Denunciate! Denunciate!

Il 3 Novembre 2006 uno degli Avvocati che si occupava delle cause civili indette da Vito Carlo Moccia nei confronti dei soliti tre soggetti presi di mira, inviava al suo cliente la seguente email, che poi fu rintracciata dalla DIGOS durante le indagini e diventata materiale dei fascicoli processuali.

In tale email si evidenziano  diverse inesattezze.

Intendo qui soffermarmi su alcune di esse:

1) L’Avvocato informa il suo cliente di aver fatto richiesta al Giudice Michele Salvatore di trasmissione immediata del verbale di udienza alla Procura della Repubblica per il reato di calunnia, relativamente all’affermazione della sottoscritta di essere a conoscenza di alcuni suicidi avvenuti tra gli allievi dei maestri di Arkeon. In effetti tale trasmissione avvenne, soprattutto a seguito delle dichiarazioni  di uno dei teste che confermava le stesse notizie di cui io ero a conoscenza. I risultati di tale trasmissione furono che: a) le indagini rilevarono che le informazioni erano esatte; b) la sottoscritta non è mai stata nè indagata nè accusata nè condannata del reato calunnia in merito a tali affermazioni

2) L’Avvocato sostiene nella sua email che il ricorso cautelare, richiesto dal Moccia, finalizzato alla chiusura del sito del CeSAP era stato rigettato ESCLUSIVAMENTE per una tutela del principio della libertà di espressione e non per altro. Come invece si evince dalle motivazioni del rigetto, che ripropongo qui di seguito, il Giudice esprime un giudizio meritorio per l’attività dl CeSAP di tutela dalle false psicoterapie sostenendo che gli interessi che il CeSAP promuove …certamente meritevoli di tutela da parte dell’ordinamento giuridico … l’informazione resa è altamente meritoria in questo idonea a prevenire gli effetti di una impropria attività psicoterapeutica svolta da operatori privi di qualificazione professionale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TRIBUNALE BARI, LEGITTIMO AVVERTIRE SU ABUSI PSICOLOGICI RESPINTA RISCHIESTA ARKEON DI OSCURARE SITO CENTRO STUDI ABUSI
(ANSA) – BARI, 14 SET – ”E’ legittimo mettere in guardia dai possibili rischi che si corrono aderendo a gruppi in grado di condizionare la liberta’ di pensiero senza essere titolati ad effettuare attivita’ di psicoterapia: non solo non e’ reato, ma e’ anche un’attivita’ meritoria”. E’ quanto emerge, secondo la presidente del Centro studi abusi psicologici, Lorita Tinelli, da una ordinanza del Tribunale Civile di Bari del 5 settembre scorso, che ha rigettato il ricorso proposto in via d’urgenza da Vito Carlo Moccia e da alcune societa’ riconducibili al gruppo ‘Arkeon’, con sede legale a Bari, che aveva chiesto l’oscuramento del sito www.cesap.net gestito dal Centro.
Il procedimento cautelare – e’ detto in una nota del Cesap – si inserisce nell’ambito del giudizio civile promosso da Moccia, del gruppo ‘Arkeon’, e da alcune societa’ che ne fanno parte che si ritengono diffamati dalle dichiarazioni rese dal presidente del Cesap e da altri ospiti del talk-show di Maurizio Costanzo in alcune puntate di ‘Tutte le mattine’ trasmesse a febbraio.
Moccia ha chiesto un risarcimento di quattro milioni di euro.
Nel giudizio risultano convenuti a vario titolo anche Rti ed Emilio Fede, mentre il Codacons e’ intervenuto volontariamente a sostegno del Cesap. In un ‘forum’ del sito www.cesap.net – e’ detto nella nota – si possono leggere le dichiarazioni di alcuni fuoriusciti da ‘Arkeon’, del quale si stanno interessando sei procure della Repubblica italiane, che ammoniscono ‘state lontani’ dal gruppo e in cui si parla di ‘condizionamento delle persone’ e di ‘pressione psicologica’.
L’oscuramento del sito in via d’urgenza era stato chiesto dal gruppo Arkeon che riteneva lesive anche le opinioni espresse nel forum internet del Cesap. Il Tribunale civile di Bari – e’ detto ancora – ha rigettato la domanda cautelare accogliendo le eccezioni sollevate dalla difesa del Cesap, rappresentata dagli avvocati Francesco De Gennaro ed Alessandro Lanzi dello studio legale Traverso & Associati, e ribadendo il principio costituzionale della liberta’ di manifestazione del pensiero e della stampa. (ANSA).

 

 

E’ altresì importante notare come, nell’interesse del suo cliente, l’Avvocato nella sua email incoraggi a denunciare in massa, perchè la pressione di centinaia di denunce, avrebbe probabilmente evidenziato quante sono le persone contente di Arkeon contro le schifezze “propalate” dal CeSAP.

[Giusto per correttezza di informazioni, all’epoca dei fatti c’erano state solo due trasmissioni televisive in cui si era parlato di Arkeon: 1) Tutte le mattine; 2) Mi manda Rai 3. In entrambi i casi, non solo io non ho portato in TV nessuno, ma le persone intervenute a parlare di Arkeon erano diverse e non le stesse, come erroneamente affermato dall’Avvocato]

Arkeon approda a Mi Manda RaiTre

Roma – 16 Ottobre 2006

“Un viaggio interiore, un percorso alla ricerca dell’identità, del benessere, ma, per alcuni, questo è stato un viaggio verso un incubo”. Così Andrea Vianello, conduttore della trasmissione televisiva Mi Manda RaiTre, ha presentato il metodo Arkeon messo in pratica dai ‘’maestri’’ dell’associazione Il sentiero sacro (“The Sacred Path”).
Per circa un’ora, nel corso della puntata andata in onda il 13 ottobre, si è parlato delle insolite attività del gruppo spirituale Arkeon, che conta diecimila seguaci in Italia. Un’ora densa di testimonianze e discussioni, con la presenza del leader Vito Carlo Moccia, ideatore di Arkeon, spalleggiato da due “maestri” e da un prete, Don Angelo De Simone, che Ruffolo ha definito “sacerdote atipico”.
A sedersi di fronte ai quattro rappresentanti di Arkeon c’era Stefano Spera, un giovane di Ostia che è intervenuto per raccontare la sua esperienza nel gruppo e le sofferenze patite.
“Ho conosciuto questo gruppo nel 2001 – ha detto Stefano – nel momento in cui ero fragile perché mio padre stava male”.
Ha riferito di aver frequentato molti seminari a pagamento e ha descritto stravaganti esercizi e teorie: “Fui invitato a rompere con la famiglia, in particolare con mia madre – ha dichiarato Stefano – perché loro sostengono che la madre è perversa. Il maestro aveva un forte ascendente. Loro sfruttano che sei in un momento delicato, ti danno un appoggio morale e d’affetto, ma poi ti fanno sentire in debito per cercare di gestirti e ti fanno fare cose incredibili”.
A quel punto Stefano ha ricordato, ad esempio, un esercizio che consisteva nell’andare a chiedere l’elemosina. “La richiesta di portare altre persone nel gruppo si faceva pressante e siccome non portavo nessuno sono iniziate umiliazioni fisiche e morali”. Alla domanda di Vianello: “Quando ha capito che doveva scappare…?”, Stefano ha risposto: “Non l’ho capito io, l’ha capito il fisico perché sono stato male e sono finito in ospedale, dopodichè pian piano con le cure psicoterapiche sono riuscito a tornare alla normalità”.
Altre due persone, intervistate in una sala riservata, hanno raccontato la loro esperienza scegliendo l’anonimato. Maria ha detto di essere entrata nel gruppo nel ’98, in un momento difficile della sua vita, e di essere rimasta dentro per cinque anni, nel corso dei quali ha pagato più di quindicimila euro per partecipare ai seminari.
“Il lavoro psicologico che fanno mi ha completamente sbalestrata – ha detto Maria – vedevo le persone che erano troppo dipendenti dal maestro, quindi ho capito che c’era qualcosa che non quadrava, ho iniziato a leggere libri e mi sono resa conto che ero cascata in una…”. Gabriella ha raccontato com’è entrata in Arkeon, accompagnata dal suo compagno che gliene parlava come se fosse un corso riguardante la comunicazione. Dopo aver partecipato a due incontri si è resa conto che persone senza competenze volevano scandagliare la sua psiche, pertanto ha preso le distanze dal compagno e dal gruppo.
“Nei seminari – ha spiegato Gabriella – ipotizzavano dei disagi che venivano riattualizzati in qualche modo, e questa sembrava essere la pratica per poterli superare. Il maestro proponeva particolari teorie come ad esempio quella del pedofilo, della madre perversa, della trasgressione creativa…”. Gabriella ha poi raccontato la vicenda giudiziaria inerente alle settanta querele ricevute dopo l’intervento del Cesap e dopo le testimonianze di alcuni fuoriusciti, fra cui lei stessa, fatte a gennaio del 2006 nel corso di tre puntate del programma “Tutte le mattine”, su Canale 5. Dopo questi racconti Vianello ha fatto entrare il presidente dell’associazione “The sacred path – Arkeon”, Vito Carlo Moccia, il vice presidente Lorenzo Campese, Gabriella Noè del comitato scientifico dell’associazione, ed il sacerdote Don Angelo De Simone. Il conduttore ha voluto puntualizzare che l’unico invitato era Vito Carlo Moccia, e questi ha portato con sé gli altri rappresentanti, fra cui il prete. Il leader del gruppo è stato subito incalzato da Gabriella, che ha chiesto se realmente la Chiesa appoggia questo movimento e perché alcuni rappresentanti di società e associazioni del gruppo Arkeon pretendono da lei un risarcimento di oltre quattro milioni di euro per aver descritto la sua esperienza nella trasmissione di Maurizio Costanzo. “Ho solo raccontato la verità – ha detto Gabriella – eppure ho ricevuto, oltre alla richiesta di quattro milioni, anche settanta querele per presunta diffamazione da maestri e affiliati di Arkeon”. Vito Carlo Moccia con imbarazzo ha risposto che “sicuramente, magari delle cose sono successe”.
“…a me viene di chiedere scusa a Gabriella” ha continuato con evidente difficoltà, ipotizzando che qualche maestro non abbia rispettato la carta dei valori e il metodo Arkeon. Ma questo tentativo di scaricare le responsabilità non è piaciuto all’avvocato Ugo Ruffolo, studioso di diritto, ospite fisso della trasmissione, che riferendosi alla richiesta di quattro milioni fatta dal gruppo Arkeon ha affermato: “Stiamo parlando di danni e di reati molto gravi; se le accuse che abbiano sentito vengono reputate fondate e provate da un giudice, i milioni di euro dovranno essere dati all’altra parte, perché i danni pesanti alla salute, i danni esistenziali, le vite rovinate, oggi vengono valutati in centinaia di migliaia di euro quando non in milioni”.
In collegamento diretto da Bari è intervenuta anche la psicologa Lorita Tinelli, presidente del Cesap, affermando che nell’arco di dieci anni di attività ha ricevuto decine e decine di racconti di fuoriusciti da Arkeon, dello stesso tipo di quelli ascoltati durante la trasmissione e anche alcuni con risvolti molto più drammatici.
Vianello ha quindi rivelato che, a quanto gli risulta, varie Procure della Repubblica Italiana stanno indagando su queste vicende.
Gabriella Noè, presentatasi come membro del comitato scientifico di Arkeon, ha descritto l’organizzazione sostenendo che esiste un albo dei “maestri” corrispettivo di un albo professionale, paragonandolo nientemeno all’albo dei giornalisti o dei medici …ma Vianello ha fatto notare che tale paragone non regge, perché l’albo dei “maestri” di Arkeon non è riconosciuto ed istituito dalla legge.
L’avvocato Ruffolo tornando sulla questione della responsabilità dell’organizzazione e degli organizzatori ha detto che se gli affiliati hanno incontrato un maestro è forse perché hanno visto qualcuno in televisione che li ha attratti. “Non siamo mai andati in televisione”, ha risposto Gabriella Noè, forse dimenticando che diversi video promozionali sono stati prodotti e divulgati dall’organizzazione stessa, e che uno di questi contiene un’intervista di Padre Raniero Cantalamessa a Vito Carlo Moccia, trasmessa da RaiUno nel corso della trasmissione “A sua immagine”. E proprio per comprendere se Arkeon è davvero vicina al mondo cattolico, Vianello ha chiesto spiegazioni a Don Angelo De Simone. “Sono stupito che lei sia qui…”, ha commentato il conduttore. Don Angelo ha provato a difendere Arkeon definendosi “animatore spirituale” del gruppo e dichiarando di poterlo fare senza alcuna autorizzazione ecclesiale.
Non ha detto, dunque, che il movimento Arkeon è riconosciuto dalla Chiesa cattolica. L’accanimento dimostrato da Don Angelo non ha però convinto il pubblico presente, che più volte ha dato segni di dissenso. Ruffolo, riprendendo un esempio infelice fatto da Don Angelo sulle responsabilità personali dei preti pedofili, ha assicurato che poiché il prete opera in una struttura, anche la struttura paga i danni, ricordando che negli Stati Uniti la Chiesa cattolica deve pagare miliardi di dollari di risarcimento per cause di questo tipo.
“In Italia – ha spiegato Ruffolo – quando qualcuno fa affidamento in un ente, in un’associazione, in un gruppo, e solo per questo va da un maestro che altrimenti non conoscerebbe, se il maestro fa qualcosa di sbagliato l’associazione ne risponde, così come se un prete fa qualcosa di sbagliato ne risponde il convento”.
Riferendosi all’attività di Arkeon, Vianello ha affermato che è un’introspezione psicologica, ma l’ideatore del metodo lo ha negato.
Su quest’aspetto il conduttore ha insistito, e Moccia ha dichiarato di essere laureato in psicologia ma di non aver voluto fare l’iscrizione all’albo. A quel punto è intervenuto il Presidente del Consiglio Nazionale degli Psicologi, Giuseppe Luigi Palma, il quale ha confermato che “occuparsi di vissuti psicologici e di emozioni è lavoro da psicologo” e che Vito Carlo Moccia non è uno psicologo.
“L’Ordine degli Psicologi ha ricevuto tre segnalazioni – ha detto il presidente Palma – che hanno prodotto altrettante denunce alla Procura della Repubblica per esercizio abusivo della professione dopo aver verificato che il signor Moccia non era iscritto all’Albo”.
Moccia ha cercato di respingere le accuse, ma Vianello ha ribadito che non potrebbe neppure iscriversi all’Albo perché le lauree da lui conseguite alla Jolla University di San Diego e all’Università di Fiume non sono valide in Italia.
E ancora, rivolgendosi con fermezza al presidente di Arkeon, Vianello ha detto: “Mi chiedo com’è possibile che dopo denunce di questo genere, che da anni giungono alla dottoressa Tinelli, non abbiate fatto delle indagini interne rispetto a questi maestri infedeli, li abbiate cacciati, invece di mandare querele di diffamazione a suon di miliardi intimidatori …perché Tinelli è seppellita dalle vostre querele solo perché raccoglie informazioni da tutti quelli che si lamentano”.
In chiusura Vianello ha letto l’ordinanza del giudice che ha respinto la richiesta di Arkeon di far oscurare il sito internet del Cesap che contiene testimonianze critiche, mentre invece Moccia ha provato a leggere una testimonianza della fidanzata di Stefano Spera, ma è stato bloccato dal conduttore.
Il presidente di Arkeon ha quindi ammesso di trovarsi in difficoltà per aver ricevuto accuse ignobili: “…che è una setta, …abusi sessuali sui minori, istigazione al suicidio, truffa, ecc.”.
Andrea Vianello, pur offrendo a questi la possibilità di replicare e di difendersi, non ha esitato a concludere con parole pesanti, affermando che “questa teoria creata da Moccia, a quanto pare dai racconti degli ospiti, ha generato mostri!”.

http://www.assotutor.it/news/2006/06-15.html