Cesap ed altre associazioni vittime dei “detrattori legati alle sette”, Liuzzi firma interrogazione parlamentare

NOCI (Bari) – Sette e religione, la questione approda sui banchi del parlamento. Il senatore FI Piero Liuzzi è cofirmatario insieme ad altri cinque senatori di un’interpellanza parlamentare in cui si pone l’accento su una questione in cui l’Italia sembrerebbe in ritardo sulla tabella di marcia proposta dall’Unione Europea in tema di legiferazione sul fenomeno delle sette religiose ad oggi non regolamentata nel nostro Paese.

Il sindacato ispettivo n. 4-01758 è stato inviato anche ai Ministri dell’interno, della giustizia, della salute e dell’istruzione, dell’università e della ricerca “al fine di portare all’attenzione la preoccupante diffusione, anche a livello europeo, del fenomeno delle derive settarie religiose”.

«Il fenomeno in oggetto – si legge nella nota cofirmata da Liuzzi – sarebbe causa di violazioni ai diritti dell’uomo, in particolare nel campo della salute, dell’educazione e del rispetto della vita privata e familiare». Secondo i parlamentari «Le organizzazioni all’origine delle derive settarie spesso agiscono sotto la libertà di religione e mettono in pericolo le libertà fondamentali dei cittadini costituendo, quindi, anche una minaccia alla democrazia. Nella fattispecie, le pratiche si presentano con numerose sfaccettature e una molteplicità di celebrazioni che vanno dalla magia alla stregoneria, dallo spiritismo al cannibalismo e vampirismo, manifestazioni apparentemente folkloristiche che però, non di rado, sono sfociate nella commissione di gravissimi crimini, quali omicidi, stragi o violenze sessuali».

L’interpellanza dei senatori riviene anche dal fatto che nella società coeva si sia creato una sorta di negazionismo delle attività settarie che, di contro, riversa sulle associazioni e forze di polizia attive nella nazione il suo antagonismo attraverso attacchi diretti o argomenti diffamatori.

Tra le associazioni in questione descritte nell’interpellanza parlamentare vi è anche il Cesap diretto dalla nocese Lorita Tinelli, da anni impegnata nella lotta alle sette, in prima linea nel caso Arkeon, e anch’ella vittima di attacchi personali. «Personalmente sono contenta che la nostra attività sia considerata utile e che siano evidenti, anche a livelli istituzionali, i vari tentativi diffamatori che riceviamo da parte di membri di sette e loro sostenitori. Sono rimasta anche molto contenta nel vedere la firma di Liuzzi, al quale non avevo chiesto nulla, ecco perchè sono sorpresa ed anche emozionata dal suo gesto. Evidentemente nel corso degli anni ha potuto apprezzare l’attendibilità e la serietà della nostra attività».

 

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NOTA: Si riporta di seguito il testo  dell’atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01758

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01758

SENATO DELLA REPUBBLICA
Atto n. 4-01758

Pubblicato il 26 febbraio 2014, nella seduta n. 198

ALBERTI CASELLATI , CALIENDO , LIUZZI , MARIN , MUSSOLINI , PALMA – Ai Ministri dell’interno, della giustizia, della salute e dell’istruzione, dell’università e della ricerca. –

Premesso che:

a cura della prima firmataria della presente interrogazione ed altri, in data 6 dicembre 2012 e 19 giugno 2013 sono stati presentati gli atti di sindacato ispettivo 4-08835 e 4-00374 al fine di portare all’attenzione la preoccupante diffusione, anche a livello europeo, del fenomeno delle derive settarie religiose;

il fenomeno in oggetto sarebbe causa di violazioni ai diritti dell’uomo, in particolare nel campo della salute, dell’educazione e del rispetto della vita privata e familiare;

nel merito, il dettato costituzionale italiano così sancisce: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge” a condizione che “non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano” (art. 8)”; e inoltre “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume” (art. 19);

nella fattispecie, le pratiche si presentano con numerose sfaccettature e una molteplicità di celebrazioni che vanno dalla magia alla stregoneria, dallo spiritismo al cannibalismo e vampirismo, manifestazioni apparentemente folkloristiche che però, non di rado, sono sfociate nella commissione di gravissimi crimini, quali omicidi, stragi o violenze sessuali;

le organizzazioni all’origine delle derive settarie spesso agiscono sotto la libertà di religione e mettono in pericolo le libertà fondamentali dei cittadini costituendo, quindi, anche una minaccia alla democrazia;

il Consiglio d’Europa, già con la raccomandazione n. 1412 (1999), intese sollecitare gli Stati membri a un’efficace azione di vigilanza e di informazione preventiva sui gruppi a carattere religioso, esoterico o spirituale, invitando a concretizzare i necessari interventi mediante appositi programmi d’educazione in ambito scolastico, nonché attraverso l’istituzione di centri nazionali e regionali d’informazione e di Ong di aiuto per le vittime e per le loro famiglie, anche attraverso la creazione di un osservatorio europeo finalizzato a facilitare lo scambio tra i centri nazionali;

in seno alla Conferenza delle Oing presso il Consiglio d’Europa del 5 ottobre 2012, i rappresentanti della Commissione dei Diritti dell’uomo hanno parimenti espresso rammarico e preoccupazione per il fatto che gli Stati membri del Consiglio d’Europa non risultino aver assunto misure all’altezza della sfida rappresentata da quei culti abusanti che attentano ai diritti dell’uomo e ai principi fondamentali di tutte le società democratiche;

con decreto n. 225 UAG/2006-64767-U del 2 novembre 2006, il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno ha istituito la squadra anti sette (SAS) con le seguenti motivazioni: “l’esponenziale diffusione del fenomeno selle sette esoteriche, di “aggregazioni” religiose o pseudo tali, di gruppi dediti a pratiche di magia, di occultismo e satanismo, ha assunto in tutto il paese, dimensioni e connotazioni da richiamare l’attenzione anche sotto il profilo della sicurezza” rilevando, pertanto, che “ai fini di polizia interessa verificare, osservando l’operato di singoli gruppi, la rilevanza penale e la conseguente perseguibilità di particolari pratiche”;

come già segnalato, a tutt’oggi, solo le associazioni di volontariato e alcuni centri di ricerca svolgono, pur nella limitatezza delle risorse, una preziosa e continuativa opera informativa sul fenomeno e di supporto alle vittime e alle famiglie;

in tal senso, esse realizzano un’azione di integrazione nonché, spesso, di vera e propria supplenza dell’azione pubblica, in maniera del tutto gratuita e avvalendosi della consulenza e collaborazione di esperti del settore della salute mentale, delle criminologia e della giurisprudenza;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

è da tempo in corso, in particolare sulla rete web, una pressante e reiterata campagna dai toni marcatamente diffamatori attraverso cui alcuni soggetti, oltre a minimizzare il suddetto fenomeno sociale, screditano sistematicamente con argomentazioni tendenziose e palesemente mendaci i rappresentanti del mondo del volontariato, delle forze dell’ordine e delle istituzioni impegnati in questo specifico e delicato settore, nonché le stesse vittime di realtà controverse e/o abusanti;

nello specifico, sono stati registrati indegni attacchi a danno di persone e alcune associazioni onlus tra cui CeSAP (Centro studi sugli abusi psicologici) e FAVIS (Associazione familiari delle vittime delle sette) che in termini di informazione preventiva nonché di accoglienza, supporto e tutela delle vittime di gruppi controversi e/o abusanti realizzano un’effettiva supplenza all’azione pubblica;

tali attacchi denigratori appaiono finalizzati, tra l’altro, a ostacolare eventuali proposte di legge sul condizionamento psicologico e manipolazione mentale nei soggetti deboli;

a parere degli interroganti, vista la preoccupante ascesa di tali manifestazioni, è necessaria la dovuta attenzione ma, soprattutto, sono necessarie sollecitazioni per l’attuazione di campagne informative e concrete politiche preventive a tutela della popolazione;

i rappresentanti, consulenti e volontari di alcune associazioni onlus, in alcuni contributi pubblicati in rete sono stati così insolentemente definiti “setta degli antisette, la vera setta”, come si può leggere nella stessa interrogazione 4-00374 «cioè movimenti antisette estremisti dai quali gli onesti cittadini dovrebbero prendere le distanze, fanatici oltranzisti (…), promotori di una sorta di lobby finalizzata a manipolare gli organi mediatici, i politici, la magistratura e l’opinione pubblica diffondendo falsa informazione, veri e propri strateghi e terroristi dediti a seminare intolleranza religiosa e procurare allarme, fomentatori di una campagna d’istigazione all’odio per il diverso»;

in occasione della riunione OSCE sull’attuazione degli impegni della dimensione umana, tenutasi a Varsavia dal 23 settembre al 4 ottobre 2013, nell’ambito del side event organizzato da Soteria international e dal tema “Institutional discrimination of religious and spiritual minorities in Italy and Romania”, sono stati ammessi documenti da parte di alcuni soggetti artefici e/o partecipanti alla campagna detrattoria. In particolare, sono state presentate dichiarazioni atte a sostenere l’esistenza nel nostro Paese di pericolosi scenari di intolleranza verso le minoranze religiose e spirituali organizzate, per l’inclusione delle stesse sul territorio, anche in relazione all’operato della squadra anti sette, la quale sarebbe stata istituita in seguito ad allarme creato ad hoc e privo di fondamento alcuno;

alla conferenza, gli stessi soggetti non hanno mancato di squalificare nei loro interventi anche la Federazione europea dei centri di ricerca e informazione sul settarismo (FECRIS), organizzazione dotata di statuto partecipativo al Consiglio d’Europa, statuto consultivo presso le Nazioni Unite e rappresentata presso l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali, cui aderiscono le citate associazioni italiane CeSAP e FAVIS;

la dottoressa Danièle Muller-Tulli, vicepresidente FECRIS, nel suo statement finale, riferendo alle dichiarazioni dei soggetti a cui si fa riferimento, affermava testualmente: “è evidente che la FECRIS, denunciando gli abusi portati alla libertà e ai diritti fondamentali delle vittime, rappresenti un pericolo per i movimenti a funzionamento totalitario. Di conseguenza è oggetto di attacchi ripetuti quanto fuorvianti da parte dei suoi detrattori che intervengono qui con una unanimità che tradisce il loro obiettivo”;

osservato che:

a quanto risulta, non vi sono stati atti di discriminazione su base religiosa o limitazioni e violazioni della libertà religiosa, né sorta di pericoli per l’inclusione delle minoranze sul territorio nazionale a opera di cosiddetti movimenti antisette e lo scenario presentato nelle dichiarazioni presso l’OSCE non trova, di fatto, alcun concreto riscontro nella realtà del nostro Paese;

al riguardo, il rapporto sulla libertà religiosa nel mondo stilato su iniziativa del segretariato italiano di ACS (Aiuto alla chiesa che soffre) e che concerne situazioni di intolleranza, violazione e mancato rispetto del diritto della libertà religiosa di tutte le confessioni, in merito alla situazione italiana rileva che il quadro rimane positivo, pur evidenziando, in linea con quanto accade in altri Paesi dell’Europa occidentale, fatti e situazioni che rivelano intolleranza verso il credo cattolico (esposizione di simboli religiosi in luoghi pubblici, atti di vandalismo e profanazione, forme di critica palesemente offensive nei mass media);

a conferma di ciò, anche l’ultimo rapporto americano sulla libertà religiosa, per quanto concerne la situazione italiana, ha registrato unicamente episodi occasionali di abusi o discriminazioni basati sull’affiliazione, la fede o la pratica religiosa, non certo addebitabili all’attività delle associazioni “antisette” o della squadra anti sette;

tenuto conto, infine, che:

le menzionate associazioni di volontariato non sono oggetto sulla rete telematica di attacchi né di critiche o rimostranze da parte di minoranze religiose e /o spirituali ma operano in un’ottica di naturale dialogo e fattiva cooperazione, anche con le forze dell’ordine e con le istituzioni;

nella fattispecie, il signor Maurizio Alessandrini, presidente della FAVIS e del “Forum delle Associazioni italiane di ricerca, informazione e contrasto dei movimenti settari e dei culti abusanti”, cui partecipano le realtà associative italiane federate FECRIS, con suo comunicato ufficiale, e pubblicato su “Agenzia radicale”, afferma quanto segue: ” [Le associazioni] non svolgono, né hanno mai svolto, alcuna azione di coordinamento della Squadra Anti Sette né hanno mai rivestito il ruolo di consulenti e/o informatori e/o referenti privilegiati della stessa, non gestiscono per conto o in collaborazione con la SAS alcun dossier concernente il fenomeno settario, né ricevono da tale organismo finanziamento alcuno. Non diversamente da quanto avviene nel mondo dell’odierno volontariato, le menzionate associazioni, oltre a rispondere alle esigenze di tutela e partecipazione dei soci, nonché della cosiddetta popolazione-bersaglio che esse rappresentano per una specifica condizione, svolgono un ruolo di rilievo, in termini di prevenzione e sensibilizzazione a specifiche tematiche, a tutela di tutta la popolazione in generale e per tali motivi non possono che essere reticolari, ossia connesse con altre realtà, anche istituzionali, con le quali cooperano attivamente”;

in un recente simposio organizzato dalla francese Missione interministeriale di lotta e vigilanza alle derive settarie, il Ministro dell’interno francese, Manuel Valls, ha evidenziato come l’azione di contrasto alle derive settarie costituisca una lotta essenziale poiché le sette abusanti rappresentano la negazione stessa dell’individuo. Al riguardo, si reputa doveroso rammentare che tra gli “individui negati” inseriti in contesti settari, vi sono anche e soprattutto i bambini: ben 240.000 i minori nel nostro paese, che secondo il Report realizzato nel 2010 dal gruppo di lavoro presieduto dall’allora presidente della Commissione bullismo del Ministero dell’Istruzione, dottor Luca Bernardo, sarebbero entrati solo in quell’anno in contatto con le “sette”. Bambini sovente maltrattati e abusati, non a caso definiti nel 9° rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, redatto da “Telefono azzurro”, come “dimenticati, ignorati e perfino negati”,

si chiede di sapere:

se e quali misure i Ministri in indirizzo intendano adottare in relazione alle direttive espresse nella raccomandazione del Consiglio d’Europa del 1999 e alla luce delle più recenti valutazioni e considerazioni espresse in ambito europeo;

se siano stati o meno realizzati progetti educativi in ambito scolastico volti all’auspicata educazione in materia, nonché a tutela dei soggetti più vulnerabili come adolescenti e minori;

se non ritengano opportuno valutare l’istituzione nel nostro Paese di un’apposita struttura simile alla francese “Missione interministeriale di vigilanza e di lotta contro le derive settarie”;

se siano o meno a conoscenza dell’insistente e pressante campagna di discredito di cui sono a tutt’oggi bersaglio le menzionate associazioni onlus e la stessa SAS e come, eventualmente, intendano procedere nell’interesse delle stesse ex vittime dei culti e delle loro famiglie che si rivolgono fiduciose alle associazioni di aiuto e agli organismi di polizia.

 

Fonte: SENATO DELLA REPUBBLICA

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=750234

 

 

Qui il testo della interrogazione anche in  lingua inglese e francese

 

Quando la medicina può curare ma la fede obbliga a morire

Le leggi di alcuni paesi, come gli Stati Uniti, discolpano i genitori che coinvolgono i  figli in episodi di abuso o negligenza basati sulla religione.

In questo e in altri paesi, la fede nei rimedi non supportati da prove (come le preghiere, erbe, o placebi acquosi) sta uccidendo i bambini che non vengono protetti adeguatamente dai loro governi.

Spesso, gli stessi governi che permettono ai genitori di lasciare morire per motivi religiosi i loro bambini malati  morire,  sono disposti a lasciare che le madri muoiano quando la loro vita è minacciata da una gravidanza a rischio.

Il dibattito fondamentale riguarda i limiti imposti alla libertà individuale dalla libertà religiosa. Ogni individuo ha il diritto di vivere e morire secondo le proprie fede o idee, ma non far morire o far soffrire altre persone per loro.

E’ stato scritto molto sulla coesistenza tra scienza e religione. Uno degli argomenti più utilizzati dai “Moderati” è che la religione e la scienza rappresentano solo due modi diversi e complementari di accedere alla conoscenza, e che, nell’analizzare gli aspetti trascendentali della realtà, la scienza non ha nulla da dire su “le grandi domande” rivolte alla religione.

Tuttavia, ci sono almeno tre aree principali in cui la scienza e la religione entrano in conflitto aperto tra loro. In primo luogo  quando la religione sostiene dogmi che sono in contrasto con i fatti scientificamente provati. In secondo luogo ,quando la religione usa fatti, interpretazioni o un gergo pseudoscientifico per rendere gli argomenti che supportano tali dogmi (in assenza di un controllo dettagliato) più convincenti. E in terzo luogo  quando si tenta di imporre quei dogmi a tutti i cittadini, costringendoli  a diventare “de facto” adepti. Questo è il motivo per cui alcuni critici considerano la moderazione un  ” fondamentalismo con veste di pecora”.

Questo dibattito non poteva che essere dialettico, se non per le conseguenze davvero drammatiche relative ad alcune credenze ufficiali o a religioni diffuse, spesso con la complicità di una tolleranza legislativa che supera di gran lunga la legittima garanzia della libertà di culto.

Recentemente, ad esempio, è saltata agli onori della cronaca spagnola la notizia di Sarah Hershberger una ragazza di 10 anni con cancro i cui genitori “profondamente religiosi”  sono fuggiti nello stato dell’Ohio per evitare di  sottoposti alla supervisione di un tutore nominato dal tribunale per adempiere alle cure mediche, invece dei “trattamenti alternativi” della comunità Amish, cui appartenevano.

A differenza della persecuzione attiva mostrata in altri casi legali in cui i cittadini si sono sottratti alle decisioni giudiziarie, il tutore legale ha annunciato che nessuna famiglia sarebbe stata citata in giudizio per forzare l’esecuzione della sentenza, lasciando a Sarah la responsabilità di respingere probabilmente un cocktail di “terapie naturali” che, secondo alcuni delle organizzazioni che supportano questo tipo di trattamento, hanno causato la sua guarigione miracolosa in poche settimane.

Anche se alcuni media spagnoli hanno diffuso la notizia concludendo che “queste controversie legali sono rare negli Stati Uniti“, la realtà è ben diversa. L’organizzazione CHILD ( http://childrenshealthcare.org/), che si pone l’obiettivo di richiedere una modifica delle leggi che discolpano i genitori dai danni causati ai loro figli per motivi religiosi, ha riportato sul suo sito web una informazione molto inquietante. Essa riguarda un elenco di esenzioni per le misure di prevenzione e di diagnosi per i bambini i cui genitori appartengono a chiese che vietano il trattamento medico, prescrivendo invece la guarigione attraverso la preghiera, che erano principalmente il risultato di pressioni della “Chiesa Cristiana della Scienza” o “Chiesa di Cristo , Scientist” (“Christian Science Church”) .

Anche un breve riassunto di questo elenco di esenzioni per motivi religiosi negli Stati Uniti è difficile da credere: i genitori possono rifiutare la vaccinazione dei loro bambini in 48 paesi (tutti tranne il Mississippi e la West Virginia), la diagnosi di disturbi metabolici nei neonati (nella maggior parte degli stati), il trattamento profilattico di cecità nei neonati le cui madri hanno malattie veneree (in dieci stati), l’analisi dei livelli di piombo nel sangue (in sette Stati), prove di udito nei neonati (quattro stati), la fornitura di vitamina K per prevenire le emorragie spontanee nei neonati (in Oregon) e il test TB, obbligatorio per la scuola (in Ohio, dove è permesso  utilizzare “metodi riconosciuti di guarigione religiosa” per curare i bambini con tubercolosi, una malattia altamente contagiosa) .

Inoltre è  previsto, per motivi religiosi, che sei stati consentano l’esenzione per studiare le sezioni del programma che affronta la causa e il trattamento della malattia, almeno tre deroghe per consentire visite mediche, esami, trattamenti e vaccini per le emergenze sanitarie pubbliche  e due stati (Oregon e Pennsylvania) sono esenti da uso obbligatorio del casco.

Se quanto scritto sopra è preoccupante, quanto segue vi spezzerà il cuore. CHILD ha pubblicato nel suo sito web una  “pagina delle vittime“, che tratta di  alcuni casi di bambini che sono morti a causa di negligenza medica dovuta dalla religione. In essa si possono leggere casi come quello di Ian Lundman, morto di diabete all’età di 11 anni perché sua madre e il patrigno hanno consentito per lui solo il trattamento di  un “guaritore spirituale“, che hanno pagato 444 dollari per pregare per lui per due giorni, e di un ” dottore” cristiano per vigilare  il suo coma diabetico per cinque ore senza cercare assistenza medica o di fare qualsiasi cosa, ma dandogli l’acqua con una cannuccia.

Neil Beagley, 16 anni è morto dopo una terribile agonia di tre mesi per le complicazioni di una ostruzione urinaria, che i  genitori (membri della Congregazione dei seguaci di Cristo) hanno curato con preghiere e strofinamenti con l’olio d’oliva. Robin Twitchell, 2 anni, è morto di peritonite curata solo da “guaritori cristiani“.

Questi sono tre casi che sono solo una piccola parte di quello che si è verificato e che ha portato a condanne per omicidio colposo. Casi simili si sono verificati in stati americani che permettono le esenzioni religiose citate (come Amy e Andrew Wantland Hederson, morti a 7 e 12 anni per diabete in California e Florida, o  Harrison Johnson, che ha agonizzato per sette ore dopo essere stato punto per 432 volte dalle vespe, mentre i suoi genitori e gli amici si limitano a pregare per lui in Florida) finiti, tuttavia, con verdetti di non colpevolezza, che evidenziano esplicitamente le credenze religiose dei genitori una copertura della negligenza nella cura dei loro figli.

La crescente popolarità di queste procedure, insieme alla tolleranza legislativa e giudiziaria nei confronti delle sue terribili conseguenze, ha portato alcuni a parlare di “omicidio basato sulla guarigione di fede“. Nel 1998, Seth Asser e Rita Swan (fondatori di CHILD) hanno documentato in un articolo sulla rivista “Pediatrics” 172 morti  “basate sulla fede di guarigione” verificatesi nel corso di un periodo di 20 anni e in relazione a 23 diverse sette in 34 stati americani, la maggior parte dei casi con una buona prognosi sarebbero ben stati trattati con procedure mediche standard.

Un rapporto investigativo recente da KATU TV a Portland Oregon (Oregon) indica che almeno dieci bambini sono morti negli ultimi due anni a causa del rifiuto delle cure mediche da parte dei loro genitori,  membri dei seguaci di Cristo e la Chiesa del Primogenito in Idaho, dove questo comportamento è protetto dalla legge e non è perseguito in tribunale. E nella Chiesa della Scienza Cristiana è aumentata da 26 e 900 volte la mortalità delle madri e dei bambini  rispetto ai casi sotto trattamento medico.

Il disprezzo fanatico del dolore dei propri figli non è limitato agli Stati Uniti, né alle religioni ufficiali. Esempi recenti di “guarigione basate sulla fede” includono Ryan Lovett, che morì all’età di 7 anni per una infezione da streptococco facilmente trattabile con penicillina, mentre sua madre (che non l’aveva portato ad alcun controllo medico dalla nascita e l’aveva mantenuto a casa scolarizzato) l’ha curato a casa con rimedi omeopatici e fitoterapici.

Come sostiene Jerry Coyne, i parallelismi tra questo caso e quelli sopra descritti mostrano che “l’ultimo problema non è la religione, ma la fede. La fede in medicine alternative, spettacoli pseudoscientifici, gli stessi tratti della fede nella religione … in entrambi i casi  l’abuso di bambini è causato dal rifiuto della medicina moderna e dalla fede ingiustificata nei rimedi non supportati da alcuna prova, come preghiere, erbe, o placebo acquosi“. (Noi non ci riferiamo qui alle procedure o prodotti considerati “alternativi” che si sono dimostrati efficaci, compreso quelle inglobate dalla pratica medica standard, ma alla pletora di “terapie naturali” con gli effetti speciali che non sono mai stati adeguatamente valutati).

Nel caso delle vaccinazione numerose sette cristiane e credenze New Age, che si oppongono alle vaccinazioni per speculazioni religiose o pseudoscientifiche di “funzionamento naturale” e di “rafforzamento spirituale” del sistema immunitario, si sono recentemente unite al dottor Majid Katme, portavoce per l’influente Associazione Medica Islamica del Regno Unito. Come descritto nel post “Islam, vaccini e salute“, scritto nel 2011 per il Consiglio Medico Internazionale sulla vaccinazione ( IMCV ), Majid Katme si oppone a tutti i vaccini perchè sono anti-islamici. Il suo post è pieno di affermazioni pseudoscientifiche secondo cui  “gli ingredienti del vaccino includono (…) pustole di animali malati” e per rendere chiaro che la sua motivazione è la responsabilità medica della fede religiosa, inserisce  commenti come questo: “I vaccini fatti ai nostri figli  contro il cancro cervicale stimolano la fornicazione e l’adulterio“.

Le conseguenze di questo modo di pensare comprendono anche le recenti epidemie di malattie come la parotite, il morbillo e la pertosse nei paesi in cui sono state praticamente debellate, come l’Irlanda e gli Stati Uniti, costringendo il resto della popolazione ad aumentare i loro livelli di vaccinazione. Possiamo inoltre contare l’omicidio dei membri dell’equipaggio della vaccinazione antipolio delle Nazioni Unite (per lo più donne, alcune minorenni) da parte di fondamentalisti islamici in Pakistan e Nigeria.

Spesso, gli stessi governi che permettono ai genitori di lasciar morire i loro figli malati per motivi religiosi, sono anche disposti a lasciare morire le madri quando la loro vita è messa in pericolo da una gravidanza a rischio, anche se (e spesso i loro medici) non condividono la fede religiosa dei loro legislatori e giudici.

Ecco tre esempi recenti.

Recentemente, la dentista indiana Savita Halappanavar è morta mentre era alla 17esima settimana di gravidanza, perché la legge irlandese, di ispirazione esplicitamente cattolica,  ha proibito  ai medici di praticarle l’aborto del feto che, data la grave malattia della madre, non aveva alcuna possibilità di sopravvivenza. L’aborto era possibile ma i medici hanno concluso che seppur la madre fosse in pericolo di morte e non potesse terminare la gravidanza, si sono rifiutati di farlo. Quando il cuore del feto ha smesso di battere, quattro lunghi giorni dopo la diagnosi, la madre era affetta da setticemia causata dall’attesa che le ha causato la  morte. Savita è morta chiedendo che non si applicasse a lei, una indù che era  in Irlanda solo di passaggio, una legge basata su una religione che  professa  “principi morali” che lei non condivideva.

In  Salvador  Beatriz, incinta di un feto con mancanza di cervello, ha trascorso diverse settimane gravemente ammalata in attesa di un aborto terapeutico che non arrivava mai. I medici avevano fatto capire che per lei , che aveva già un figlio di 13 mesi  ed era gravemente malata di lupus e di insufficienza renale, attendere la nascita del bambino rappresentava un rischio mortale.

Pur avendo il mandato della Corte interamericana dei diritti umani, la Corte Suprema le ha negato il diritto di abortire (la motivazione del diniegno era  per “la violazione dei diritti alla salute e alla vita” del richiedente) e il Ministro della Salute ha autorizzato solo dopo aver superato il limite delle 20 settimane di gravidanza, un parto cesareo, mettendo in chiaro che l’aveva fatto in quel momento perché “l’aborto non è più un aborto ma è un travaglio indotto“.

Anche se Beatriz si è salvata, il suo caso è stato  un esempio universale di malpratica causata dall’imposizione dei dogmi della fede ai criteri medici. Autorità religiose salvadoregni sono intervenute in numerose occasioni per squalificare le valutazioni delle attrezzature mediche, banalizzare i problemi e le sofferenze della madre e per far capire che la loro principale preoccupazione era che non c’era un precedente “per legalizzare l’aborto“.

In Michigan ospedali cattolici rifiutano, per ordine diretto della Chiesa, la procedura medica standard per le donne la cui vita è in pericolo, se viene eseguito l’aborto di un feto ormai deceduto. Recentemente  una donna cui si erano rotte le acque alla 18esima settimana di gravidanza  è stato rimandata a casa per ben due volte, fino a quando è stata colta da una grave e inutile infezione  che ha messo in pericolo la sua vita mentre avrebbe dovuto essere sottoposto un aborto appropriato. Nella denuncia della ACLU sul pericolo della vita della paziente, l’arcivescovo Joseph Kurtz ha dichiarato che questa affermazione è stato un chiaro caso di “attacco alla libertà religiosa“. Tuttavia, come riportato dal New York Times nella sua rubrica “Quando i vescovi dirigono le cure mediche”, è chiaro che le loro linee guida raccomandano un processo che mette a repentaglio due vite quando  è già fattibile, causando danni evidenti per alcuni pazienti .

Tutto questo non sarebbe accaduto se non ci fosse stato nessun dogma religioso, se si considera il feto come una persona intera con un’anima si impediscono le decisioni mediche fatte razionalmente.

Nel nostro paese un ministro di governo dichiaratamente cattolico ha introdotto modifiche legislative  in cui le cure mediche sono subordinate ai dettami della fede. Anche nei casi particolarmente gravi, che sono gli unici accettati dalla nuova legge (il rischio per la madre e la gravidanza derivante da stupro), vengono introdotte procedure lunghe e complesse basate sulla sfiducia dei criteri medici che hanno in carico il paziente, ritardando l’intervento, ma aumentando inutilmente anche la sofferenza e il rischio per la sua vita. In altri casi che ricadono al di fuori della nuova legge, come ad esempio feti con gravi malformazioni, agisce direttamente contro il rispetto della dignità umana e contro criteri esplicitamente protetti dalla Corte Costituzionale.

Il dibattito sostanziale riguarda i limiti imposti alla libertà individuale di libertà religiosa. Ognuno di noi deve essere libero di vivere e morire secondo le proprie convinzioni religiose, personali o meno. Ma per rendere questo possibile, si può avere diritto di imporre inutili rischi di morte o di gravi problemi di salute per gli altri. E’ incredibile come questo è così difficile da capire.

Se pensate che tutto questo si ferma qui e che l’imposizione dei principi di una particolare fede è compatibile con il rispetto dei diritti di coloro che non professano bisogna ricordare che oggi l’ateismo è destinato a condanne a morte in 13 paesi (tutti musulmani), per “insulto alla religione” è possibile essere condannati al carcere in sei paesi occidentali (si può essere sorpresi di sapere che essi sono: Islanda, Danimarca , Nuova Zelanda , Polonia, Germania e Grecia) e in un recente sondaggio cittadini dei sei paesi europei, il 65 % dei musulmani e il 12 % dei cattolici ritiene che le norme religiose dovrebbero ignorare le leggi laiche.

È questo il tipo di società in cui vogliamo vivere? Quando vi sono dogmi imposti sulla razionalità e sul rispetto reciproco, tutti noi perdiamo.

Photo : Alcune vittime di guarigione basata sulla fede. Immagine tratta dalla pagina “delle vittime” dell’organizzazione CHILD , http://childrenshealthcare.org/ In senso orario :: Robyn , Austin , Matthew , Ian , Troy , Andrew , Amy e Dennis .

 

Fonte: http://www.eldiario.es/cienciacritica/sanacion_por_fe-secta-medicina-aborto_terapeutico_6_213538646.html

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Traduzione di Lorita Tinelli

Avvertenza: Questa traduzione non è stata realizzata da traduttori professionisti, pertanto ci scusiamo per eventuali errori.

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Interrogazione a risposta scritta sul fenomeno delle derive settarie

Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08835

Atto n. 4-08835

Pubblicato il 6 dicembre 2012, nella seduta n. 851

ALBERTI CASELLATI , CASELLI , CARUSO , DE FEO , DE LILLO , IZZO , RIZZOTTI , SCARPA BONAZZA BUORA , TOMASSINI , SPADONI URBANI , VALENTINO– Ai Ministri dell’interno, della giustizia, dell’istruzione, dell’università e della ricerca e della salute. –

Premesso che:

alla luce dell’inquietante diffusione del fenomeno delle sette religiose a livello europeo, il Consiglio d’Europa, già con raccomandazione n. 1412 (1999) intese sollecitare gli Stati membri a un’efficace azione di vigilanza e di informazione preventiva sui gruppi a carattere religioso, esoterico o spirituale, invitò a concretizzare i necessari interventi mediante appositi programmi d’educazione in ambito scolastico, nonché attraverso l’istituzione di centri nazionali e regionali d’informazione e di Ong di aiuto per le vittime e per le loro famiglie, e attraverso la creazione di un osservatorio europeo finalizzato a facilitare lo scambio tra i centri nazionali;

nella fattispecie, richiese una speciale attenzione nei confronti delle persone più vulnerabili e in particolare dei minori;

osservato che nella raccomandazione “State, religion, secularity and human rights” n. 1804 (2007), è peraltro evidenziato che “La libertà di religione è protetta dall’Articolo 9 della Convenzione Europea sui Diritti Umani e dall’Articolo 18 della Dichiarazione Universale sui Diritti Umani. Tali libertà non sono tuttavia illimitate: una religione la cui dottrina o pratica si scontri con altri diritti fondamentali sarà inaccettabile. Ad ogni modo, le restrizioni che possono essere applicate a tali libertà sono quelle “previste dalla legge e sono necessarie in una società democratica nell’interesse della sicurezza pubblica, per la protezione dell’ordine, della morale, e della salute pubblici, o per la protezione dei diritti e delle libertà altrui” (Articolo 9.2 della Convenzione). Gli Stati non possono nemmeno permettere la diffusione di principi religiosi che, se applicati, violerebbero i diritti umani. Se a questo proposito esistessero dubbi, gli Stati devono richiedere ai leader religiosi di prendere una posizione non ambigua relativamente alla priorità dei diritti umani su qualsiasi principio religioso, come statuito dalla Convenzione Europea sui Diritti Umani”;

osservato, inoltre, che:

il 5 ottobre 2012, i rappresentanti della Commissione dei diritti dell’uomo, nell’ambito della Conferenza delle Oing presso il Consiglio d’Europa, hanno espresso viva preoccupazione per il fatto che gli Stati membri del Consiglio d’Europa non abbiano, fino ad ora, assunto misure all’altezza della sfida rappresentata dalle cosiddette derive settarie, che attentano ai diritti dell’uomo e ai principi fondamentali di tutte le società democratiche;

nell’ambito della medesima Conferenza è stato rilevato come il fenomeno settario sia causa di procedimenti di infrazione in particolare nel campo della salute, dell’educazione e della vita privata e familiare degli individui e che contestualmente, organizzazioni abusanti, agendo al riparo del diritto alla libertà religiosa, minino, di fatto, le libertà fondamentali dei cittadini, costituendo pertanto una reale minaccia per la democrazia;

i rappresentanti della Commissione dei diritti dell’uomo hanno opportunamente sottolineato che, approfittando della permeabilità delle frontiere, il fenomeno ha continuato a dilagare pressoché incontrastato nei Paesi dell’Europa centrale e orientale e non è diminuito nei Paesi dell’Europa occidentale e che, a tutt’oggi, solo Francia e Belgio hanno adottato misure legislative a tutela delle fasce più deboli e pochi altri Stati membri hanno assunto misure di osservazione e informazione;

il 28 novembre 2002, in Francia fu istituita la Missione interministeriale di vigilanza e di lotta contro le derive settarie, con lo scopo di osservare e analizzare il fenomeno, coordinare l’azione preventiva e repressiva dei poteri pubblici e informare la popolazione su rischi e pericoli; nella fattispecie, essa oltre a redigere rapporti annuali sul fenomeno, ha realizzato numerose pubblicazioni e guide a tutela della popolazione, pubblicate in Internet;

il Ministro dell’educazione francese inoltrava circolare n. 2012-051 del 22 marzo 2012, per rettrici e rettori della pubblica istruzione, sulla prevenzione e la lotta contro il rischio settario (il cui testo può essere consultato anche sul sito del Governo francese);

il Senato francese ha ritenuto inoltre necessario istituire nell’ottobre 2012 anche un’apposita Commissione d’inchiesta sul fenomeno settario nell’ambito della sanità;

osservato, infine, che:

nel settembre 2012, relatori della Commissione Affari giuridici e dei diritti dell’uomo dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE), riunitasi a Parigi per discutere in merito alla protezione dei minori dalle “sette”, hanno evidenziato che la difficoltà di raggiungere un consenso europeo sul fenomeno non significa certamente abbandonare l’idea di stabilire delle regole e politiche a livello europeo finalizzate alla protezione dei minori contro il pericolo dei culti abusanti e che occorre difendere l’interesse superiore del bambino da ogni forma di brutalità, maltrattamento e negligenza. Considerata pertanto la vulnerabilità dei minori e degli adolescenti, i rappresentanti degli Stati partecipanti all’Assemblea hanno ribadito la necessità di un’indispensabile vigilanza sul fenomeno, anche attraverso la creazione di strutture simili alla citata Missione francese;

in Italia, la sola Regione Friuli-Venezia Giulia ha approvato in data 31 maggio 2012 la legge regionale n. 11, recante “Norme per il sostegno e la piena libertà intellettuale, morale e psicologica dell’individuo”;

di fatto, a tutt’oggi, solo le associazioni di volontariato e alcuni centri di ricerca svolgono, pur nella limitatezza delle risorse, una preziosa e continuativa opera informativa sul fenomeno in questione e di supporto alle vittime e alle famiglie;

in tal senso esse realizzano un’azione di integrazione nonché, spesso, di vera e propria supplenza dell’azione pubblica, in maniera del tutto gratuita e avvalendosi della consulenza e collaborazione di esperti del settore della salute mentale, delle criminologia e della giurisprudenza;

l’associazione Familiari delle vittime delle sette (FAVIS) ha realizzato, primo progetto in Italia, l’opuscolo informativo “Le mani sulla mente”, distribuito gratuitamente durante gli incontri con gli studenti degli istituti scolastici superiori della provincia di Rimini;

osservato peraltro ch,e a quanto risulta agli interroganti:

proprio l’impegno profuso in questo complesso e delicato settore anche attraverso la collaborazione fattiva con le Forze dell’ordine, e la denuncia alle autorità competenti di tutti quei casi lesivi dei diritti dell’uomo che hanno portato anche a condanne in ambito giudiziario di soggetti a capo di gruppi e movimenti pseudospirituali, così come la recente partecipazione di alcuni esponenti del mondo dell’associazionismo alle diverse audizioni presso la 2a Commissione permanente (Giustizia) del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul fenomeno della manipolazione mentale dei soggetti deboli, con particolare riferimento al fenomeno delle cosiddette sette, in relazione al disegno di legge 569 recante disposizioni concernenti il reato di manipolazione mentale, hanno determinato una pesante campagna accusatoria e diffamatoria sulla rete telematica, finalizzata a discreditare le medesime associazioni anche con infondate ed ingiuriose accuse ad personam, nella fattispecie, nei confronti della dottoressa Lorita Tinelli, psicologa e presidente del Centro studi sugli abusi psicologici, della defunta signora Maria Pia Gardini, del signor Maurizio Alessandrini, presidente della FAVIS, di don Aldo Bonaiuto, animatore dell’associazione Servizio antisette della comunità Giovanni “XXIII”, di alcuni rappresentanti delle associazioni Aris Veneto e Aris Toscana, e peraltro della stessa Squadra antisette (SAS) del Ministero dell’interno, nonché di alcuni componenti della 2ª Commissione, con il rischio di gravissime ripercussioni proprio su quei soggetti in stato di bisogno e necessità a cui tali realtà associative si sforzano di offrire aiuto e sostegno;

costoro sono stati definiti in alcuni contributi pubblicati in rete su diversi blog quali “setta degli antisette, la vera setta”, cioè movimenti antisette estremisti dai quali gli onesti cittadini dovrebbero prendere le distanze, fanatici oltranzisti, soggetti affetti da disturbo narcisistico di personalità, ignoranti e incompetenti in malafede, serpenti a sonagli, privi di cultura, mancanti di obiettività, empatia e capacità di giudizio razionale, promotori di una sorta di lobby finalizzata a manipolare gli organi mediatici, i politici, la magistratura e l’opinione pubblica diffondendo falsa informazione, veri e propri strateghi e terroristi dediti a seminare intolleranza religiosa e procurare allarme, fomentatori di una campagna d’istigazione all’odio per il diverso, a capo di associazioni che, si cita testualmente, “non solo non si trovano isolate ai margini della società e monitorate attentamente come focolai di odio e razzismo, ma sono le associazioni a cui le Forze dell’ordine si rivolgono per acquisire informazioni su gruppi ritenuti criminali, che informano il grande pubblico e collaborano con la squadra antisette”. Nei citati contributi si legge altresì che tali associazioni, che sono state sentite in audizioni tenute nell’ambito della citata indagine conoscitiva sarebbero composte anche da arroganti e presuntuosi con manie di grandezza, ed avrebbero un modus operandi occulto, avvalendosi di agende segrete e canali privilegiati per porre sotto indagine onesti cittadini, inoltrando, a tal fine, documenti supersegretissimi, attentando ai diritti costituzionali, facendo attivismo poliziesco intimidendo e tappando la bocca alle persone, mirando a creare uno stato poliziesco, poiché nostalgici del duce e di leggi liberticide, costituendo dunque una “setta antisetta” molto pericolosa;

per concludere, appare agli interroganti opportuno ricordare le parole del Presidente della Repubblica, in occasione della celebrazione della giornata del volontariato del 2009: “Non si possono solo o principalmente delegare al privato sociale compiti di soddisfacimento dei bisogni o dei diritti che la Repubblica nel suo insieme è chiamata a garantire”,

si chiede di sapere:

se e quali misure di competenza i Ministri in indirizzo intendano adottare in relazione alle direttive espresse nella raccomandazione del Consiglio d’Europa del 1999 e alla luce delle più recenti valutazioni e considerazioni espresse in ambito europeo;

se siano stati o meno realizzati progetti educativi in ambito scolastico volti all’auspicata educazione in materia, nonché a tutela dei soggetti più vulnerabili come adolescenti e minori;

se siano o meno state realizzate campagne informative preventive nell’ambito della sanità, in particolare a tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili;

se nell’ambito della sanità sia o meno stata realizzata attività di monitoraggio e vigilanza al fine di valutare gli effettivi rischi per la salute e la stessa incolumità dei cittadini che si affidano a persone che, a giudizio degli interroganti, si avvalgono sovente di inesistenti titoli e operano anche all’interno di gruppi pseudoreligiosi e/o pseudo-terapici;

se non si ritenga opportuno, ai fini della concreta ed immediata assunzione delle direttive indicate nella raccomandazione europea del 1999, anche alla luce della profonda crisi che l’Europa sta attraversando e che rappresenta indubitabilmente un’occasione per un’ulteriore espansione delle derive settarie, valutare anche la realizzazione nel nostro Paese di un’apposita struttura similare alla Missione interministeriale di vigilanza e di lotta contro le derive settarie istituita in Francia;

se siano o meno a conoscenza della campagna di discredito nei confronti delle menzionate associazioni di volontariato e dei rispettivi rappresentanti, e come, eventualmente, intendano procedere anche e soprattutto nell’interesse delle stesse ex vittime di culti abusanti e delle loro famiglie, che si rivolgono fiduciose alle associazioni di aiuto.

 

Fonte: Senato.it

COMUNICATO – 17 Novembre 2012 FORUM delle ASSOCIAZIONI ITALIANE di RICERCA INFORMAZIONE e CONTRASTO dei MOVIMENTI SETTARI NOCIVI e dei CULTI ABUSANTI

Oggetto: Articolo titolato “QUANTO COSTA E A CHE SERVE LA SQUADRA ANTI SETTE? INTERROGAZIONE RADICALE” pubblicato mercoledì 14 novembre 2012, sul supplemento telematico AGENZIA RADICALE, a firma di Camillo Maffia http://www.agenziaradicale.com/index.php/diritti-e-liberta/858-quanto-costa-e-a-che-serve-la-squadra-anti-sette-interrogazione-radicale

Read MoreCon la presente, il “Forum della Associazioni italiane di ricerca, informazione e contrasto dei movimenti settari e dei culti abusanti” a cui aderiscono le associazioni onlus FAVIS, ARIS TOSCANA, ARIS VENETO, GIU’ LE MANI DAI BAMBINI (di Aldo Verdecchia) e il Centro Studi sugli Abusi Psicologici CESAP), intende esprimere vivo disappunto per le gravi, erronee e infondate argomentazioni riportate nell’articolo titolato “Quanto costa e a che serve la squadra anti sette? Interrogazione radicale” a firma di Camillo Maffia, richiedendo pertanto pubblica rettifica.

Si precisa che le associazioni costituenti il menzionato Forum, svolgono esclusivamente attività finalizzata alla ricerca, all’informazione preventiva e al sostegno alle vittime di abusi psicologici o di altri delitti commessi in ambito settario, in maniera del tutto gratuita, e avvalendosi della collaborazione di specialisti nei settori giuridico, scientifico e psichiatrico, (come può essere facilmente verificato attraverso diretti contatti con le menzionate realtà associative), nonché disponendo, come nel caso dell’associazione FAVIS, di un proprio comitato scientifico composto da esperti di levatura nazionale e internazionale http://www.favis.org/favis2/comitato-scientifico.html

Assolutamente fantasiosa, illogica e inveritiera risulta inoltre l’affermazione secondo la quale la SAS -Squadra Anti Sette (Ministero dell’Interno Polizia di Stato)-, sarebbe coordinata dalle associazioni del Forum Le nostre associazioni di volontariato, in quanto tali, operano in un’ottica naturale di dialogo e di fattiva cooperazione con le forze dell’ordine e con tutte le Istituzioni, e non ricevono alcun genere di sovvenzione o contributo economico dalla SAS.

Inoltre non può che ritenersi altresì tendenziosa e offensiva l’affermazione secondo cui la SAS avrebbe scelto “referenti profondamente influenzati da dolorose esperienze personali”, essendo indubitabilmente impliciti i riferimenti a una mancanza di obiettività e competenza e/o addirittura alla sussistenza di forme di acredine e risentimento che i volontari delle associazioni avrebbero maturato in seguito a vicissitudini personali.

Le associazioni del Forum rispettano il diritto fondamentale alla libertà religiosa degli individui, sancito dalla nostra Costituzione e, tramite i loro rappresentanti, hanno inequivocabilmente espresso questa ferma posizione anche nell’ambito delle recenti audizioni presso l’Aula della Commissione Giustizia del Senato, in seno all’Indagine conoscitiva sul fenomeno della manipolazione mentale dei soggetti deboli, con particolare riferimento al fenomeno delle cosiddette “sette” , alle quali ha presenziato lo stesso Sen. Perduca, senza nulla rilevare od obiettare in merito.

Ritenere che l’abrogazione del reato di plagio (art. 603 c.p.), abbia determinato un vuoto normativo nella tutela dell’integrità psichica e della libertà morale degli individui, come peraltro sempre sostenuto anche da una parte della dottrina psichiatrica e penalistica, non significa certo voler ripristinare tale e quale un reato del quale la Corte Costituzionale con sentenza n.96 del 1981, ritenendo sussistente la violazione del diritto di legalità, dichiarò l’incostituzionalità. Appare dunque, oltre che priva di fondamento, anche fortemente offensiva la seguente considerazione dell’articolista “…sembra però che le associazioni che compongono questo Forum abbiano una finalità politica precisa, la reintroduzione del reato di plagio di epoca fascista”.

Non meno oltraggiose risultano le affermazioni relative alla “ambiguità di alcuni elementi”. Si coglie dunque l’occasione per chiarire che, a differenza di quanto sostenuto dall’articolista, il leader dell’associazione Arkeon, sig. Vito Carlo Moccia, non è stato affatto assolto, bensì condannato in primo grado in qualità di promotore di un’associazione a delinquere finalizzata all’abuso della professione (si allega il dispositivo di sentenza e il link alle riprese fatte dall’emittente Antenna Sud che, al di là dei commenti del giornalista, riprende proprio le parole pronunciate a riguardo dal Presidente del Tribunale Dr. Forleo: http://www.youtube.com/watch?v=hr_NZrXSY-4

Il CeSAP in tale occasione, non solo non ha assunto il ruolo di consulente, bensì di semplice informatore sui fatti che erano a sua disposizione durante le prime fasi delle indagini, ma ne è anche risultato parte lesa nel processo, a seguito di una serie di azioni messe in atto proprio dal signor Vito Carlo Moccia e dagli affiliati ad Arkeon. Quanto alla sorte della Dottoressa Di Marzio, dalla documentazione giuridica presente nei fascicoli processuali, (Relazioni Digos con esiti dell’attività investigativa dell’8 marzo 2008 e del 18 Giugno 2008), e che in quanto atti pubblici possono essere consultati, è chiaro ed evidente che l’indagine e le relative accuse a suo carico furono un atto dovuto e necessario durante quella fase delle indagini.  Nulla di tutto questo è accaduto agli altri consulenti della difesa e dello stesso sig. Moccia, che hanno studiato il caso in maniera professionale e nel rispetto del percorso d’indagine e della legge.

Per quanto concerne la vicenda del figlio del Presidente Favis, la leader carismatica del piccolo gruppo pseudoreligioso nel quale il giovane è stato coinvolto, è stata condannata, dopo lungo iter processuale, con Sentenza Cassazione n. 631 dell’ 18 Aprile 2012 che si allega alla presente.

In alcuni casi, se come scrive Maffia “…di rado ci si trova davanti a una verità assoluta contrapposta ad un’assoluta menzogna”, esistono tuttavia verità processuali, che chi ha scelto di fare informazione, a nostro avviso, non dovrebbe celare.

In merito alla preoccupazione per la diffusione del fenomeno nel nostro paese, si ricorda che già nella “48^ Relazione – II° semestre 2001 dei nostri servizi di intelligence al Consiglio dei Ministri, veniva evidenziato quanto segue:

Minacce diversificate 4.c – “Si conferma il progressivo incremento dell’attività di proselitismo dei    movimenti pseudoreligiosi e delle sette, condotta anche attraverso la rete internet, come dimostra il proliferare di sodalizi a sfondo occultistico-spiritistico, che possono contare su rilevanti disponibilità economiche, derivanti in taluni casi da attività truffaldine o da altri traffici illeciti (estorsioni, spaccio di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione). La pericolosità del fenomeno si rapporta alla capacità di “manipolare” gli adepti, a volte fino ad annullarne la personalità, tanto da renderli totalmente asserviti alla volontà dei “capi carismatici”. In alcuni fori è emersa l’esigenza di pervenire in ambito europeo ad una maggiore omogeneizzazione della legislazione in materia, per consentire di far fronte efficacemente, in termini di prevenzione e repressione, a  quei movimenti settari che attentano ai diritti della persona ed alle libertà fondamentali”, e, ci sia consentita la battuta di spirito, le associazioni del Forum non coordinarono certo l’attività d’indagine dei  servizi segreti!

Si ritiene ancora utile ricordare che il Parlamento europeo con Raccomandazione 1412 (1999), ha certamente invitato gli Stati membri a evitare l’uso del termine “setta”, ma, contestualmente, dalla documentazione europea è indubitabilmente emersa l’apprensione per un fenomeno sociale ampio e inquietante, verso cui gli Stati membri sono stati esortati alla massima vigilanza e alla necessaria opera preventiva, -soprattutto a tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili.

Più recentemente, la Conferenza delle OING (Commissione dei Diritti dell’uomo) al Consiglio d’Europa, riunitasi il 5.10 2010, sollecitando una nuova Raccomandazione in considerazione all’attuale situazione e richiamandosi alla Raccomandazione 1412 (1999) , ha rilevato quanto segue:

“…Osservando che il fenomeno delle derive settarie è causa di infrazioni ai diritti dell’uomo. In particolare nel campo della salute, dell’educazione e del rispetto della vita privata e familiare;

Osservando che le organizzazioni all’origine delle derive settarie agiscono spesso sotto la libertà di religione e mettono in pericolo le libertà fondamentali del cittadini e costituiscono parimenti una minaccia alla democrazia;

Osservando che, approfittando della permeabilità delle frontiere, il fenomeno non cessa di estendersi nei paesi dell’Europa centrale e orientale e non diminuisce nei paesi dell’Europa occidentale;

Osservando che a tutt’oggi solamente due Stati (Belgio e Francia) hanno preso decisioni legislative per seguire le Raccomandazioni suddette e qualche altro Stato (Germania, Svizzera …) ha assunto o sostenuto misure di osservazione e di informazione nei confronti delle derive settarie;

Preoccupata per il fatto che gli Stati membri del Consiglio d’Europa non abbiano, fino ad ora, preso misure all’altezza della sfida che rappresentano le derive settarie, costituenti attentati ai diritti dell’uomo e ai principi fondamentali di tutte le società democratiche;

Invita l’Assemblea Parlamentare a incoraggiare l’attuazione della sua Raccomandazione 1412(1999), e in particolare la creazione di centri nazionali o regionali d’informazione sulle derive settarie;

Invita il Congresso dei poteri locali e regionali a lavorare sul soggetto «Derive settarie e violazione dei diritti dell’uomo» e a incoraggiare, a sua volta, la creazione di centri nazionali o regionali d’informazione sulle derive settarie…

E’ peraltro dato acquisito che nei periodi di profonda crisi come quella attraversata dai nostri paesi europei si assista a una crescita esponenziale di gruppi e movimenti abusanti. Le nostre associazioni s’impegnano pertanto a sollecitare lo Stato italiano affinché non diminuisca l’attenzione sul fenomeno e siano poste in essere tutte quelle misure di politica preventiva a tutela dei diritti umani. Auspichiamo che altri vogliano apportare il loro contributo a questa importante battaglia, anche attraverso una informazione approfondita, puntuale e corretta.

 

 

Il portavoce del Forum delle Associazioni
Maurizio Alessandrini

 

I componenti del FORUM:

A.R.I.S. VENETO – Onlus

Associazione Ricerca Informazione sulle Sette

Presidente, Mario Martini

FA.VI.S. Associazione Nazionale Familiari

delle Vittime delle sette – Onlus

Presidente, Maurizio Alessandrini

Associazione Ce.S.A.P. – Onlus

Centro Studi Abusi Psicologici

Il Presidente, D.ssa L                                              Presidente, Lorita Tinelli

ARIS TOSCANA – Onlus

Associazione Ricerca Informazione sulle Sette

Presidente, Mario Pierotti

Centro Ricerca Giù Le Mani dai Bambini onlus

(già associazione)

Porto d’Ascoli

Presidente, Aldo Verdecchia

ALLEGATI- Statuti delle associazioni Cesap, Favis, Aris Toscana, Aris Veneto

Sentenza Cassazione n. 631 del 18 Aprile 2012 (processo Valmaggi)

Sentenza (dispositivo) Tribunale di Bari del 16 luglio 2012 (processo Arkeon)

Cons. d’Europa Raccomandazione 1412/1999

Cons. d’Europa Conferenza OING (Commissione Diritti dell’uomo) 5/10/2010

 

 

 

 

FORUM DELLE ASSOCIAZIONI ITALIANE DI RICERCA INFORMAZIONE
e CONTRASTO dei MOVIMENTI SETTARI NOCIVI c/o FAVIS Associazione Familiari delle Vittime delle sette – Via Mosca, 66/a 47924 Rimini
cell. 328-5665202/328-9028910