La psicologa: «Adepti spinti a staccarsi dalla propria vita»

VIGEVANO

Alcune delle vittime della “Setta delle bestie” si sono rivolte al Cesap (Centro studi abusi psicologici) e sono seguiti dalla psicologa e fondatrice dell’associazione, Lorita Tinelli. «Nonostante abbia seguito molti casi simili, tra cui le vittime della setta Arkeon – dice Tinelli, – non ho mai visto nulla come ciò che è successo all’interno della setta che operava a Cerano». Le testimonianze sono inquietanti e nel leggerle ci si chiede come è possibile evitare di finire in situazioni di questo tipo.

«Il problema – spiega Tinelli – non è aderire a un gruppo che sia di danza o di yoga o di altro, ma il campanello d’allarme sorge quando l’appartenenza ideologica diventa totalizzante e c’è il pericolo che l’individuo cominci a distaccarsi dal proprio mondo, dagli affetti o dalla famiglia, e comincia ad avere una visione diversa dalla realtà. Non si usano più i propri schemi di valutazione, la propria testa, ma ci si adagia sul pensiero del gruppo, che è un pensiero dicotomico. Fa in modo che la persona pensi che tutto ciò che è dentro la setta è positivo, mentre tutto ciò che sta fuori è negativo. In quel momento inizia a pensare che le persone attorno sono i suoi nemici, individui da cui allontanarsi. E l’allontanamento da familiari e amici è funzionale all’appartenenza alla setta perché il soggetto resta solo, e a quel punto inizia a frequentarla sempre più assiduamente, fino ad annullarsi del tutto».

La psicologa spiega poi come ci si allontani in alcuni casi anche dal lavoro, se il capo del gruppo ritiene che la persona coinvolta debba gestire delle attività che consentono di alimentare economicamente la setta, tagliando così il residuo filo che la lega agli altri. —

Fonte: https://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2021/10/15/news/la-psicologa-adepti-spinti-a-staccarsi-dalla-propria-vita-1.40815219

Migliori la memoria o raggiungi la tranquillità?

 

 

NOTA: “Il seguente articolo è stato pubblicato sul sito EducaSectas. Ed è stato scritto dal Dr. Miguel Perlado, Psicologo, Psicoterapeuta. Uno dei massimi esperti di sette in Spagna. Egli lavora come exit counselor dal 1998 e gestisce il sito EducaSectas.  La sua MAIL: informacion@educasectas.org. Lo ringrazio per avermi dato il permesso di tradurre il suo articolo in Italiano

 

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Il 22 marzo 2018, un mese dopo aver pubblicato l’articolo sui corsi “Genio in 21 giorni”, [tradotto in italiano qui. ndt] ho ricevuto una email da un senior trainer di Genio 21, che mi rappresentava la sua sorpresa sostenendo che ciò che era descritto nell’articolo non corrispondeva alla sua esperienza e  aggiungendo che, tuttavia, avrebbe avviato “indagini” al riguardo, al fine di verificare le informazioni, nonché di intervenire “in caso di possibili errori“. Tra l’altro , paradossalmente, questa persona incaricata dei corsi Genio 21 affermava che, solo sei giorni prima di scrivermi quell’e-mail, aveva inviato a tutti i collaboratori, una lettera in cui informava che “[egli] avevo già avviato un processo di revisione organizzativa completa della nostra azienda, affinchè in futuro la relazione tra i nostri clienti e collaboratori sia stabilita su basi diverse“. In altre parole, se da un lato mi diceva che dubitava di ciò che avevo descritto, allo stesso tempo aveva riconosciuto di aver avviato un processo di riforma interna.

Da quel momento, Genius ha commissionato a un giornalista un rapporto sulla validità del marketing del corso,  e ha iniziato a cambiare alcune questioni relative alla retribuzione economica di alcuni collaboratori (fino ad allora inesistenti), ha istituito un “Comitato etico” e persino un “Comitato scientifico“.

Anche se più avanti entreremo più nel dettaglio, mi soffermo su un qualche punto per iniziare: il firmatario del rapporto privato su Genio 21 è un giornalista e anche se viene presentato come un dottore in psicologia, è importante chiarire che non è uno psicologo. Per quanto riguarda il comitato etico e quello scientifico del Genio 21: la verità è che non ho mai conosciuto un comitato etico o scientifico formato esclusivamente da una sola persona. Ora questo è sorprendente. Ma suona bene, sembra che stiamo parlando di un’organizzazione educativa o scientifica e che il firmatario del rapporto sia un dottore. Inoltre, se Genio 21 non ha nulla a che fare con la Psicologia o la Psicoterapia, poiché essi stessi non smettono di ripeterlo, perché quindi nominare uno psicologo con una formazione in psicoterapia per il Comitato Etico?

Infatti, sul loro sito web, e prendendo le espressioni testuali del rapporto completo del giornalista incaricato di sostenere le buone pratiche di Genius 21, riferiscono di essere “vittime di alcune campagne di […] attacchi di disinformazione e denigrazione reale […] notizie false […] di persone convinte che l’apprendimento e il sistema educativo non dovrebbero cambiare“. In particolare, non si capisce a quali attacchi si faccia riferimento, ma è importante non perdere di vista il fatto che stiamo parlando di formatori che non sono né educatori né insegnanti, anche se a volte si riferiscono al fatto che pagano i loro insegnanti; poiché se fossero professori, le proposte dovrebbero modificare quegli aspetti del sistema educativo che non erano adeguati, pertinenti o sufficientemente efficaci.

La narrazione di Genio 21 è quella di continuare a sostenere “di aver subito danni da alcuni gruppi anti-setta, nella loro ossessiva ricerca dello scoop e della persecuzione nel denunciare a tutti i costi fenomeni settari spesso inesistenti, nella premessa che “tutto è setta “. Questo modo di presentare il problema è sorprendente – insisto che questo pezzo deriva letteralmente dalla relazione del suddetto giornalista – e mediante allusioni, capisco che starebbero riferendosi alla mia persona, ciò è doppiamente interessante: primo, perché in più occasioni ho sottolineato che il mio lavoro è pro-persona e non anti-sette, ma soprattutto perché è stato suggerito che io ho descritto Genio 21 come una setta. Forse sarebbe stato importante che il giornalista avesse guardato i tag dell’articolo che ho scritto, dove non solo appariva l’etichetta Genio 21, ma anche la categoria dei corsi di trasformazione in un grande gruppo. Allora parleremo di questo punto.

La  compagnia del Gruppo Trainers | Training and Marketing, che opera anche sotto il nome di Genio 21, si presenta “come un corso di memoria senza precedenti […] un metodo di apprendimento che tutti dovrebbero conoscere è il corso che trasforma il tuo cervello da una Seat Panda a una Ferrari “. In breve, il corso di Genio 21 è più di un semplice corso di memoria: “è il corso della memoria che cambia la vita delle persone“. È un corso che cerca di trasformare la personalità. E la sua pubblicità, almeno, promette una completa trasformazione della persona che si percepisce mediocre (Seat Panda) per portarla all’eccellenza (Ferrari). Ma a quanto pare questo non ha nulla a che fare né con il campo dell’educazione né con quello della psicologia.

Il rapporto citato afferma che “in nessun caso si può affermare che il corso Genio 21 sia una specie di bacchetta magica che porta ad essere un genio“, anche se la stessa organizzazione sostiene con veemenza che “siamo tutti dei geni, dobbiamo solo allenare il cervello“. Perché da quanto sostengono, “Your Trainers Group è costituito da un team di professionisti qualificati che offrono opportunità reali per sperimentare la crescita personale. Essi si basano su 40 anni di esperienza combinata e di ricerca sul campo, per sviluppare un corso di memoria che garantisce di offrire gli strumenti necessari per essere felici e raggiungere la pace della mente“. Tuttavia, quanto riguarda l’esperienza quarantennale, è una dichiarazione alquanto scioccante, dato che Luca Lorenzoni ha lanciato il progetto Your Trainers Group nel 2008; tra l’altro  hanno anche indicato l’anno scorso che negli ultimi cinque anni si erano presi cura di circa 400.000 bambini. Ovviamente, con un campione così ampio, dovremmo già avere risultati di grande impatto sociale pubblicati dopo la loro pubblicità. E per quanto riguarda l’affermazione sul raggiungimento della pace della mente, è meglio lasciare l’approfondimento ad un’altra volta.

Dalla sua storia, e secondo lo stesso Lorenzoni in vari luoghi, sappiamo che a 19 anni (età in cui ha flirtato con gruppi di frangia politica estrema legati al calcio) ha frequentato un corso sulla memoria trovato attraverso la pubblicità per strada e da allora “la mia vita è cambiata definitivamente“, a partire dalla sua collaborazione con la compagnia che lo ha reclutato in quel percorso di memoria. La sua storia di vita viene proposta come un modello di successo da emulare e i corsi Genio 21 sono ciò che permetterà a tutti i sogni di materializzarsi. Anche se la sua storia ha anche variazioni interessanti, in alcuni posti sostiene di essere venuto a conoscenza di quei corsi a causa dei volantini pubblicitari che qualcuno gli ha dato per strada, mentre in altri luoghi riferisce di un amico che l’ha incoraggiato a frequentare un corso di memoria. Altri collaboratori vicini descrivono anche traiettorie di vita che portano alla scoperta trasformativa di Genio 21.

In ogni caso, il corso frequentato da Lorenzoni è indubbiamente il corso della memoria e del rapido apprendimento della società High Consulting, guidata da Maurizio Possenti. In questo video, Lorenzoni può essere visto aiutare una persona a cadere dal palco, mentre un po ‘più tardi parla dell’esperienza vissuta con la Life Academy e possiamo anche vedere Massimo De Donno tra il pubblico. Dopo aver attraversato la compagnia di crescita personale Life, Lorenzoni lancia il proprio modello di business attraverso Your Trainers Group, la cui operazione è identica a quella vista in Life (vedi ad esempio il seguente video e confronta con quello Life, per vedere se si trovano le differenze con quella dei tuoi allenatori).

Il gruppo di formatori | Genius 21 utilizza una metodologia che va al di là delle tecniche di memoria, anche se copiata interamente dai corsi Life, le cui pratiche attingono da Anthony Robbins e  da altri guru della nuova era della crescita personale. Ma le affermazioni di Genio 21 che non hanno nulla a che fare con la psicologia, che non usano la PNL, che non praticano psicoterapia, che non comportano alcuna pratica psicologica o psicoanalitica o addirittura che hanno con loro uno psicologo, se necessario, “per ricevere assistenza di altissimo livello“. Di nuovo, perché è necessario uno psicologo se questi corsi di memoria e apprendimento non hanno nulla a che fare con la psicologia? Francamente, il loro messaggio – lungi dall’essere chiaro e diafano, come dice il rapporto del giornalista – ha un impatto su aree che senza dubbio vanno oltre le mere risorse mnemoniche. Vedi, ad esempio, la seguente affermazione: “In One puoi lavorare con cura nelle relazioni, chiarire i tuoi obiettivi e i tuoi sogni, imparare a stabilire relazioni profonde, soddisfacenti e basate sull’amore“.

In effetti, nelle sue manifestazioni iniziali di Milano, dove si trova la sede della Scuola di Your Trainers Group, si è parlato di rinomati professionisti come gli psicologi italiani Giorgio Nardone  e Alessandro Bartoletti come “i membri del comitato scientifico per convalidare il corso di Genio 21“. Anche i loro propri istruttori, come si vede nel servizio televisivo del canale svizzero che ha affrontato la questione del Genio, hanno sostenuto che in realtà questi due professionisti di famahanno esaminato il corso e si sono vergognati di non essere in grado loro stessi di essere i certificatori, riconoscendo che le abilità che vengono insegnate in Genio sono molto alte“. Tuttavia, nel programma televisivo è diventato chiaro che tale affermazione non era vera. Nardone ha indicato, in tono tranquillo, di non aver mai partecipato a tale Comitato Scientifico o di aver mai preso parte a questo: “è semplicemente ridicolo“, ha detto. A sua difesa, lo stesso rappresentante del gruppo in Italia ha sostenuto che sono davvero riferimenti per Genio e che applicano solo i loro insegnamenti di apprendimento strategico.

Sorprendentemente, il rapporto del giornalista assunto da Genio categoricamente afferma che “i formatori del corso Genio devono passare attraverso un ciclo di formazione per almeno due anni, necessari per ottenere la certificazione presso l’università, che dichiara la sua qualità di esperto di apprendimento strategico … che è accreditato attraverso l’Università Popolare degli Studi di Milano“. Con questa spiegazione, il consumatore può essere avere l’impressione che stiamo parlando di professionisti che devono essere addestrati attentamente, ottenendo una certificazione universitaria. Niente è più lontano dalla realtà. Per meglio spiegare al lettore: le università popolari, almeno in Italia, sono solitamente associazioni private che occasionalmente possono avere qualche rapporto con le università statali per l’emissione di crediti formativi; ma solo le università statali possono assegnare titoli accademici. Le università popolari sono rivolte principalmente alla popolazione adulta, al gruppo di pensionati. Ma le università popolari, a differenza delle università statali, non possono rilasciare titoli accademici, né i loro certificati hanno alcun valore legale.

Ma c’è anche che la stessa famosa Università degli Studi di Milano è stata denunciata per aver rilasciato falsi titoli acacdemici. E non solo, la stessa Università Popolare di Milano è stata specificamente condannata per falsa pubblicità, essendo conosciuta oggi come “l’Università della pubblicità ingannevole”. Pertanto, questa formazione di due anni dei formatori di Genio 21 è più che dubbia, se viene presa come argomento che è inquadrato all’interno dell’Università Popolare di Milano.

Significativamente, quando il rapporto è stato trasmesso dalla televisione svizzera su Genius 21 lo scorso maggio 2018, proprio in quel momento è stato creato il Comitato scientifico del Genio 21, composto da una sola persona, uno psichiatra italiano. Di nuovo, se Genius 21 non ha nulla a che fare con la psicologia, perché includere uno psichiatra in un comitato scientifico (unipersonale)? Questo modo di lavorare è esattamente lo stesso che hanno applicato in Spagna, dove a seguito della mia pubblicazione su Genio è stato costituito un cosiddetto Comitato Scientifico e successivamente un Comitato Etico costituito da una sola persona (contemporaneamente anche un AMPA di Genius 21, che implica di nuovo che siamo in un campo educativo!).

L’azienda non smette mai di ripetere che il campo per cui lavorano è quello dell’apprendimento strategico. Ma è vero che le difficoltà di apprendimento hanno a che fare con un’area di intervento pedagogico e psicologico. E i contributi dell’apprendimento strategico di Nardone e Bartoletti sono direttamente inquadrati nel campo degli interventi professionali nel campo della psicologia. L’emergere di formatori non professionisti non è altro che l’interferenza in un campo in cui non sono qualificati. Per una maggiore abbondanza, il gruppo promuove che il metodo Genio può essere efficace anche per lavorare con la dislessia, che è senza dubbio un chiaro esempio di abuso professionale. Infatti, se visitiamo il sito web della promotrice, realizzeremo che il suo indirizzo di contatto è lo stesso di Genio a Barcellona.

La verità è che nel rapporto di cui sopra ci sono così tante genericità, che sarebbe infinito elencarle tutte. Ad esempio, per quanto riguarda la quinta conclusione, non esiste una base più ampia per la presunta orizzontalità dell’organizzazione, tenendo conto che stiamo parlando di una società registrata con meno di dieci lavoratori a cui senza dubbio il mantenimento di tali salari minimi non dovrebbe costituire un problema con il proprio fatturato annuale (se diamo credito a migliaia di studenti all’anno). Colpisce il fatto che l’autore del rapporto abbia affrontato la questione su diversi punti in termini che sarebbero senza dubbio degni di un’agenzia. Ma al di là di questi dati aneddotici, colpisce anche che tra il repertorio di strategie per raggiungere potenziali clienti alle presentazioni del corso, lo stesso giornalista non si riferisce in nessun momento all’accesso insistente nelle strade, più che evidente a Barcellona nella zona di Plaza Cataluña, come in altre province della Spagna. O anche, secondo la dinamica dei corsi di vendita, la tesi del giornalista che scrive il rapporto è che questa strategia “viene utilizzata in tutte le istituzioni educative“, ponendo lo stesso Genio 21 allo stesso livero di corsi post-laurea e master, seminari, simposi, congressi, ecc. Quando uno dei problemi è che Genio 21 non è un istituto di insegnamento, né è nemmeno collegato a un modello universitario come abbiamo visto.

Non conosciamo la metodologia di elaborazione del rapporto menzionato (a quanto pare, il suo autore ha ascoltato molte ore di registrazione); sorprendentemente, la sua versione completa è stata ritirata il giorno in cui è apparsa sulla stampa, lasciando solo le conclusioni nello spazio web dell’organizzazione. E sebbene io ne abbia richiesto direttamente una copia nella sua interezza, l’unica risposta ottenuta è che in ogni caso è l’organizzazione che dovrebbe fornirla. Questa è la trasparenza. In ogni caso, nelle conclusioni trovate sul loro sito web, ci sono alcuni elementi da salvare. Ad esempio, prima dell’inizio del corso, “il cliente deve completare il test Amos“, essendo questa una novità dal momento che fino ad ora non era richiesto un tale prerequisito. Ma, ancora una volta, stiamo parlando di una batteria psicologico-educativa che dovrebbe essere somministrata da professionisti nel campo dell’educazione o della psicologia, ma che è promossa da non professionisti in questi campi.

Il rapporto non cessa mai di ripetere che in nessun momento “si può presumere l’ignoranza o l’inganno di qualsiasi tipo“. Anche se fino ad ora, abbiamo visto una serie di irregolarità, come la pubblicità ingannevole, la mancanza di preparazione professionale per un compito che si propone cambiare la personalità dei partecipanti e le potenzialità, con invadenza in una zona educativo e / o psicologica.

Anche in questo caso, si sottolinea che “è altamente improbabile che un potenziale cliente del corso Genio venga portato ad acquistare ed effettuare servizi senza aver capito“, affermazione che si scontra con la natura poco chiara della stessa organizzazione e con lo scopo delle loro pratiche specifiche all’interno dei loro workshop.

Ma lo stesso rapporto – da cui non era assolutamente necessario rimuovere il mio nome incrociandolo in grassetto – si riferisce all’articolo che ho scritto in termini di “report”. Chiarisco che non ho scritto alcun rapporto. Ma in ogni caso, il mio articolo è descritto come “superficiale, prevenuto, con presunzioni e fabulazioni e in una prospettiva di settarismo globale“. Il giornalista si riferisce a me come un movimento anti-setta, per aver lavorato in passato in un’entità professionale che presumibilmente mi ha modellato in quel discorso. In ogni caso, possiamo dire che sono affermazioni personali gratuite, il risultato di un’assoluta ignoranza della mia carriera professionale. Contrariamente a quanto affermato da questo giornalista, l’articolo si basa proprio sulla mia pratica clinica professionale; cioè, si basa su informazioni tecniche basate su fatti.

Il rapporto [di nuovo, chiarisco che non ho scritto alcun rapporto] scritto dallo psicologo […] cerca di associare un elemento specifico ai circoli confessionali“. Affermazione certamente di una lettura inesatta e parziale del mio articolo, ma più interessante è sempre lo stesso firmatario che indica che “ogni partecipante a una presentazione del corso sa di essere in una sessione di vendite“. Allora: si riconosce che non solo non si parla di un corso di memoria, nemmeno di un corso accelerato di apprendimento, o anche di un percorso di crescita personale, ma di un vero e proprio corso di vendita. Pertanto, da quella presentazione apparentemente chiara e corretta dell’organizzazione (inizialmente, i corsi di memoria per un migliore apprendimento) abbiamo già iniziato a parlare di corsi di crescita personale e corsi di vendita. Almeno, ora il consumatore avrà già più chiaro la natura della compagnia dei corsi di memoria.

Ancora più incredibile è l’affermazione rispetto alla quale “non sono una religione ma un’attività commerciale“. Ma chi ha detto che stiamo parlando di una religione? Anche se sono descritto come “incongruente” in questo senso, non riesco a trovare da nessuna parte che io abbia sostenuto che stiamo parlando di una religione. Più sorprendente ancora sono le disquisizioni circa la mia incapacità di discriminare nella storia delle popolazioni colpite, cui non è nemmeno necessario rispondere, mentre mi viene attribuita “una specifica militanza” (anti-sette, si intende). Porto l’attenzione allo status di categoria, che è “comportamento irresponsabile … uno degli abusi classici commessi dal movimento anti-settario globale“. Commenti superficiali. Apparentemente, un giornalista ha più elementi per una corretta diagnosi differenziale in ambito clinico. La mia formazione deve essere insufficiente o dev’essere stata formata da enti professionali che il giornalista descrive come anti-sette. E faccio anche parte di un movimento anti-setta mondiale!

E’ dalla conclusione 33 che il firmatario della relazione di cui sopra prende tutta la sua analisi al campo della “culti distruttivi“, concludendo che “nell’entità del marketing […] del corso Genius in Spagna non sono rilevabili alcuno degli aspetti comportamentali tipici dei tipici processi manipolativi delle dinamiche settarie distruttive […]  che solo dall’ignoranza o dalla malafede può essere attribuito a questa entità l’etichetta di setta“. Questo è un punto interessante, perché è quello che afferma il giornalista stesso. Come sapete anche con le famiglie con cui ho lavorato, in nessun momento ho indicato che Genio 21  sia un culto distruttivo, ma ho messo in chiaro che le loro pratiche sono più vicine al polo del settarismo che ad una pratica trasparente. In realtà, le pratiche di questa azienda si muovono in una zona intermedia, una zona caratteristica della gruppi dal potenziale umano, certamente descrittivo,  un fenomeno che interseca certamente sette ma anche altri tipi di eventi di crescita personale, workshop, new age e corsi di vendita motivazionali.

In un altro luogo ho già parlato di questi grandi seminari di trasformazione di gruppo, nonché dei rischi inerenti per alcuni potenziali clienti. In quell’occasione è stato un gruppo con sede a Siviglia a promuovere presunti seminari di coaching – un termine che appare sorprendentemente anche nella relazione del giornalista – sebbene le sue dinamiche operative siano più vicine al polo delle operazioni settarie piuttosto che a quello di una società che offre servizi di coaching professionale. In tale occasione, la società ha intentato una causa per presunte diffamazioni, un reclamo legale che ha perso e in cui, inoltre, nella sentenza finale la pressione emotiva esercitata sui partecipanti era evidente, così come la possibilità di risposte iatrogene tra alcuni dei corsisti.

Questo tipo di workshop di trasformazione personale  forma una modalità operativa che negli ultimi anni ha iniziato a diffondersi nel nostro paese e davanti alla quale è conveniente che il consumatore sia informato della natura autentica di tali corsi, così come i criteri di indicazione o controindicazione per la partecipazione. In pratica, tutti questi workshop sono offerti da persone che possono utilizzare tecniche psicologiche, senza un’adeguata preparazione professionale, con l’idea che il corso è valido per tutti allo stesso modo, senza filtri adeguati, elementi di mescolanza di crescita personale con discorsi motivazionali, in atmosfere carichi di emotività, che cercano la trasformazione personale per la vendita, con una messa in scena dove ci sono importanti elementi di marketing e dove la bontà del sistema è sempre giustificata sulla base di numerose testimonianze positive.

Fonte: https://educasectas.org/curso-genius-2/

Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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Manipolatori della mente: sette e santoni da prima pagina

Omicidi, induzioni al suicidio, abusi e truffe: ecco quattro casi clamorosi, fra presente e passato, finiti nella maglie della legge italiana.

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MAGHI – IL CASO VANNA MARCHI. Numeri del lotto personalizzati e oggetti per mandare via presenze maligne: numerose famiglie italiane si sono indebitate per avere quei prodotti venduti dalla televenditrice Vanna Marchi, ora obbligata a risarcire le vittime con oltre due milioni di euro. La Marchi inizia la carriera come venditrice televisiva promuovendo, inizialmente, prodotti per l’estetica. Negli anni 90 comincia a occuparsi anche del settore esoterico, in collaborazione con la figlia, Stefania Nobile, e con il sedicente “maestro di vita” Mario Pacheco do Nascimento. Nel 2001 un’inchiesta del tg satirico “Striscia la notizia” rivela che molte persone sono indotte a spendere una notevole quantità di soldi per comprare numeri fortunati da giocare al lotto e oggetti per rivelare e mandare via influenze maligne, tra i quali anche semplice sale da cucina e rametti di edera. Lo scandalo dà il via a un procedimento penale: nel processo d’appello del 2008 Vanna Marchi e la figlia vengono condannate entrambe a oltre nove anni di reclusione, colpevoli di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Il “mago” Do Nascimento, scappato in Brasile per evitare l’arresto, risulta tuttora latitante.SETTE SATANICHE – IL CASO DELLE “BESTIE DI SATANA”. Mai in Italia il mondo delle sette sataniche è stato tanto sotto riflettori dei media come durante il caso delle cosiddette “Bestie di Satana”. I componenti della setta, giovani satanisti della provincia di Varese che facevano messe nere, consumavano droga e ascoltavano musica heavy metal, oggi sono in prigione, colpevoli di aver compiuto tre omicidi e un’induzione al suicidio. Nel gennaio del 1998 il primo omicidio: Fabio Tollis e Chiara Marino, una coppia di fidanzati milanesi che volevano uscire dal gruppo, vengono prima presi a martellate, poi sotterrati in un bosco di Somma Lombardo. Il 21 settembre dello stesso anno Andrea Bontade, un membro del gruppo, muore schiantandosi contro un muro con la sua auto: la sua morte viene giudicata come un suicidio, indotto dalle “Bestie di Satana” perché di era rifiutato di partecipare all’omicidio di Fabio e Chiara. L’ultima vittima è Mariangela Pezzotta, una commessa di 27 anni, che probabilmente conosceva dei segreti del gruppo: il 24 gennaio del 2007 viene uccisa con un colpo di fucile e una badilata in uno chalet di Golasecca, nel varesotto, e seppellita in una serra poco distante. Il suo cadavere però viene scoperto e le indagini tolgono il velo sui delitti delle “Bestie di Satana”.

PSICOSETTE – IL CASO ARKEON. Il “metodo Arkeon” si ispira alla pratica spirituale giapponese “reiki” e punta alla crescita personale di chi lo segue. Secondo la magistratura di Bari, invece, Arkeon sarebbe una psico-setta che promette di risolvere gravi problemi personali, compresi quelli di salute, partecipando a costosi seminari. Si calcola che siano oltre 10mila gli adepti in Italia. Il Centro studi Abusi Psicologici (Cesap), che ha raccolto numerose testimonianza sulla vicenda, sostiene che Arkeon avrebbe assoggetto le persone sia attraverso tecniche psicologiche, sia attraverso esercizi che andavano ben oltre, come, ad esempio, il “No Limits”, che prevedeva il superamento delle proprie paure attraverso il toccamento, senza limiti, dei corpi di altre persone. Alla fine di gennaio del 2009, la procura pugliese ha chiesto il rinvio a giudizio del fondatore, Vito Carlo Moccia, e di altri dieci persone coinvolte nel metodo Arkeon, con l’accusa di associazione a delinquere, truffa, violenza privata, esercizio abusivo della professione medica, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. Si tratta probabilmente del primo caso giudiziario italiano che riguarda una psico-setta.

PSEUDO RELIGIONE – IL CASO MAMMA EBE. Sono ancora molti coloro che credono ai poteri da guaritrice di Gigliola Giorgini, una settantenne di origine bolognese meglio nota come “Mamma Ebe”. La sua storia comincia negli anni ’80, quando fonda l’ordine “Opera di Gesù misericordioso” (mai riconosciuto dalla Chiesa) a San Baronto, in provincia di Pistoia. Suore e sacerdoti di questa congregazione lavorano in asili e case di riposo. Ben presto la fondatrice comincia a praticare l’attività di guaritrice, utilizzando pratiche mediche e riti pseudo-religiosi nei confronti di persone assoggettate, a cui vegono chieste in cambio somme di denaro. “Mamma Ebe” viene arrestata nel 1984 e condannata a sei anni di carcere. Scontata la pena ricomincia a praticare la precedente attività, prevalentemente in Emilia Romagna e in Toscana, dove, secondo la polizia, riceve malati, promette guarigioni attraverso pratiche pseudo-religiose e utilizza medicine. Per questo motivo viene nuovamente arrestata e nell’aprile del 2008 il Tribunale di Forlì la condanna a sette anni di reclusione per truffa ed esercizio abusivo della professione medica. L’Opera di Gesù misericordioso ha fatto registrare negli anni centinaia di clienti devoti e un giro d’affari miliardario.
Sandro Foschi (30/04/2009)

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