Tutte le mattine del 27 gennaio 2006

 

A seguito di questa mia partecipazione alla trasmissione ‘Tutte le mattine’, mi accade la vicenda qui descritta

 

 

Associazione a delinquere, condannati i ‘guru’ della psicosetta

Raggirate centinaia di persone anche nelle zone di Ascoli e San Benedetto, convinte a partecipare a costosissimi seminari con la falsa promessa di guarire da gravi malattie

 

di Fabio Castori

Tribunale( foto Ansa)

Tribunale( foto Ansa)

Fermo, 17 luglio 2012 – Dal 1999 al 2008 avrebbero raggirato migliaia di persone nel Fermano, nel Sambenedettese, nell’Ascolano e in tutta Italia, convincendole a partecipare a costosissimi seminari con la falsa promessa di riuscire a guarire da malattie anche molto gravi, quali depressioni, tumori, Aids, infertilità.

Per questo motivo otto ‘maestri’ della psicosetta Arkeon, tra cui anche il capo, Vito Carlo Moccia, sono stati condannati ieri dal Tribunale di Bari per i reati di associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione medica. Le condanne vanno da un anno e otto mesi in su, per sette dei ‘maestri’, fino ad arrivare a due anni e otto mesi per Moccia, il leader della setta. Assolti invece la moglie del capo carismatico, Isa Calabrese, Antonio Turi e Grazia Bozzo.

I giudici hanno anche riconosciuto il danno recato all’ordine degli psicologi, che hanno chiesto un risarcimento di un milione di euro. Soddisfatta all’uscita dall’aula la psicologa Lorita Tinelli del Cesap, Centro studi abusi psicologici, che, insieme ad altri due fuoriusciti della setta, è stata l’artefice dell’indagine che ha portato alla sbarra i vertici di ‘Arkeon’.

“Il mio primo pensiero va al collega Carlo Fornisi che ha sempre combattuto al mio fianco e che nel febbraio del 2011 si è suicidato perché non ce la faceva più a sostenere le spese degli avvocati per difendersi dagli attacchi legali di Arkeon e perché non ha retto alle continue denigrazioni — dice —. Oggi sarebbe felice anche lui di questa sentenza. Ora però non bisogna abbassare la guardia perché sappiamo che ci sono ‘maestri’ di Arkeon che continuano la loro attività. Perciò se c’è qualcuno in grado di testimoniare abusi subiti di recente o di fornire notizie utili prima che i reati cadano in prescrizione, lo faccia al più presto”.
Soddisfazione anche da parte di Aldo Verdecchia, presidente dell’associazione ‘Giù le mani dai bambini’: «Avevo segnalato ufficialmente alle autorità l’attività di questa setta tra le province di Fermo e Ascoli, già più di dieci anni fa. Purtroppo non sono stato preso in considerazione subito e ora, dopo la sentenza di Bari, si capisce quanto fosse pericolosa. Ha rovinato un sacco di persone a Fermo, San Benedetto e nelle zone limitrofe, ma se si fosse agito prima forse i danni si sarebbero potuti limitare. Nel 2000, mi sono infiltrato personalmente nella setta e durante una riunione svoltasi nel Fermano ho potuto vedere con i miei occhi come manipolavano le vittime”.
di Fabio Castori

Fonte: IlrestodelCarlino

Senza fondamento anche la denuncia del fondatore di Arkeon (Atto quinto)

Nell’aprile 2006 Vito Carlo Moccia, dopo aver presentato un atto di citazione e una richiesta urgente di chiusura del sito del CeSAP, compila una identica denuncia a quella dei suoi allievi e maestri.

Segue la richiesta di archiviazione del PM Dr. Francesco Bretone

 

 

 

 

L’Avvocato di Vito Carlo Moccia deposita la sua memoria di opposizione alla richiesta di archiviazione:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Giudice per le Indagini Preliminari, Dott. Giovanni Abbattista risponde in questo modo, rigettando l’opposizione di Moccia:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si fa presente che allo stato attuale il signor Vito Carlo Moccia è imputato, presso il Tribunale di Bari, per vari reati tra cui quello di CALUNNIA.

Una valanga di querele … senza fondamento (Atto quarto)

 

A seguito dell’atto di citazione e della richiesta urgente di chiusura del sito del CeSAP, il fondatore di Arkeon, Vito Carlo Moccia, fa predisporre dai suoi legali un kit da denuncia contro la sottoscritta e i medesimi due fuorusciti di Arkeon,  che nell’aprile 2006 viene distribuito tra maestri, allievi e frequentatori di Arkeon. 

118 membri di Arkeon (così come rilevato successivamente dall’indagine della DIGOS), compilano la denuncia predisposta con i propri dati personali e la depositano presso tutte le Procure d’Italia.

 

Il testo della denuncia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALCUNE DELLE RISPOSTE DELLE PROCURE

 

La Procura di Monza

 

Richiesta di Archiviazione del PM, Dr VINCENZO FIORILLO

 

La risposta del GIP Dr.ssa Licina Petrella


 

 


Risultato: ARCHIVIAZIONE PER INFONDATEZZA DELLA NOTIZIA DI REATO

 


 

La Procura di Roma

 

Richiesta di archiviazione del PM,Dr. Fabio Santoni

 


 

 

La risposta del GIP Dr. Marcello Liotta

 

 

Risultato: ARCHIVIAZIONE PER INFONDATEZZA DELLA NOTIZIA DI REATO

 

 

 

La Procura di Ancona

 

1^ Sentenza del GUP Dr. Francesco Zagoreo

 

 

 

 

 

 

2^ Sentenza del GUP Dr.ssa  Paola Mureddu

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La Procura di Latina

 

Richiesta di Archiviazione del PM, Dr VINCENZO SAVERIANO

 

 

Risponde il GIP Dr.ssa TIZIANA COCCOLUTO

 

Esito: INSUSSISTENZA DELLA NOTIZIA DI REATO

 

 


La Procura di Bari

Nella Procura di Bari sono state archiviate altre denunce dai PM Dottori Giuseppe Scelsi e Francesco Bretone per gli stessi motivi, ovvero insussistenza del reato di diffamazione.

 

Nel frattempo è stato richiesto il rinvio a giudizio per ‘concorso in calunnia’ per coloro che ci hanno denunciato sapendoci innocenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Slitta ancora il processo alla psicosetta "Arkeon"

Gli adepti se la ridono: il giudice è malato così… Nel frattempo si apre l’inchiesta sul “maestro” della setta suicidatosi la scorsa settimana

Udienza rinviata ad Aprile perché “il Presidente del consiglio giudicante è malato”. Slittano ancora i tempi della giustizia sul  processo alla psico-setta Arkeon, i cui adepti sarebbero stati manipolati psicologicamente da fantomatici “maestri” col fine di estorcere denaro e favori di ogni genere. E chissà cosa racconteranno ora i giudici, alle vittime delle violenze psicologiche e morali – ma anche fisiche – lasciate sole dalle autorità a fronteggiare minacce e diffamazioni di ogni tipo da parte dei “fedelissimi” di Arkeon.  Questi ultimi, di certo, se la staranno ridendo per l’impunità di cui godono e per i tempi di un processo che, se continuerà a questo ritmo, rischia di cadere nell’abisso della prescrizione. E chissà che non abbiano già postato, sui loro blog sparsi per tutta la rete, frasi di giubilo e di scherno contro gli psicologi del CeSAP (Centro studi per gli Abusi Psicologici) e dei testimoni fuoriusciti della setta che si sono schierati a parte civile nel processo, illusi che la magistratura possa riportare la luce nelle loro vite ancora minacciate dall’ombra inquietante della setta. Ma non trapelano solo notizie scoraggianti dai palazzi di giustizia. Si è aperta in questi giorni un’inchiesta sul caso di Carlo Fornesi. Lo psicologo genovese, ex “maestro” di Arkeon, suicidatosi venerdì scorso nel suo studio nel capoluogo ligure. I suoi computer sono stati sequestrati dalla polizia che ha avviato le indagini sulla morte. E chissà che dai files che verranno esaminati non vengano fuori nuove verità. Fornesi era stato il primo a denunciare Arkeon e, insieme ad una ex discepola e alla psicologa Lorita Tinelli (parte civile nel processo nonché fondatrice del CeSAP), nei mesi scorsi aveva ricevuto oltre un centinaio di denunce da altrettanti membri della setta, più un atto di citazione con richiesta di oltre quattro milioni di euro di danni. Calunniato e diffamato nella rete informatica, dai blog creati da alcuni membri di Arkeon e dai suoi sostenitori, lasciato dalla moglie (anch’essa adepta di Arkeon) che era stata indotta a sposarlo durante la sua “militanza” nella setta, lo psicologo 43enne – che soffriva da un po’ di tempo di una forte depressione causata, pensano in molti, principalmente dal recente divorzio – non ha retto a tutto quanto decidendo di farla finita. Complice una giustizia troppo lenta, un teste chiave nel processo è morto e con lui finiscono nella tomba anche i segreti che avrebbero potuto fare luce sulle pressioni psicologiche e sul “lavaggio del cervello” che subiva chi entrava in contatto con Arkeon. Dopo la morte del Fornesi, sale la pressione sugli altri testi che si apprestano a parlare ai giudici. La paura più grande è che il processo cada in prescrizione, seconda solo alla paura di subire violenze di ogni tipo da parte delle centinaia di membri che ancora oggi continuano a minacciare di morte chiunque metta i bastoni tra gli ingranaggi della macchina trita-menti di Arkeon.  “Sono oggetto di continue minacce, anche di morte, da parte di alcuni adepti della setta – ha dichiarato la dottoressa Tinelli – voglio che sia fatta giustizia e che la macchina giudiziaria del nostro Paese non sia così lenta come sembra invece essere”. La lentezza delle procedure processuali, infatti, potrebbe portare alla prescrizione di alcuni dei reati imputati al fondatore della setta Carlo Moccia.  “Continuo la mia lotta contro un gruppo di persone che agisce in modo mafioso – ha continuato la psicologa – sotto continue minacce e denigrazioni, anche per mezzo di internet (sono molti i blog dei seguaci di Arkeon che gettano fango sulla psicologa nocese ndr), non esco più la sera, sono stata costretta a spostare la sede del mio studio in un luogo abitato e vivo ogni giorno con la paura di ritorsioni su di me e, soprattutto, sulla mia famiglia”.

Mirko Misceo

Denunciate! Denunciate!

Il 3 Novembre 2006 uno degli Avvocati che si occupava delle cause civili indette da Vito Carlo Moccia nei confronti dei soliti tre soggetti presi di mira, inviava al suo cliente la seguente email, che poi fu rintracciata dalla DIGOS durante le indagini e diventata materiale dei fascicoli processuali.

In tale email si evidenziano  diverse inesattezze.

Intendo qui soffermarmi su alcune di esse:

1) L’Avvocato informa il suo cliente di aver fatto richiesta al Giudice Michele Salvatore di trasmissione immediata del verbale di udienza alla Procura della Repubblica per il reato di calunnia, relativamente all’affermazione della sottoscritta di essere a conoscenza di alcuni suicidi avvenuti tra gli allievi dei maestri di Arkeon. In effetti tale trasmissione avvenne, soprattutto a seguito delle dichiarazioni  di uno dei teste che confermava le stesse notizie di cui io ero a conoscenza. I risultati di tale trasmissione furono che: a) le indagini rilevarono che le informazioni erano esatte; b) la sottoscritta non è mai stata nè indagata nè accusata nè condannata del reato calunnia in merito a tali affermazioni

2) L’Avvocato sostiene nella sua email che il ricorso cautelare, richiesto dal Moccia, finalizzato alla chiusura del sito del CeSAP era stato rigettato ESCLUSIVAMENTE per una tutela del principio della libertà di espressione e non per altro. Come invece si evince dalle motivazioni del rigetto, che ripropongo qui di seguito, il Giudice esprime un giudizio meritorio per l’attività dl CeSAP di tutela dalle false psicoterapie sostenendo che gli interessi che il CeSAP promuove …certamente meritevoli di tutela da parte dell’ordinamento giuridico … l’informazione resa è altamente meritoria in questo idonea a prevenire gli effetti di una impropria attività psicoterapeutica svolta da operatori privi di qualificazione professionale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TRIBUNALE BARI, LEGITTIMO AVVERTIRE SU ABUSI PSICOLOGICI RESPINTA RISCHIESTA ARKEON DI OSCURARE SITO CENTRO STUDI ABUSI
(ANSA) – BARI, 14 SET – ”E’ legittimo mettere in guardia dai possibili rischi che si corrono aderendo a gruppi in grado di condizionare la liberta’ di pensiero senza essere titolati ad effettuare attivita’ di psicoterapia: non solo non e’ reato, ma e’ anche un’attivita’ meritoria”. E’ quanto emerge, secondo la presidente del Centro studi abusi psicologici, Lorita Tinelli, da una ordinanza del Tribunale Civile di Bari del 5 settembre scorso, che ha rigettato il ricorso proposto in via d’urgenza da Vito Carlo Moccia e da alcune societa’ riconducibili al gruppo ‘Arkeon’, con sede legale a Bari, che aveva chiesto l’oscuramento del sito www.cesap.net gestito dal Centro.
Il procedimento cautelare – e’ detto in una nota del Cesap – si inserisce nell’ambito del giudizio civile promosso da Moccia, del gruppo ‘Arkeon’, e da alcune societa’ che ne fanno parte che si ritengono diffamati dalle dichiarazioni rese dal presidente del Cesap e da altri ospiti del talk-show di Maurizio Costanzo in alcune puntate di ‘Tutte le mattine’ trasmesse a febbraio.
Moccia ha chiesto un risarcimento di quattro milioni di euro.
Nel giudizio risultano convenuti a vario titolo anche Rti ed Emilio Fede, mentre il Codacons e’ intervenuto volontariamente a sostegno del Cesap. In un ‘forum’ del sito www.cesap.net – e’ detto nella nota – si possono leggere le dichiarazioni di alcuni fuoriusciti da ‘Arkeon’, del quale si stanno interessando sei procure della Repubblica italiane, che ammoniscono ‘state lontani’ dal gruppo e in cui si parla di ‘condizionamento delle persone’ e di ‘pressione psicologica’.
L’oscuramento del sito in via d’urgenza era stato chiesto dal gruppo Arkeon che riteneva lesive anche le opinioni espresse nel forum internet del Cesap. Il Tribunale civile di Bari – e’ detto ancora – ha rigettato la domanda cautelare accogliendo le eccezioni sollevate dalla difesa del Cesap, rappresentata dagli avvocati Francesco De Gennaro ed Alessandro Lanzi dello studio legale Traverso & Associati, e ribadendo il principio costituzionale della liberta’ di manifestazione del pensiero e della stampa. (ANSA).

 

 

E’ altresì importante notare come, nell’interesse del suo cliente, l’Avvocato nella sua email incoraggi a denunciare in massa, perchè la pressione di centinaia di denunce, avrebbe probabilmente evidenziato quante sono le persone contente di Arkeon contro le schifezze “propalate” dal CeSAP.

[Giusto per correttezza di informazioni, all’epoca dei fatti c’erano state solo due trasmissioni televisive in cui si era parlato di Arkeon: 1) Tutte le mattine; 2) Mi manda Rai 3. In entrambi i casi, non solo io non ho portato in TV nessuno, ma le persone intervenute a parlare di Arkeon erano diverse e non le stesse, come erroneamente affermato dall’Avvocato]

Manipolazione psicologica: reato possibile? Esperti a confronto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

http://www.assotutor.it/news/2006/06-12.html