Intervista sulle sette su La Gazzetta di Lucca del 22 Luglio 2023

Psicosette e guru spirituali, Lorita Tinelli in prima linea per combatterli: “Ho subito minacce molto gravi, ma non mollo”

Intervista di Michele Belfiore

La dottoressa Lorita Tinelli è una psicologa forense, da anni in prima linea contro gli abusi compiuti da gruppi settari e sedicenti Guru spirituali. Per il suo impegno contro la manipolazione mentale dei culti distruttivi, ha ricevuto diverse minacce e intimidazioni. Nel giugno 1999, insieme ad altri studiosi, ha fondato il CeSAP, di cui è stata presidente pro-tempore sino al 2015 e nuovamente presidente dal 2019 ad oggi. Nell’ambito del CeSAP, in qualità di Cult Specialist, presta ascolto e consulenza per l’aiuto alle vittime di controllo mentale e di abuso psicologico da parte di sette, sedicenti carismatici e gruppi a carattere totalitario.

Un’importante inchiesta, della Gazzetta di Lucca, sulle psicosette e guru. I giochi letali sul web, un fenomeno che, uccide molti giovani. Una lunga intervista alla dottoressa Lorita Tinelli, con dinamiche costruttive e di prevenzione, in esclusiva alle Gazzette. 

Le psicosette (in inglese mind control cults) si presentano spesso come centri spirituali o del miglioramento di sé: nascondono dinamiche di soggiogamento psicologico. Lei è tra le più importanti esperte di questa piaga sociale. Ci può spiegare questo fenomeno?

Il fenomeno è molto più diffuso di quanto lo si immagini e si insinua in tanti ambiti della nostra vita. Si pensi ai diversi gruppi che entrano nelle aziende proponendo così un miglioramento delle condizioni di vita del personale, per poi lavorare sulla personalità e i vissuti dei dipendenti, senza che questi l’abbiano scelto. Oppure a quelle società che entrano nelle scuole per proporre corsi di miglioramento dell’apprendimento e che poi, sentendosi nel diritto, indagano sulla vita personale e famigliare degli iscritti ai loro corsi. Ma anche a quei fuffa Guru che promettono ricchezze, sfoderando macchine di ultima generazione, dimostrando che tutto si può fare seguendoli pedissequamente, ovviamente a pagamento. E molto altro ancora. Le caratteristiche comuni sono quelle di: coinvolgere gente, radicalizzarla alle ideologie del gruppo e dei leader, separarla dal resto del mondo, incluso famiglia e amici, il resto diventa tutto brutto e cattivo. Soprattutto durante la pandemia tutto questo è aumentato a dismisura, trovando terrendo fertile nell’insicurezza generale entrando facilmente nelle case e nelle vite altrui perché la maggior parte delle nostre attività si è trasferita on line.

Trucchi e segreti di manipolazione mentale a cui stare attenti?

La manipolazione mentale è una dinamica tossica che si instaura in una rapporto di disparità di potere. Chi ha maggior potere rispetto all’altro cerca di minare le sicurezze del suo interlocutore, amplificando i suoi bisogni, cancellandone i dubbi e rendendosi insostituibile, stabilendo così un rapporto di dipendenza. Il tutto attraverso una prima ingiustificata ed amplificata azione affettiva, quella che viene chiamata tecnicamente ‘love bombing’. Ed è proprio a questa eccessiva manifestazione d’affetto da parte di perfetti estranei che bisogna stare attenti e chiedersi il perché di tutte queste attenzioni e promesse.  

Sette e santoni: come i reclutatori scelgono le vittime e come si fa a non cadere in trappola?

Le vittime scelte sono di solito persone sensibili, intelligenti, curiose. I Guru le intercettano facilmente, perché i loro messaggi-esca di “miglioramento del mondo” affrancano proprio persone con queste caratteristiche. Altro elemento importante è la fragilità del momento, che favorisce la recezione del messaggio, appare rassicurante. Devo sottolineare l’infondatezza di un pregiudizio secondo cui le persone che cadono vittime di una setta siano poco intelligenti e di bassa cultura. Assolutamente falso! Il fenomeno è trasversale, coinvolge tutti. Purtroppo. Aderire ad una setta è una scelta emotiva e non razionale.  

Nel mondo invisibile delle psicosette ci sono presunti professionisti che cercano di aiutare le vittime. La gente deve essere aiutata e stare attenta ai ciarlatani. A chi si devono rivolgere per ricevere assistenza?

Nel mondo invisibile delle psicosette ci sono professionisti che si spendono per aiutare le vittime, informare e sensibilizzare sul fenomeno, dovendo sopperire anche alla mancanza di un’azione istituzionale e politica più incisiva. Si pensi che il Consiglio d’Europa ha più volte emanato raccomandazioni in cui sollecitava gli Stati membri ad attivare osservatori e politiche preventive, che l’Italia ha disatteso puntualmente. Esistono pochissime associazioni e persone che sfidano il dilagare degli effetti del fenomeno settario, guadagnando reazioni sconsiderate ed intimidatorie da Guru, leader e apologisti delle sette, ovvero pseudo professionisti che aderendo pienamente alle battaglie di queste persone contro i critici, ne sostengono le attività, disconoscendo i danni che le vere vittime ricevono. Queste ultime addirittura vengono definite ‘pentite e cariche di vendetta’, motivo per cui le loro storie dovrebbero essere considerate ‘non credibili’.

Lei ha scritto un libro sui casi Wanna Marchi e Zaccaria: come può la manipolazione mentale rovinare le persone? La sua convinzione su caso Marchi?

Ho scritto il libro con l’avvocato Marco Marzari che ha seguito, in diversi processi, le parti civili di alcuni di questi ‘santoni’ raccontati nel libro e in primis di Wanna Marchi. Il libro, pubblicato dalla casa editrice Piemme, racconta, attraverso anche esempi concreti documentati e studi scientifici, come la manipolazione mentale agisce su ciascuno di noi, devastando per sempre la vittima, che inizia a dubitare delle proprie capacità di raziocinio. E’ importante sottolineare: chi esce da questa dinamica è una persona spezzata, ha perso tutto, famiglia, amici, soldi, lavoro, dignità. La Marchi ha rappresentato un grande esempio di come questa azione possa avvenire sotto gli occhi di tutti ed anche col consenso dei media. La Wanna nazionale, donna tanto intelligente quanto scaltra, è riuscita a comporre un teatrino di persone, trasformando un cameriere in un quanto generico e inspiegabile “maestro di vita”, con il quale ha venduto sale e numeri giocando sulle fragilità della gente. Nel libro raccontiamo, in un capitolo a lei dedicato, le vicende più crude emerse dalle indagini e dal processo.

Il caso del giovane ragazzo Stefano Barilli, il cui cadavere è stato ritrovato decapitato nel fiume Po. La pista del suicidio non convince. Lei cosa ne pensa?

Il caso di Stefano, di cui mi sono occupata come consulente, ha rappresentato un altro esempio di ragazzo irretito da alcuni Guru del marketing. Nonostante le posizioni della Procura, io e il medico legale della famiglia abbiamo esposto un chiaro quadro di dinamiche ed causa a effetto. Attendiamo risposte.

Un professionista quando si occupa di eseguire una consulenza psicologica forense, deve rimanere distaccato così molti addetti ai lavori dichiarano. Verità o esagerazione?

La teoria e la pratica di solito concordano poco. E’ importante acquisire una giusta distanza per meglio comprendere le dinamiche e i fatti. Ma quando lavori sul caso è inevitabile portarne per sempre le tracce sulla propria pelle. E’ difficile non ‘sentire’ il dolore dei famigliari e/o della persona stessa che ha vissuto l’esperienza negativa direttamente.

La sua lotta contro il male invisibile. Ha portato ripercussioni nella sua vita? Ha subito minacce?

Purtroppo le organizzazioni a carattere settario sono anche di potere e si sentono molto minacciate da chi fa conoscere pubblicamente le loro facciate più nascoste. Sono anni ormai che ricevo minacce, denunce, diffide. Ma anche tentativi di danneggiamento della mia reputazione attraverso la creazione di blog anonimi, diffusioni di fake news sul mio conto, come il racconto secondo cui la mia battaglia contro le sette sarebbe iniziata quando un presunto fidanzato mi avrebbe lasciato sull’altare entrando in una setta. Una favola falsa che spopola tra i gruppi controversi che puntualmente la raccontano ad altri gruppi similari. Ovviamente questo ha l’obiettivo di far apparire il mio interessamento a queste realtà non come attività di studio, ma come una personale rivalsa verso il settore generalizzato, in quella che è la dinamica della personalizzazione del conflitto.  L’altra azione comune tra questi gruppi è quella di scegliere gli stessi consulenti, tra apologisti delle sette, al fine di adottare delle strategie di difesa dalle critiche e di attacco alla sottoscritta. Le modalità sono sempre le stesse: l’attacco alla mia reputazione mediante fake news sul mio conto. Pensi che, addirittura, uno di loro ha fatto eseguire una tesi di laurea che tentava di attribuirmi dei danni ricevuti da quella che veniva descritta come una società rispettabile, nella quale risultavo una persona impreparata e che avrebbe dovuto essere cacciata dall’ordine. L’azione aggressiva di queste realtà, che si concretizza nel tentativo di ledere la mia credibilità e di intimidirmi con azioni legali, oltre che con vere e proprie minacce, nasce dal fatto che l’associazione che dirigo, il CeSAP Centro Studi Abusi Psicologici, riceve enormi quantità di testimonianze e prove documentali su questi gruppi, che spesso sono utili per l’apertura di indagini e processi. E questo fa davvero paura a loro e nel contempo dimostra che nelle giuste sedi la mia credibilità non è assolutamente messa in discussione.

I giovani e il fenomeno (‘Knock Out Challenge’ ) consistente nell’aggredire con un pugno dei passanti scelti per caso cercando di far perdere loro i sensi. Come bisogna agire?

Purtroppo il fenomeno delle Challenge o sfide virali, è una realtà legata alla diffusione dei social media. Certe azioni molto violente, immesse nei circuiti del web, diventano virali amplificando il rischio di emulazione. Soprattutto tra pari imitare e impressionare i propri amici rafforza il senso di appartenenza al gruppo, suggestionando altri a fare altrettanto. Gli adulti non devono dare per scontato il grado di autonomia che possono avere i figli nell’uso delle tecnologie digitali e devono molto parlare con loro, spiegandone gli effetti negativi di alcune sfide. Credo che famiglia e scuola dovrebbero lavorare molto in un percorso condiviso di educazione digitale.

Giochi letali sul Web: la drammatica vicenda di Matteo Cecconi. “La mattina in cui ha deciso di ingerire il nitrito di sodio, era collegato in chat con una decina di altri ragazzi che l’hanno sostenuto nella sua scelta”. E’ l’accusa che lancia dalle pagine dei giornali locali il padre Alessandro Cecconi. Lei cosa ne pensa?

Questo problema è collegato alla mia risposta precedente. Spesso i figli si perdono in casa e non necessariamente fuori. Il mondo del web è complesso e con un crescendo di incontrollabili attività. Bisognerebbe insegnare ai ragazzi a discernere le complessità dei messaggi di quel mondo, ma è anche necessario pensare a più spazi di accoglienza e di ascolto per  i giovani che , devono affrontare i loro problemi di crescita. La figura dello psicologo scolastico può diventare un valido aiuto. Nel frattempo però i genitori devono vigilare e segnalare alle autorità tutti quei siti che ritengono poco educativi e pericolosi.  

Fonte: La Gazzetta di Lucca

Nuova intervista sulle sette e sui sostenitori delle stesse

Art. 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere

Genio 21, Massimo De Donno, Luca Poma e altre storie

Puoi ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo. Ma non puoi ingannare molte persone per molto tempo.
(Abraham Lincoln)

La verità riesce a imporsi solo nella misura che noi la imponiamo, la vittoria della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano (Bertolt Brecht, scrittore tedesco)

Non sentivo affatto l’esigenza di tornare a scrivere sulla tematica. Ne avrei fatto volentieri a meno. Non mi piace stare nel conflitto che per mestiere tendo sempre a risolvere, ma ieri sono accaduti alcuni gravi eventi che mi impongono di non soprassedere all’ulteriore azione molesta e volutamente denigratoria, che si inserisce all’interno di un percorso attivato dal 2007 e che tutt’oggi persone legate tra loro da amicizia o condivisione ideologica continuano a perpetrare a mio danno.

Primo evento: Un amico giornalista mi informa che il signor Luca Poma, giornalista e docente presso la LUMSA, gli ha fatto pervenire attraverso una giovane ragazza, alcuni libri, tra questi due che parlano espressamente di me e che mi descrivono in maniera distorta e diffamatoria, scritti da un personaggio inesistente, che risponde al nome di Pierluigi Belisario;

Secondo evento: La giovane ragazza, indicata come assistente di Luca Poma, di cui non conosco l’identità, informa il mio amico giornalista, non so a che titolo e perché, che esiste un una trattativa tra Luca Poma e l’azienda Genio 21, in cui quest’ultima chiede che egli effettui una consulenza sul mio conto, al fine rendere loro possibile denunciarmi

Terzo evento: vengo informata da alcuni miei collaboratori dell’esistenza di una tesi di laurea in cui vengono raccontati fatti che riguardano la mia attività e quella del CeSAP in relazione a Genio 21 secondo una narrazione artefatta, falsa, volutamente denigratoria. Essa è pubblica on line al seguente link del sito di Luca Poma e non dell’Università in cui è stata discussa https://archivio.lucapoma.info/comunicazione/comunicazione-crisi/tesi-di-laurea-come-la-gestione-proattiva-di-una-crisi-aziendale-puo-rafforzare-la-reputazione-il-caso-genio-in-21-giorni/

Partirò dal terzo evento, per ripristinare alcune verità, probabilmente scomode.

“Un modo sicuro di indurre la gente a credere a cose false è la frequente ripetizione, perché la familiarità non si distingue facilmente dalla verità.” (Daniel Kaheman)

Manipolare il passato e la storia, per alcune persone, rappresenta un mezzo che giustifica il fine, ovvero quello di imprimere agli eventi presenti e futuri una determinata direzione, più gradita. E nei mezzi utilizzati per questo c’è anche la costruzione di un ‘nemico esterno’, che serve a sviluppare maggiore coesione e appartenenza al gruppo.

La tesi, su cui seguiranno le mie riflessioni, ha il seguente titolo: “Come la gestione proattiva di una crisi aziendale può rafforzare la reputazione: il caso genio in 21 giorni”. Essa è stata discussa nell’aprile 2020 nel Corso di Laurea Magistrale in Marketing & Digital Communication, presso la LUMSA dalla candidata Ludovica Russo. Relatore: Prof. Luca Poma.

La tesi della neolaureata Russo si basa su alcuni costrutti molto chiari e condivisibili, ma usati in maniera pregiudizievole e strumentale, in quanto, posto un quadro teorico generale, si sono volutamente incastrati fatti manipolati e verità omesse, al fine di dimostrare la fallacia di un nemico immaginario. Il tutto, così orchestrato, è supportato da una strategia di comunicazione mirata.

Nulla di nuovo sotto il sole (Ecclesiaste 1,10)

La litanìa ‘documentata’ dalla tesi di laurea riporta argomentazioni già trite, ritrite e divulgate negli ultimi anni da blog anonimi, legati a gruppi settari e apologisti delle sette. Esse sono incentrate su accuse per cui i gruppi “antisette” vengono descritti come una setta (la setta antisetta, per l’appunto) che pullula di esperti incompetenti (in particolar modo la sottoscritta), che, a loro volta, pubblicano e divulgano fake news, attivando canali d’odio, approfittando dell’appiattimento culturale dell’attuale società.

Cercherò di analizzarne alcuni contenuti della tesi, opportunamente manipolati dagli attori, al fine di rendere trasparente la logica che ha animato candidata e relatore nella stesura di questa elaborazione discussa nella LUMSA.

A pag. 126 della tesi si legge testualmente: “La campagna di accuse contro il Genio in 21 giorni cominciò a Maggio 2010 quando nel forum della pagina web del gruppo Centro Studi Abusi Psicologi ONLUS, presunti esperti in sette e in manipolazione mentale, apparve un post che accusò il corso di essere una setta

L’affermazione comporta una serie di precisazioni importanti:

  1. Nel 2010 era attivo un forum, nel sito del CeSAP, (attualmente salvato nella nostra banca dati e non pubblico perché nel tempo era diventato un canale facilmente attaccato da Malware) in cui tutti potevano scrivere liberamente la propria esperienza abusante all’interno di relazioni o comunità. Il forum era moderato e garantiva l’applicazione dell’articolo 21 della Costituzione, nella tutela dei diritti di tutti. Pertanto, non vi è stata nessuna ‘campagna di accuse”, ma solo una raccolta di esperienze personali a riguardo. Iscriversi al forum era assolutamente semplice. Bastava aprire un account ed eventualmente entrare nella discussione per rispondere.  Genio in 21 giorni non è mai stato menzionato nel forum, non essendo a quell’epoca esistente. Il gruppo di cui si è parlato in quel periodo era Your Trainer, i cui membri in effetti sono gli stessi confluiti in Genio 21.
  2. L’affermazione “presunti esperti in sette e in manipolazione mentale” rappresenta già un pregiudizio di demerito, che descrive una realtà se applicato ad altri e una offesa se riferito a se. E’ bene pertanto sottolineare che i membri ordinari del CeSAP hanno formazione psicologica e giuridica dimostrabile e lunga e attinente esperienza e competenza nel campo della manipolazione, comprovata da attività svolte in tutte le Istituzioni, contrariamente a quella che può avere un laureato in Veterinaria nel campo dell’apprendimento, di cui però viene descritto come il massimo esperto. E’ qui evidente l’uso mirato della comunicazione volta a usare parole di peso etico differente quando si parla di ‘nemici’ e di ‘amici’.

Sempre a pag. 126 si legge un’altra perla: “L’azienda tentò di contattare il forum per chiarire ogni dubbio posto nei suoi riguardi, ma non ottenne nessuna risposta. Nel frattempo le accuse aumentarono, quindi venne contattata la psicologa che all’epoca era presidente e responsabile del Centro. Nonostante la psicologa non avesse ricevuto alcuna lamentela fondata su cui basare le critiche, le venne consentito l’accesso totale alla documentazione e al materiale disponibile in azienda e fu invitata a partecipare personalmente al corso e a conoscere il team di insegnanti. Inoltre, vista l’entità delle accuse, l’azienda chiese alla medesima psicologa una consulenza professionale remunerata per analizzare e correggere i problemi eventualmente riscontrati. Nonostante Genio Net si mise a totale disposizione per confutare i dubbi posti nei suoi riguardi, la dottoressa non volle verificare personalmente la buona fede del corso”.

Cercherò di porre chiarezza anche in questo ginepraio di inesattezze.

  1. Dopo qualche mese che diversa gente raccontava la propria esperienza con l’azienda Your Trainer e NON Genio 21, la sottoscritta ricevette una lettera di simil diffida da due giovani rappresentanti della stessa società (YT) [uno dei due era un commercialista e l’altro men che meno formato in ambito psicologico, giusto per sottolineare titoli e competenze specifiche rispetto all’argomento apprendimento di cui ci si fa portatori!]. Nello scambio epistolare, che posseggo, ho invitato gli stessi ad intervenire nel forum e interagire personalmente con chi si lamentava. Essi scrissero un paio di post nello stesso forum, in cui proposero più un slogan aziendali che vere risposte efficaci. Nessuno si sentì ascoltato e così terminò l’interazione.
  2. Falsa è l’affermazione che la psicologa citata, ovvero io, non ricevette alcuna lamentela fondata. Il forum è ancora presente nella banca dati e posso renderlo attivo in qualsiasi momento a dimostrazione di quanto affermo
  3. Non mi è stata mai fatta una proposta di consulenza remunerata da parte di Genio 21 né di Your Trainer, che avrei comunque rifiutato per incompatibilità con la funzione da me ricoperta nel CeSAP in quel momento ed anche per forte conflitto morale per l’incongruenza dei fatti narrati dall’azienda e i vissuti così particolareggiati con sofferenze e danni psicologici evidenti degli utenti scontenti. Non ho mai venduto la mia professionalità a patto di ingoiare cose a cui non credevo e non sono per nulla ricattabile. Questo è il vero dramma per alcuni.
  4. Sul gioco linguistico “la dottoressa non volle verificare personalmente la buona fede del corso” mi parte spontaneamente un sorriso. La frase evidenzia l’aspettativa di un imprimatur positivo da parte mia e del CeSAP, e, probabilmente mette in risalto un atteggiamento poco maturo nei confronti della critica.

A pag. 127 leggo: “… la dottoressa non volle verificare … e, mediante l’associazione di clienti European Consumers, riuscì ad ottenere il 14 luglio 2010 un’interpellanza parlamentare contro Your Trainers Group & High Consulting. La risposta fu che qualora la società avesse commesso delle infrazioni, il sistema legale italiano sarebbe stato dotato degli strumenti idonei a perseguirle, previa la denuncia formale; ma nessuno ha mai denunciato il corso Genio in 21 Giorni, né le presunte vittime né  European Consumers e tanto meno la psicologa che accusava il corso di essere una “setta”.

  1. La dottoressa, cioè io, non ha ottenuto alcuna interpellanza per il tramite di nessuno. Tale affermazione è assolutamente inveritiera, ma di sicuro fa parte di un processo paranoideo di pensiero, che ormai la stessa corrente di miei molestatori ha reso noto nel corso degli ultimi 12 anni. Io sarei, a detta loro, macchinatrice di ogni azione a loro danno e presente in ogni dove. Per mia fortuna la realtà è completamente differente. Personalmente non so neppure chi abbia sollecitato l’interpellanza e se lo avessi fatto io, probabilmente avrei scelto un altro relatore politico a rappresentare le mie istanze.
  2. E’ risaputo da tutti che il reato di manipolazione mentale non esiste in Italia, men che meno quello di setta. Per cui, malgrado le buone intenzioni di tutti, possiamo solo discutere delle manipolazioni subite o non effettuate in attesa di qualche cambiamento più sostanzioso, che possa tutelare le vittime da qualsiasi tipo di influenza illecita.

Sempre da pag 127: “Inoltre, secondo alcune fonti, non era la prima volta che il Centro in questione agiva in questo modo, anche in passato aveva usato delle metodologie di accusa analoghe, obbligando molte organizzazioni a chiudere la propria attività, nonostante le accuse nei loro confronti fossero completamente false e infondate”.

Una frase così generica, che si basa sul sentito dire senza riportare le fonti, risultando diffamatoria, farebbe rabbrividire qualsiasi Istituto Universitario che dovrebbe piuttosto implementare lo studio scientifico e la pubblicazione di materiale corretto e onesto scientificamente.  

Il “Centro in questione”, ovvero il CeSAP non ha mai usato “metodologie (quali?) analoghe, obbligando molte organizzazioni a chiudere la propria attività”. Sarebbero graditi nomi e cognomi, fatti contestualizzati e sentenze di assoluta innocenza a conferma di tale frase, altrimenti si tratta di diffamazione.

Passiamo a pag. 2018 e leggiamo quanto segue: “Tra il 2015 e il 2017 il Centro Studi Abusi Psicologici ONLUS e la sua responsabile Lorita Tinelli divulgarono ai mezzi di comunicazione di massa una serie di informazioni denigratorie, che associavano il corso “Genio in 21 Giorni” ad una “setta”. Fu così che i mass media, veicolarono, a loro volta, queste notizie all’opinione pubblica”.

E’ bene ricordare che il CeSAP e la sottoscritta sono spesse volte interpellati dai media per offrire pareri su argomenti attinenti le dinamiche di abuso psicologico e manipolazione mentale, per cui abbiamo esperienza e competenza,. Le domande vengono poste da giornalisti che liberamente scrivono il proprio pezzo, spesso riducendo al minimo l’intero intervento dell’esperto. Tuttavia il concetto che passa attraverso la dichiarazione sopra riportata è che il CeSAP e la sottoscritta abbiano avviato una campagna nera di denigrazione, sistematica, cosa che nella realtà non è avvenuta e che non può essere dimostrata in alcun modo dalla tesista o dal suo docente relatore. Pertanto l’affermazione non è stata tarata su parametri dell’onestà intellettuale e di attinenza con la realtà, risultando goffamente offensiva e diffamatoria.

L’unico giornale che ha trattato l’argomento fu il Corriere della Sera del 13 luglio 2017, che, correttamente dette la possibilità del contraddittorio, offrendo all’azienda Genio la possibilità di dire la sua, in pieno dibattito democratico.

A pag 130 si legge: “Tuttavia è importante ricordare che da decenni alcuni importanti esponenti del mondo accademico hanno sfatato il mito dell’esistenza di una forma di manipolazione mentale … L’American Psychological Association (APA) è una delle organizzazioni professionali che si è espressa su questa tematica, sostenendo una posizione contraria a quella delle teorie dei “movimenti antisette” e di alcuni psichiatri. Nel 1987 l’associazione pubblicò un documento in cui affermò che le teorie della manipolazione mentale e del lavaggio del cervello, applicate a nuovi movimenti religiosi, non dovevano essere presentate in alcun modo come scientifiche”.

Tali affermazioni, utilizzate strumentalmente e in maniera poco approfondita, meriterebbero un lungo trattato. Per quanto riguarda le affermazioni sull’APA rimando al seguente link per un approfondimento: http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/apa.htm e al libro di Luigi Corvaglia, NO GURU, edito dalla C1Veditori per la questione del dibattito sulla manipolazione mentale e sui suoi negazionisti. Probabilmente il testo va consigliato ai prossimi studenti, da parte di un docente che realmente vuole stimolare verso una ricerca non dogmatica e pregiudizievole.

A pag 138 si legge: “Il “settarismo globale” è la strategia usata abitualmente dall’associazione dove si formò Miguel Perlado, dal “Centro studi abusi psicologici ONLUS” e, in generale, dalla maggioranza dei gruppi “antisette”.

  1. Affermare che il CeSAP veda sette ovunque è una asseverazione che va dimostrata, altrimenti resta diffamatoria come le altre
  2. Saremmo stati molto onorati se Miguel Perlado si fosse formato da noi, la verità è che il Dr. Perlado, Psicologo, Psicoterapeuta è uno sei massimi esperti di sette in Spagna, dove lavora come exit counselor dal 1998 e da dove gestisce il sito. EducaSectas. E’ evidente come, in un gioco linguistico, si tende ad insinuare una realtà che non esiste e che riporta alla paranoia del solito nemico autore di tutti i mali, ovvero il CeSAP. Vero è che il Dr. Perlado in maniera autonoma ed analizzando i casi che ha seguito personalmente, ha elaborato due articoli che sono stati tradotti dalla sottoscritta perché ritenuti veritieri e confermati da altrettanti racconti raccolti dalla stessa in Italia. I due articoli in Italiano sono i seguenti: http://www.loritatinelli.it/2018/03/02/il-corso-genio21-e-larte-di-manipolare-le-emozioni/ e http://www.loritatinelli.it/2019/01/31/migliora-la-memoria-o-raggiungi-la-tranquillita/ Ad oggi non mi sembra di aver letto da parte di Genio 21 alcun commento a riguardo o confutazione degli stessi, ma posso affermare di aver solo rilevato attacchi personali a me indirizzati attraverso ogni forma, tra cui il tentativo di accreditamento da parte degli apologisti delle sette con conseguente condivisione della guerra ad personam.

A p. 144 e 149 leggo alcune affermazioni di Massimo De Donno, laureato in Medicina Veterinaria, secondo sue dichiarazioni e definito come il ‘massimo esperto di apprendimento in Europa” (bontà sua), nonché CEO di Genio 21.

Poi apri [rif. Genio21] un numero verde per intercettare gli “scontenti” e scopri che sono 3 persone in sei mesi, su migliaia di corsisti, e allora hai la conferma che c’è chi è pagato per distruggere, o perlomeno ha intenzioni esplicitamente distruttive, e non costruittive

Se penso che una delle fonti di questi pavidi attacchi era una sedicente esperta, psicologa, mi vien da ridere: persone che andrebbero radiate dall’Albo, in quanto disponibili a danneggiare psicologicamente dei giovani, scientemente, pur di raggiungere i propri biechi obiettivi di delegittimazione di un’azienda che è autorizzata a fare il proprio lavoro, da lavoro, paga le tasse

Da queste affermazioni rilevo che il riferimento è alla sottoscritta. Massimo De Donno attribuisce a me l’azione di essere “pagata per distruggere”, di essere “persona disponibile a danneggiare psicologicamente dei giovani, scientemente, pur di raggiungere i propri biechi obiettivi” e che merito di essere “radiata dall’albo”.

La Suprema Corte, in tema di diffamazione (Corte di Cassazione, sez. III Civile, ordinanza 12 settembre – 26 ottobre 2017, n. 25420), ha ribadito che è reato parlar male di una persona, in sua assenza pur non facendone il nome. Per il reato basta che la vittima sia identificabile. E qui il riferimento è piuttosto chiaro.

Tuttavia è bene precisare che in un incontro vis a vis, il 17 ottobre 2018, presso lo studio legale dell’Avvocata Montanaro, in Crispiano, l’atteggiamento di Massimo De Donno nei miei confronti era esattamente diverso.

La verità è che in quella occasione, ho ritenuto di convocare uno dei suoi tutor leccese, tal Salvatore De Tommaso (docente di apprendimento senza laurea), in quanto infastidita dal suo atteggiamento diffamatorio nei miei confronti. Il signor De Tommaso rispondeva abitualmente alle perplessità dei genitori di ragazzi che frequentavano i corsi divulgando loro blog anonimi denigratori della mia persona, nel tentativo di indurre a non leggere gli articoli critici da me postati né a contattarmi, in quanto persona inaffidabile e incompetente. Numerose sono le testimonianze in questo senso che potrei citare e che mi riservo di portare nelle sedi più opportune. Lo stesso Salvatore De Tommaso mi offendeva direttamente e in maniera arrogante, all’interno di una conversazione privata su messenger, e mi accusava di aver indotto le loro fidanzate all’esaurimento nervoso.

Il mio invito fu accettato da Salvatore (detto Salvo) che mi chiese il permesso di essere accompagnato da un amico. Nessun problema. Si presentarono in studio lui, Massimo De Donno e l’avv. Massimo Baja Picit, anch’egli parte di Genio 21. La conversazione avvenne alla presenza anche di un amico giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, come testimone terzo.

Durante il colloquio, della durata di tre ore, Massimo De Donno e Salvatore De Tommaso, sentite le mie ragioni, mi rappresentarono il loro più sentito dispiacere per avermi offesa, chiedendomi più volte scusa. In quella occasione, il leone da tastiera Salvatore De Tommaso sedeva alla mia sinistra, con la testa bassa e rosso in volto. Le uniche parole che riusciva a dire erano di scuse. Ovviamente non sincere, perché ho ricevuto anche successivamente sue offese per mezzo di messenger. Le conversazioni da me stampate e sono a disposizione di chi volesse leggerle.

In ogni caso in una email, trasmessa il 3 dicembre 2018 dall’avvocato Baja Picit all’avvocato Annalisa Montanaro scrivevano: “Il dott. De Donno mi ha manifestato la propria sincera soddisfazione per la riuscita di un confronto sereno ed edificante con la dott.ssa Tinelli nella consapevolezza che lo scambio di idee e di vedute ha sicuramente portato ad una reciproca apertura e ad una piena chiarezza sui servizi di formazione erogati da Genio Net e delle modalità operative della stessa. Il mio assistito, successivamente all’incontro, ha così riunito gli istruttori della rete per condividere con loro le considerazioni di carattere operativo e gli spunti di riflessione ivi emersi. Ne è risultato che l’azienda continuerà ad operare nell’ottica di una sempre più scrupolosa attenzione alle esigenze manifestate dai corsisti.

In tal senso, avendo la dott.ssa Tinelli segnalato che in passato alcuni utenti insoddisfatti dei corsi“Genio” si sono rivolti a lei per doglianze di varia natura, stante il mutuo riconoscimento della reciproca serietà professionale delle parti, se ciò dovesse accadere ancora, Ti chiedo la cortesia di voler invitare la Tua assistita ad inoltrare senza indugio le segnalazioni direttamente al dott. De Donno o,meglio ancora, direttamente al comitato etico della rete, in modo da poter intervenire immediatamente sulle criticità emerse e prevenire eventuali motivi di insoddisfazione dei clienti”.

Come ho sempre fatto e continuo a fare, suggerisco alle persone che segnalavano problemi con Genio 21 di rivolgersi anche a loro per effettuare i propri reclami, ma comprendo bene che non tutte le persone che si sentono profondamente danneggiate ne hanno il coraggio. Non ho mai controllato che lo facessero o meno, proprio perché non è mio interesse quello di “distruggere qualcuno”, né sono “pagata da alcuno” per dare le informazioni che mi vengono richieste, attraverso la mia attività nel CeSAP.

Lavoro dignitosamente anche io e pago le tasse e per quanto Massimo De Donno possa ridere, sono ancora regolarmente iscritta all’Albo degli Psicologi, operando sempre con deontologia professionale. Dimostri il contrario se lo crede.

Nella sitografia della tesi compare un sito che assume una notevole importanza nella logica di questa ricerca. Il sito è  ilcasoarkeon.wordpress.com. Ovviamente si tratta di un blog anonimo che contiene opinioni non documentate sulla questione arkeon in piena sintonia con un atteggiamento diffamatorio e denigratorio dell’operato mio e del CeSAP. Ovviamente sottolineo l’assoluta non credibilità di un sito anonimo all’interno di qualsiasi ricerca scientifica che si rispetti, specie se essa viene discussa all’interno di una Università.

A meno che la candidata Ludovica Russo e il professore relatore Luca Poma possano garantire sull’autenticità del blog in questione, conoscendone i titolari e riconoscendo valide le prove documentali lì riportate.

Ora passerò a commentare il primo evento.

Luca Poma e i suoi libri denigratori contro la mia persona, scritti da autore sconosciuto

Audacter calumniare, semper aliquid haeret

Non conosco personalmente Luca Poma, salvo per qualche scambio di email nei primi anni di fuoco che hanno riguardato il caso Arkeon. Ricordo che intervenne in più forum con dei commenti contro il mondo degli antisette e che aveva dato vita ad un progetto di ricostruzione della verità di Arkeon attraverso una indagine giornalistica, paradossalmente intervistando, in barba all’etica professionale, solo le parti che accusavano il CeSAP, di metodi ‘criminali’. (http://radoani.ilcannocchiale.it/?TAG=arkeon). Le accuse provenienti da quelle prime indagini erano le medesime di oggi: la presunte incompetenza dei tecnici del CeSAP, la loro tendenza all’uso di metodologie aggressive, l’aspetto settario degli antisette. Le protagoniste del video intervistate erano persone che successivamente furono denunciate per una serie di azioni moleste e diffamatorie, di cui ho parlato in altri contesti.

In quel periodo vennero pubblicati diversi blog anonimi che analizzavano il mio curriculum, inserendo qui e là alcune prove documentali su cui costruire falsità e diffamazioni. Anche le virgole dei miei scritti furono analizzate.

Due di questi blog furon interamente riportati in due libri, che pensavo non esistessero, pur essendo ventilati su Amazon, e che invece Luca Poma ha fatto recapitare al mio amico. Uno dal titolo “Il curioso caso Lorita Tinelli” fenomenologia di una psicologa paragiornalista” e l’altro “Il caso Arkeon”

https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/41guDMMOFbL.jpg
https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/415mCScsx3L.jpg
https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51-ySNule2L.jpg
https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/41hyi94MXOL.jpg

Entrambi i libri sono firmati da un nome inesistente. E la quarta pagina di copertina indica le finalità e il progetto di entrambi: la battaglia di delegittimazione della sottoscritta e dell’operato del CeSAP. Ora che ne conosco l’esistenza so che fare.

Mi sorgono pertanto alcune domande:

Cosa ha spinto Luca Poma, giornalista iscritto all’albo  e docente presso la LUMSA ad inviare tali libri, scritti da autore inesistente e con tali obiettivi, al mio amico giornalista?

Cosa spinge Luca Poma a sostenere una tesi fondata su contenuti falsi e tendenziosi, palesemente ideologici e di parte, all’interno di una università come la LUMSA, riconosciuta per il rigore scientifico?

Cosa spinge Luca Poma ad abbracciare e sostenere l’aggressività palese di certe organizzazioni?

E giungiamo al secondo evento.

Luca Poma interpellato come consulente in una eventuale causa di Genio 21 contro di me. Almeno così avrebbe riferito la sua assistente al mio amico giornalista.

Il nemico del tuo nemico è mio amico (Proverbio Cinese)

Che Genio 21 mi minaccia di denunce da anni ormai è un dato di fatto. Così come racconta ai suoi affiliati di aver denunciato il dr. Miguel Perlato in Spagna, Massimo Giletti, i giornalisti di Patti Chiari, il dr. Alessandro Bartoletti (l’unico vero esperto in apprendimento che meriti il titolo a tutti gli effetti) e tutti coloro che hanno osato criticarlo. Non mi risulta che ad oggi sia arrivata a nessuno di noi qualche citazione né denuncia di alcun tipo.

Genio 21 ripete spesso a tutti gli iscritti questo mantra, parlando dei cattivoni che tentano di distruggere l’indefesso lavoro di tutto lo staff. E’ ormai opinione diffusa che la Tinelli è stata denunciata penalmente e citata civilmente da Genio 21 in primis. Poi anche gli altri, che però non fanno molto peso. Quindi un altro dato di fatto è che per quanto se ne dica, gli attacchi alla mia persona superano di gran lunga quelli degli altri critici che di fatto sono inesistenti. Ma raccontare pubblicamente una notizia non vera su denunce mai fatte, ha il significato di dimostrare ai propri affiliati un punto di forza. Nessuno ovviamente indagherà. E poi il tempo stempererà la notizia diffusa. Del resto sono tecniche di marketing. Il valore della parola dipende dalla utilità della stessa.

Ma anche qui sorge spontanea una domanda: è legittimo che un docente di una Facoltà Universitaria usi la stessa per elaborare una tesi mal costruita, per poi eventualmente utilizzarne i contenuti per una consulenza giudiziaria? Non si tratta di incompatibilità o di strumentalizzazione?

Al momento non mi è dato sapere se questa informazione sia vera o meno, ma sarà un altro argomento da discutere in altra sede. Vi terrò informati.

Il punto più interessante della tesi vidimata da Poma è il capitolo sulla Campagna Nera. Lo stato di assedio, il lavoro nell’ombra e tutto quanto è stato attribuito ai critici di Genio 21 è esattamente quello che ho vissuto io negli anni: blog anonimi con accuse infamanti, pedinamenti, tentativi di denigrazione presso le istituzioni… ed anche anonime minacce. Azioni cui sembrerebbe aver  partecipato anche Luca Poma, come da sue responsabilità nei confronti dell’accettazione di una tesi di laurea che manipola la storia  e la divulgazione di un paio di testi, scritti dallo stesso autore inesistente, e che costruiscono ombre di dubbio sulla mia persona. Perché come ben sa l’esperto di comunicazione, Luca Poma, per costruire una fake news bisogna saper presentare le informazioni e i dati in maniera che sembrino incontrovertibili, camuffati da verità. E’ la base per distruggere la credibilità del proprio nemico. Magari qualche volta è bene che certe elucubrazioni siano firmate anche da un nome, affinchè non risultino completamente inattendibili. Non importa se il nome corrisponda ad una persona inesistente. Può trattarsi di un Venanzio Malavasi, Pierluigi Belisario oppure di un Mario Casini qualunque. Purchè ci sia. Chi si chiederà se esistano o meno persone con quei nomi? Chi farà ricerca delle fonti? Chi controllerà che tali argomenti sono diffusi da una sola parte interessata alla questione e non tutti gli organi di informazione?

Luca Poma, docente presso la LUMSA, giornalista iscritto all’albo trova deontologico divulgare opere così costruite da un autore inesistente. Sono certa che nei giusti contesti, la risposta arriverà.

Ovviamente ho dato mandato ai miei legali di intervenire a tutela della mia persona per questi ennesimi attacchi. E la mia parola è sempre coerente, malgrado tutto.

Una valanga di querele … senza fondamento (Atto quarto)

 

A seguito dell’atto di citazione e della richiesta urgente di chiusura del sito del CeSAP, il fondatore di Arkeon, Vito Carlo Moccia, fa predisporre dai suoi legali un kit da denuncia contro la sottoscritta e i medesimi due fuorusciti di Arkeon,  che nell’aprile 2006 viene distribuito tra maestri, allievi e frequentatori di Arkeon. 

118 membri di Arkeon (così come rilevato successivamente dall’indagine della DIGOS), compilano la denuncia predisposta con i propri dati personali e la depositano presso tutte le Procure d’Italia.

 

Il testo della denuncia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALCUNE DELLE RISPOSTE DELLE PROCURE

 

La Procura di Monza

 

Richiesta di Archiviazione del PM, Dr VINCENZO FIORILLO

 

La risposta del GIP Dr.ssa Licina Petrella


 

 


Risultato: ARCHIVIAZIONE PER INFONDATEZZA DELLA NOTIZIA DI REATO

 


 

La Procura di Roma

 

Richiesta di archiviazione del PM,Dr. Fabio Santoni

 


 

 

La risposta del GIP Dr. Marcello Liotta

 

 

Risultato: ARCHIVIAZIONE PER INFONDATEZZA DELLA NOTIZIA DI REATO

 

 

 

La Procura di Ancona

 

1^ Sentenza del GUP Dr. Francesco Zagoreo

 

 

 

 

 

 

2^ Sentenza del GUP Dr.ssa  Paola Mureddu

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La Procura di Latina

 

Richiesta di Archiviazione del PM, Dr VINCENZO SAVERIANO

 

 

Risponde il GIP Dr.ssa TIZIANA COCCOLUTO

 

Esito: INSUSSISTENZA DELLA NOTIZIA DI REATO

 

 


La Procura di Bari

Nella Procura di Bari sono state archiviate altre denunce dai PM Dottori Giuseppe Scelsi e Francesco Bretone per gli stessi motivi, ovvero insussistenza del reato di diffamazione.

 

Nel frattempo è stato richiesto il rinvio a giudizio per ‘concorso in calunnia’ per coloro che ci hanno denunciato sapendoci innocenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Missione Possibile

Nell’anno 2003 per conto del CeSAP, ho elaborato il contenuto di un cd interattivo allegato al testo di Educazione alla Convivenza Civile, per le scuole medie inferiori, dal titolo  “Missione Possibile”, edito dalla Loffredo Editore. La struttura tecnica è stata realizzata da un collaboratore del CeSAP

.

Indagine conoscitiva sulla cultura dello sballo: ricerca

Incarico

 

 

Copertina

 

Dedica

 

Indice

 

Relazione di sintesi