Cristo. Forse c’era un motivo più sinistro alla base delle azioni di Hubbard. Alcuni taoisti credono che gli esseri umani possano raggiungere l’immortalità, diventando il fulcro del culto; alcuni imperatori romani avevano una credenza simile. La deificazione di Hubbard sembra prendere posto nella Chiesa di Scientology in tutto il mondo. Forse pensava che stesse raccogliendo il backup di tutti i body-thetan staccati dei suoi devoti, in modo che lui potesse utilizzarli per scopi magici? (Per citare le sue segrete affermazioni ancora: “gli spiriti elementali sono i miei schiavi”). Data la sua fertile, e spesso giovanile, immaginazione e la consapevolezza della sua doppiezza, è difficile decidere in cosa credeva realmente Ron Hubbard>>.

La prossima tappa di questo meraviglioso processo della logica di risveglio tra gli ex Thetanist è la realizzazione che se Hubbard voleva essere ammirato e adorato come il Dio dell’universo, allora forse la ‘Tech’ ha uno scopo diverso (ma significa anche che egli non ha seguito la raccomandazione nel Code of Honour di non volere ammirazione. Ma ha spiegato anche che solo l’èlite fa le regole per gli esseri inferiori -. i “giocatori” per imporre sui “pezzi”). La Tech esiste per creare adulazione nel processo di deificazione che Hubbard ha impostato. Il processo narcisistico perfetto. Non funziona per liberare, ma per intrappolare. Per fare questo, deve evocare le sensazioni giuste. Qualsiasi procedura semplice porterà euforia – fissazione della percezione, la ripetizione e la mimica tutti portano “indicatori molto buoni”. Farli tornare alla vibrazione  della ligh trance, che ha anche il vantaggio di rendere il loro sentire non solo felice – forse anche “più alto”- ma anche  disorientarli, in modo tale che non è più sentire come se fossero nel loro corpo. Anche se non si può effettivamente percepire da questa posizione.

Se si può assumere un linguaggio, allo stesso tempo, si possono assumere i modelli di pensiero, come ha sottolineato George Orwell  nella splendida appendice al 1984. È possibile realizzare certe idee impensabili; condizione di disgusto con inimicizia condivisa verso qualche out-group; e avere incontri allegri per festeggiare la vostra superiorità sugli umili “wog” (e i “wog-reverts” come me).

La parte più difficile da accettare è che la fede sia paragonabile ad altre dipendenze, compulsioni e ossessioni. Con la ripetizione, i comportamenti sono tarati. La chimica del cervello di un “floating needle” è senza dubbio la stimolazione della dopamina che provoca piacere – dal sesso, alle droghe, al gioco d’azzardo. E ti porta in alto con “indicatori molto buoni”, come la prima indicazione che avete raggiunto per una “vittoria”. L’ipnotista – o “auditor” – vede l’euforia (una prima indicazione di trance: riconosciuta da ipnotizzatori già un secolo prima  di Hubbard), ciò significa che la persona è in uno stato che durerà oltre la testimonianza, a volte per diversi giorni. A volte, come con altre forme di ipnosi – ma solo raramente – per tutta la vita. Ma quasi sempre entro tre giorni, il ronzio lo porterà fuori. Il devoto si sentirà deluso, e accetterà di liberarsi dal PTS (Potential Trouble Source) personale – l’effetto montagne russe della vita normale, dove l’euforia che è generalmente non utile, perché abbassa le difese e ci rende più disposti ad assumere un ruolo servile. La tecnologia funziona sempre, ma l’imperfezione del pagamento del cliente/servo è la causa di tutti i problemi (che in qualche modo non evaporano dopo il Grade 1 di Comunicazione). I servi – e io non  intendo mancare di rispetto con questo termine, ma è quello più esatto – sono portati ad uno stato variabile, in modo militare, e i comportamentali estremi sono messi sotto controlli  – ascetici ed estenuanti – in modo che essi abbiano bisogno di uno status più elevato (che finisce sempre nella dichiarazione di  in una persona soppressiva  o del Rehabilitation Project Force). Nessun singolo esecutivo è durato più di qualche andamento vertiginoso, che distrugge l’anima con anni di obbedienza assoluta al nostro Ron.

La Tech non funziona  come sosteneva  la Fonte che la usa, ma come egli intende farla funzionare. Questa è la menzogna in Scientology. L’ “alter-ego”, che assicura che persiste, in termini contorti secondo Hubbard. Con questa realizzazione viene la capacità di essere in disaccordo con Ron Hubbard e recuperare l’auto-determinismo, invece di essere completamente identificato con le sue idee, anche quando ha contraddetto tante di esse.

Ma è una bella sensazione, quando ti rendi conto che puoi scegliere ciò che si vuole credere, utilizzando la propria esperienza e il pensiero critico. La capacità acquisita è l’imbarazzo che credevi una serie di suggerimenti/affermazioni offerti da un criminale (che “gli altri accusati di cose che egli stesso stava facendo) che ci volevano credere che fosse Metteya. (In A Hymn of Asia. L’originale Hubbard è stato modificato da John Sanborn prima della pubblicazione. Hubbard scrisse: “Sono Metteya” non “Am I Metteya”. Sanborn lo sollevò dalla pubblicazione per oltre 20 anni con questa protesta). Lui non era Metteya, come Metteya sono tutti coloro che  condurranno nel nirvana, durante la sua vita. Egli non “ha fatto cadere il corpo” prima. Hubbard ha perso quello, ma potrebbe ancora puntare per lo stato demiurgico. I vecchi processi di Potere rivolti ad alcune persone verso la “conoscenza” del Fondatore furono infatti del ​​fondatore. Questo accadeva negli anni ’60. Gli OT VIII aumentavano inevitabilmente questa convinzione. Devi solo guardare le testimonianze pubbliche. Lo stato allegro che passa per “l’entusiasmo” (essere “pieno di Dio”, letteralmente) e il linguaggio di adorazione esagerata di tali testimonianze. Ho scritto un sacco di imbarazzanti “storie di successo”, ma ho avuto 30 anni per riconsiderarle. Se Hubbard ha creato questo universo, penso che preferirei essere in un altro.

IL BUNKER: Grazie per questo punto di vista, Jon. E cosa divertente da vedere è che te  e Marty Rathbun siete effettivamente d’accordo su qualcosa.

 

Fonte: Blog di Tony Ortega

 

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Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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Hana Whitfield: Cosa vuol dire essere molestata da Scientology

Mark Bunker ha condiviso con noi un altro estratto delle video interviste che ha raccolto  per il suo prossimo documentario, Knowledge Report.

In questa clip egli intervista Hana Eltringham Whitfield su cosa vuol dire essere il bersaglio del “Fair Game” – gli sforzi di rappresaglia famigerati di Scientology coordinati dal suo Ufficio degli Affari Speciali (OSA), che spesso includono la sorveglianza intrusiva di investigatori privati​​.

Hana entrata in Scientology nel 1965, è diventata Clear numero 60, poi è andata al sea [sea org: organizzazione del mare] con L. Ron Hubbard, che la elesse capitano di una delle sue navi. Sempre più delusa da quello che aveva visto di Hubbard da vicino, e soprattutto dopo che il materiale fu diffuso in “OT 3”, ha finalmente lasciato Scientology nel 1984 e poi ne è diventata uno dei critici più noti e specialista di intervento. Nel 1991 è stata probabilmente la più grande “SP” sul pianeta, e l’attenzione su di lei degli occhi privati ​​della chiesa lo provano …

Durante la sua intervista, Hana dice: “Penso che se Marty Rathbun e Mike Rinder  decidono di parlare di questo, devono parlare di alcune delle operazioni che sono state messe in atto contro di noi, perché sono varie”.

Abbiamo parlato di Rinder, che ha raccontato che tra il 1986 e il 1993, non lavorava con OSA, tranne che per un periodo per quanto riguarda Gerry Armstrong e alcune altre questioni specifiche. Nel 1991, quando la sorveglianza di Hana era così pesante, Rinder disse che stava lavorando sulla mostra La Vita di LRH come LRH PPRO Int (personale internazionale delle relazioni pubbliche), dopo un periodo di lavoro nel Rehabilitation Project Force,  prigione della Sea Org. Lui sostiene di non aver avuto alcuna esperienza o supervisione sulle operazioni contro Hana e Jerry Whitfield.

“Ma non ho dubbi che hanno subito le stesse cose che sono state fatte a Vaughn e Stacy Young, o Graham Berry, o che altri ne sono a conoscenza”, dice. “Occhi privati li hanno seguiti, li hanno ricoperti di denunce, vivevano nelle case accanto, ascoltavano le telefonate senza fili”, dice Rinder.

Una nota aggiuntiva. Poche settimane fa, quando abbiamo scritto un pezzo sulla versione “Antichrist” di OT 8, abbiamo cercato di entrare in contatto con Hana. L’ex Membro OSA  Frank Oliver ci aveva detto che nel 1991, quando girava il materiale contestato OT 8 in un archivio presso il Celebrity Centre di Hollywood, gli fu detto che si trattava di una bufala perpetrata da Hana e Jerry Whitfield.

Abbiamo finalmente avuto la possibilità di parlare con Hana di questo. Lei ha riso, dicendo che non era sorpresa di sentire che una cosa del genere veniva attribuita a lei, soprattutto in quell’anno fatidico. No, ci assicura, lei e suo marito non avevano nulla a che fare con il  documento  Anticristo OT3 , che divenne parte della “Fishman Papers” e che è stato spesso definito una bufala, anche da molti critici della chiesa.

Nella nostra storia, abbiamo parlato con George White, un uomo che ha vissuto OT 8, nell’estate del 1988, e ci dice che il documento Anticristo era quello che ha ricevuto sulla Freewinds.

Hana ci dice che anche lei è convinta che l’Anticristo OT 8 è genuino, e si adatta con quello che  Hubbard conosceva.

Il tuo theta casuale del giorno

Noi davvero non sappiamo cosa sia, ma siamo sicuri che i nostri commentatori avranno molto da dire in proposito. Godetevela

Fonte: Tony Ortega

 

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Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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Operazione gruppi settari: regola n. 1 Il Guru ha sempre ragione

Il Guru, la sua chiesa e i suoi insegnamenti hanno sempre ragione e la critica non è accettata.

In alcune sette, dove il  guru è morto, l’insegnamento rimane identico. Io uso la parola “guru” qui, ma in molte sette, il leader carismatico ha il titolo di ministro, sacerdote, yogi, swami, profeta, maestro spirituale o qualsiasi altro titolo che lo trasforma in un uomo saggio. Ma in ogni caso egli ha ragione.

 

 

Allo stesso modo, i suoi insegnamenti sono sempre veri, e quando muore, i suoi scritti diventano Scritture infallibili e insindacabili. La Chiesa del Guru ha sempre ragione, i suoi successori hanno sempre ragione, e tutto ciò che riguarda il culto è sempre vero … non importa cosa.

Jeffrey Masson ha scritto su falsi guru:

Ogni guru afferma di sapere qualcosa che non si può imparare da soli o attraverso i canali ordinari. Tutti i guru promettono l’accesso ad una realtà nascosta, se solo si seguono il loro insegnamento, si accetta la loro autorità e se si dà loro la vita. Alcune domande sono off limits. Ci sono cose che non si possono conoscere sul guru e sulla sua vita personale. Qualsiasi dubbio circa il guru è un riflesso della propria indegnità, o l’influenza di una forza esterna maligna. Più l’azione del guru è oscura, più probabile è che egli abbia ragione, venga amato. In definitiva non si può conoscere il guru, è necessario amarlo. Devi obbedire, devi umiliarti alla sua grandezza, fino a raggiungere il nucleo del gruppo e si può iniziare ad abusare gli altri come il vostro guru vi ha abusato. Tutto questo è nella natura stessa dell’essere  guru.” Mon Père ce Gourou , Jeffrey Masson, 1993, page 173.

 

La misura in cui si glorifica il leader di un culto è spesso assurda. L. Ron Hubbard, il leader di Scientology, è stato considerato come la persona più bella che sia mai esistita – in realtà, solo lui sarebbe stato la causa più grande del progresso umano per tutto il tempo, perché era stato “rigenerato” dalla vita dopo la vita, dalla reincarnazione, ancora e ancora una volta e ogni volta portando un’altra grande scoperta o procedendo nel progresso dell’umanità. Sembra che L. Ron Hubbard sia stato nelle sue reincarnazioni successive, la maggior parte di tutti gli uomini più grandi e famosi che siano mai vissuti  nel corso della storia umana.

 

Scientology ha pubblicato una serie di 20 libri – la serie “RON” – che esalta L. Ron Hubbard in tutti i suoi aspetti: RON il regista, RON il Master Marine, l’uditore RON, la filosofia dell’amministrazione di RON, RON l’avventuriero/esporatore, RON l’artista, RON il fotografo, RON lo scrittore, RON l’umanitario, RON l’orticoltore, RON il compositore, RON il Poeta / Lyricist, ecc … in realtà, quando Hubbard faceva qualcosa (come andare in  vela in estate), egli stesso si dichiarava maestro di questa arte  e ne approfittava per scrivere un libro …

 

Guardando al futuro

Nella maggior parte delle fotografie delle copertine, Hubbard guarda al cielo. Questo per dire che egli è un visionario spirituale, che è al di sopra preoccupazioni terrene mondane . Casualmente, sulla copertina del libro degli Hare Krishna (ISKCON) La scienza della Realizzazione del Sè, il guru AC Bhaktivedanta Swami Prabhupada appare esattamente nello stesso posto e nella stessa posa.

 

 

E venne la perfezione

Per non essere da meno, la Chiesa dell’Unificazione sostiene che Sun Myung Moon e sua moglie sono “I genitori perfetti“, le uniche due persone perfette sul pianeta Terra. Così  Moon è il nuovo Messia inviato per finire il lavoro che Gesù Cristo non è riuscito a completare … Possiamo vedere che questo è un valore che ricorre tra i  guru (Moon, Hubbard e nuovi guru della New Age sono in realtà … perfetti ! ).

 

Tutto è costruito in modo che il leader del culto è la cosa più grande che possa esistere: “In definitiva, non si può vedere il guru, è necessario amarlo“.

 

Dubbi? (Aggiungere le questioni di Hassan, modificare e aggiungere la mia)

Se avete dubbi su un guru, si può semplicemente chiedere a un membro “il Maestro ha fatto alcuni errori nella costituzione  della organizzazione o nella formulazione della dottrina ?” . I veri credenti ti guarderanno con orrore e insisteranno che il guru non ha mai commesso un errore … Per  loro “L’idea è impensabile“. I principianti cominceranno a balbettare e i dubbiosi vi diranno di andare da un ex seguace.

 

Applicazione perfetta di lavoro

Tuttavia, essere considerati da un culto perfetti è un grande svantaggio per un guru. Anzi, deve agire in questo modo  o almeno fingere quando questo non è possibile. Essere accusati di aver rubato soldi o di aver violentato una persona  può minare la sua credibilità. Ma alcune sette fanno un lavoro intelligente intorno al guru affinchè ciò gli sia risparmiato. Così,il guru può essere il messaggero di un santo morto, un angelo, Gesù, la Vergine Maria. In questo modo il leader resta indubbiamente vero, perché dipende da un potere più alto e quindi il leader del culto può indulgere in tutti i piaceri della carne stessa senza creare una contraddizione. Dopo tutto  non ha mai detto che era perfetto, o più santo di chiunque altro. E’ un po’ più attento alle sfere superiori  e anche in grado di sentire la voce di un potere superiore  …

 

 

Naturalmente i messaggi che arrivano dipendono dai capricci del leader.

I membri del culto potrebbero pensare che sono incompetenti, deboli, stupidi, ignoranti, ma soprattutto pensano di essere peccatori. Essi sono regolarmente criticati, gli vengono indotti sentimenti di vergogna, vengono ridicolizzati, sminuiti e tutto questo si ripete in decine di forme diverse, quando il leader o i suoi compari pensano che non sono abbastanza allineati al movimento.

Questa caratteristica è talvolta espressa come infantilizzazione dei membri: essi si riferiscono al leader come “Padre” e  a loro come suoi “figli”.

I membri  inoltre ritengono che essi non sono in alcun modo qualificati per giudicare il guru o la sua chiesa. E, in caso di disaccordo, si applica la regola numero 1: il guru ha sempre ragione.

 

 

Inoltre, avere emozioni negative circa il culto o il suo leader è un “difetto” che deve essere corretto.

Un corollario a questa regola è la pratica di abbassare l’autostima attraverso una varietà di metodi:

– Gli anziani o i membri di rango superiore rimproverano i nuovi soci cspiegando che il loro lavoro e le loro attività spirituali non sono abbastanza buone. Ancora una volta  i neofiti saranno abusi (fisicamente o psicologicamente) dal guru e dai suoi seguaci, fino a raggiungere il livello appropriato che li farà comportare come gli anziani e infliggeranno agli altri ciò che essi stessi hanno subìto.

– Si tratta di una caratteristica universale dei culti è che, a parere del leader e degli anziani, i nuovi arrivati ​​non possono nemmeno pensare. Essi non sono abbastanza “formattati” o “non abbastanza spirituali“. Essi non sono stati membri abbastanza a lungo, non hanno pregato, cantato, meditato abbastanza a lungo  o che la loro disintossicazione (da droga e/o alcool) è troppo recente … ecc. In realtà, c’è sempre un motivo (e ci sarà sempre).

– I membri devono criticare e confessare tutti i loro peccati e tutti i loro difetti (al leader o agli anziani). Essi a volte devono anche impegnarsi in sessioni di auto-critica  o  di confessione pubblica. Questo tipo di pratica è utilizzata da tutti, sia dai gruppi maoisti ai cinesi comunisti ai pseudoculti cristiani.

A volte altri si auto-criticano in sessioni di “terapia di gruppo di tipo psicologico” .

D’après ORANGE,  traduction et modification par Christophe Jaming – Derive sectaire

Fonte: http://derive-sectaire.fr/fonctionnement-des-groupes-sectaires-1-le-gourou-a-toujours-raison/

 

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Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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Come ho perso la mia nuova religione

Per i credenti sono ‘nuove religioni’. Per altri sono solo sette pericolose. Ma chi ha ragione?
The Telegraph, UK / 18 febbraio 2011
scritto da Clover Stroud

 

 

Solo una ragazza normale adolescente, ma nel posto sbagliato al momento sbagliato‘ –  è come Charlotte Wells descrive le circostanze in cui sua figlia, Rachel, diciasettenne, incontrò Wayne, 24 anni, un missionario religioso, in un centro commerciale a Somerset due anni fa.

Al momento dell’incontro Wayne era per Rachel affascinante con i suoi racconti di lavoro all’estero e per le sue qualifiche che andavano dalla consulenza e sostegno ai giovani alla gestione dell’evoluzione interiore. Nelle settimane successive Rachel e Wayne ebbero una relazione, che Rachel nascose a sua madre, ma al momento di partire per l’America Rachel fu lasciata con il pretesto che le mancava un visto.

Chiesi a Rachel che cosa non andasse, visto che sembrava giù, e lei mi rispose che aveva incontrato qualcuno, ma che si erano lasciati. Lei mi disse che c’era qualcosa che avrei dovuto sapere su di lui che non mi avrebbe fatto piacere.‘ Wayne insieme ai suoi genitori e nove fratelli faceva parte della Famiglia Internazionale e aveva ricevuto una borsa di studio per predicare il Vangelo a livello internazionale come ‘cristiano‘.

Bambini di Dio o Famiglia Internazionale

I membri di questo gruppo vivono in comunità, seguendo le regole secondo cui si possono sposare e possono avere figli. La Famiglia ha avuto varie denominazioni, ma è stata costituita in California nel 1968, come i “Figli di Dio”. Il suo leader David Berg ha incoraggiato il sesso tra adulti e bambini, come la più alta espressione dell’amore di Dio. Oggetto di controversie essa si è proposta come The Family International, ma è stata attaccata sin dalle sue radici: la sua pagina web presenta ancora un omaggio a David Berg, e la Famiglia non ha mai rinnegato i suoi scritti.

David Berg Fondatore de i Bambini di Dio

 

Ho cercato Wayne chiedendogli informazioni su  questo leader e sulle sue associazioni. Wayne ha risposto che non vi era “assolutamente niente di sbagliato in David Berg”. Poi ho fatto tutto quello che non si dovrebbe fare quando il proprio figlio si interessa ad una setta, tanto da averla persa”, dice Wells.

 

Ottenere dati precisi sul numero di culti che operano in Gran Bretagna è difficile, ma Ian Haworth del Centro di Informazione dei Culti stima che ci sono oltre 500 organizzazioni estreme che possono essere descritte come sette.

Molte organizzazioni, dai gruppi di terapia estrema alle organizzazioni cosiddette religiose rientrano nella definizione di culto in quanto tutte condividono caratteristiche simili – sostiene Haworth – In linea di massima una setta è un gruppo elitario, una società totalitaria che utilizza la coercizione psicologica per reclutare e mantenere i membri all’interno, isolandoli dalla loro famiglia e dalla società. I culti sono guidati da sedicenti leader messianici, che sono responsabili e spesso carismatici, e che sfruttano anche i loro membri.”

Il pericolo dei culti è che la maggior parte di noi non si rende conto di quanto siano potenti e che tipo di  effetti possono avere.

Parte del problema che ho dovuto affrontare è stato quello di convincere le altre persone che mia figlia non era pazza e che Rachel era davvero in pericolo” dice Wells.

Ma l’ansia di Wells era ben fondata, come Celeste Jones, 35 anni, può testimoniare. Jones è nata nei Bambini di Dio. I suoi genitori si sono separati quando aveva quattro anni, e mentre sua sorella minore tornò in Inghilterra con la madre, Jones rimase con il padre nel culto durante la sua infanzia e nella vita adulta.

Durante questo periodo le sono stati attribuiti cinque nomi diversi ed è vissuta in 15 paesi diversi – la Famiglia preferisce che i propri membri non mettano radici in un unico posto ed è anche desiderosa di evitare l’attenzione di sospetti locali e della polizia.

Il sesso era una parte normale della vita degli adulti che fanno sesso apertamente di fronte ai bambini. Il programma settimanale dovrebbe includere un accoppiamento per ogni adulto, compresi i bambini di età superiore ai 12 anni, e sessioni di preghiera quotidiane comprendenti ‘coccole’ o sesso di gruppo. Jones è stata regolarmente stuprata da uomini adulti in nome dell’amore di Dio e, a 11 anni, le è stato detto di fare sesso con un altro bambino secondo il calendario.
Ora Jones lavora come operaia in un istituto di beneficenza per il sostegno familiare ai bambini a Bristol, dove vive con sua figlia di 12 anni. Ella si presenta composta ma anche complessa. Mi spiega che un culto destabilizza l’ordine naturale delle relazioni padre/figlio.
In un culto i tuoi genitori non sono i tuoi genitori, un bambino è sotto la guida di tutti e può essere punito da tutti.’  Le chiedo perché non si lamentava con suo padre. ‘Adoravo mio padre, ma raramente lo vedevo per più di qualche minuto alla volta oltre l’età di cinque anni, perchè egli stava lavorando per il gruppo, ed era spesso lontano. Sono stato curata da assistenti – risponde.
Il tempo con lui era prezioso, per questo ci è stata impedita una comunicazione reale. Se dicevo qualcosa ai miei compagni avrebbero potuto fare la spia su di me, come eravamo incoraggiati a fare. Ho avuto un profondo desiderio di piacere a Dio e mi ero convinta che criticare il gruppo era la lingua diavolo. Se fossi stata negativa avrei avuto dei problemi con il leader.”

Per un estraneo è difficile capire perché qualcuno si aggrega o rimane dentro un culto abusante, ma Jones si paragona a una donna che è stata in una relazione violenta da cui non riesce ad uscire.
Come chiunque abbia subito abusi domestici saprà, lasciare quella relazione non è semplice” sostiene. “Sono stata vittima del lavaggio del cervello e indotta a credere che quello che stavamo facendo era giusto e che il mondo era sbagliato. E, come in un rapporto abusante, a volte ho la sensazione che, se solo avessi potuto cambiare le cose dal di dentro, avrei potuto far diventare il gruppo migliore.

Dr.ssa Alexandra Stein

 

La Dottoressa Alexandra Stein, docente al Birkbeck College di Londra è una psicologa sociale, specializzata in gruppi estremisti ed ha vissuto in prima persona la complessità emotiva della vita in un culto. La Stein è una donna che alla fine degli anni Cinquanta ha trascorso un decennio sotto il controllo di un gruppo radicale marxista in cui era impegnata a Minneapolis a partire dall’età di 26 anni.

E’ difficile immaginare la Stein in uno stato di debolezza, di perdita individuale tanto da essere risucchiata in un culto. Ma Ian Haworth suggerisce che le persone più facili da reclutare sono, infatti, quelle intelligenti, colte, idealiste ed economicamente avvantaggiate.
Quando si è unita al gruppo la Stein aveva assistito alla guerra del Vietnam e all’ascesa del femminismo, e aveva una fame di attivismo politico. “Il gruppo non si presentava come una organizzazione che avrebbe rimosso la mia capacità di fare delle scelte personali o di controllare tutta la mia vita. Al contrario, sembrava un gruppo di persone guidate dagli stessi miei interessi, e composto da gente che mi impressionava con i dettagli della sua attività di consulenza sanitaria e di campagne che avevano realizzato per i diritti delle donne.”

A poco a poco la Stein fu sempre più coinvolta nel gruppo e si trasferì in un appartamento con diversi membri dello stesso. Il gruppo bloccò tutte le sue libertà personali, le combinò un matrimonio e le ordinò di non usare il suo diaframma (contraccettivo).
Subito mi fu ordinato di avere figli, era un modo per controllarmi” afferma la Stein. “A questo punto sono stata isolata da amici e parenti. Mi hanno dato regole sulle mie scelte contraccettive su un foglio di carta beige, ed io ho seguito le indicazioni. Ero un femminista impegnata, ma subivo il lavaggio del cervello, quindi il mio processo di pensiero era confuso, permettendo all’organizzazione di compiere scelte molto personali al mio posto. Questo “attaccamento disorganizzato” avviene anche in un rapporto abusante, quando una donna è confusa e intimidita, poi isolata fino al punto che l’unica persona che può aiutarla è il suo aggressore.”

Per Jones e Stein i figli hanno rappresentato il punto di svolta, ed entrambe sono fuggite dai loro culti. “Vedere l’organizzazione con gli occhi di una madre che deve proteggere il proprio bambino mi ha aiutato a prendere le distanze da essa” dice Stein. “Ho raggiunto il punto di rottura quando sono stato istruita sul tipo di giocattoli con cui i miei bambini potevano giocare, come su quali personaggi dei cartoni animati erano vietati. Mi sembrava così assurdo.”

Entrambe hanno deciso di rompere la congiura del silenzio che circonda l’appartenenza al culto, come le altre donne che da allora hanno pubblicato i racconti delle loro esperienze – Jones ha raccontato la sua storia in ‘Non senza mia sorella e la Stein in Inside Out – e hanno svolto un ruolo fondamentale nella creazione della Fondazione per un Sicuro Passaggio, che fornisce risorse e sostegno per le persone fuoruscite dai culti.

Copertina Inside Out

 

Il Centro d’informazione di Culti e la Families Survival Trust sono altre due organizzazioni che offrono sostegno alle persone con problematiche settarie.

Queste organizzazioni sono tutte d’accordo che si tratta di un problema crescente. Oltre alla Famiglia Ian Haworth cita i Moonies come ‘una forza da non sottovalutare‘, e critica il crescente numero di culti di terapia “che possono essere altrettanto abusanti perchè utilizzano coercizione psicologica per il controllo dei membri.”

Matrimonio di massa trai Moonies

Attiva anche in Gran Bretagna è la Chiesa di Scientology, fondata da L. Ron Hubbard nel New Jersey nel 1952, che vanta molti membri di alto profilo di Hollywood, tra cui Tom Cruise, Katie Holmes e John Travolta.

The Church of Scientology’s building in Los Angeles.

La Chiesa di Scientology nega di essere una setta e Scientology è riconosciuta come una religione in un certo numero di paesi, tra cui l’America, ma non nella Gran Bretagna. (‘Scientology è una setta?‘ Chiede il sito web dell’organizzazione. ‘No, è una religione nel senso più pieno della parola.‘)
Ci sono molti aspetti controversi di Scientology, non da ultimo la sua convinzione che gli esseri umani discendono da una razza esiliata da un altro pianeta in un lontano passato. C’è anche la questione del ‘distacco‘, un termine usato per descrivere tra gli scientologist il bloccare il contatto con amici e familiari che, per usare le parole del sito, ‘[sono] soppressivi o che [sono] antagonisti a Scientology o ai suoi principi ‘.

Il sito continua: ‘Al fine di risolvere questa situazione, le “maniglie” delle altre persone antagoniste della verità su Scientology e sulla Chiesa, come ultima risorsa, quando tutti i tentativi di gestirli non sono riusciti, devono essere “disconnesse” ovvero bisogna interrompere la comunicazione con la persona [ndt antagonista].’

Gli oppositori di Scientology sostengono che la disconnessione sia uno strumento sinistro impiegato per indurre una frattura tra i membri dell’organizzazione e le loro famiglie. La Chiesa di Scientology respinge questa accusa.

Silene assomiglia a qualsiasi altra benestante signora di mezza età, nella rigogliosa periferia inglese dove ci incontriamo per un caffè. Parlando con un accento  brasiliano, mi racconta di sua figlia Natalie come di una ragazza intelligente e del loro rapporto d’amore esistente una volta.

Natalie era così vicina a me e mio marito, e spesso stavamo insieme in famiglia’ – afferma. Natalie ha trascorso gran parte dei suoi vent’anni di studi di inglese all’estero, prima di tornare a casa a 27 anni e di lavorare in città. Silene si allarmò nel trovare libri su Scientology in camera di Natalie. ‘Le ho chiesto se lei ne era stata coinvolta e mi ha risposto che non sarebbe mai entrata in Scientology perchè lei non ci credeva.’

Tuttavia nel corso del 2009 Natalie è partita. ‘E’ stato come se stesse portando un fardello terribile con lei‘ racconta Silene. ‘E’ diventata seria e tesa.’ Entro la fine dello scorso anno Natalie andò a vivere con altri Scientologist e ha iniziato a frequentare Anton, il cui patrigno John, la sorella e la madre erano tutti coinvolti con Scientology.

La relazione con Natalie divenne tesa e a Natale di quell’anno ha completamente cambiato la sua alimentazione oltre che i suoi rapporti con i genitori.

E’ stato il cambiamento di nostra figlia, come se fosse stata presa in consegna.
Lo scorso aprile Silene e suo marito hanno incontrato la famiglia di Anton per un pranzo, conoscendo la portata del loro coinvolgimento con Scientology. Poco dopo John è arrivato, non invitato a casa di Silene. ‘Ha urlato che se non avessi accettato Scientology, Natalie avrebbe disconnesso con noi.’ Poco dopo Natalie ha smesso di comunicare con Silene.
L’organizzazione è in genere molto poco comunicativa con le famiglie che la contattano per informazioni sui parenti che hanno aderito. Molti genitori i cui figli sono membri segnalano un ‘muro di silenzio‘, con lettere, e-mail e telefonate senza risposta.

Ma quando li ho contattati per chiedere qualcosa su Natalie hanno risposto subito, dicendomi che Natalie aveva problemi con sua madre risalente a ben prima che diventasse una Scientologist. Ella ha deciso all’inizio di quest’anno di prendere un periodi di distacco, ma non di allontanarsi completamente da lei. Ha avuto recentemente una  buona comunicazione con la madre e spera che avranno rapporti di buona famiglia per il futuro.
Poco dopo Natalie chiama Silene e l’ha incontrata, anche se non si può parlare di Scientology. ‘Ho visto solo Natalie un paio di volte e non ne parla, in quanto provoca enormi conflitti. E io combatterò, per tutto il tempo che sarà necessario, per farla uscire.

Charlotte Wells lotta per evitare che l’adesione di Rachel alla Family International le comporti un  costo personale. Ha preso sei mesi di aspettativa dal lavoro per avere il tempo per capire il modo in cui funziona un culto. ‘Combattere un gruppo come questo è intimidatorio e ho dovuto imparare in fretta,‘ dice.
La sua perseveranza ha pagato. Rachel ha iniziato a mettere in discussione il fatto che il suo matrimonio con Wayne la porterebbe a vivere all’interno di un gruppo chiuso. ‘Quando si poteva parlare con calma Rachel ha iniziato a esaminare ciò che Wayne le aveva detto. Non le piaceva l’idea che avrebbe dovuto vivere in comunità con gli altri membri del suo gruppo ‘ –  spiega Wells.
Era una ragazza adolescente con idee romantiche di vivere con e sposare Wayne, visto che lei credeva veramente di essere innamorata. Quando abbiamo parlato di questo ed era chiaro che non avrebbero potuto essere solo loro due, ha iniziato ad avere i piedi freddi. Era arrabbiata per l’idea che avrebbe dovuto far parte della Famiglia tanto da avere un rapporto sessuale insieme, e credo che questa realizzazione abbia reso il tutto molto meno romantico ed emozionante.
Alla fine, Rachel ha abbandonato l’intenzione di trasferirsi in America, e madre e figlia oggi raramente parlano di quella storia.
Sono certa che se avesse sposato Wayne, sarebbe stata costretta ad aderire al gruppo non appena i suoi piedi avessero toccato la pista [americana]’, dice Wells. ‘Poi l’avrei perduta, forse per sempre. Mi spaventa pensare a quello che il suo futuro avrebbe potuto essere. Il tutto ha comunque lasciato una cicatrice ma so che  è qualcosa che ci deve far  essere vigili su quanto potrebbe accadere di nuovo, in qualsiasi momento.’

Fonte originale: http://www.rickross.com/reference/family/family78.html

 

Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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LE SETTE RELIGIOSE IN ITALIA/ E la tua vita non è più quella di prima…

di Carmine Gazzanni

“Ne sono uscito. Ho avuto una forza incredibile, non so neanche io come ho fatto. Ma tutt’ora la mia vita non è più quella di prima”. Michele (il nome, chiaramente, è di fantasia, così come lo saranno tutti quelli dei fuoriusciti qui menzionati, che, per legittimo timore, preferiscono ancora oggi celare la propria identità. Ed anche questo è piuttosto eloquente) è oramai un uomo di circa 40 anni: ha passato quasi venti anni all’interno di Damanhur prima di uscirne nel 2005.

La sua, come quella di tanti altri fuoriusciti, è la storia di un uomo che è rimasto ammaliato da sette che promettono setta_religiosal’Eldorado, celando una realtà ben più cruda. Parliamo, infatti, di vere e proprie lobby settarie: organizzazioni evolute, sofisticate, veri centri di potere occulto che non sono affatto periferici alla nostra vita quotidiana, ma tendono ad infiltrarsi, dalle scuole alle istituzioni, allungando i propri tentacoli finanche in Parlamento. Il tutto a danno di coloro che cadono nell’illusione di una felicità a portata di mano o, addirittura, di un’illuminazione.

Perché dietro culti che si fondano su alieni, imperatori, divinità egizie, formule magiche e riti alchemici si nasconde ben altro: un meccanismo furtivo che alla fine spoglia totalmente il fedele, dei suoi averi, dei suoi rapporti familiari, della sua propria identità. “Anni dopo la mia esperienza mi sono trovato a riflettere su tutto ciò che facevo da membro di Damanhur (una delle sette più attive in Italia, ndr): sono scoppiato a piangere quando mi sono reso conto che allora agivo senza nemmeno rendermi conto di ciò che facessi e perché lo facessi”.

Questo è capitato a Michele e a tanti altri come lui che abbiamo intervistato e conosciuto: uomini e donne dal passato sventurato che, deboli, abbandonati e scoraggiati, si sono gettati nelle braccia manipolatrici delle sette. Uomini e donne che sono usciti in molti casi a stento, potendo contare, molto spesso, solo sulle proprie forze. Già, perché l’Italia è l’unico Paese nella Comunità Europea che non dispone di una legge nel codice penale che punisca la manipolazione mentale: è esistita fino all’8 giugno 1981, giorno in cui la Consulta lo bolla come incostituzionale perché la norma “mostra chiaramente – scrivevano allora i giudici – l’impossibilità di attribuire a essa un contenuto oggettivo, coerente e razionale, e pertanto l’assoluta arbitrarietà della sua concreta applicazione” (anche se, come vedremo, pare che qualcosa si stia muovendo).

E certamente questo ha favorito il dilagare del fenomeno settario, sebbene stime numeriche precise non si possano fare. L’unico documento ufficiale di cui disponiamo a riguardo, realizzato dal Ministro degli Interni alla Commissione per gli Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, risale addirittura al 1998. Ebbene, nel dossier si legge che “fornire dati esatti sulle dimensioni del fenomeno, quantificando le ‘sette’ e i loro adepti, è estremamente difficile”, anche perché non abbiamo solo comunità oramai saltate più volte agli onori della cronaca, ma anche movimenti settari privi di visibilità all’esterno della ristretta cerchia di affiliati.

In più non bisogna dimenticare che all’interno di tali movimenti esiste un preciso ordine gerarchico (come vedremo) che va dal “santone”, dal “profeta”, ai membri attivi fino anche soltanto a coloro che semplicemente simpatizzano pur non avendo mai aderito formalmente. Senza dimenticare, infine, che è difficile (se non praticamente impossibile) reperire elenchi ufficiali degli affiliati: in preciso stile massonico, infatti, molto spesso i registri rimangono occulti. E restano tali anche all’interno della setta stessa. Come diversi fuoriusciti ci confermano, infatti, questo renderebbe più efficace l’attività di “vigilanza”: non sapendo chi si ha davanti, è più probabile che si possa dire una parola sbagliata, svelare un segno di cedimento o criticare la stessa organizzazione settaria.

Ma torniamo ai numeri. Il dossier del 1998 parla di 76 movimenti religiosi per un totale di 78.500 affiliati. Un numero preoccupante che tuttavia – come abbiamo già precisato – è, oggi, a distanza di 13 anni, certamente più alto. Come, del resto, ci conferma anche la dottoressa Lorita Tinelli, presidente del CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici), che ha dedicato e dedica gran parte della sua vita a tali questioni: “innanzitutto in quel momento il Ministero degli interni si occupò esclusivamente dei movimenti magico-esoterici che non sono la totalità dei gruppi esistenti a livello nazionale. Oggi all’incirca riteniamo che ci siano circa 500 gruppi organizzati”.

I movimenti settari sono dunque in forte espansione. Ma quello che si nasconde dietro le promesse di felicità, benessere e, in alcuni casi, di una vera e propria palingenesi messianica, è una realtà ben diversa: i racconti, i documenti, i quadri che presenteremo in questa inchiesta aiuteranno a prender coscienza del giro d’affari (economici e, in alcuni casi, anche politici) che ruotano intorno alle sette, della loro capacità di “spolpare” le persone che vi si avvicinano, di ingannare, plagiare, violentare. E quando qualcuno, come nel caso di Michele, si rende conto di ciò che si nasconde dietro l’attrattiva di energie cosmiche, reincarnazioni, forze naturali e sovrannaturali, uscire diventa complicato, se non impossibile. Quando Orwell raccontava la sua distopia in 1984, prospettava, in realtà, un mondo non molto lontano da quello che ritroviamo, come vedremo, in gran parte d’Italia.

 

SETTE RELIGIOSE/ Indottrinamento, proselitismo e chiusura verso l’esterno. Il modo per distruggere un uomo

 

di Carmine Gazzanni

Le sette attive e operative nel nostro Paese sono tante e, sebbene differenti tra di loro per quella che possiamo chiamare “professione di fede”, non si distinguono affatto per alcuni aspetti peculiari che risultano essere, dunque, comuni a tutte le organizzazioni settarie.

Fondamentale per ogni setta – come viene dettagliatamente analizzato nel libro-inchiesta di Stefano Pitrelli e Gianni Del sette-rituali-e-sacrifici-umani-L-c53gxwVecchioOcculto Italia” – è il primo contatto con il potenziale adepto a cui gli si promette una felicità a portata di mano, una serenità facilmente raggiungibile. Insomma, l’Eldorado. E attenzione: in molti casi si parla non soltanto di un benessere mentale, ma anche fisico. E poi nuovi amici, migliori di quelli che si avevano prima. In alcuni casi, ancora, si arriva al paradossale: si promette una palingenesi planetaria. Basta soltanto seguire alla lettera gli insegnamenti del guru. Di fatto si arriva a far credere che quella sia una comunità prescelta, eletta, speciale. È il caso, questo, della setta di Damanhur (il cui leader, dicono, è la reincarnazione del dio egizio del sole, Horus), attiva in un piccolo paesino in provincia di Torino. Si legge, infatti, sul sito ufficiale della comunità: “le linee sincroniche sono i canali di energia che percorrono il nostro Pianeta […] Le linee sincroniche trasportano pensieri e idee e attraverso di esse è possibile collegarsi a qualsiasi punto del Pianeta. Damanhur […] sorge dove si incrociano quattro di queste linee principali […] Sono state individuate con viaggi fisici e sistemi medianici”. E, guarda caso, quest’incrocio magico avviene proprio a Vidracco, sede della comunità.

E, ancora, è il caso del Movimento Umanista che si propone, addirittura, di cambiare il mondo per salvarlo. Di “umanizzarlo”, appunto. Il fine è quello di sconfiggere guerre, terrorismo, sfruttamento, malattie. Propositi altissimi, ci mancherebbe. Peccato, poi, che il sistema interno alla setta sia profondamente gerarchico e che tagliare i ponti, semmai uno volesse, sia a dir poco complicato, viste le pressioni psicologiche a cui si è sottoposti. La Tinelli, infatti, ci rivela che “la pericolosità del gruppo è data dal fatto che non si accetta affatto il senso critico, né dei partecipanti, né dei fuoriusciti. Non si accettano critiche. E l’atteggiamento immediato che hanno è quello di denunciare, minacciare, molestare tutti i soggetti che risultano essere critici”. Un atteggiamento che abbiamo riscontrato nelle parole di un’altra fuoriuscita che chiameremo Paola: “Ho cominciato ad avere dubbi – ci rivela – circa quattro anni dopo essere entrata attivamente in Scientology. Se n’erano accorti semplicemente perché avevo espresso perplessità su una delle nostre giornate di lavoro e di formazione. In pratica mi hanno messo sottopressione: venivano a casa anche cinque volte al giorno, mi chiamavano continuamente, insistevano affinchè io partecipassi alle riunioni. Alla fine, probabilmente più per sfinimento che per altro, ho soppresso i miei dubbi. Solo un anno dopo sono riuscita ad uscire, anche se gradualmente, da Scientology”.

Il proselitismo, tuttavia, per ogni setta che si rispetti, va di pari passo con un altro aspetto, probabilmente ancora più fondamentale affinché poi si spogli il soggetto di tutto, finanche della sua identità. Stiamo parlando della rottura di ogni rapporto con il mondo esterno: basta legami con familiari, mogli, figli, amici. L’unico amore che consola, che riempie, è quello della setta. Non a caso si parla di love bombing: l’adepto viene letteralmente bombardato d’amore e di attenzioni in maniera tale che non senta più il bisogno e la necessità di qualsiasi contatto con l’esterno. Pian piano, poi, si comincia a far credere che non solo tali legami siano superflui, ma addirittura nocivi per il raggiungimento della felicità.

La dottoressa Tinelli ci racconta, ad esempio, di una setta che lei conosce molto bene, Arkeon, oggi sotto processo a Bari per reati a vario titolo (associazione a delinquere finalizzata all’abuso della professione, maltrattamento sui minori, violenza privata, calunnia): “in questo gruppo addirittura inducevano i loro adepti a ricordare un falso ricordo di un abuso sessuale durante l’infanzia perpetrato o dal padre o dalla madre o da un parente prossimo. Durante queste sessioni, ad alto impatto emotivo, gli adepti finivano col ricordare una cosa mai accaduta. Dopodiché il compito era quello di tornare a casa, andare dal genitore preposto, dal pedofilo di turno e andare a raccontare del ricordo”. Ciò, chiaramente, porta subito alla devastazione del rapporto genitoriale. E certamente non è l’unica setta che ha ideato questa ”strategia”.

È il caso, ad esempio, dell’O., che, prima che fondasse il suo movimento (colorato di filosofia, ma solo apparentemente), aveva uno studio in cui praticava seduta di psicoterapia, ma, per chiunque andasse, la diagnosi era sempre la seguente: le cose vanno male perché sei circondato da negatività. Come guarire allora? Devi allontanarti dalla tua famiglia, dai tuoi genitori, da tua moglie, dai tuoi figli. Stesso dicasi per Scientology: Paola, ad esempio, ci dice che quando è entrata in Scientology aveva poco più di diciotto anni e viveva ancora a casa dei suoi genitori. “I miei – ci dice – in un primo momento hanno lasciato correre; dopo però hanno cominciato a esprimere perplessità. Hubbard (leader scientologo, ndr) fornisce a chi è a contatto con una persona anti-scientology due soluzioni: o risolvere la situazione o tagliare i ponti. Così ho fatto: sono andata via di casa. Sentivo i miei genitori soltanto nei periodi di feste”.

Un classico. Il santone di turno inculca ai neofiti l’idea secondo cui soltanto ora si è nella verità, ma le persone a noi vicine non capiranno questo grado di consapevolezze raggiunto. “Ed ecco la profezia che si autodetermina”, ci dice la Tinelli: i neofiti torneranno a casa e cominceranno a stimolare discussioni su argomenti che mai avrebbero affrontato prima, più per stimolare una lite che la discussione pura e semplice. Parleranno con un linguaggio diverso, proprio del gruppo, si vestiranno in maniera diversa addirittura. Tutti questi cambiamenti repentini risulteranno a dir poco strani per i genitori e gli amici. Diranno “ma come mai questi cambiamenti? Non è che ti stanno facendo il lavaggio del cervello?”.

E lì arriva la rottura, di colpo questi ragazzi prendono, fanno le valige e vanno via di casa. A volte, addirittura, ci conferma la dottoress, i genitori non sanno più dove vanno a finire i figli proprio per via di questa rottura. Non a caso diverse sono le storie di uomini che, entrati nelle sette, hanno abbandonato la propria fidanzata, di genitori che non rivedono i propri figli oramai da anni. È il caso di Monica, mamma di una ragazza di Chivasso (in provincia di Torino), che ci racconta una storia dai tratti profondamente drammatici: “non vedo mia figlia oramai da un anno. E non solo lei non torna più a casa, non solo non risponde praticamente mai al telefono, ma se andiamo a cercarla noi, non ci permettono di avere contatti. Ci dicono o che non c’è o che è impegnata o che in questo momento non vuole vederci. Ogni giorno penso a lei e ogni notte, prima di andare a letto, passo per la sua camera che è rimasta ancora così come lei l’ha lasciata. Ogni volta non posso far altro che piangere”.

 

LE SETTE/ Damanhur e Scientology: pecunia non olet. E quel “pallino” politico per l’otto per mille…

 

di Carmine Gazzanni

“Una volta che ti leghi ad una di queste comunità, l’indottrinamento prosegue senza tregua”, commenta sconsolata Paola. E in effetti è così: i leader dei vari movimenti sono visti come guru, come custodi di una verità eterna, infallibile, cristallina. Sono da seguire fino allo stremo, sia se essi blaterano formule alchemiche, sia se si presentino come salvatori dell’umanità o reincarnazione di qualche divinità aliena.

E questo cosa comporta? Che ci si dedichi costantemente, anima e corpo al bene della comunità. E qui si arriva al vero fine di ogni sette_religiose_otto_per_millesetta: il fedele deve dare tutto se stesso. A cominciare, chiaramente, dai propri averi. “L’aspetto economico senz’altro è l’aspetto prioritario. Questo è fondamentale per il potere personale sulle persone, che fa parte delle caratteristiche narcisistiche dei capi carismatici”, ci conferma la dottoressa Tinelli.

Ogni gruppo, in effetti, incoraggia le donazioni che ogni buon adepto è tenuto a fare. In diverse comunità c’è anche l’obbligo della partecipazione a seminari, i quali, tuttavia, sono decisamente sui generis: “di norma noi pensiamo che ogni corso, alla fine, si conclude con un attestato, un diploma, una laurea. Qui no: i corsi non finiscono mai, sono ripetizioni di ripetizioni di ripetizioni. Non si va mai a un livello successivo. I corsi si ripetono sempre, sempre allo stesso costo, pagati sempre a nero”. Ma non finisce qui: molte di queste sette si organizzano fino a creare una vera e propria rete di merchandising. Basti pensare che a Damanhur esiste un vero e proprio listino prezzi per gioielli, piante, quadri, indispensabili per raggiungere la piena serenità col mondo circostante (e dunque indispensabili per i neofiti). In pratica, ogni fedele si ritrova ad essere anche (e soprattutto) un buon cliente. Col risultato che, molto spesso, si possono perdere grandi somme di denaro senza nemmeno rendersene conto.

È il caso di Giacomo Sotgia (ex adepto di Scientology) che nel suo memoriale del 10 agosto 2010, allegato alla denuncia presentata alla Procura di Pordenone, ricorda che “negli otto anni di affiliazione ritengo che le somme versate a vario titolo ammontino a circa novantamila euro”. Ma il caso di Giacomo di certo non è isolato: sono molti nella sua stessa situazione. Monica, mamma che non vede la figlia da un anno, ci racconta, tra le lacrime, del giorno in cui sua figlia si precipitò a casa, dopo mesi che non si vedevano: “era sconvolta. Noi pensavamo che fosse tornata definitivamente. E invece no: dopo un abbraccio veloce ci chiese circa mille euro. Diceva che le servivano. Io ero disperata, non sapevo cosa fare. Alla fine, nella speranza che poi sarebbe tornata, glieli diedi. Ma lei il giorno dopo né è tornata per ringraziarmi, né mi ha telefonato”.

Ancora più emblematico il caso di Damanhur. Questa setta è una delle tante organizzate come vera e propria comunità. Una sorta di città-stato con una propria bandiera, un proprio inno, una propria Costituzione. Ed anche una propria moneta, il Credito. Questo significa che gli adepti che lavorano fuori dalla comunità, rientrati a casa, devono cambiare l’euro in Credito e quindi riversare tutto il guadagno all’interno della loro banca (sì, hanno anche proprie banche, Peal e Atalji). “Ho conosciuto – ci racconta la Tinelli – una persona che è stata dentro Damanhur trent’anni. È fuoriuscita e oggi non ha nemmeno diritto alla pensione: in Italia da questo punto di vista è come se non fosse mai esistita avendo in pratica vissuto gran parte della sua vita all’interno della setta”.

E quando non è possibile offrire denaro, la comunità assorbe totalmente il tuo tempo libero in attività vantaggiose per la comunità stessa. In pratica, oltre ai soldi, l’adepto mette a disposizione anche il suo lavoro. Gratuito naturalmente. “Dopo alcuni mesi che ero entrato in Damanhur – ci racconta Michele – pian piano le ore che dovevo dedicare ai lavori per la comunità cominciavano a crescere. Sono arrivato a circa settanta ore al mese di lavoro gratuito. Ora era necessario rifare una strada, ora andare al Tempio per qualche controllo, ora bisognava riparare quella o l’altra cosa, ora al convegno per organizzare e predisporre i tavoli. Né era possibile assentarsi o dire che preferivi non andare”. Ecco, allora, come si spiega il motivo per cui sono i damanhuriani ad aver costruito il loro Tempio sotterraneo, senza ricevere nulla in cambio. E così anche le altre sette: sono gli ontopsicologi ad aver costruito la sede del Foil (Formazione ontopsicologica interdisciplinare leaderistica) nel Lodigiano, dove il leader Meneghetti tiene corsi (che si fa pagare profumatamente) di consulenza per le imprese; sono gli scientologisti a tenere in piedi le diverse chiese sparse sul territorio italiano. Insomma, tutte le sette utilizzano i propri seguaci per prosperare e questi, immersi nel lavoro, non riescono a riemergere dall’annichilimento totale a cui sono condannati.

Si attiva, dunque, un circolo vizioso da cui non si riesce più ad uscire: indottrinamento, zero tempo libero (e dunque zero tempo per riflettere e pensare autonomamente), totale dedizione per la setta. Anche a costo di perdere, come abbiamo visto, un intero patrimonio. Che, dopotutto, è il vero fine che si nasconde dietro ogni setta. Basti pensare a quanto ci dice ancora Michele: “i cittadini di classe A (ci sono diversi gradi gerarchici nella comunità, ndr) non possono avere nulla di privato. Devono cedere tutto alla Comunità. Anche la casa e la macchina”. D’altronde nella Costituzione del 2007 lo si dice chiaramente: “Il cittadino damanhuriano provvede al mantenimento personale e contribuisce con le proprie risorse e con il proprio lavoro a sostenere la Federazione della Comunità, in armonia con il principio di condivisione. Chi lascia la cittadinanza non avanza alcuna pretesa di carattere economico nei confronti di essa e non ha diritto a quanto in essa versato”.

 

L’OTTO PER MILLE E QUEGLI AGGANCI POLITICI INDISPENSABILI

Do ut des. Questo sembrerebbe essere il meccanismo che tiene legate le sette alla politica. La struttura verticistica dei movimenti settari, infatti, è un incredibile canalizzatore di voti, tanto più che basta accordarsi con il leader spirituale per crearsi un bacino elettorale importante. Ma in cambio il politico cosa deve fare? Ed ecco qui che si arriva al sogno inconfessato di ogni comunità settaria: partecipare alla tavola imbandita dell’otto per mille. Fior di soldi, dunque, e vantaggi fiscali di tutto rispetto. Ancora una volta, dunque, il discorso è prettamente economico.

Ed ecco allora che troviamo diversi legami di tutto rispetto (che Pitrelli e Del Vecchio nel loro libro documentano in maniera molto dettagliata). Abbiamo, ad esempio, il leader dell’O. , A. M., molto vicino a Marcello Dell’Utri (non a caso questa setta si caratterizza per un accesso leaderismo, tratto distintivo anche del Pdl). La Soka Gakkai (una sorta di buddismo dai tratti, però, fortemente autoritari) invece, se prima si era orientata verso destra con alcuni uomini legati al Pdl, nel 2006 compie la svolta “democratica”: un sokiano come Enzo Cursio si candida nella lista civica a supporto di Walter Veltroni alle comunali di Roma. Cursio non riuscirà ad essere eletto, ma senza dubbio questo serve a stringere rapporti con l’ex segretario del Pd e il partito tutto. Basti ricordare che l’allora ministro Melandri, quando istituisce la Consulta giovanile per il pluralismo religioso, invita, tra i quindici membri rappresentanti dei diversi credo, alcuni adepti della Soka in rappresentanza del buddismo, sebbene l’Ubi, Unione Buddista Italiana, non riconosca affatto questa setta. Abbiamo poi Damanhur che, invece, potendo contare sull’immagine propinata di “ecosocietà”, si era legata al Partito dei Verdi al punto da riuscire a portare avanti un’opera di “infiltrazione” degna di nota: dal 2004 al 2007 riescono a piazzare almeno tre loro esponenti nel consiglio nazionale del partito, più altri negli organi locali di città importanti come Torino, Modena e Firenze (senza dimenticare, come già abbiamo documentato, della vicinanza della comunità settaria con un altro parlamentare, Domenico Scilipoti). E poi il Movimento Umanista, che, dopo aver tentato la strada individuale (alle elezioni del 2000 il Partito Umanista si candida alle regionali in diverse zone d’Italia), conmfluisce in un partito con un peso nazionale decisamente diverso: l’Italia dei Valori. Tant’è che Antonio Di Pietro decide di candidare alle politiche del 2009 l’ex segretario del Partito Umanista, Giorgio Schultze.

Ma questi sono soltanto alcuni esempi tra i tanti che potremmo fare. Le sette, infatti, sono riuscite ad avere testimonial importanti non solo in Parlamento, ma anche nelle giunte regionali, provinciali, comunali. A volte riescono a prendere il controllo di interi comuni, come nel caso del Partito damanhuriano “Con te per il paese”, ormai al terzo mandato consecutivo a Vidracco. Molto spesso – è importante sottolinearlo – alcuni politici (e non solo i politici, ma anche uomini dello spettacolo e dell’imprenditoria) si ritrovano ad essere testimonial inconsapevoli dei movimenti settari: molte di queste, infatti, si celano dietro ONLUS, dietro organizzazioni umanitarie, dietro volontariato. Un bel modo, efficace ed efficiente, per fare, poi, proselitismo. È il caso, ad esempio, di Scientology, presente a L’Aquila dopo il terremoto del 2009, sotto le “mentite spoglie” dell’associazione di volontariato PRO.CIVI.COS (dove “COS”, del resto, sta per “Church Of Scientology”). Ebbene, Gianfranco Fini, in visita ai terremotati, si complimentò con la squadra di volontariato; non solo: l’opera di questa associazione venne applaudita dalla Camera dopo un intervento ad hoc del pidiellino Maurizio Lupi. C’è da credere, però, che i due parlamentari non sapessero affatto che dietro l’associazione si nascondesse la mano della setta di Hubbard.

Tutto questo, dunque, non solo permette di sponsorizzare la setta stessa con nomi importanti della politica italiana, e dunque di portare avanti un più proficuo proselitismo. Ma c’è dell’altro: si intrecciano rapporti, si scambiano favori, si scoprono le proprie carte. E allora gli adepti di una setta diventano un bacino elettorale decisamente appetibile. Ma i santoni – checché ne dicano – non fanno mai nulla per nulla. E allora si cerca di stringere alleanze per sedersi, un giorno, al tavolo dell’otto per mille; si insiste affinchè si prosegua nell’iter della proposta di legge sulle “comunità intenzionali” (che in pratica regolamenterebbe le donazioni “gratuite” e il lavoro nero degli adepti). Senza dimenticare l’importante opposizione di alcuni parlamentari alla reintroduzione del reato di plagio o manipolazione mentale: questo reato, infatti, è esistito fino all’8 giugno 1981, giorno in cui la Consulta lo bollò come incostituzionale perché ritenuto eccessivamente arbitrario.

Negli ultimi anni, tuttavia, alcuni parlamentari, spinti anche da diversi casi e dalle testimonianze scioccanti dei fuoriusciti, hanno presentato alcuni disegni di legge per reintegrare il reato di plagio. Del resto la stessa dottoressa Tinelli ci conferma questo cambiamento di rotta: “per due mercoledì di seguito io e altri studiosi siamo stati ascoltati in Senato: la Commissione di Giustizia sta vagliando seriamente la possibilità di elaborare una legge che vada a tutela delle vittime di queste esperienze. C’è un numero davvero esiguo di studiosi (molto spesso prezzolati dalle stesse comunità, ndr) che ritiene che una legge di questo genere vada a ledere la libertà religiosa, mettendo la religione di mezzo, quando invece la manipolazione mentale non avviene necessariamente solo per questioni religiose, ma in qualsiasi ambiente, per cui questa scusante non regge”.

 

SCIENTOLOGY/ Soldi, ricatti, minacce e dossieraggio: un governatore galattico.

 

di Carmine Gazzanni

Quanto detto sinora ci lascia intendere in maniera chiara come, dietro fantasmi venerandi, alieni da idolatrare, si nascondano interessi tutt’altro che metafisici. Chiaramente gli alti membri delle sette smentiscono. Ma ci sono anche carte processuali che testimonierebbero quanto detto. Quelle di cui siamo venuti in possesso (ma non sono le uniche: basti pensare ai membri di Arkeon, sottoprocesso tutt’oggi a Bari) riguardano una delle sette più attive e influenti.

Negli Usa come in Italia. Stiamo parlando di Scientology. La nascita ideologica di Scientology può rintracciarsi nel 1950, con la scientologypubblicazione del libro di L. Ron Hubbard, “Dianetics: la forza del pensiero sul corpo”, che riscosse un grande successo tra amanti di ‘terapie della mente’ e ‘controllo del corpo’. Da lì Hubbard si mise a capo di una setta che conta numerosi iscritti e un patrimonio, secondo le ultime stime ufficiali (che tuttavia risalgono al 1993), di circa 398 milioni di dollari in proprietà, più introiti pari a 300 milioni di dollari l’anno.

Ma andiamo a veder quanto professato dagli scientologisti: secondo Hubbard, l’avvento della razza umana può essere fatta risalire a 75 milioni di anni fa, quando Xenu, feroce governatore della Federazione Galattica, trasportò miliardi di anime umane su Teegeeack (oggi conosciuta come Terra). Da diversi documenti (reperibili anche su internet) si legge che a quel punto Xenu fece cadere le anime – chiamate Thetans – dentro vulcani delle Hawaii e del Mediterraneo, per poi farle esplodere con bombe all’idrogeno. Non contento, Xenu inculcò nei corpi ora senza anime false idee artificiali – immagini di Dio, del diavolo, di angeli, dello spazio, di teatri e di elicotteri, di danzatori e di treni. Come liberarsi da queste idee? Solamente tramite centinaia di ore del costoso “auditing” di Scientology, una sorta di fantascientifico esorcismo.

Ora, però, andiamo a spulciare le carte processuali, andiamo a leggere alcune dichiarazioni di fuoriusciti. Andiamo, insomma, ad alzare il coperchio fantascientifico propinato dalla setta. Anni fa la Procura di Milano portò avanti un’inchiesta che, sebbene si sia chiusa con l’assoluzione totale degli imputati, ha svelato dei meccanismi interni alle sette illuminanti. Nella sentenza di rinvio a giudizio dell’otto ottobre 1988, ad esempio, viene riportata la telefonata tra un tale Pasquale e Giuseppe su un possibile nuovo adepto che, tuttavia, pare abbia delle remore ad accettare l’insieme del corso denominato “Accademia”.

Però, si dicono i due, bisogna insistere perché “quel tipo lì… è troppo reach(ricco)”, quindi non bisogna assolutamente mollarlo, bisogna parlargli fino a stordirlo (“gli dici che gli devi parlare! Fine! Intanto parli, parli, parti, parli! Hai presente? Parli, eccetera! E poi parli di nuovo! Quello che fai è: parli fino a quando non sei qui poi, quando sei arrivato qui parlo io, hai capito?”), bisogna quindi portarlo da lui di persona perché “quando ce I’ho qui gli apro un culo tanto”. Da tutte le intercettazioni di allora, in pratica, si comprende bene come si cerchi in pratica di annichilire, stordire le persone affinchè poi accettino di aderire a corsi in cambio di grosse quantità di denaro. Gli inquirenti, ad esempio, scrivevano che in una registrazione “uno dei due interlocutori spiega all’altro, con tono di orgoglio, della “bravura” di altre due persone che sono riuscite a convincere qualcuno a comprare un certo corso (il “livello 4”) stando con lui ‘sino alle 8 del mattino successivo’. Sia consentito commentare che indubbiamente le persone in questione hanno mostrato notevole resistenza fisica ma si ha ragionevole motivo di dubitare del grado di coscienza e volontà dell’altro soggetto indottosi, dopo una notte insonne, ad acquistare un certo corso”.

In altri casi, ancora, le telefonate testimoniano che anche l’attività di proselitismo è diretta in base alle possibilità economiche della possibile ‘vittima’: “c’è una persona che ha… una pizzeria. Ma i muri non sono suoi. Lui sarebbe disposto a dare 3.000.000 al mese se tu puoi fargli avere un 40.000.000 presso una banca”. Altre volte, ancora, si stimola la persona a fare debiti, prestiti o ipoteche. E se, come in questo caso, la persona sembra decisa anche per conto suo a contrarre l’ipoteca per pagarsi i corsi “si assiste ad un sottile ma evidente atteggiamento di pressione”.

Uno dei casi più emblematici, a riguardo, è certamente quello di Maria Pia Gardini che ha perso circa 1,5 milioni di dollari. Le sue dichiarazioni giurate (febbraio 2001) aprono un mondo davvero inquietante. Basti ricordare, come ricorda la Gardini, che dopo aver soggiornato proprio per volere di Scientology in America, tornata in italia, “scoprii che la mia situazione era terribile. Il mio legale mi disse di vendere la villa di famiglia. Non avevo più soldi e non potevo permettermi di mantenerla”. E nemmeno la perdita di cari ferma l’interesse delle sette. Racconta sempre la Gardini che il 18 novembre 1990 sua figlia morì, all’età di 29 anni, per aids; “due giorni dopo la sua morte – racconta – la portai al cimitero per essere sepolta nel mausoleo di famiglia. Quel giorno mi richiamarono a Flag. Mia figlia non era stata nemmeno ancora sepolta. Flag mi chiamò e parlò con mia madre, che li mandò a quel paese […] Quando infine parlai con loro dissi che mia figlia aveva lasciato una bambina di 11 anni, Camilla, e non potevo partire immediatamente. Mi telefonavano ogni giorno, incessantemente, intimandomi di rientrare immediatamente. Telefonavano senza preoccuparsi delle sei ore di differenza tra gli USA e l’Italia. Chiamavano alle 4 di mattina svegliando tutta la casa, immersa nel dolore per la perdita di mia figlia, intimandomi di rientrare immediatamente a Flag”. Poco dopo la Gardini viene abbandonata anche dalla madre che le lascia una cospicua eredità.

E Scientology? “Debbie Cook (suo superiore, ndr) mi disse ‘Vogliamo sapere in che modo possiamo aiutarti per il tuo ciclo dell’eredità’. Si riferiva a come accelerare l’entrata in possesso dell’eredità di mia madre”. Sebbene la Gardini avesse tentato di ritardare, le pressioni erano costanti, anche tramite sedute tra lei e più persone il mattino alle otto, come documenta l’ex scientologa. Alla fine “finii per trasferire 300.000 dollari sui conti (di Scientology, ndr)”. Né le pressioni per altre ‘donazioni’ finiscono qui. La Gardini, visti i suoi problemi familiari dopo la morte di madre e figlia, aveva esigenza di rientrare in italia: “mi dissero che potevo partire, ma prima volevano che facessi l’intera donazione di un milione di dollari”.

A questo punto qualcuno potrebbe dire: ma perché non uscire? Come già abbiamo spiegato, il meccanismo che è alle spalle di tali donazioni porta l’adepto ad un completo annichilimento. Nelle carte processuali, ancora, ci sono le testimonianze di familiari che in pratica sono arrivati a non riconoscere più i propri cari. Una madre, ad esempio, dichiara: “…non so che arte venga usata per plagiare una personalità probabilmente debole, indebolita anche da fatti estremamente dolorosi accaduti nella nostra famiglia. La morte a 25 anni, del primo dei miei quattro figli, la morte di mio marito… nel 1982/83 rimase coinvolto in Dianetica e da allora non l’ho più riconosciuto… mai si era mostrato violento al punto che mi mise le mani addosso un paio di volte”; in un’altra dichiarazione, rilasciata ancora da una donna parlando di sua figlia, si legge:  “non la riconoscevo più, pur essendo sempre educata, mi sembrava un ‘robot’, non so come spiegarmi, una specie di fantasma senza più emozioni”.

E ancora: “… questo cambiamento di mia moglie mi ha causato non poca sofferenza e mi ha indotto ad indagare per trovare le origini … io sono un operaio e non mi intendo di queste cose ma ho notato che lì fanno di tutto per convincere la gente a pensare nello stesso modo o, comunque, a non pensare più con il proprio cervello”.

Comprendiamo, dunque, come sia difficile ravvedersi di una situazione che, potremmo definire, di “passivo sfruttamento”. C’è stato chi ha reagito, chi è riuscito ad uscire dalle dinamiche di indottrinamento. Ma non senza soffrire. Il già citato Giacomo Sotgia, nel suo memoriale, dichiara che “tali eventi (il suo essere stato adepto di Scientology, ndr) mi prostrarono a tal punto da aggravare lo stato depressivo e l’esaurimento nervoso di cui già soffrivo, e mi impedirono di lavorare per tutto l’anno 2007 e metà 2008 […] Attualmente continuo a soffrire di disturbi di salute, di stati ansiosi-depressivi che mi rendono difficoltoso svolgere regolarmente un’attività professionale e che nel tempo mi hanno fatto isolare da ogni iniziativa di carattere sociale e relazionale”. Anche Paola, la fuoriuscita da noi contattata, rivela la stessa difficoltà: “Mi rendo conto che la mia esperienza in Scientology ancora influisce sulla mia vita. Sono riuscita a farmi una famiglia, ma spesso, soprattutto quando sono tra persone che non sconosco, non riesco più a sentirmi a mio agio. Mi sento come un pesce fuor d’acqua”.

E questo non accade, chiaramente, solo in Scientology. La dottoressa Tinelli, ad esempio, ci parla di un lavoro sperimentale portato avanti da un associato del CeSAP con l’Università di Bari: “attraverso vari campioni è stato rilevato che i fuoriusciti hanno una dissociazione mentale negativa molto elevata. Questo significa che, a furia di rispettare delle regole che sono in contrasto con quelle che sono anche semplicemente le abitudini del quotidiano, ne risulta danneggiata l’attività cognitiva, l’attività mentale ed emotiva. Anche perché riaffacciarsi al mondo, il rivivere quelle emozioni alle quali si erano dati altri significati, diventa complicato”. Bisogna infatti ricordare che le sette ragionano per aspetti dicotomici: dentro-fuori, caldo-freddo, buoni-cattivi.

Non hanno le sfumature che invece sono essenziali nella vita. “In più – continua la Tinelli – nelle sette le scelte vengono sempre dall’alto, dal santone. Quindi c’è anche una sorta di affidamento totale al leader che presuppone, nel momento in cui si fuoriesce, una difficoltà ad entrare in contatto con un ambiente più allargato con tutte le sollecitazioni proprie di quest’ambiente”. Altro caso eloquente è quello di Michele, fuoriuscito di Damanhur, che ci racconta, anche lui, di non riuscire ad avere rapporti sociali: “Ho sempre paura. A volte faccio degli incubi molto strani e mi sveglio la notte terrorizzato. Ho difficoltà a rifarmi una vita, a metter su famiglia. E anche a trovare un lavoro stabile: molti mi considerano un disadattato. E probabilmente ora lo sono. La cosa non mi va giù perché mi ricordo da adolescente: ero sempre in prima fila quando si trattava di stare assieme, di divertirsi. Sognavo una famiglia molto allargata. I bimbi mi piacciono. Quando ci penso piango: l’errore che feci venti anni fa, quello di entrare in  Damanhur, mi ha cambiato. Non sono più me stesso. E ho paura che mai più tornerò ad esserlo”.

E, se da una parte uscire è complicato, dall’altra la setta fa di tutto affinchè verità scomode non vengano a galla: ognuna di queste, ad esempio, sconsiglia (anche se non per vie ufficiali) l’utilizzo dello strumento Internet, una fonte di informazioni decisamente pericolosa. Senza dimenticare che all’interno delle comunità, molto spesso, si creano comitati addetti proprio al monitoraggio della fede degli adepti e, nel caso ci sia qualcuno che allenti il suo credo, immediatamente le pressioni psicologiche raggiungono livelli ossessivi, da santa inquisizione. Molte di queste sette – come alcuni fuoriusciti ci confermano – dispongono di veri e propri tribunali nei quali sono tenuti interrogatori stremanti. E non finisce qui.

Alcune comunità dispongono anche di dossier su ‘nemici’ della setta (in primis giornalisti che hanno svelato importanti verità, come Del Vecchio e Pitrelli, ma soprattutto loro, i fuoriusciti): nel maggio 2010, infatti, la polizia ha sequestrato un archivio enorme nella sede torinese di Scientology. Al suo interno le storie, fin nei minimi dettagli, di tutti gli ex adepti (questo spiega perché, di solito, all’interno di tali comunità si cerca di conoscere fin nell’intimità ogni fedele). Ma non solo: all’interno del dossier abbondano i nomi dei ‘nemici’, ma anche di possibili alleati. Viene annotato tutto: preferenze sessuali, vicinanze politiche, problemi o forza economica della persona di cui si parla. Perché questo? Perché un dossier è un’arma sempre valida: è arma di ricatto, è contropartita in un possibile do ut des, è pistola da puntare nei confronti di chi, oggi amico, può domani ravvedersi della follia di Scientology.

 

ARKEON 2011/ Parla una fuoriuscita dalla setta: “Attenti, perché è in gioco la mia vita”.

 

di Carmine Gazzanni

Associazione a delinquere finalizzata all’abuso della professione, maltrattamento sui minori, violenza privata. Questi sono i reati per i quali oggi una delle sette più attive in Italia, Arkeon, è sottoprocesso a Bari (senza dimenticare una condanna in primo grado a sei anni per violenza sessuale ad uno dei maestri di questa psicosetta). Tra gli imputati anche lui, il leader maximo del movimento, Vito Carlo Moccia. Abbiamo parlato con una fuoriuscita: la sua testimonianza è a dir poco scioccante.

Arkeon nasce nel 1999 e, da lì, comincia ad espandersi a macchia d’olio. Non solo in Puglia, ma in tutta Italia, come ci conferma lasetta_arkeon_2011 fuoriuscita con cui Infiltrato.it è riuscito a mettersi in contatto. Un proselitismo ad ampio raggio tramite cui numerosi adepti sono caduti nella rete di Arkeon. Soprattutto per quanto veniva propagandato: la capacità di compiere veri e propri miracoli. “Pensi di poter risolvere ogni problema e di sconfiggere anche la malattia”, ci dice il nostro contatto. Insomma, con Arkeon diventi un dio sulla Terra. A patto, però, che rompi i rapporti con i tuoi genitori, con la tua famiglia e con i tuoi amici (leggerete di falsi abusi sessuali che venivano fatti ricordare agli adepti, sebbene non fossero mai capitati. Un bel modo per far tagliare i ponti con i propri familiari). Ma, come ogni setta che si rispetti, la felicità, la serenità, la realizzazione personale sono solo facce di una stessa falsa medaglia. Il vero volto di Arkeon è violenza, è maltrattatamento finanche sui bambini, è calunnia, è minacce, intimidazioni, sfruttamento. Con un solo fine da raggiungere: fare cassa. Anche se questo, molto spesso, significa distruggere la vita di uomo, di una donna, della propria famiglia.

La storia che ci si racconta è una di quelle da leggere attentamente. Con devozione, verrebbe da dire. È una di quelle storie rivelatrici, che aiutano a riflettere, che aiutano a capire la realtà di un fenomeno troppe volte sottovalutato e non tenuto in giusto conto. Le risposte che ci sono state date, infatti, non soltanto hanno il sapore amaro, arido quasi, di un’esperienza che sconvolge. Nelle parole che abbiamo sentito e che voi potrete leggere c’è anche la viva speranza, il desiderio ardente che qualcosa possa cambiare in futuro, che il dramma subìto possa essere da esempio per altri. E possa essere da esempio affinchè le istituzioni prima e la società civile poi prendano coscienza di un fenomeno ormai dilagante. “Spero non sia solo un sogno…”, ci dice al termine dell’intervista. Ci uniamo anche noi a questa speranza. D’altronde un proverbio sudamericano recita: “se uno sogna da solo, il suo rimane un sogno. Ma se sogna insieme agli altri, il suo è già l’inizio della realtà”.

 

Quando è entrata in Arkeon?

Nella prima metà degli anni duemila, l’ultimo periodo di attività del gruppo.

E com’è entrata nel gruppo?

Sono stata portata ad una riunione da un mio familiare che era già dentro.

Uno dei caratteri comuni alle sette è la chiusura con l’esterno. Quando lei è entrata è cambiato il rapporto con i suoi familiari e i suoi amici?

Completamente. Arkeon ha subito dato un’interpretazione della relazione con la  mia famiglia come negativa per la mia crescita accusandola anche di abusi nei miei confronti, che dovevo affrontare per poter essere felice e riappropriarmi della mia vita. E lo faceva con tutti: agli uomini ad esempio si diceva spesso che le madri impedivano la loro crescita per poter continuare a tenerli morbosamente legati a loro, poiché c’era un’energia sessuale che portava le madri stesse a vederli come propri partner e non come figli; a donne ed uomini si inducevano dubbi sul fatto di essere stati violentati dal padre o da uno zio, spesso e volentieri da un pedofilo della famiglia della madre. Questo perché c’era una teoria sulle perversioni della madre che poi riversava nel far abusare la propria figlia consegnandola ad un altro uomo della sua famiglia, il pedofilo appunto. In questo modo eri disgregata e arrivavi a dubitare di tutto: tutto quello che era la vita prima di Arkeon era sbagliato, famiglia, amici, lavoro, scelte di vita. Se non eri  ricco e famoso era perché avevi dei processi da risolvere che erano determinati dall’influenza negativa della famiglia dalla quale dovevi staccarti, a meno che i tuoi parenti non entrassero anche loro nel gruppo per seguire il maestro.

Chiaramente tutto falso, tutto indotto.

Certo. Tutti i problemi erano riconducibili a questi fantomatici abusi. Se non avevi relazioni soddisfacenti, non eri fidanzata o sposata, non avevi una famiglia felice, era perché dovevi risolvere questo tipo di problemi causati dalla tua famiglia, che veniva distrutta ai tuoi occhi: chiaramente, avere il dubbio che tua madre abbia acconsentito a farti abusare sessualmente da qualcuno oppure farti dubitare della purezza dell’amore di un padre, o di tutte le altre persone che non frequentavano il gruppo, era scioccante. Per queste ragioni nel periodo in cui sono rimasta nel gruppo mi sono completamente allontanata dalla mia famiglia e dai miei amici: chi era fuori dal gruppo non era da frequentare.

Qual è il credo, la “professione di fede” che viene inculcata in Arkeon?

Diciamo che la professione di fede oggi la vedo come un delirio, un delirio di onnipotenza: hai il potere di cambiare la tua vita, gli eventi, anche quelli che non sono controllabili dall’uomo. Hai la sensazione di scoprire un altro mondo, rivoluzioni tutte le tue convinzioni, pensi di poter risolvere ogni problema e di sconfiggere anche la malattia. Diventi immune da tutto ciò che di negativo può capitare, se sei centrato non hai niente da temere: non ti ammali o guarisci anche da malattie gravi. Puoi fare il trattamento con le mani al cibo per purificarlo o all’antibiotico per evitare che ti faccia male allo stomaco. Tracciando nell’aria il terzo simbolo, con la mente, pensi di trovare parcheggio o di poter condizionare l’esito di un colloquio di lavoro. In pratica influenzando gli eventi, questi possono andare come hai deciso tu. Senza Arkeon, non hai il controllo della tua vita, sei condannato ad essere infelice, sei uno sfigato, un fallito. Con Arkeon pensi di poter diventare potente, centrato, sei un vincente e hai la soluzione di tutti i tuoi problemi: economici, sentimentali, lavorativi.

Potere personale, dunque.

Si. Ai seminari intensivi veniva consegnato a ciascuno di noi un bastone per fare esercizi ispirati alle arti marziali, il boken, e che tenevi sempre con te poiché rappresentava il simbolo del tuo potere personale.

Una religione decisamente particolare.

In Arkeon non c’è nulla di religioso: è impensabile credere di imporre le mani e risolvere qualsiasi tipo di problema tracciando i simboli del secondo livello. La nostra religione non dice che l’uomo può fare questo. Sì, nell’ultimo periodo ha cominciato a percorrere il filone religioso, per una facciata di spiritualità e di perbenismo, infatti c’erano anche dei preti che frequentavano il gruppo ed erano conosciuti tra tutti. L’ultimo giorno dell’intensivo, ad esempio, c’era la messa: ma se si pensa che il prete che celebrava (don Angelo De Simone, ndr) ha confessato al cerchio che aveva una relazione di tipo intima da tanti anni con due suore che circolavano nei nostri seminari, si può capire quanto di religioso ci fosse in Arkeon. Era, quello della religione, un argomento che dava credibilità ad Arkeon e chiaramente rassicurava anche noi che frequentavamo: nel momento in cui vedevi perfino preti e suore, ovviamente venivi rassicurato sul fatto che la strada che avevi scelto era giusta.

Torniamo alla “teoria del pedofilo”. Cosa avveniva, in concreto, durante queste sedute?

In pratica venivano inscenati dei lavori durante i quali si era portati a ricordare questo abuso subìto, anche se non era mai avvenuto, influenzati anche dal fatto che tutti quanti gli altri facevano la stessa cosa, tutti  venivano incalzati per ricordare abusi legati al fratello, al padre, allo zio. Un giorno, ad esempio, c’era una mamma con una bambina e si diceva che la mamma era stata abusata dal nonno; il maestro dichiarò che solo se la mamma si fosse impegnata a fare il lavoro (frequentare il gruppo, ndr), la piccola non sarebbe stata abusata anche lei. E la stessa pressione l’ho subita io allo scopo che ricordassi gli abusi sessuali legati alla mia infanzia, che né mio padre né mia madre hanno mai messo in atto o permesso che accadessero.

E lì il rapporto genitoriale, in questo modo, si andava a frantumare.

Completamente e non solo quello con i genitori. Erano tutti da evitare: genitori, nonni, fratelli, zii…. Soprattutto i parenti dal lato della madre.

La dottoressa Tinelli, presidente del CeSAP, ci ha detto che tali sedute erano a forte impatto emotivo. Non a caso nel processo è in piedi anche l’accusa di violenza privata.

Si, è così. In lavori molto intensi volevi solo che la smettessero ma se ti rifiutavi venivi vessata, se scappavi venivi fermata, se ti divincolavi venivi bloccata, per continuare ad essere sottoposta a quel tormento che aveva come scopo quello di far emergere la rabbia nei confronti dei tuoi genitori o verso il tuo pedofilo. E nonostante urlassi e piangessi, mi stringevano, mi tenevano ferma, infierivano contro di me. Fisicamente e verbalmente. Con la complicità dei presenti: la cosa assurda è proprio questa, tutti trovano normale andare avanti e non sono solo i maestri, ma anche i semplici frequentatori partecipano attivamente e condividono lavori violenti e scioccanti.

Il leader di Arkeon è Vito Carlo Moccia. Lei l’ha conosciuto?

Si, l’ho conosciuto.

Che persona è? Come appariva in questi seminari?

Lui ha una personalità molto carismatica, appare molto sicuro di sé. Se sei in un momento di confusione o di fragilità, e incontri qualcuno che con assoluta certezza ti dice di conoscere le soluzioni per ogni aspetto della tua vita, la tentazione di aggrapparsi a questa illusione e di affidarti a questa persona è fortissima, specie se ti fa pensare di avere tutte le risposte o ti porta altri ad esempio come casi di “sfigati redenti” o “falliti guariti”. Qualsiasi problema tu abbia, il maestro sa a cosa è dovuto e ha per tutti la soluzione. Soluzione che poi è sempre la stessa, fare il percorso di Arkeon, in tutti i suoi livelli, con sempre più seminari, sempre più costosi.

E com’erano questi seminari?

Erano una miscela di lavori spalmati anche su più giorni (negli intensivi, ad esempio) con momenti drammatici e condivisioni pubbliche tenute nel cerchio, dove il maestro dà le sue indicazioni e direttive sul quello che è giusto che tu faccia nel tuo percorso. Anche questo è un punto fondamentale: poiché tali esercizi e confessioni si tenevano davanti a tutti, se eri criticato dal maestro eri esposto alla pubblica gogna.  E quindi, se facevi resistenza o lo contrastavi, avevi tutti gli altri che ti davano addosso insieme a lui, dicendoti che eri in processo e venendo giudicata pesantemente o emarginata. Una pressione psicologica terribile. Sembra incredibile, ma sentirsi dire che se non sei madre, se non riesci ad avere figli è perché in realtà non hai risolto i problemi che potresti risolvere con il percorso di Arkeon o che se fai un incidente, è colpa tua e lo puoi evitare, se solo vuoi, può mandare fuori di testa.

Una pressione psicologica distruttiva, praticamente.

Terribile, una pressione che ti annulla. Anche la stessa teoria del pedofilo, localizzato nella famiglia. Perché adoperano questa strategia? Non so, immagino che sia perché se ti separano dalle tue radici, ti rendono simile ad una barchetta di carta in balia delle onde, ti trovi allo sbando. Senza tutti i tuoi punti di riferimento, la tua famiglia, non hai altra scelta che attaccarti completamente al gruppo perché ti fanno dubitare di tutti i tuoi cari, che allontani e quindi ti ritrovi solo. Molti si sono allontanati dalla loro famiglia e dalla loro città perché gliel’ha suggerito il maestro.

Quindi anche lei ha interrotto proprio fisicamente il rapporto con i suoi genitori?

Per un periodo sì, finchè sono stata nel gruppo.

Rotti i rapporti familiari diventa, dunque, difficile uscire da Arkeon.

Si, se sulla scia di questi lavori fai qualcosa che lesiona irrimediabilmente i rapporti, se vai a muovere accuse tremende ai tuoi parenti è poi difficile uscire e tornare indietro. Conosco persone che sono state in Arkeon per anni e non hanno più rivolto parola ai familiari ma ne sono faticosamente uscite, altre che sono ancora lì, persone che hanno tirato dentro altri membri della loro famiglia, i quali hanno inizialmente acconsentito solo per non perdere definitivamente i contatti… o ancora persone che, nel momento in cui  hanno cominciato a manifestare critiche ai maestri e hanno iniziato ad allontanarsi, sono state pressate, vessate o addirittura minacciate.

Abbiamo visto che alcune delle sette attive in Italia si organizzano in vere e proprie comunità. In Arkeon come ci si organizzava?

La gente non viveva assieme, però si tenevano seminari durante i quali per quattro – cinque giorni si dormiva anche assieme e si affrontavano varie tematiche. C’era il seminario sul denaro, durante il quale si arrivava ad andare a chiedere l’elemosina vestita da barbone. C’era il seminario sulla morte, durante il quale si costruiva la propria tomba… ho conosciuto gente che ha frequentato e ha raccontato che ci si seppelliva. Questo per far capire dove arriva il condizionamento. A parte i seminari residenziali, si viveva ognuno a casa propria. C’è da tener presente, come dicevo prima, che qualcuno si è trasferito nella città del maestro per stare più a stretto contatto con lui.

Nell’inchiesta abbiamo visto che dietro la promessa di un Eldorado a portata di mano, in realtà il vero fine delle sette è squisitamente economico. Si può dire lo stesso anche di Arkeon?

Si, di sicuro. Il percorso è molto costoso e man mano che si va avanti lo è sempre di più (e poi non avevamo la ricevuta a tutti i seminari). C’è gente che ha speso tantissimi soldi: ventimila, trentamila euro e anche di più... è circolata voce di una coppia che ha speso fino a centomila euro. Per non parlare, poi, di quello che costa l’adesione in termini di cure: più di qualcuno dopo che è uscito, ha dovuto chiedere un supporto psicologico… Anche io.

Come sappiamo, oggi i maestri di Arkeon sono sottoprocesso a Bari (senza dimenticare la condanna in primo grado per uno dei maestri per violenza sessuale). Tra i reati contestati c’è anche quello di maltrattatamento sui minori.

Si. Basti pensare all’esempio di cui abbiamo parlato prima: c’era questa bambina che ha assistito a tutte le condivisioni, le cose realizzate in Arkeon. Molte di queste condivisioni riguardano argomenti di natura sessuale… quello che accadeva è talmente pesante per un adulto, figuriamoci per un minore. (del resto nell’ultima udienza del processo diversi testimoni hanno confermato che anche bambini di dieci – dodici anni partecipavano a queste confessioni pubbliche a sfondo sessuale, ndr).

Com’è riuscita ad uscire?

Mi sono resa conto che quello che stavo subendo era tremendo e distruttivo da un punto di vista psichico ed emotivo. Una volta uscita, hanno cercato di mettermi contro gli affetti che avevo all’interno e sono stata oggetto di continue pressioni prima per rientrare nel gruppo, che era la condizione per poter ricominciare a frequentarli, e poi affinchè io venissi emarginata e non condividessi con altri i dubbi circa quello che accadeva lì dentro.  Ne ho subite di ogni tipo, tra  vessazioni e intimidazioni. Ci sono state persone che una volta davanti alle autorità, hanno ritrattato la loro posizione perché temevano di non poter più rivedere loro i figli.

Tutti i fuoriusciti con cui abbiamo avuto modo di parlare erano accomunati dal fatto che scrollarsi di dosso un’esperienza del genere è molto dura. È come un marchio.

Infatti, è molto dura. Gli strascichi sono molto pesanti. Quell’esperienza non va via così, hai bisogno di un supporto anche psicologico per far fronte  a tutto questo. C’ho messo tempo e non ancora ne sono completamente fuori.

Chiudiamo con uno sguardo positivo e propositivo per il futuro. Qual è, oggi, il suo desiderio?

Mi ha talmente traumatizzato questa esperienza che vorrei, innanzitutto, che non capitasse a nessun altro. Mi piacerebbe laurearmi in psicologia e fondare un centro di accoglienza, anche con possibilità di alloggio, per chi è uscito da un gruppo distruttivo o per chi ha parenti e amici che si sono persi dietro a qualche santone e non sa cosa fare. Se chi supera questa esperienza vince la vergogna e la paura del giudizio, può metterla al servizio di altri e darle un senso, altrimenti si che ci si sente falliti per aver creduto in un mondo di illusioni. Ma anche polizia e carabinieri, oltre ai magistrati, devono studiare e specializzarsi sulle psicosette, è un fenomeno insidioso e solo se sono sufficientemente preparati possono riconoscere ed accogliere adeguatamente chi decide di raccontare cosa gli è accaduto. Spero non sia solo un sogno…

 

Fonte: l’infiltrato.it

(articolo modificato il 13 sett. 2014 come da richiesta dell’Avvocato della Fondazione Meneghetti- per l’Ontopsicologia)