Prospettive sui casi giuridici inerenti i culti negli USA

Ringrazio la Dottoressa Janja Lalich per avermi concesso il permesso di tradurre la seguente relazione
Relazione presentata al convegno FECRIS, tenutosi a Marsiglia il 16 maggio 2015 da
Janja Lalich, Ph.D., Professore Emerito di Sociologia
Introduzione
A mio avviso, attualmente, sono quattro le  principali problematiche che riguardano i casi giudiziari legati ai culti negli Stati Uniti.
Esse sono:
(1) non vi sono sufficiente avvocati che trattano questi casi;
(2) non c’è un numero sufficiente di esperti qualificati per testimoniare a favore delle vittime;
(3) permane la mancanza di volontà dei tribunali di affrontare qualsiasi cosa che possa riguardare il tema della “religione” in linea con l’onnipotente principio del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti (il cosiddetto diritto alla “la libertà di religione”);
e
(4) la confusione operata dagli apologeti dei culti – cioè, la confusione tra “sette” e “religione”, e la confusione sul libero arbitrio verso qualcosa che io chiamo “scelta limitata” [1] – che può anche essere considerata come una confusione sul lavaggio del cervello verso l’indottrinamento. Questi fattori possono coinvolgere  sia i casi penali che quelli civili, tra cui casi di divorzio e custodia dei minori e liquidazione.
1) Non vi sono abbastanza Avvocati disponibili
Molto semplicemente, gli avvocati americani non sono abbastanza disponibili ad assumere casi correlati con i culti. Essi possono sentirsi ostacolati dal problema; possono non comprendere chiaramente la questione dell’indebita influenza  o delle teorie correlate; possono non usufruire della conoscenza di esperti di culto per ideare strategie; possono non  vedere possibilità di vittoria. E, naturalmente, per molti avvocati, non vedere una vittoria impedisce loro di assumere la difesa un cliente. In molti casi, non vorranno nemmeno sentire il cliente.
Anche loro dovrebbero essere interessati al caso, non possono conoscere tutte le questioni legate ai culti perchè possono farsi guidare da alcuni degli stessi pregiudizi circa i culti come fa la maggior parte dell’opinione pubblica su questo dolorosamente incompreso problema sociale. Quest’ultimo punto può anche creare ostacoli durante la selezione della giuria.

Alcuni degli avvocati più anziani che si sono occupati di questi casi sono proprio questo: anziani, pensionati e deceduti. Purtroppo non si è formata una nuova generazione di avvocati interessati a casi legati ai culti. Ciò significa, naturalmente, che anche se un ex membro di setta o qualcuno, vittima di un culto, volesse presentare una querela o una citazione per la custodia dei propri figli, lui o lei dovrà faticare a trovare un avvocato disposto ad assumere il caso. Inutile dire che la maggior parte delle vittime/sopravvissuti non prenderà nemmeno in considerazione tale combinazione perché o sono a conoscenza di come farlo o semplicemente non sanno come andare avanti con la vita e non pensare più a quello. Allo stesso modo, i coniugi e / o genitori
tendono a trovare giudici non disposti ad affrontare le questioni, soprattutto se si tratta di un culto “religioso”.

 

Un esempio illustrativo sull’uso di esperti di culti e delle teorie della persuasione coercitiva è il caso di Lee Boyd Malvo, il giovane uomo accusato di essere un cecchino e di omicidi a Washington, DC nel 2002.

 

Malvo, 17 anni, in quel periodo era sotto l’influenza del suo “padre putativo”, più anziano (41 anni) ed estremamente prepotente, John Allen Muhammad. Nella speranza di evitare un verdetto di pena di morte, la difesa di Malvo utilizzò la consulenza psicologica del Dr. Paul Martin. Come riportato in TheBaltimore Sun:

 

“La testimonianza di Martin è la passerella per una serie di esperti della salute mentale che saranno chiamati al banco dei testimoni la prossima settimana, in un sforzo della difesa per cercare di convincere i giurati che Malvo era pazzo – e non colpevole – quando fu coinvolto negli attacchi. La difesa è iniziata con la presenza di Martin che ha spiegato come le persone possono essere costrette a modificare i propri sistemi di credenze e di comportamento. Lunedi, lo psicologo Dewey Cornell sarà chiamato a testimoniare che, sulla base delle sue 300 ore di analisi, egli ritiene che Malvo era “indottrinato” dal 42enne Muhammad.
L’ex soldato dell’esercito è stato condannato lo scorso mese per il suo ruolo negli attacchi; la giuria l’ha condannato a morte. La testimonianza di Cornell sarà seguita da altri esperti della difesa, che dimostreranno che, il lavaggio del cervello era stato tanto intenso al punto di travolgere il senso di giusto o di sbagliato di Malvo. [nonostante le obiezioni dell’accusa], la difesa sostiene che il lavaggio del cervello provocò in Malvo un “disordine dissociativo non altrimenti specificato” [2]”
(Diagnosi del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disordini Mentali dell’Associazione di Psichiatria Americana) [3].

In ultima analisi, a Malvo è stata risparmiata la pena di morte, ma “rimane incarcerato nel Red
Onion State Prison in Virginia, dove si trova in isolamento, senza la possibilità di alcun contatto umano”. [4]

John Allen Muhammad è stato giustiziato nel novembre 2009.

 

Allo stesso modo, nel 2013 nello Stato di Washington il Tribunale Superiore in una udienza di custodia, io sono stata in grado di spiegare al presidente il perché del possibile danno per il figlio di 5 anni di una coppia, se fosse stato esposto alle attenzioni di un culto in Colorado, dove il padre si era trasferito per frequentarlo. Il leader del culto, Lord Ra-El si era autoproclamato il Cristo ritornato e promuoveva l’attività sessuale tra adulti e minori, nonché cercava di prendere contatti con noti terroristi di alto profilo.
Il giudice ha stabilità l’interruzione dei contatti tra padre e figlio, sottoponendo il padre a visite di controllo specialistiche. Quando fossero completate in modo soddisfacente le disposizioni del giudice, ci sarebbero state eventuali visite tra padre e figlio monitorare da un valutatore professionista.

Io sostengo che quelli di noi che sono attivi in ​​questo settore debbono sviluppare strategie su come stimolare l’interesse degli avvocati e su come formarli circa il potenziale per il buon esito di questi casi.

 

 

2) Non vi sono sufficienti esperti preparati e qualificati

 

Essere un testimone esperto nel sistema legale americano non è come fare un pic-nic. Nemmeno gli si avvicina. E’ ancora meno nei casi legati ai culti. Esso è un lavoro a parte che vi porta da un’altra parte – è fatto nella deposizione ed è portato avanti in aula. Ci vuole una persona fiduciosa, con la pelle dura in grado di sopportare il tormento e  all’umiliazione e altro ancora.

 

Ma il nostro problema qui inizia con la realtà che non ci sono esperti di sette abbastanza qualificati – individui cioè che posseggono preferibilmente titoli di studio adeguati, che hanno o hanno avuto affiliazioni con l’università e che sono esperti su questo argomento – cioè, sui metodi e sulle conseguenze dell’indottrinamento di un culto e sulla facilità con cui i cittadini possono essere coinvolti dalle strategie di una setta. Negli Stati Uniti, purtroppo, vi sono molti apologeti dei culti e alcuni adepti frequentano molti programmi di studi religiosi e molti dipartimenti di Sociologia.

 

Gli studenti laureati ignari che possono mostrare un interesse verso le sette (o “nuovi movimenti religiosi”, questa è l’etichetta preferita dagli apologeti) vengono presi sotto le ali di questi oppositori e curati per “portare la torcia”. I pochi di noi in Sociologia – per esempio, il dottor
Benjamin Zablocki, ora in pensione presso la Rutgers; il Dr. Stephen Kent presso l’Università di
Alberta in Canada; ed io, da poco in pensione dalla California State University, Chico – hanno combattuto la buona battaglia, ma siamo schiacciati dolorosamente. E come si potrebbe sospettare, l’ICSA non è stata di alcun aiuto in questo senso, avendo portato sempre più credito agli apologeti, come Eileen Barker e company, sin da quando c’è stato il passaggio del brillante ed impavido presidente dell’ICSA di lunga data, l’avvocato Herbert Rosedale di New York.

Anche in questo caso, è mio desiderio che noi incoraggiamo lo studio sull’influenza sociale e sul controllo, con particolare attenzione ai gruppi e/o individui che sposano l’estremismo ideologico diqualsiasi tipo e la filosofia secondo cui il fine-giustifica-i mezzi. Ciò comprenderà anche le relazioni “personali” di tipo settario (one-to-one o di famiglia), imprese settarie, traffico di esseri umani, e vari gruppi New Age che utilizzano metodi simili o l’indebita e coercitiva influenza per corteggiare, conservare e controllare i propri seguaci. Questo significa che bisognerebbe pubblicare più articoli in riviste peer-reviewed,  libri con contratti accademici o con serie case editrici,  editoriali e notizie analizzate in concomitanza con l’attualità, e la creazione di intelligenti interviste con i media e conferenze stampa.
Siamo in un momento preoccupante, di sicuro, ma anche propizio per fare questo – momento in cui quelle attività terroristiche hanno riaperto la discussione pubblica sul “lavaggio del cervello”, dell’indottrinamento estremo.
Siamo dalla parte giusta della storia e dobbiamo prendere una posizione e dobbiamo coinvolgere giovani studiosi con noi.

 

3) Paura di offendere – L’ombra del Primo Emendamento

 

Il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti afferma:
Il congresso non farà una legge per il riconoscimento ufficiale di una religione o che ne vieti il libero esercizio; o che limiti la libertà di parola o della stampa; o il diritto del popolo ad adunarsi pacificamente e presentare una petizione al Governo per la tutelarsi dalle ingiustizie.

 

E questa prima clausola implica altre cose:

 

  1. L’assistenza finanziaria a istituti legati alle chiese (quanti milioni di dollari andranno alle cosidette fedi in beneficienza negli Stati Uniti?)
  2. I tempi delle ferie nelle scuole pubbliche per le vacanze religiose
  3. L’esenzione fiscale sulla proprietà religiosa (quanta perdita del debito pubblico si potrebbe ottenere se Scientology, per esempio, pagasse le imposte?)
  4. Le leggi di chiusura per la domenica
  5. Le osservanze governative religiose e le manifestazioni religiose proprie del governo (dal Congresso degli Stati Uniti sino al locale Consiglio cittadino, ogni sessione inizia con una preghiera)
  6. L’esenzione delle organizzazioni religiose dall’ applicazione generale delle leggi (e avrete senza dubbio sentito parlare della clamore della torta nuziale dello stesso sesso?) [5]

 

Tuttavia, nelle sentenze del 1878 e del 1890, per quanto riguarda la poligamia, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha fatto una distinzione tra la libertà di credere e la libertà di agire [6].

Si auspicava che quella tradizione avrebbe continuato ad esistere. Ma non così non è stato.
Nel corso degli anni, sempre più ordinanze giuridiche hanno avuto la tendenza a offrire una notevole protezione alla religione. Nel 1940 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la condanna di un Testimone di Geova e di due suoi figli per proselitismo, concludendo:

 

Nel regno della fede religiosa, e in quello delle credenze politiche, sorgono forti divergenze. In entrambi i campi i principi di un solo uomo possono mostrare un errore al suo prossimo. Per convincere gli altri del proprio punto di vista, il leader, come sappiamo, a volte, ricorre ad esagerazioni, alla denigrazione di uomini che sono stati, o sono, di primo piano nella chiesa o nello stato, e anche alle false dichiarazioni. Ma il popolo di questa nazione ha ordinato nella luce della storia, che, nonostante le probabilità di eccessi e gli abusi, queste libertà sono a lungo andare, essenziali per l’opinione illuminata e retta condotta da quella parte dei cittadini che sono nella democrazia”.[7]

 

Più tardi, nel 1963, il Giudice Brennan ha scritto che la sottile linea che separa la fede dall’azione era quella di determinare se una pratica religiosa specifica causasse “una minaccia sostanziale per la sicurezza pubblica, per la pace o per l’ordine pubblico” [8]

Così il gioco è fatto.
Una risorsa eccellente su questo argomento è offerta dall’esperto di Costituzione, Marci Hamilton. Nel suo libro God vs the Gavel: Religion and the Rule of Law egli documenta come quasi sia impossibile perseguire gli abusi sui minori da parte del clero, la negligenza medica da parte dei guaritori, e altri comportamenti intollerabili delle cosiddette pratiche religiose. Hamilton scrive nell’introduzione del libro:

C’è un pericoloso atteggiamento rilassato che gli americani assumono, secondo cui se l’argomento è religioso, il risultato è inevitabilmente buono. Si tratta di un controllo della realtà: enti religiosi danneggiano persone ogni giorno, e nonostante io sia un credente , lo dico con convinzione che è avventato consentire ai singoli e alle organizzazioni religiose di essere irresponsabili. La fiducia prevalente nelle organizzazioni e negli individui religiosi ha portato ad un mosaico di leggi che creano privilegi speciali per le entità religiose oltre le aspettative iniziali di ciascuno”. [9]

In effetti, mentre stavo scrivendo questa relazione, il 20 aprile 2015, la Corte d’Appello del Tribunale della California, esprimendosi in un altro caso inerente i Testimoni di Geova, ha rilevato che “la Chiesa non ha alcun obbligo di evitare che i suoi membri danneggino altri” (Conti vs. Watchtower Bible & Tract Society di New York, Inc.). [10] Questo giudizio ha invertito il precedente che aveva destinato un risarcimento di $ 8 milioni per danni. L’attrice aveva citato in giudizio il suo aggressore e la Torre di Guardia, sostenendo di essere stata molestata più volte per un periodo di due anni, da un membro della congregazione, durante le sue attività. Egli aveva ammesso quelle molestie ai suoi anziani, che però non avevano avvertito la polizia né la congregazione. Questo privilegiare confessioni penitenziali viene garantito dalla giurisprudenza costante dei tribunali della California. E lo schema si ripete in altri stati.

Un altro fattore problematico negli Stati Uniti è la facilità con cui un gruppo o organizzazione possono diventare una religione. Dato che la Costituzione mette in chiaro che il governo non può definire una chiesa, il risultato è stato che tutto è permesso. Solo questa settimana un club del sesso adulto in Nashville, Tennessee, si è dichiarato una religione e ha ottenuto l’approvazione della città di Nashville per aprire la sua nuova sede vicino ad una scuola elementare – nonostante ci sia una legge della città che vieta che vi siano sexy club privati entro 1.000 piedi dalle scuole, parchi, dai centri di assistenza diurna, e da luoghi di culto . I fondatori hanno cambiato il nome da The Social Club in The United Fellowship Center. Una stanza, una volta era denominata “prigione”, mentre ora è chiamata “Coro” e le 49 salette private sono ora “sale di preghiera”.[11]

 

 

 

 

4) La confusione creata dagli Apologisti dei Culti

 

Non è sconosciuto a questo pubblico che la stragrande maggioranza dei danni perpetrati dagli apologeti dei culti – di solito in nome della “libertà di religione” – provengono da una battaglia di lunga data, che, mi dispiace ammetterlo, si è evoluta a loro favore. Per anni essi sono riusciti a impedire alla stampa (almeno negli Stati Uniti) di scrivere negativamente sui culti; infatti, anche la parola “setta” è raramente usata dai media. Grazie ad alcuni documentaristi coraggiosi, che hanno parlato in modo eccellente di storie di culti e delle loro vittime (lode a HBO and Going Clear [12]e al canale Investigation Discovery con la serie Persuasioni pericolose), questo comincia a cambiare.

Oltre alla strategia di influenzare i media, gli apologeti hanno consciamente o inconsciamente, deliberatamente o senza mal intenzione, offuscato la reputazione di noti critici delle sette, tra i più ferocemente attaccati la Dr.ssa Margaret Singer della California e il dottor John Clark del Massachusetts (Clark era uno psichiatra alla Harvard Medical School, e fondatore della American Family Foundation, precursore dell’ICSA). Questo comportamento ha incoraggiato i culti nei loro progressi in questa arena. Per un certo tempo, ad esempio, e forse questo persiste ancora oggi, Scientology avrebbe prestato investigatori privati ​​e assistenza legale a tutti i casi di culto in cui erano coinvolti i loro nemici giurati o ideologici.

Le attività non etiche favoriscono infatti strane compagnie di letto. E molti degli apologeti sono stati utilizzati come esperti in casi legali – il più tristemente noto quale professionista apologista di culti, Dick Anthony, si dice guadagni $ 3.500 al giorno per testimoniare a favore dei culti. [13]

Non importa il caso, non importano le accuse, non importa l’evidenza, Dick Anthony è probabile che vada in aiuto di qualsiasi culto o di un gruppo chiuso, che sia stato citato in giudizio. [14]. Nel 2009 sono stata citata dall’ Agenzia del procuratore distrettuale di El Dorado County (CA) per testimoniare nel processo contro un leader di una setta poligama che era accusato di aver torturato e picchiato a morte il proprio figlio di 4 anni [15]. La difesa aveva ingaggiato Anthony per scrivere una mozione preliminare per escludere me quale testimone nel processo. Nonostante le false e fuorvianti proteste di Anthony, la Corte ha stabilito che la mia testimonianza era ammissibile.

Un’altra sentenza, tuttavia, ha escluso l’uso della parola “setta”. Nessun problema, ho detto. Ho istruito la giuria circa il potere di influenza sociale e di controllo in un ambiente chiuso, o quello che io chiamo un ambiente “a chiusura automatica”, dominato da una personalità carismatica e dalla creazione di una mentalità che io chiamo “la scelta limitata.” Si trattava di quel fenomeno che impediva alle donne di chiamare la polizia al momento dell’omicidio. Non c’è bisogno di parlare di culti o lavaggio del cervello. Il cittadino medio è perfettamente in grado di capire questo tipo di indebita influenza. Alla fine del processo, Ulisse Roberson è stato condannato in secondo grado per omicidio ed è stato condannato al carcere per 15 anni.

Due cose erano uniche in questo caso: (1) la scomparsa del bambino era avvenuta 24 anni prima, nel 1985 e, in quel momento, le “mogli” che avevano assistito al pestaggio e all’omicidio non avrebbero testimoniato in quanto erano ancora sotto l’influenza di Roberson; e (2) il corpo del ragazzo non è mai stato trovato. E’ estremamente raro, come probabilmente sapete, ottenere una condanna per l’accusa di omicidio senza un corpo. Tuttavia, in questo caso, l’accusa ha prevalso.

La confusione tra sette e religione è solo una importante tattica per la difesa legale dei culti e dei loro attori. Inutile dire che le calunnie espresse contro esperti di culto va ben oltre il dibattito scientifico, almeno nei tribunali americani. Potrei raccontarvi la causa contro i fondatori di quello che divenne un culto di business, in cui l’avvocato difensore ha insinuato che ero l’amante della Dottoressa Margaret Singer.

Poi ha cercato di dimostrare che ero prevenuta perché ero stata in una setta. Infine ha cercato di indurre nella giuria un senso di antipatia e di diffidenza perché io ero stata in un culto comunista (è il modo migliore per screditare qualcuno in America!). Tuttavia, ancora una volta, l’attore ha compreso come gli imputati avevano scelto di risolvere prima che il caso andasse in giuria.

In definitiva, è mia opinione che fino a quando gli apologeti cercheranno attivamente di
confondere giudici e giurie, è nostra responsabilità prendere in mano la questione e mettere su la migliore difesa contro le loro distorsioni e le loro false accuse. Facciamo questo nei nostri territori, in modo estremamente riflessivo e logico nelle nostre spiegazioni in aula durante la testimonianza, e sapendo che in effetti noi siamo dalla parte giusta della storia.

Bibiografia

 

[1] Lalich, J. (2004). Bounded choice: True believers and charismatic cults. Berkeley: University of

California Press.

[2] Siegel, A. F. (2003, December 6). Witness links Malvo profile, brainwashing, The Baltimore Sun.

[3] American Psychiatric Association. (1994). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (4th ed.).

Washington, DC: Author, pp. 490-91.

[4] Albarus, C. (2012). The making of Lee Boyd Malvo: The D.C. Sniper. NY: Columbia University Press, p.

10.

[5] Available: www.constitution.findlaw.com/amendment1.html.

[6] Reynolds v. United States, 98 U.S. 145(1878); Davis v. Beason, 133 U.S. 333 1890).

[7] Cantwell v. Connecticut, 310 U.S. 296 (1940).

[8] Available: www.constitution.findlaw.com/amendment1.html.

[9] Hamilton, M. (2005). God vs. the gavel: Religion and the rule of law. (NY: Cambridge University Press), p. xv.

[10] Available: www.jdsupra.com/legalnews/in-childhood-

sexual-abuse-case-californ-19456/

[11] Loller, T. (2015, April 25). Sex club seeks Nashville blessing by vowing to be a church. Associated Press.

[12] HBO (Producer), & Gibney, A. (Director). (2015). Going clear: Scientology and the Prison of Belief.

[13] Available: www.cultnews.com/?p=1482.

[14] For an excellent critique of Anthony’s thinking, see “Questions from the Balcony: A Critique of Dick Anthony” by Herbert L. Rosedale in Cults and Society, Vol.1, No. 1 (2001).

[15] People of the State of California v. Ulysses Roberson, No.S01CRF0236 (1985).

 

 

 

Fonte: http://fecris.org/wp-content/uploads/2015/05/Lalich_EN.pdf

 

Traduzione non professionale di Lorita Tinelli

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Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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“Apologisti dei Culti e Attivisti anti-sette”

 

Gli Apologeti dei culti sono persone che difendono gli insegnamenti e/o le azioni di uno o più movimenti, che molti apologeti cristiani e non cristiani, i professionisti anti-sette e contro le sette considerano culti (teologicamente e/o sociologicamente)

Alcuni apologeti dei culti sono membri dei movimenti che essi stessi difendono. Altri sostengono di promuovere il pluralismo religioso e la libertà religiosa. Altri ancora sembrano essere opportunisticamente interessati a benefici finanziari.

I Culti e gli apologeti dei culti  cercano di perorare con le stesse modalità la loro causa, come fosse una lotta per la “libertà religiosa“, pur non riuscendo a riconoscere che i membri del culto siano  sottoposti a schiavitù spirituale, mentale e/o fisica e finanziaria.

La disonestà accademica è comune tra gli apologeti dei culti. Vedi, per esempio, il loro travisamento sul controverso – ma instabile – problema del lavaggio del cervello  o sulla loro denigrazione degli apostati.

Gli individui e le organizzazioni che si oppongono alle dottrine, metodi e/o obiettivi delle  organizzazioni anti-sette e contro le sette a volte sono chiamati anti-anti-sette. Questi non sono necessariamente apologeti dei culti (molti sono, infatti, anche contrari ai culti). Essi semplicemente si oppongono a certe pratiche (ad esempio alla deprogrammazione involontaria, sebbene essa sia stata abbandonata da lungo tempo a favore di un’attività di counseling di aiuto alla fuoruscita o di consulenza sulla riforma del pensiero), e /o teorie (ad esempio quella del lavaggio del cervello , o – nel  casodei ministeri cristiani, per esempio, delle pretese di esclusività).

 

 

Le loro tattiche

 

Gli apologeti dei culti impiegano un certo numero di tattiche nella loro lotta contro i movimenti anti-sette e i movimenti contro le sette.

1) Appello alla posizione accademica


Alcuni apologeti dei culti accademici tentano di creare un vuoto di credibilità tra se stessi e ciò che essi chiamano “i cosiddetti esperti di sette” o “gli auto-proclamati esperti di sette“.

In questo modo essi cercano di creare la falsa impressione che

a) non ci sono o che vi sono pochi accademici all’interno dei movimenti anti-sette – o contro i culti, e

b) che non si può essere un esperto senza essere accreditato [dal mondo accademico, ndt].

 

 

2) Attacchi contro gli apostati

 

 

Tra le sfide più pericolose al lavoro di apologeti dei culti vi è la testimonianza di ex membri (apostati). Pertanto, i difensori delle sette sostengono che gli apostati non possono essere chiamati a dire la verità (dichiarazione fatta da J. Gordon Melton e confermata da Lonnie Kliever) .

Tuttavia il professore di psicologia Benjamin Beit – Hallahmi* afferma:

Recenti e meno recenti catastrofi dei NRM ci aiutano a capire che in ogni singolo caso le accuse da parte di estranei ostili e detrattori siano state vicino alla realtà più di qualsiasi altra persona. Fin dalla tragedia di Jonestown le affermazioni degli ex membri si sono rivelate le più accurate di quelle di apologeti e ricercatori di NMR.

Professor Benjamin Beit-Hallahmi

 

3) Attacchi contro i loro critici

 

Sempre più spesso gli apologeti dei culti e i loro difensori spendono molto tempo ed energie ad attaccare i critici dei culti, pur rifiutando di affrontare le questioni che attirano l’attenzione di tali critici.
4) Negano le teorie di lavaggio del cervello e del controllo mentale

 

Una seconda sfida seria per il lavoro dei difensori delle sette è il fatto che le persone a volte possono essere influenzate a fare cose che vanno contro la loro natura, le convinzioni razionali e di buon senso. I difensori delle sette si oppongono con veemenza alle teorie del lavaggio del cervello e del controllo mentale.

Eppure altri sociologi riconoscono chiaramente l’esistenza di  “forze sociali e psicologiche” scatenate nei culti:

Io non sono contrario personalmente all’esistenza dei NMR [Nuovi Movimenti Religiosi, ndt] e ancora meno al libero esercizio della coscienza religiosa. Vorrei lottare attivamente contro ogni tentativo del governo di limitare la libertà di espressione religiosa. Né credo che sia di competenza degli studiosi laici come me  valutare o giudicare il valore culturale delle credenze spirituali o le azioni spirituali. Tuttavia, sono convinto, in base a oltre tre decenni di studio dei NMR, attraverso l’osservazione partecipante e attraverso interviste ad entrambi i gruppi di  membri ed ex membri, che questi movimenti scatenano  forze sociali e psicologiche di una potenza veramente impressionante. Queste forze hanno provocato il caos in molte vite – sia negli adulti sia nei bambini. Sono questi i processi di influenza sociale e psicologica che lo scienziato sociale ha il diritto e il dovere di cercare di capire, indipendentemente dal fatto che tale comprensione alla fine possa rivelarsi utile o dannosa per la causa della libertà religiosa “.

(Benjamin Zablocki, La Schedatura di un concetto: La Strana Storia della congettura di Lavaggio del Cervello nella Sociologia della Religione)

Benjamin Zablocki Ph.D. University of Wisconsin-Madison

 

Gli scienziati sociali che cercano di sfatare la congettura del lavaggio del cervello hanno spesso parlato come se ci fosse una vasta ricerca sul comportamento dei partecipanti al culto e come se ci si potesse formare ora delle conclusioni definitive sull’argomento. E, in effetti, ci sono  state tante pubblicazioni riguardanti i culti negli ultimi dieci anni. Tuttavia, un attento esame di questa grande quantità di scritti dimostra che essi si basano su un corpo molto limitato di dati effettivi. La maggior parte della migliore ricerca che è stata fatta è costituita da monografie etnografiche sui singoli NMR, e tutto questo dev’essere ancora elaborato. I pochi studi comparativi e quantitativi epidemiologici o di altro genere sono stati più spesso effettuati sulla base di campioni di piccole dimensioni e non rappresentativa. Penso anche che alcuni ricercatori siano stati ingenui nel sottovalutare la capacità dei culti di organizzare soggetti da intervistare per “aiutare” gli studiosi ad ottenere risultati a loro favorevoli . Dall’altra estremità dello spettro i  campioni basati su liste di visite psichiatriche sono polarizzati in modo simile “.

(Benjamin Zablocki, La Schedatura di un concetto: La Strana Storia della congettura di Lavaggio del Cervello nella Sociologia della Religione)

 

Il mio lavoro sul tema , così come quello di Richard Ofshe, Marybeth Ayella, Robert Cialdini, Amy Siskand, Roy Wallis, Philip Zimbardo  e gli altri non è mai stato affrontato direttamente, tanto meno smentito dai sociologi della religione. Piuttosto è stato diffamato, ridicolizzato o ignorato. C’è stata una forma sofisticata e sottile di bullismo intellettuale alla maggioranza radicata all’interno della disciplina da parte di una piccola minoranza composta da studiosi sinceri e opportunisti accademici“.

(Benjamin Zablocki, La Schedatura di un concetto: La Strana Storia della congettura di Lavaggio del Cervello nella Sociologia della Religione)

 

 

5) Giochi di semantica

Agli apologeti dei culti non piace la parola “setta”. Dicono che la parola abbia assunto connotazioni negative e sostengono che essa sia generalmente usata in senso peggiorativo. Pertanto, invece di educare il pubblico sul significato proprio del termine, promuovono l’uso di ciò che considerano essere i termini più neutri. Questi includono Nuovi Movimenti Religiosi ( NMR ), Movimenti religiosi alternativi ( ARM) o semplicemente religioni (Useranno il termine ” setta” nei loro sforzi di marketing, però. Controllate le loro descrizioni autoprodotte  nei motori di ricerca  e date un’occhiata ai loro tag) .

La dichiarazione illogica e imprecisa di Leo Pfeffer su religioni, sette e culti è spesso citata dai difensori delle sette nei loro sforzi di ridefinire termini.

Troppe volte gli apologeti dei culti sostengono che i professionisti contro le sette siano “anti-religiosi” –  una bugia ridicola che dimostra l’obiettivo dell’inganno cui tendono questi difensori di sette.

 

6) La Lobby del governo
Gli apologeti dei culti e le loro organizzazioni si propongono ai governi offrendosi come loro consulenti e proponendosi come difensori per la libertà religiosa.  Un primo esempio di questo ci viene offerto dal CESNUR .

 

7) Deposizioni Legali

Alcuni apologeti dei culti aiutano i culti presentando (a pagamento) testimonianze di esperti in studi legali, con cui si cerca di screditare la testimonianza di sociologi, studiosi, esperti di culti ed ex membri di culti.

 

8 ) Minacce legali
Come alcuni dei culti che supportano, gli apologeti dei culti hanno usato e abusato del sistema giudiziario nella lotta contro coloro che osano criticarli.

 

9) False dichiarazioni e pregiudizi

Mentre gli apologeti dei culti spesso rimproverano agli esperti di sette – e contro le sette di travisare le credenze e le pratiche dei culti e delle sette, essi stessi hanno assunto  regolarmente e palesemente assunti e pregiudizi

Dalla pretesa di James Lewis , J. Gordon Melton e altri, che il culto giapponese di  Aum Shinrikyo – un gruppo di terroristi – era innocente delle accuse penali di aver organizzato attacchi con gas velenosi e non avrebbe potuto produrre Sarin,  all’affermazione di Melton che la Chiesa Locale, un culto cristiano che è un movimento ortodosso, i difensori dei culti spesso pur avendo sbagliato si sono rifiutati di correggere i loro errori.

Questo problema è affrontato nell’articolo di Benjamin Beit – Hallahmi , Cari colleghi: Integrità e sospetto inella ricerca sui NRM, ed è documentato ampiamente da Stephen Kent e Theresa Krebs nel loro documento, Religioni alternative e i loro Accademici

Non tutti gli apologeti dei culti sono dei bugiardi palesi o mostrano una scarsa comprensione di fatti, ma si registra che la maggior parte di loro travisi questioni importanti nel loro desiderio di difendere i culti .

 

Estratti da http://www.apologeticsindex.org/c11.html#tactics 

 

Note:

* Benjamin Beit-Hallahmi ha sudiato psicologia clinica in Istrale e negli USA ed è Professore di Psicologia presso l’Università di Haifa.

 

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Traduzione di Lorita Tinelli (Affiliata Internazionale APA)

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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