Una giornata studio per sensibilizzare sui rischi delle pseudoscienze

Una giornata studio per riconoscere gli inganni e le trappole delle pseudoscienze. In un momento in cui le notizie non accurate o inventate di sana pianta proliferano sul web e si diffondono con estrema rapidità sui social è importante intervenire per dare la giusta interpretazione ai fenomeni e per fornirsi dei giusti strumenti per poter riconoscere gli imbrogli.

È questo l’animo con cui il Cesap, Centro studi sugli abusi psicologici, in collaborazione con il Master di Psicologia giuridica e neuropsicologica e forense dell’Università “Aldo Moro” di Bari e con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi di Puglia e dell’Università di Bari ha deciso di organizzare la giornata Studio dal titolo “Epistemologie controverse: pseudoscienza e libertà”, venerdì 24 novembre 2023, a partire dalle ore 8,30 nell’aula G. Contento dell’Università di Bari in piazza Cesare Battisti, 1.

L’ingresso è libero e possono parteciparvi tutti coloro che sono interessati all’argomento, che vogliano saperne di più e che abbiano delle curiosità da soddisfare. Alla fine di ogni sezione è previsto il dibattito durante il quale i relatori possono rispondere alle domande dal pubblico.

Durante la giornata sarà disponibile un opuscolo redatto dal dott. Luigi Corvaglia, con prefazione e conclusioni della dott.ssa Lorita Tinelli, riguardante il complottismo di Qanon. Il testo si propone di rendere evidenti le dinamiche oggi presenti nella società attuale. Il libro presenta in copertina uno dei disegni di Roberta Repetto, aiuterà a costituire un fondo per il sostegno alle vittime degli abusi psicologici

“Il Cesap da anni sensibilizza sulle pseudoscienze e su tutte le pratiche e modalità poste in essere per creare acquiescenza nell’individuo, impedendogli di autodeterminarsi. Quest’anno abbiamo pensato di realizzare questo progetto con la prof.ssa Curci, direttrice del master di II livello di Psicologia Giuridica e neuropsicologia forense dell’Università di Bari. Assieme a validi relatori discuteremo sull’etica delle pseudoscienze e sulle pratiche controverse, indagando i vari campi che facilitano la loro espansione, sollecitando consapevolezze e nuovi processi di pensiero per riconoscerne il pericolo e per difendersi – afferma la presidente del Cesap, dott.ssa Lorita Tinelli -. Ma anche attiveremo un dialogo con le istituzioni presenti, volto alla creazione di solide reti per il sostegno delle persone colpite da esperienze settarie, ma anche per un effettivo cambiamento culturale e di approccio a questo fenomeno”

Come cercare un terapeuta qualificato quando hai fatto una esperienza in ambito settario e non solo

Psicoterapia: perché iniziare? Come scegliere il terapeuta? Quali gli  obiettivi raggiungibili? - Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Nel 1998 veniva pubblicato in Italia il libro “Psicoterapie Folli. Conoscerle e difendersi” di Janja Lalich e Margaret Singer, con prefazione dell’allora Presidente dell’Ordine degli Psicologi Veneto, Paolo Michielin, casa editrice Erckson. Peccato che il libro ora sia pressocchè introvabile, ma risulta ancora un ottimo saggio che fa riflettere sulle tante metodiche invasive e pericolose, spesso ai confini con la pratica psicologica ortodossa, che vengono proposte come attività curative da guru e sedicenti professionisti della salute mentale. Quel che è chiaro è che il testo evidenzia come sia facile scivolare verso l’antiscienza e l’abusivismo, combinazioni queste, che pur promettendo guarigione, provocano danni, spesse volte duraturi.

La parte finale del libro sottolinea l’importanza di diventare consumatori attenti e consapevoli, specialmente quando affidiamo la nostra salute mentale a qualcuno che deve aiutarci. Le autrici riportano un elenco di domande da porsi e da porre al terapeuta cui si sceglie di affidarsi, per comprendere se esso sia realmente qualificato e in grado di valutare la propria salute mentale anche nel contesto delle esperienze specifiche vissute, ovvero quelle delle influenze settarie e manipolatorie.

La stessa Professoressa Janja Lalich nel suo sito riproduce l’utile elenco di domande, sostentendo che è assolutamente normale “intervistare” i terapeuti per assicurarsi di poter realmente risolvere le proprie problematiche in quel preciso percorso e con quella precisa persona. “E’ importante valutare il loro livello di professionalità e se essi si sentono o meno adatti ad interagire con la specifica esperienza dell’adesione a contesti cultistici”, sostiene la Lalich.

Di seguito le domande da fare al professionista:

Qual è la sua laurea o i suoi accreditamenti?
Quali sono la sua formazione e competenza?
Ha esperienza di lavoro con i traumi? Quali tipi di trauma? (Nota: l'esperienza con il disturbo da stress post-traumatico complesso sarà utile).
Che tipo di terapia pratica? Che caratteristiche avrà nel mio trattamento?
Cosa succede se non mi sento a mio agio con il tipo di terapia che pratica? Come lo risolveremo?
E'raggiungibile in caso di crisi ed emergenza? In caso negativo, puoi fornirmi risorse che possono aiutarmi se ciò dovesse accadere?
Ha qualche formazione o comprensione degli impatti delle sette, della riforma del pensiero, della coercizione o dell'abuso?
Pratica l'ipnosi o altre tecniche di induzione della trance? (Nota: alcuni tipi di terapie che utilizzano concetti new age, visualizzazione guidata e ipnosi possono essere scatenanti per chi ha avuto una esperienza in ambito settario. Procedere con cautela.)
Come spiea le tariffe e la politica di annullamento della visita? (Nota: trasparenza e chiarezza sono importanti)
Come stabilite gli obiettivi del trattamento? Che aspetto ha questo processo?
Se mi sento a disagio con qualcosa che fa o suggerisce, come dovrei gestirlo?

Inoltre, esistono delle domande da farsi dopo l’incontro iniziale col terapeuta:

Mi sono sentito ascoltato, compreso e rispettato dal terapeuta?
Mi sono sentito come se la relazione fosse collaborativa con il terapeuta o lui era l'"esperto" ed io l'allievo?
Il terapeuta è stato disposto a capire e apportare modifiche se c'era qualcosa che mi metteva a disagio?
Il terapeuta è stato disposto a indirizzarmi a qualcun altro se non aveva il livello di esperienza necessario per affrontare i miei bisogni terapeutici?
Il terapeuta è stato aperto e diretto nel rispondere a tutte le mie domande?
Il terapeuta sembrava sensibile, intelligente e maturo? Sembrava essere qualcuno con cui posso sentirmi al sicuro?
Il terapeuta era aperto e disposto a imparare di più e a lavorare per capire di più le mie specifiche aree di bisogno?

Altre cose da tenere a mente, secondo la Lalich:

Soprattutto, fidati del tuo giudizio. Se per qualche motivo non ti sentivi al sicuro o sei stato mandato via, questo è sufficiente. Cerca un altro psicologo.
E' bene intervistare diversi terapeuti finché non trovi qualcuno che lavorerà per te. Un terapeuta sano lo capirà e non si offenderà.
Puoi interrompere la terapia ogni volta che vuoi. In ogni momento, hai un pedale dell'acceleratore e un freno. Il tuo terapeuta dovrebbe capirlo e rispettarlo. La terapia è per te, non per il terapeuta.
Qualsiasi terapeuta dovrebbe comprendere le basi delle pratiche etiche, comprese le relazioni non sessuali con i clienti, la cautela su qualsiasi contatto, i confini nelle relazioni e nessuna doppia relazione con i clienti. Tutte queste aree dovrebbero essere discusse apertamente e affrontate in modo sicuro e rispettoso.

Il consumatore responsabile è colui che ha una mentalità critica sulla qualità ed eticità di ciò che acquista. La salute di ciascuno di noi, merita estrema attenzione e molto impegno critico da parte nostra, per cui: siate sempre consumatori attenti e consapevoli!

“I clienti dovrebbero dare retta al suggerimento della scrittrice Charlotte Bronté: <<Guarda bene prima di saltare>>” (dalla chiusa del libro Psicoterapie folli)

Nuova intervista sulle sette e sui sostenitori delle stesse

Art. 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere

Vito Carlo Moccia, guru di Arkeon, condannato definitivamente

Dopo tanti anni siamo giunti alla fase conclusiva di un lungo percorso, giudiziario e non solo, che ha avuto dell’incredibile e che ancora oggi porta con se’ rimasuglie di un progetto di dissumulazione della realtà, di denigrazione e di intimidazione delle vittime e di coloro che hanno denunciato. Strategia ormai pallida e ridicola da tempo, ma che ha trovato giocoforza in un gruppuscolo di persone con evidenti problemi esistenziali e probabilmente di altra natura, che hanno investito anni ed anni in questo ‘gioco perverso’, risultato, con ogni evidenza, perdente.

Chi volesse ripercorrere quanto accaduto negli ultimi anni, può anche solo rileggere alcuni articoli scritti sull’argomento che lo riassumono bene (qui e qui). E chi fosse interessato a capire meglio cosa fosse Arkeon può guardare le uniche trasmissioni sopravvissute on line al grande tentativo di censura e di occultamento della realtà messo in atto (qui e qui).

Uno dei maestri di Arkeon, tale Francesco Antonio Morello, era già stato condannato definitivamente nel 2012 per abusi sessuali, comportamento ‘reso possibile’ anche grazie al suo ruolo di maestro nel gruppo (qui la sentenza di cassazione, ma è anche importante leggere la sentenza di primo grado e quella di appello, per meglio comprendere i fatti).

Sono sempre stata abituata ad accettare e rispettare tutte le sentenze, anche quella, dal mio punto di vista, ‘bizzarra’ di primo grado di Arkeon, che sembrerebbe il risultato di un tentativo di ammorbidire certe posizioni a sfavore di altre, pur evidenziando dei fatti precisi (fatti confermati, così come l’attendibilità dei testimoni nella sentenza di appello, che ritorna addirittura a parlare di ‘setta‘). Ma una sentenza di Cassazione che evidenzia che il cosidetto “metodo Arkeon”, diffuso anche da tutte le società create da Moccia, fosse un metodo abusivo e pericoloso tanto che “i frequentatori si rivolgevano all’associazione perché speravano di risolvere problemi di natura psicologica e di ricevere un aiuto psicoterapeutico (…) da tali deposizioni emerge che i maestri di Archeon si azzardavano a scandagliare la sfera più intima e nascosta degli adepti e insinuavano atroci sospetti sul loro passato, determinando sconvolgimenti e gravi rischi per la stabilità psichica degli stessi in quanto privi degli strumenti di competenza per agire in questo delicatissimo settore“, non solo chiude definitivamente la questione, ma conferma anche le mie ipotesi iniziali e quindi mi da ragione sui motivi per cui ho denunciato pubblicamente la questione.

Prima di concludere sento di abbracciare chi mi è stato vicino in questi lunghi 11 anni e chi ha permesso insieme a me di raggiungere questo risultato.

Di seguito le motivazioni della Sentenza di Cassazione. Buona lettura:

 

 

 

 

 

 

 

I miei veri ricordi dei falsi ricordi incestuosi

Jacques Trouslard

 

 

di Jacques Trouslard*

 

Ufficialmene costituiscono prove presunte per i giudizi contro le sette, io potrei dimostrare  che erano solo falsi ricordi, indotti, mediante manipolazione dal guru“.

 

 

Il culto di S. Erme mi ha fatto scoprire, nel 1982, il fenomeno dei falsi ricordi incestuosi.

 

 

Per studiare questo gruppo ho visitato la Francia e il Belgio e ho incontrato circa 250 famiglie che  hanno fatto parte di quella setta e di cui,  inclusi i loro figli, sono state vittime.

Ho scoperto che questa setta era composta da  380 adulti, tra i 30 e i 40 anni, di cui 72 medici, 20 professori universitari, psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, infermieri,  e non riuscivo a spiegarmi come  persone di  un certo livello culturale e scientifico avessero potuto prestarsi a tali aberrazioni e quindi essere manipolati a loro volta. Tanto più che questo gruppo si è presentato sotto  mentite spoglie di due società scientifiche: la SIRIC (Società Internazionale per la Ricerca Interdisciplinare sulla Comunicazione) e  la SIRIM (Società Internazionale per la Ricerca Interdisciplinare sulla malattia). Inoltre, per soddisfare la campagna di stampa che avevamo lanciato, questa setta ha pubblicato un libro dal titolo “Comunicazione o manipolazione” per dimostrare che “loro erano dalla nostra  parte e mettevano in luce i meccanismi della manipolazione,  e che si esponevano per accusare  coloro che sbagliavano“.

Famiglie, dolorosamente ferite e costernate, mi avevano riferito le prove di una trasformazione radicale dei loro figli, sedotti da un guru carismatico: la distruzione della loro vera personalità e, tra l’altro, la distruzione dei vincoli familiari.

 

Che i genitori si lamentassero, è scritto parola per parola in un libro di S. Erme, nella posta interna riservata della setta, ma anche in lettere abominevoli, di insulti e calunnie, che i seguaci di S. Erme indirizzavano ai loro genitori, durante l’ingresso e nello stesso periodo, con gli stessi temi e negli stessi termini:
– “I miei genitori sono possessivi,” “litigiosi“, “nevrotici di ogni genere“, “pazzi veri“,  “autoritari“, “vili e vergognosi“, “facinorosi e dirompenti“, “proveniamo tutti da famiglie non equilibrate e destabilizzanti“…
– “Padri vili e spregevoli“, “Uomo di poco conto“,  “sacco di nodi “, “sono invalidanti per il lavoro“, “mendicanti di sesso“, “paralizzati nel loro sviluppo dalla madre e poi dalla moglie“,  “poveri schiavi schiacciati al muro dinnanzi ad una donna tirannica
– “Madri. E ‘contro la madre e la moglie che è si è creata la diatriba più violenta: “La causa centrale di tutti i mali è la madre, primo premio, e poi la moglie, premio accessorio“, “La femmina? È stato progettata per distruggere fino in fondo il maschio. Questa non è un’accusa, ma un dato di fatto“, “è naturalmente egocentrica“, “è predestinata alla tirannia“, “matrona potente“, “regina madre“, “mantide religiosa che uccide il maschio dopo aver completato il suo ruolo “…
Per quanto rivoltanti  queste accuse, non è stato ancora raggiunto il culmine dell’orrore.

In effetti alcuni genitori mi hanno raccontato che  i loro figli, che avevano tagliato tutti i legami con loro, hanno chiesto loro di cercare e inviare loro il più presto possibile le foto della loro infanzia. La maggior parte dei genitori ha ottemperato questa richiesta.  Ma in realtà tutto questo non ha portato a  nessuna riconciliazione con la famiglia. Piuttosto, aveva lo scopo di persuadere,  illustrare e dimostrare che alcuni di loro erano stati vittime di incesto nella loro infanzia.

La setta ha denunciato un rapporto malsano e offensivo“, “madri che amano il loro figlio e figlie che amano i loro padri“.  I seguaci, quindi, da 30 a 40 anni, hanno iniziato ad accusare la madre o il padre di un incesto  che i primi non avevano mai commesso.

 

 

Certamente non si può negare che i crimini gravi non possono essersi verificati in certe famiglie. Ma la raccolta di prove per il processo contro la setta, dopo avere indagato seriamente i fratelli e le sorelle, ha evidenziato che si trattava solo di falsi ricordi che il guru aveva indotto con manipolazione.

Le madri hanno accettato di testimoniare e di fornire certificati legali, e una di loro ha depositato una lettera indirizzata a suo figlio:

Ho letto i giornali e  il libro. E tutto mi è stato chiarito. Ho capito come un figlio che ci ha dato piena soddisfazione durante la sua infanzia e la giovinezza sia potuto arrivare a tali gravi accuse contro sua madre. Deve essere  vittima di questa manipolazione così denunciata  in altri. ”

Come è possibile questo?

E’ possibile indurre tali falsi ricordi, e come? La madre ci dà la risposta per iscritto riguardo al figlio considerato anche lui una vittima di questa manipolazione, così come denunciato da altri. In effetti, il guru, che è stato accusato di essere un manipolatore, ha pubblicato la “Comunicazione e Manipolazione”,  un libro per dimostrare che “si possono smontare i meccanismi di manipolazione, che rischiano di essere considerati una accusa da parte di soggetti turbati “.

Col titolo di  direttore della ricerca, l’autore in  350 pagine contesta “la psicologia e la sociologia che non hanno studiato il fenomeno in modo adeguato, mentre  lui ha insegnato  come una persona possa manipolare un’altra …

Se il libro, come eminenti scienziati affermano, non ha alcun valore scientifico, resta vero che l’autore analizza al meglio i meccanismi di manipolazione descrivendo  quello che lui praticava.  Manipolazione? “Una tecnica chirurgica che ha l’effetto di ridurre o sospendere temporaneamente le facoltà cerebrali acute consapevoli del soggetto per influenzare il suo subconscio attraverso un’operazione verbale.” (P.156)

La proposta può essere fatta risalire alle antiche memorie” E’ il metodo intelligente per nascondere la formula che può anche indurre falsi ricordi che risalgono alla prima infanzia. (P.157)

Il manipolatore vincola il suo interlocutore attraverso tre azioni: seduce, distrugge e  induce.

 

 

La seduzione consiste nel “creare un clima di  assoluta fiducia, in cui chi seduce è in posizione di vantaggio rispetto all’altro, e gioca sulle  buone predisposizioni del suo interlocutore.  Lo scopo è quello di apparire sulla sua stessa lunghezza d’onda “(p.161)

La distruzione consiste nel “portare le persone via dal loro ambiente abituale, tagliare ogni sua radice ed anche le sue relazioni” (p.165)

L’induzione consiste nel “rassicurare e creare un clima di  fiducia, in modo che l’interlocutore non pensi più a filtrare criticamente le informazioni  … ma ad assimilare tutto quanto suggerito … senza rendersene conto e senza la guida del suo pensiero, percezione e giudizio “(p.162). Si realizza in questa fase l’induzione di falsi ricordi, preceduta da una fase di destabilizzazione (p.165).

In conclusione: “sono le induzioni che ora prevalgono sulla realtà stessa. Esse  prevalgono sulla realtà … la realtà può urlare, gridare il contrario … non viene vista nè udita. Ci si rifiuta di credervi.  E ‘qui che abbiamo il sospetto del potere dell’indottrinamento“(p.172)

 

Liberarsi di falsi ricordi, è possibile?

Questa conclusione non deve portare i genitori a considerazioni estremamente pessimistiche o disperate  o a scoraggiare i loro figli o le vittime di falsi ricordi. Per dare loro la speranza, ecco il lieto fine di questa povera madre, già citata, e che era stata così odiosamente accusata dal figlio e dalla figlia.
Ritornando dalla sua vacanza, ha trovato due lettere che le sono pervenute per posta:

La lettera di suo figlio:
Io e mia moglie abbiamo lasciato  la società civile ” The High St. Erme” e stiamo iniziando a comprendere come siamo stati manipolati da M. Cornélis. (Il Guru).
Ora vediamo come il nostro atteggiamento verso di te sia stato ingiustificato e scandaloso e ti prego, se non ti dispiace, di accettare il mio perdono. Cercheremo, se tu accetti, una forma di riparazione. La mia richiesta è guidato da un certo rimorso e dal senso umano di X …  che ha  proposto un tentativo di riconciliazione. Ti scriverò più estesamente in seguito. Chiedo perdono ancora e ti bacio con amore“.

 

La lettera di sua figlia

Ti chiedo oggi di accettare le mie più profonde scuse per l’accusa ignobile che ti ho fatto e averi rifiutato la tua umana ospitalità.
Il mio atteggiamento verso di te mi appare ora  odioso e intollerabile. Se io non mi sono scusata precedenza quando tu avevi il diritto di aspettarti, è perchè non riuscivo a vedere molto chiaramente in me.
Dopo molti contrasti con M.Cornélis, fondatore e direttore del “Centro di S. Erme,” siamo partiti e iniziamo a prendere coscienza della manipolazione cui siamo stati sottoposti.
Per me, questa appartenenza non è una scusa. Ho compreso il  dolore che ti  ho causato e ti chiedo umilmente perdono, non sapendo come risolvere questo comportamento antipatico.
Ti chiedo di accettare la mia stima e l’affetto.

Questa testimonianza è in grado di dimostrare che la speranza non è morta!

Soissons, 13 giugno 2005

Jacques Trouslard

 

 

Padre Jacques Trouslard è un sacerdote che ha lavorato  nella diocesi di Soissons. Ha abbandonato la carica di Vicario Generale per dedicarsi alla lotta contro le sette per venti anni. Lui è un Cavaliere della Legione d’Onore e dell’Ordine Nazionale al Merito un riconoscimento per una vita di lotta per i diritti umani.
Nella rubrica “I nostri ospiti” abbiamo letto con interesse l’intervista che Jacques Trouslard ha accordato a Rouquet Guy, presidente della Vigilanza delle Psicoterapie, 18 marzo 2003:
http://www.psyvig.com/default_page.php?menu=16&page=3

Nota aggiuntiva del 11 novembre 2006.
Dal luglio 2005, una associazione francese  è stata costituita per promuovere la sindrome delle false memorie con l’obiettivo di aiutare le famiglie vittime di false accuse da uno dei suoi  membri  o individui manipolati da psicosettari o autoproclamati operatori della psiche . Questa è il AFSI: “Allarme induzione false memorie”, che assicura la presenza della Vigilanza delle Psicoterapie  al seguente URL: http://www.psyvig.com/default_page.php?menu=40&page=76d

 

[*] Jacques Trouslard è morto il 17 luglio 2011 all’età di 87 anni (ndt)

 

Qui l’articolo in lingua originale

 

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Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

Gli articoli apparsi su questo blog possono essere riprodotti liberamente, sia in formato elettronico che su carta, a condizione che non si cambi nulla e  che si specifichi la fonte

Una valanga di querele … senza fondamento (Atto quarto)

 

A seguito dell’atto di citazione e della richiesta urgente di chiusura del sito del CeSAP, il fondatore di Arkeon, Vito Carlo Moccia, fa predisporre dai suoi legali un kit da denuncia contro la sottoscritta e i medesimi due fuorusciti di Arkeon,  che nell’aprile 2006 viene distribuito tra maestri, allievi e frequentatori di Arkeon. 

118 membri di Arkeon (così come rilevato successivamente dall’indagine della DIGOS), compilano la denuncia predisposta con i propri dati personali e la depositano presso tutte le Procure d’Italia.

 

Il testo della denuncia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALCUNE DELLE RISPOSTE DELLE PROCURE

 

La Procura di Monza

 

Richiesta di Archiviazione del PM, Dr VINCENZO FIORILLO

 

La risposta del GIP Dr.ssa Licina Petrella


 

 


Risultato: ARCHIVIAZIONE PER INFONDATEZZA DELLA NOTIZIA DI REATO

 


 

La Procura di Roma

 

Richiesta di archiviazione del PM,Dr. Fabio Santoni

 


 

 

La risposta del GIP Dr. Marcello Liotta

 

 

Risultato: ARCHIVIAZIONE PER INFONDATEZZA DELLA NOTIZIA DI REATO

 

 

 

La Procura di Ancona

 

1^ Sentenza del GUP Dr. Francesco Zagoreo

 

 

 

 

 

 

2^ Sentenza del GUP Dr.ssa  Paola Mureddu

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La Procura di Latina

 

Richiesta di Archiviazione del PM, Dr VINCENZO SAVERIANO

 

 

Risponde il GIP Dr.ssa TIZIANA COCCOLUTO

 

Esito: INSUSSISTENZA DELLA NOTIZIA DI REATO

 

 


La Procura di Bari

Nella Procura di Bari sono state archiviate altre denunce dai PM Dottori Giuseppe Scelsi e Francesco Bretone per gli stessi motivi, ovvero insussistenza del reato di diffamazione.

 

Nel frattempo è stato richiesto il rinvio a giudizio per ‘concorso in calunnia’ per coloro che ci hanno denunciato sapendoci innocenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Psicoterapie “Folli” Conoscerle e difendersi

Psicoterapie “Folli” Conoscerle e difendersi


Di Margaret T. Singer e Janjia Lalich

Prefazione: Prof Paolo Michielin

Casa editrice Erickson

 

Recensione di Lorita Tinelli

Le autrici di questo libro, due psicologhe americane, hanno elencato ed analizzato alcune ‘psicoterapie’ proposte in anni recenti, in primis negli USA e poi anche nella nostra Europa, spesso fondate sulle intuizioni di un caposcuola o di un leader carismatico e mai supportate dalla Comunità Scientifica.

Si tratta di “psicoterapie” che pretendono di risolvere i problemi che il “cliente” porta in seduta, mediante ‘strani’ esercizi e strategie ‘psicoterapiche’ che alla fine presuppongono seri rischi per la sua salute mentale. Alcune di queste ‘terapie’ per esempio si basano sulla necessità di far rivivere al cliente una sua ‘rinascita’ e magari anche gli stati iniziali della sua vita attraverso l’allattamento con un biberon; oppure gli propongono l’esigenza di ricongiungerlo a vite precedenti, tramite forme di ipnosi regressiva o ancora passano ad ipotizzare la causa del suo disagio dovuta a rapimenti di non meglio identificati extraterrestri o spiriti maligni.

Tali terapie, considerate dalle stesse autrici ‘folli’, possono prevedere sessioni a base di sesso e di coccole tra terapeuta e suo paziente. Altre si avvalgono di tecniche apparentemente razionali e miracolose, come la comunicazione facilitata e la programmazione neurolinguistica, o anche sul concetto dello sfogo libero e incontrollabile, basato sulla teoria che ‘manifestare le proprie emozioni risolva molti problemi, sia intrapsichici che intrapersonali’.

Le teorie alla base delle terapie folli analizzate nel libro sono accomunate dall’approccio a ‘taglia unica’: ovvero i terapeuti adottano un atteggiamento per il quale operano come se ci fossero una sola causa e una sola risoluzione per tutti i problemi.

Altro assunto su cui si basano tali terapie è il potere narcisistico ed economico che il terapeuta stesso acquisisce nei confronti della propria utenza.

Le autrici ripercorrono ciascuno di questi nuovi interventi curativi pseudoscientifici, evidenziandone i limiti e i danni sull’utenza, anche attraverso racconti di esperienze dirette.

Il libro, con prefazione del Prof. Paolo Michielin è rivolto agli psicologi, agli psicoterapeuti, ai medici e a tutti gli operatori della salute in generale. Ma soprattutto, per la chiarezza espositiva circa i reali limiti tra terapie ‘scientificamente accettate’ e quelle ‘folli’ e tra i vari ruoli e competenze dei professionisti della salute mentale, si propone come ottimo strumento di conoscenza per tutti coloro che possono aver bisogno di un trattamento psicoterapico, al fine di meglio orientarsi nel ‘mercato’ degli approcci e delle tecniche proposte nei tempi odierni.

L’ultimo capitolo in particolare offre anche importanti strumenti su come valutare il servizio proposto dallo psicoterapeuta scelto ed anche a quali istituzioni rivolgersi per approfondire l’argomento, onde evitare di cadere in esperienze a rischio di delusione, se non di vera e propria truffa o raggiro.

http://www.osservatoriopsicologia.it/2009/03/12/psicoterapie-%E2%80%9Cfolli%E2%80%9D-conoscerle-e-difendersi/

I ‘ciarlatani’ regolarmente iscritti all’Ordine.

In un precedente articolo ho posto il problema di coloro i quali non avendo titoli o formazione né iscrizione all’Albo degli Psicologi, cercano di farsi accreditare presso Istituzioni alternative per operare nel campo della psicologia.Questa volta vorrei proporre un altro problema, forse ancora più spinoso.
Esistono molti nostri colleghi (e qui mi riferisco anche alle molte segnalazioni che giungono alla nostra associazione CeSAP – www.cesap.net) che, pur essendo regolarmente iscritti all’Ordine ed anche laureati in Psicologia, si lasciamo ammaliare da una serie di strategie terapeutiche o filosofie, definite dalla stessa Margareth Singer (nota psicologa americana) ‘psicoterapie folli’ (per ulteriori informazioni vorrei citare il libro ‘Psicoterapie Folli’, della Singer e della Lalich, edito dalla casa editrice Erikcson e con prefazione del presidente dell’Ordine del Veneto).
Le ‘Terapie Folli si caratterizzano per i riferimenti teorici inesistenti o poco plausibili rispetto a teorie psicologiche, assente o insufficiente documentazione della loro utilità ed efficacia, spiegazione di molti o tutti i problemi psicologici sulla base di un’unica causa generale.
Nello specifico l’autrice cita tra le mille terapie “folli”: rebirthing e reparentinf, rebirthing inteegratico o Vivation, Pnl_Cf-Not-Emdr, terapia dell’entità e contatti medianici, terapia delle vite passate e future ed infine uso ed abuso di ipnosi, praticate da psicologi e psichiatri così come da persone non qualificate che appartengono a gruppi New Age, esoterici, del potenziale umano ed altri simili.
Queste terapie di rivelano estremamente nocive per la persona che le subisce e oltre non risolvere il disagio iniziale ne creano altri spesso peggiori. Ad esempio in tutti i casi che si sono rivolti al nostro centro hanno indotto rotture coniugali così come succede nei gruppi coercitivi (o sette).
Durante un’udienza civile alla quale ho partecipato come parte in causa (purtroppo il nostro centro riceve una infinità di denunce da ‘ciarlatani’ che cercano di tutelare il proprio lavoro ‘non legale’), un noto psichiatra, dipendente di una AUSL della mia regione, interrogato dal Giudice si è lasciato sfuggire di orientare la propria clientela a frequentare un discutibile gruppo del potenziale umano. Poi immediatamente ha ritrattato sostenendo che il suo consiglio era per amici e parenti. Naturalmente lo stesso psichiatra è parte attiva del gruppo cui indirizza ‘parenti ed amici’, che allo stato attuale è sotto indagine della magistratura per gravi reati.
Altresì segnalo una tendenza sempre più consolidata di scuole e centri di counseling regionali fondati da alcuni psicologi e psichiatri, ma anche ad appartenenti a gruppi New Age, esoterici, del potenziale umano ed altri simili a proporre corsi rivolti ad operatori del Servizio Sanitario e validi ai fini dell’attribuzione di Ecm che si basano sull’uso di tali terapie.
Nel dicembre del 2005 attraverso una nostra filiale del Friuli (oggi chiusa ufficialmente), il consigliere Regionale Roberto Asquini si è fatto portavoce delle preoccupazioni del nostro Centro con una interrogazione nel Consiglio Regionale (interpellanza n.410 del 29-12-2005).
L’art. 8  del nostro codice deontologico recita quanto segue ‘Lo psicologo contrasta l’esercizio abusivo della professione come definita dagli articoli 1 e 3 della Legge 18 febbraio 1989, n. 56, e segnala al Consiglio dell’ordine i casi di abusivismo o di usurpazione di titolo di cui si viene a conoscenza. Parimenti, utilizza il proprio titolo professionale esclusivamente per attività ad esso pertinenti, e non avalla con esso attività ingannevoli od abusive .’
Mi chiedo dunque, l’Ordine come interviene e quale sia il suo interesse concreto nella difesa della professione da parte di chi mescola in un sincretismo illecito tutto quello che sembra psicologia.Sono a conoscenza di casi di persone con gravi pendenze penali, ancora iscritte all’Ordine, malgrado tutto. Dobbiamo necessariamente arrivare ad una sentenza di un giudice oppure conoscendo i parametri del lavoro di uno psicologo l’Ordine può già decidere chi possa far parte o meno di un Albo professionalmente corretto?

http://altrapsicologia.com/i-ciarlatani-regolarmente-iscritti-allordine/2007/03/