Perché improvvisamente siamo tutti ossessionati dalle sette?

Le sette sembrano un fenomeno distante, quasi storico, ma secondo l’autrice del seguente articolo, Beth Lewis, questa affermazione non potrebbe essere più lontana dalla verità

di Beth Lewis

Francia: i vescovi contro le derive settarie - SettimanaNews

I culti sono un terreno fertile per infiniti documentari, film, programmi TV, libri, tanto su Netflix ogni mese circa viene fuori una serie su questo argomento. Ma perché?

Il fascino per le sette è simile a quello che hanno per noi le storie dei serial killer e del vero crimine, amiamo guardare gli estremi dell’umanità da uno spazio sicuro dietro uno schermo televisivo o una pagina di un libro e pensare, questo non potrebbe mai succedere a me.

Questi leader di sette diventano celebrità macabre. Charles Manson. David Koresh. Keith Ranière. È incredibile pensare che questi leader abbiano fatto il lavaggio del cervello a migliaia di persone privandosi di tutto ciò che avevano, con il pretesto di aderire ad una comunità.

In alcuni casi, questi culti creano effettivamente intere comunità da soli.

Osho, chi era - Cure-Naturali.it
Osho

Rajneeshpurum era una città costruita nell’Oregon, negli Stati Uniti, dal movimento Rajneesh guidato da Bagwhan Shree Rajneesh (altrimenti noto come Osho). Il documentario di successo di Netflix Wild Wild Country descrive in dettaglio la sua ascesa, l’espansione e il crollo, incluso il più grande caso di bioterrorismo interno negli Stati Uniti.

Per uno scrittore è difficile resistere all’attrazione di una narrativa di culto e per gli spettatori, difficile non seguire un episodio dopo l’altro, soprattutto quando il culto in questione presenta volti riconoscibili.

HBO producing documentary on Upstate NY 'sex cult' NXIVM - syracuse.com
In foto Keith Ranier e Alison Mack

NXIVM è uno delle sette più discusse del momento. Ha così conquistato il mondo che, dalla sua scomparsa nel 2018, è stato realizzato un numero record di documentari, film, libri e podcast su di esso. The Vow e Seduced: Inside the NXIVM Cult sono le due docuserie più popolari e offrono diverse prospettive sul culto. Entrambi, tuttavia, menzionano la strana ossessione del leader Keith Raniere per la pallavolo notturna.

Quello che era iniziato come un MLM di auto-miglioramento (sistema di marketing multilivello, un moderno equivalente di uno schema piramidale ed una classica modalità d’azione dei culti) si è concluso con i raid dell’FBI, gli arresti e una condanna a 120 anni di carcere per Raniere.

NXIVM aveva manuali segreti, sottogruppi esclusivi, raccolte di “dossier” e, naturalmente, membri famosi. Le celebrità danno credibilità ai culti e aiutano nel reclutamento, e in NXIVM il tutto avveniva grazie ad Alison Mack. Ella ha interpretato Chloe Sullivan in Smallville e ha usato il suo status per reclutare donne nel DOS, un gruppo segreto che Mack pubblicizzava come un “gruppo di empowerment femminista” ma in realtà era un gruppo sessuale fondato sul binomio padrone/schiavo dove Raniere era il padrone.

Il prezzo di entrata era estremo. I membri dovevano consegnare materiali imbarazzanti o incriminanti e, cosa più scioccante, essere marchiati con un simbolo composto dalle iniziali di Raniere e Mack.

NXIVM ha cercato di reclutare dei vertici di Hollywood, ma con l’eccezione di Mack, NXIVM ha avuto poca influenza su Hollywood.

Heaven's Gate Cult Member Recalls Bizarre House Rules - YouTube
In foto Marshall Applewhite e Bonnie Nettles

Quando si tratta di culti, per me non c’è nessuno più affascinante di Heaven’s Gate, che è servito da ispirazione per il Golden Door Group nel mio romanzo Children of the Sun. Un recente documentario, Heaven’s Gate: The Cult of Cults, ha esplorato il gruppo e le sue convinzioni, la traiettoria e la fine del suicidio di massa nel 1997.

Esso fu fondato nel 1974 da Bonnie Nettles e Marshall Applewhite. Erano fan di Star Trek e credevano che se fossero morti sarebbero saliti a vivere per sempre su un’astronave dietro la cometa Hale-Bopp.

Heaven’s Gate non ha seguito il percorso di un culto tradizionale continuando ad espandersi, diventando più estremo e alla fine implodendo. Nel 1976 smisero di reclutare e vissero uno stile di vita monastico. Niente droga, niente sesso, niente reclutamento. Che tipo di culto era questo?

Le sette sembrano un fenomeno lontano, quasi storico. Ma non lo sono. In questo momento si parla di un culto estremo in Kenya dove oltre 200 persone sono morte digiunando, credendo che sarebbero arrivate in paradiso più velocemente.

Kenya, setta del digiuno: riesumati 275 corpi morti di fame | Erano  convinti di poter incontrare Gesù in paradiso | Mancano ancora 356 vittime  - Il Riformista
Immagine del ritrovamento di alcuni corpi dei fedeli della setta del digiuno

Recentemente, tramite il documentario della BBC, A Very British Cult, il gruppo di life coaching The Lighthouse è stato smascherato come un setta pericolosa e sembra che molti culti pericolosi abbiano iniziato in modo abbastanza innocente il proprio percorso.

Fonte: https://www.huffingtonpost.co.uk/amp/entry/why-are-we-suddenly-all-obsessed-with-cults_uk_6481d381e4b04ee51a92f3ec/?fbclid=IwAR2Avk6xTtEcp1vFqqPeJbKL2JQKc_esyzzGFMO_ghAbZg5TXVrkI_15pPM_aem_th_ASZeBJ1n2ZV0EyUf5Qbna6urnONyEjwltUFA3X71Em9jEL-JML7F1ouGvg8ngyfXJFA

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Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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Il potere seducente delle divise e dei codici di abbigliamento dei culti

Scritto da Clive Martin, CNN

Sebbene molti di noi non siano mai caduti nella trappola di una setta, non significa che siamo sfuggiti completamente al suo fascino. Molti di noi sono ancora affascinati dalle mitologie dietro queste sette discutibili e talvolta pericolose, e i molti  film, programmi televisivi e libri sull’argomento sono  sicuramente la prova del costante charme che esse hanno.
Gli ultimi anni hanno visto la presenza nei media di “Big Love” e “Going Clear” della HBO, di “My Scientology Documentary” di Louis Theroux e della misteriosa “Martha, Marcy, May, Marlene” che si addentra nel mondo inquietante delle sette. “Wild Wild Country” di Netflix è l’ultima entrata sul genere.

La serie di documentari in sei parti racconta la bizzarra storia di come il guru indiano Bhagwan Shree Rajneesh, noto anche come Osho, e i suoi seguaci si stabilirono nell’Oregon rurale, intraprendendo una campagna di bioterrorismo contro la comunità locale infuriata.

A prescindere da tutto l’avvelenamento, la politica e la predicazione, i seguaci di Rajneesh erano interessanti per il  modo con cui si presentavano, con abiti arancioni e rossi quasi-buddhisti, occasionalmente combinati con un dolcevita e perline. In contrasto con gli ampi colletti e le cravatte kipper degli originari dell’Oregon, venivano a volte chiamate le “persone arancioni” come a provenissero da un pianeta diverso.

Gli sfarzi sartoriali del Rajneeshan non erano pienamente apprezzati all’epoca, ma di recente hanno trovato molti fan su Internet. Gli appassionati dello spettacolo condividono allegramente le immagini, e un certo numero di siti di moda eseguono capi per ottenere l’aspetto di Rajneeshan. Infatti, guardando le foto del culto, potresti essere perdonato per aver creduto che si fosse trattato di  un’anteprima dell’ultima collezione di Alessandro Michele per Gucci, con tutti gli abbinamenti degli anni ’70 e i lucenti capelli biondi.

Una così forte attenzione all’immagine non è inusuale nelle sette. I leader sono spesso desiderosi di creare un’immagine distinta, che combini l’iconografia storica e religiosa per attirare le persone nei loro ranghi.

Come le uniformi attirano i seguaci

La storia ha dimostrato nel tempo che se vuoi convincere le persone a comportarsi come vuoi, una divisa può fare molto. Secondo Alex Esculapio, scrittore e dottore di ricerca, interessato con particolare attenzione alla moda e alla sociologia “Un’uniforme di solito è una lavagna pulita, un punto di partenza“. “Essa mostra che non sei solo e che appartieni ad un gruppo di persone: diventa la tua nuova identità e segna davvero un nuovo inizio“.
Che si tratti di sette, gruppi terroristici o organizzazioni paramilitari, le fazioni di frangia violente spesso amano creare un’identità visiva riconoscibile. Demagoghi di destra Oswald Mosley e Mussolini usavano colori decisi, come il nero e il marrone, per creare un’immagine di forza militarista, mentre i gruppi marxisti sembrano favorire i berretti e le fatiche. Alle proteste di tutto il mondo puoi trovare le felpe istantaneamente riconoscibili del gruppo Black Bloc antifascista. I culti religiosi pur essendo  più spirituali che politici, posseggono chiaramente il potere dell’uniforme.

La cosa che tutti i culti, le religioni o qualsiasi gruppo sociale che voglia distinguersi dalla cultura tradizionale hanno in comune è un’uniforme che li distingue davvero e rende tutti i membri simili allo stesso modo. Crea un’identità di gruppo, che è un segnale per gli estranei“, ha affermato Esculapio.
Sono simili a una religione organizzata, che ha spesso uniformi specifiche, come i monaci buddisti o i preti cattolici, e c’è anche una sovrapposizione con la mentalità della moda in generale, l’idea delle tribù di stile. Penso che sia una dinamica che è presente in tutta la vita sociale, ma aumenta nel caso delle sette“.

Forse l’esempio più noto di questa pratica è il culto più violento e famoso di tutti, la cosiddetta famiglia Manson. Nei loro primi giorni al Ranch Spahn, Charles Manson coltivava un aspetto spensierato, quasi pastorale per la sua famiglia. Le ragazze avevano fatto crescere i propri capelli fino ad averli lunghissimi e spettinati, indossavano abiti floreali e camminavano a piedi nudi. Avrebbero quasi potuto essere stati scambiati per un gruppo di una chiesa in una gita.
Ma dopo una serie di uccisioni brutali e un verdetto di colpevolezza, Charles Manson si è rasato la testa e gli altri sostenitori hanno seguito l’esempio, creando un peculiare aspetto pseudo-orientale.

Il rovescio della medaglia delle scelte sartoriali delle sette

Manson usava l’estetica per attirare le persone e per respingerle. Aveva creato una versione pastorale, utopistica, hippie dei suoi seguaci, per quando avevano bisogno di attrarre anime perse e fuggiaschi, e poi li ha trasformati in una versione da incubo violenta e bizzarra, per quando venivano messi sul palcoscenico mondiale.
Un altro famigerato culto americano che usava un linguaggio dell’uniforme e stilistico per creare un sentimento di scopo e visione era la setta suicida Heaven’s Gate.
Il gruppo ha catturato l’attenzione mondiale nel 1997, quando 39 membri, tra cui il capogruppo Marshall Applewhite, hanno preso una dose letale di fenobarbital e vodka, prima di sdraiarsi e morire nei letti a castello adiacenti. Ma l’elemento più eclatante delle foto girate sui media era che ogni membro indossava lo stesso paio di scarpe da ginnastica Nike Decade con fondi neri da jogging.
Per quanto morbose fossero queste foto, le immagini dei piedi dei membri del culto assomigliavano quasi a una controversa campagna di moda, un sentimento che si consolidò quando il Saturday Night Live diffuse il famoso motto Nike “Just Do It” attraverso le immagini e creò un proto-meme direttamente dal regno dell’umorismo macabro.
Alex Esculapio, che ha scritto su Heaven’s Gate, crede che  le uniformi degli adepti fossero un modo per creare un’estetica identificabile e riconoscibile.
Erano diversi da quello che la gente poteva aspettarsi da un culto, perché erano in contatto con la moda, erano davvero entusiasti di creare un’identità visiva e lo erano stati sin dall’inizio. Avevano avuto diverse modifiche, ma hanno sempre usato uno stile di abbigliamento specifico per emulare quello che vedevano come ambizioso: le scarpe Nike erano particolarmente popolari negli Stati Uniti negli anni 90. Avevano specifici rituali di toelettatura, [per esempio] nessuno degli uomini aveva la barba e si radevano la testa.
Il loro vicino di casa li descrivevano come dei nerd tecnologici, quindi ovviamente erano in contatto con ciò che stava accadendo in quel momento. C’era una tensione tra isolamento e iper-consapevolezza della cultura moderna, sapevano che avevano bisogno di rimanere dentro per sopravvivere“, riferisce Esculapio.

Tuttavia, alcuni dei culti più pericolosi e violenti non hanno avuto bisogno di imporre codici di abbigliamento identificabili ai loro seguaci. Il reverendo Jim Jones potrebbe aver attentamente coltivato la sua immagine da predicatore in occhiali da sole, ma i suoi seguaci sembravano essere come qualsiasi frequentatore di un centro commerciale a caso in America.
Questa mancanza di un’identità visiva distinta non ha impedito a più di 900 membri di uccidersi nel suo nome. Lo stesso vale per il  gruppo dei Davidiani di David Koresh, i cui membri assomigliano visivamente a quasi tutti quelli delle altre comunità del Texas, ma crededevano che il loro leader fosse il messia ritornato e per questo erano disposti a morire.
Fonte: https://edition.cnn.com/style/amp/seductive-power-of-uniforms-and-cult-dress/index.html?__twitter_impression=true

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Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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