Nuova intervista sulle sette e sui sostenitori delle stesse

Art. 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere

Genio 21, Massimo De Donno, Luca Poma e altre storie

Puoi ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo. Ma non puoi ingannare molte persone per molto tempo.
(Abraham Lincoln)

La verità riesce a imporsi solo nella misura che noi la imponiamo, la vittoria della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano (Bertolt Brecht, scrittore tedesco)

Non sentivo affatto l’esigenza di tornare a scrivere sulla tematica. Ne avrei fatto volentieri a meno. Non mi piace stare nel conflitto che per mestiere tendo sempre a risolvere, ma ieri sono accaduti alcuni gravi eventi che mi impongono di non soprassedere all’ulteriore azione molesta e volutamente denigratoria, che si inserisce all’interno di un percorso attivato dal 2007 e che tutt’oggi persone legate tra loro da amicizia o condivisione ideologica continuano a perpetrare a mio danno.

Primo evento: Un amico giornalista mi informa che il signor Luca Poma, giornalista e docente presso la LUMSA, gli ha fatto pervenire attraverso una giovane ragazza, alcuni libri, tra questi due che parlano espressamente di me e che mi descrivono in maniera distorta e diffamatoria, scritti da un personaggio inesistente, che risponde al nome di Pierluigi Belisario;

Secondo evento: La giovane ragazza, indicata come assistente di Luca Poma, di cui non conosco l’identità, informa il mio amico giornalista, non so a che titolo e perché, che esiste un una trattativa tra Luca Poma e l’azienda Genio 21, in cui quest’ultima chiede che egli effettui una consulenza sul mio conto, al fine rendere loro possibile denunciarmi

Terzo evento: vengo informata da alcuni miei collaboratori dell’esistenza di una tesi di laurea in cui vengono raccontati fatti che riguardano la mia attività e quella del CeSAP in relazione a Genio 21 secondo una narrazione artefatta, falsa, volutamente denigratoria. Essa è pubblica on line al seguente link del sito di Luca Poma e non dell’Università in cui è stata discussa https://archivio.lucapoma.info/comunicazione/comunicazione-crisi/tesi-di-laurea-come-la-gestione-proattiva-di-una-crisi-aziendale-puo-rafforzare-la-reputazione-il-caso-genio-in-21-giorni/

Partirò dal terzo evento, per ripristinare alcune verità, probabilmente scomode.

“Un modo sicuro di indurre la gente a credere a cose false è la frequente ripetizione, perché la familiarità non si distingue facilmente dalla verità.” (Daniel Kaheman)

Manipolare il passato e la storia, per alcune persone, rappresenta un mezzo che giustifica il fine, ovvero quello di imprimere agli eventi presenti e futuri una determinata direzione, più gradita. E nei mezzi utilizzati per questo c’è anche la costruzione di un ‘nemico esterno’, che serve a sviluppare maggiore coesione e appartenenza al gruppo.

La tesi, su cui seguiranno le mie riflessioni, ha il seguente titolo: “Come la gestione proattiva di una crisi aziendale può rafforzare la reputazione: il caso genio in 21 giorni”. Essa è stata discussa nell’aprile 2020 nel Corso di Laurea Magistrale in Marketing & Digital Communication, presso la LUMSA dalla candidata Ludovica Russo. Relatore: Prof. Luca Poma.

La tesi della neolaureata Russo si basa su alcuni costrutti molto chiari e condivisibili, ma usati in maniera pregiudizievole e strumentale, in quanto, posto un quadro teorico generale, si sono volutamente incastrati fatti manipolati e verità omesse, al fine di dimostrare la fallacia di un nemico immaginario. Il tutto, così orchestrato, è supportato da una strategia di comunicazione mirata.

Nulla di nuovo sotto il sole (Ecclesiaste 1,10)

La litanìa ‘documentata’ dalla tesi di laurea riporta argomentazioni già trite, ritrite e divulgate negli ultimi anni da blog anonimi, legati a gruppi settari e apologisti delle sette. Esse sono incentrate su accuse per cui i gruppi “antisette” vengono descritti come una setta (la setta antisetta, per l’appunto) che pullula di esperti incompetenti (in particolar modo la sottoscritta), che, a loro volta, pubblicano e divulgano fake news, attivando canali d’odio, approfittando dell’appiattimento culturale dell’attuale società.

Cercherò di analizzarne alcuni contenuti della tesi, opportunamente manipolati dagli attori, al fine di rendere trasparente la logica che ha animato candidata e relatore nella stesura di questa elaborazione discussa nella LUMSA.

A pag. 126 della tesi si legge testualmente: “La campagna di accuse contro il Genio in 21 giorni cominciò a Maggio 2010 quando nel forum della pagina web del gruppo Centro Studi Abusi Psicologi ONLUS, presunti esperti in sette e in manipolazione mentale, apparve un post che accusò il corso di essere una setta

L’affermazione comporta una serie di precisazioni importanti:

  1. Nel 2010 era attivo un forum, nel sito del CeSAP, (attualmente salvato nella nostra banca dati e non pubblico perché nel tempo era diventato un canale facilmente attaccato da Malware) in cui tutti potevano scrivere liberamente la propria esperienza abusante all’interno di relazioni o comunità. Il forum era moderato e garantiva l’applicazione dell’articolo 21 della Costituzione, nella tutela dei diritti di tutti. Pertanto, non vi è stata nessuna ‘campagna di accuse”, ma solo una raccolta di esperienze personali a riguardo. Iscriversi al forum era assolutamente semplice. Bastava aprire un account ed eventualmente entrare nella discussione per rispondere.  Genio in 21 giorni non è mai stato menzionato nel forum, non essendo a quell’epoca esistente. Il gruppo di cui si è parlato in quel periodo era Your Trainer, i cui membri in effetti sono gli stessi confluiti in Genio 21.
  2. L’affermazione “presunti esperti in sette e in manipolazione mentale” rappresenta già un pregiudizio di demerito, che descrive una realtà se applicato ad altri e una offesa se riferito a se. E’ bene pertanto sottolineare che i membri ordinari del CeSAP hanno formazione psicologica e giuridica dimostrabile e lunga e attinente esperienza e competenza nel campo della manipolazione, comprovata da attività svolte in tutte le Istituzioni, contrariamente a quella che può avere un laureato in Veterinaria nel campo dell’apprendimento, di cui però viene descritto come il massimo esperto. E’ qui evidente l’uso mirato della comunicazione volta a usare parole di peso etico differente quando si parla di ‘nemici’ e di ‘amici’.

Sempre a pag. 126 si legge un’altra perla: “L’azienda tentò di contattare il forum per chiarire ogni dubbio posto nei suoi riguardi, ma non ottenne nessuna risposta. Nel frattempo le accuse aumentarono, quindi venne contattata la psicologa che all’epoca era presidente e responsabile del Centro. Nonostante la psicologa non avesse ricevuto alcuna lamentela fondata su cui basare le critiche, le venne consentito l’accesso totale alla documentazione e al materiale disponibile in azienda e fu invitata a partecipare personalmente al corso e a conoscere il team di insegnanti. Inoltre, vista l’entità delle accuse, l’azienda chiese alla medesima psicologa una consulenza professionale remunerata per analizzare e correggere i problemi eventualmente riscontrati. Nonostante Genio Net si mise a totale disposizione per confutare i dubbi posti nei suoi riguardi, la dottoressa non volle verificare personalmente la buona fede del corso”.

Cercherò di porre chiarezza anche in questo ginepraio di inesattezze.

  1. Dopo qualche mese che diversa gente raccontava la propria esperienza con l’azienda Your Trainer e NON Genio 21, la sottoscritta ricevette una lettera di simil diffida da due giovani rappresentanti della stessa società (YT) [uno dei due era un commercialista e l’altro men che meno formato in ambito psicologico, giusto per sottolineare titoli e competenze specifiche rispetto all’argomento apprendimento di cui ci si fa portatori!]. Nello scambio epistolare, che posseggo, ho invitato gli stessi ad intervenire nel forum e interagire personalmente con chi si lamentava. Essi scrissero un paio di post nello stesso forum, in cui proposero più un slogan aziendali che vere risposte efficaci. Nessuno si sentì ascoltato e così terminò l’interazione.
  2. Falsa è l’affermazione che la psicologa citata, ovvero io, non ricevette alcuna lamentela fondata. Il forum è ancora presente nella banca dati e posso renderlo attivo in qualsiasi momento a dimostrazione di quanto affermo
  3. Non mi è stata mai fatta una proposta di consulenza remunerata da parte di Genio 21 né di Your Trainer, che avrei comunque rifiutato per incompatibilità con la funzione da me ricoperta nel CeSAP in quel momento ed anche per forte conflitto morale per l’incongruenza dei fatti narrati dall’azienda e i vissuti così particolareggiati con sofferenze e danni psicologici evidenti degli utenti scontenti. Non ho mai venduto la mia professionalità a patto di ingoiare cose a cui non credevo e non sono per nulla ricattabile. Questo è il vero dramma per alcuni.
  4. Sul gioco linguistico “la dottoressa non volle verificare personalmente la buona fede del corso” mi parte spontaneamente un sorriso. La frase evidenzia l’aspettativa di un imprimatur positivo da parte mia e del CeSAP, e, probabilmente mette in risalto un atteggiamento poco maturo nei confronti della critica.

A pag. 127 leggo: “… la dottoressa non volle verificare … e, mediante l’associazione di clienti European Consumers, riuscì ad ottenere il 14 luglio 2010 un’interpellanza parlamentare contro Your Trainers Group & High Consulting. La risposta fu che qualora la società avesse commesso delle infrazioni, il sistema legale italiano sarebbe stato dotato degli strumenti idonei a perseguirle, previa la denuncia formale; ma nessuno ha mai denunciato il corso Genio in 21 Giorni, né le presunte vittime né  European Consumers e tanto meno la psicologa che accusava il corso di essere una “setta”.

  1. La dottoressa, cioè io, non ha ottenuto alcuna interpellanza per il tramite di nessuno. Tale affermazione è assolutamente inveritiera, ma di sicuro fa parte di un processo paranoideo di pensiero, che ormai la stessa corrente di miei molestatori ha reso noto nel corso degli ultimi 12 anni. Io sarei, a detta loro, macchinatrice di ogni azione a loro danno e presente in ogni dove. Per mia fortuna la realtà è completamente differente. Personalmente non so neppure chi abbia sollecitato l’interpellanza e se lo avessi fatto io, probabilmente avrei scelto un altro relatore politico a rappresentare le mie istanze.
  2. E’ risaputo da tutti che il reato di manipolazione mentale non esiste in Italia, men che meno quello di setta. Per cui, malgrado le buone intenzioni di tutti, possiamo solo discutere delle manipolazioni subite o non effettuate in attesa di qualche cambiamento più sostanzioso, che possa tutelare le vittime da qualsiasi tipo di influenza illecita.

Sempre da pag 127: “Inoltre, secondo alcune fonti, non era la prima volta che il Centro in questione agiva in questo modo, anche in passato aveva usato delle metodologie di accusa analoghe, obbligando molte organizzazioni a chiudere la propria attività, nonostante le accuse nei loro confronti fossero completamente false e infondate”.

Una frase così generica, che si basa sul sentito dire senza riportare le fonti, risultando diffamatoria, farebbe rabbrividire qualsiasi Istituto Universitario che dovrebbe piuttosto implementare lo studio scientifico e la pubblicazione di materiale corretto e onesto scientificamente.  

Il “Centro in questione”, ovvero il CeSAP non ha mai usato “metodologie (quali?) analoghe, obbligando molte organizzazioni a chiudere la propria attività”. Sarebbero graditi nomi e cognomi, fatti contestualizzati e sentenze di assoluta innocenza a conferma di tale frase, altrimenti si tratta di diffamazione.

Passiamo a pag. 2018 e leggiamo quanto segue: “Tra il 2015 e il 2017 il Centro Studi Abusi Psicologici ONLUS e la sua responsabile Lorita Tinelli divulgarono ai mezzi di comunicazione di massa una serie di informazioni denigratorie, che associavano il corso “Genio in 21 Giorni” ad una “setta”. Fu così che i mass media, veicolarono, a loro volta, queste notizie all’opinione pubblica”.

E’ bene ricordare che il CeSAP e la sottoscritta sono spesse volte interpellati dai media per offrire pareri su argomenti attinenti le dinamiche di abuso psicologico e manipolazione mentale, per cui abbiamo esperienza e competenza,. Le domande vengono poste da giornalisti che liberamente scrivono il proprio pezzo, spesso riducendo al minimo l’intero intervento dell’esperto. Tuttavia il concetto che passa attraverso la dichiarazione sopra riportata è che il CeSAP e la sottoscritta abbiano avviato una campagna nera di denigrazione, sistematica, cosa che nella realtà non è avvenuta e che non può essere dimostrata in alcun modo dalla tesista o dal suo docente relatore. Pertanto l’affermazione non è stata tarata su parametri dell’onestà intellettuale e di attinenza con la realtà, risultando goffamente offensiva e diffamatoria.

L’unico giornale che ha trattato l’argomento fu il Corriere della Sera del 13 luglio 2017, che, correttamente dette la possibilità del contraddittorio, offrendo all’azienda Genio la possibilità di dire la sua, in pieno dibattito democratico.

A pag 130 si legge: “Tuttavia è importante ricordare che da decenni alcuni importanti esponenti del mondo accademico hanno sfatato il mito dell’esistenza di una forma di manipolazione mentale … L’American Psychological Association (APA) è una delle organizzazioni professionali che si è espressa su questa tematica, sostenendo una posizione contraria a quella delle teorie dei “movimenti antisette” e di alcuni psichiatri. Nel 1987 l’associazione pubblicò un documento in cui affermò che le teorie della manipolazione mentale e del lavaggio del cervello, applicate a nuovi movimenti religiosi, non dovevano essere presentate in alcun modo come scientifiche”.

Tali affermazioni, utilizzate strumentalmente e in maniera poco approfondita, meriterebbero un lungo trattato. Per quanto riguarda le affermazioni sull’APA rimando al seguente link per un approfondimento: http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/apa.htm e al libro di Luigi Corvaglia, NO GURU, edito dalla C1Veditori per la questione del dibattito sulla manipolazione mentale e sui suoi negazionisti. Probabilmente il testo va consigliato ai prossimi studenti, da parte di un docente che realmente vuole stimolare verso una ricerca non dogmatica e pregiudizievole.

A pag 138 si legge: “Il “settarismo globale” è la strategia usata abitualmente dall’associazione dove si formò Miguel Perlado, dal “Centro studi abusi psicologici ONLUS” e, in generale, dalla maggioranza dei gruppi “antisette”.

  1. Affermare che il CeSAP veda sette ovunque è una asseverazione che va dimostrata, altrimenti resta diffamatoria come le altre
  2. Saremmo stati molto onorati se Miguel Perlado si fosse formato da noi, la verità è che il Dr. Perlado, Psicologo, Psicoterapeuta è uno sei massimi esperti di sette in Spagna, dove lavora come exit counselor dal 1998 e da dove gestisce il sito. EducaSectas. E’ evidente come, in un gioco linguistico, si tende ad insinuare una realtà che non esiste e che riporta alla paranoia del solito nemico autore di tutti i mali, ovvero il CeSAP. Vero è che il Dr. Perlado in maniera autonoma ed analizzando i casi che ha seguito personalmente, ha elaborato due articoli che sono stati tradotti dalla sottoscritta perché ritenuti veritieri e confermati da altrettanti racconti raccolti dalla stessa in Italia. I due articoli in Italiano sono i seguenti: http://www.loritatinelli.it/2018/03/02/il-corso-genio21-e-larte-di-manipolare-le-emozioni/ e http://www.loritatinelli.it/2019/01/31/migliora-la-memoria-o-raggiungi-la-tranquillita/ Ad oggi non mi sembra di aver letto da parte di Genio 21 alcun commento a riguardo o confutazione degli stessi, ma posso affermare di aver solo rilevato attacchi personali a me indirizzati attraverso ogni forma, tra cui il tentativo di accreditamento da parte degli apologisti delle sette con conseguente condivisione della guerra ad personam.

A p. 144 e 149 leggo alcune affermazioni di Massimo De Donno, laureato in Medicina Veterinaria, secondo sue dichiarazioni e definito come il ‘massimo esperto di apprendimento in Europa” (bontà sua), nonché CEO di Genio 21.

Poi apri [rif. Genio21] un numero verde per intercettare gli “scontenti” e scopri che sono 3 persone in sei mesi, su migliaia di corsisti, e allora hai la conferma che c’è chi è pagato per distruggere, o perlomeno ha intenzioni esplicitamente distruttive, e non costruittive

Se penso che una delle fonti di questi pavidi attacchi era una sedicente esperta, psicologa, mi vien da ridere: persone che andrebbero radiate dall’Albo, in quanto disponibili a danneggiare psicologicamente dei giovani, scientemente, pur di raggiungere i propri biechi obiettivi di delegittimazione di un’azienda che è autorizzata a fare il proprio lavoro, da lavoro, paga le tasse

Da queste affermazioni rilevo che il riferimento è alla sottoscritta. Massimo De Donno attribuisce a me l’azione di essere “pagata per distruggere”, di essere “persona disponibile a danneggiare psicologicamente dei giovani, scientemente, pur di raggiungere i propri biechi obiettivi” e che merito di essere “radiata dall’albo”.

La Suprema Corte, in tema di diffamazione (Corte di Cassazione, sez. III Civile, ordinanza 12 settembre – 26 ottobre 2017, n. 25420), ha ribadito che è reato parlar male di una persona, in sua assenza pur non facendone il nome. Per il reato basta che la vittima sia identificabile. E qui il riferimento è piuttosto chiaro.

Tuttavia è bene precisare che in un incontro vis a vis, il 17 ottobre 2018, presso lo studio legale dell’Avvocata Montanaro, in Crispiano, l’atteggiamento di Massimo De Donno nei miei confronti era esattamente diverso.

La verità è che in quella occasione, ho ritenuto di convocare uno dei suoi tutor leccese, tal Salvatore De Tommaso (docente di apprendimento senza laurea), in quanto infastidita dal suo atteggiamento diffamatorio nei miei confronti. Il signor De Tommaso rispondeva abitualmente alle perplessità dei genitori di ragazzi che frequentavano i corsi divulgando loro blog anonimi denigratori della mia persona, nel tentativo di indurre a non leggere gli articoli critici da me postati né a contattarmi, in quanto persona inaffidabile e incompetente. Numerose sono le testimonianze in questo senso che potrei citare e che mi riservo di portare nelle sedi più opportune. Lo stesso Salvatore De Tommaso mi offendeva direttamente e in maniera arrogante, all’interno di una conversazione privata su messenger, e mi accusava di aver indotto le loro fidanzate all’esaurimento nervoso.

Il mio invito fu accettato da Salvatore (detto Salvo) che mi chiese il permesso di essere accompagnato da un amico. Nessun problema. Si presentarono in studio lui, Massimo De Donno e l’avv. Massimo Baja Picit, anch’egli parte di Genio 21. La conversazione avvenne alla presenza anche di un amico giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, come testimone terzo.

Durante il colloquio, della durata di tre ore, Massimo De Donno e Salvatore De Tommaso, sentite le mie ragioni, mi rappresentarono il loro più sentito dispiacere per avermi offesa, chiedendomi più volte scusa. In quella occasione, il leone da tastiera Salvatore De Tommaso sedeva alla mia sinistra, con la testa bassa e rosso in volto. Le uniche parole che riusciva a dire erano di scuse. Ovviamente non sincere, perché ho ricevuto anche successivamente sue offese per mezzo di messenger. Le conversazioni da me stampate e sono a disposizione di chi volesse leggerle.

In ogni caso in una email, trasmessa il 3 dicembre 2018 dall’avvocato Baja Picit all’avvocato Annalisa Montanaro scrivevano: “Il dott. De Donno mi ha manifestato la propria sincera soddisfazione per la riuscita di un confronto sereno ed edificante con la dott.ssa Tinelli nella consapevolezza che lo scambio di idee e di vedute ha sicuramente portato ad una reciproca apertura e ad una piena chiarezza sui servizi di formazione erogati da Genio Net e delle modalità operative della stessa. Il mio assistito, successivamente all’incontro, ha così riunito gli istruttori della rete per condividere con loro le considerazioni di carattere operativo e gli spunti di riflessione ivi emersi. Ne è risultato che l’azienda continuerà ad operare nell’ottica di una sempre più scrupolosa attenzione alle esigenze manifestate dai corsisti.

In tal senso, avendo la dott.ssa Tinelli segnalato che in passato alcuni utenti insoddisfatti dei corsi“Genio” si sono rivolti a lei per doglianze di varia natura, stante il mutuo riconoscimento della reciproca serietà professionale delle parti, se ciò dovesse accadere ancora, Ti chiedo la cortesia di voler invitare la Tua assistita ad inoltrare senza indugio le segnalazioni direttamente al dott. De Donno o,meglio ancora, direttamente al comitato etico della rete, in modo da poter intervenire immediatamente sulle criticità emerse e prevenire eventuali motivi di insoddisfazione dei clienti”.

Come ho sempre fatto e continuo a fare, suggerisco alle persone che segnalavano problemi con Genio 21 di rivolgersi anche a loro per effettuare i propri reclami, ma comprendo bene che non tutte le persone che si sentono profondamente danneggiate ne hanno il coraggio. Non ho mai controllato che lo facessero o meno, proprio perché non è mio interesse quello di “distruggere qualcuno”, né sono “pagata da alcuno” per dare le informazioni che mi vengono richieste, attraverso la mia attività nel CeSAP.

Lavoro dignitosamente anche io e pago le tasse e per quanto Massimo De Donno possa ridere, sono ancora regolarmente iscritta all’Albo degli Psicologi, operando sempre con deontologia professionale. Dimostri il contrario se lo crede.

Nella sitografia della tesi compare un sito che assume una notevole importanza nella logica di questa ricerca. Il sito è  ilcasoarkeon.wordpress.com. Ovviamente si tratta di un blog anonimo che contiene opinioni non documentate sulla questione arkeon in piena sintonia con un atteggiamento diffamatorio e denigratorio dell’operato mio e del CeSAP. Ovviamente sottolineo l’assoluta non credibilità di un sito anonimo all’interno di qualsiasi ricerca scientifica che si rispetti, specie se essa viene discussa all’interno di una Università.

A meno che la candidata Ludovica Russo e il professore relatore Luca Poma possano garantire sull’autenticità del blog in questione, conoscendone i titolari e riconoscendo valide le prove documentali lì riportate.

Ora passerò a commentare il primo evento.

Luca Poma e i suoi libri denigratori contro la mia persona, scritti da autore sconosciuto

Audacter calumniare, semper aliquid haeret

Non conosco personalmente Luca Poma, salvo per qualche scambio di email nei primi anni di fuoco che hanno riguardato il caso Arkeon. Ricordo che intervenne in più forum con dei commenti contro il mondo degli antisette e che aveva dato vita ad un progetto di ricostruzione della verità di Arkeon attraverso una indagine giornalistica, paradossalmente intervistando, in barba all’etica professionale, solo le parti che accusavano il CeSAP, di metodi ‘criminali’. (http://radoani.ilcannocchiale.it/?TAG=arkeon). Le accuse provenienti da quelle prime indagini erano le medesime di oggi: la presunte incompetenza dei tecnici del CeSAP, la loro tendenza all’uso di metodologie aggressive, l’aspetto settario degli antisette. Le protagoniste del video intervistate erano persone che successivamente furono denunciate per una serie di azioni moleste e diffamatorie, di cui ho parlato in altri contesti.

In quel periodo vennero pubblicati diversi blog anonimi che analizzavano il mio curriculum, inserendo qui e là alcune prove documentali su cui costruire falsità e diffamazioni. Anche le virgole dei miei scritti furono analizzate.

Due di questi blog furon interamente riportati in due libri, che pensavo non esistessero, pur essendo ventilati su Amazon, e che invece Luca Poma ha fatto recapitare al mio amico. Uno dal titolo “Il curioso caso Lorita Tinelli” fenomenologia di una psicologa paragiornalista” e l’altro “Il caso Arkeon”

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Entrambi i libri sono firmati da un nome inesistente. E la quarta pagina di copertina indica le finalità e il progetto di entrambi: la battaglia di delegittimazione della sottoscritta e dell’operato del CeSAP. Ora che ne conosco l’esistenza so che fare.

Mi sorgono pertanto alcune domande:

Cosa ha spinto Luca Poma, giornalista iscritto all’albo  e docente presso la LUMSA ad inviare tali libri, scritti da autore inesistente e con tali obiettivi, al mio amico giornalista?

Cosa spinge Luca Poma a sostenere una tesi fondata su contenuti falsi e tendenziosi, palesemente ideologici e di parte, all’interno di una università come la LUMSA, riconosciuta per il rigore scientifico?

Cosa spinge Luca Poma ad abbracciare e sostenere l’aggressività palese di certe organizzazioni?

E giungiamo al secondo evento.

Luca Poma interpellato come consulente in una eventuale causa di Genio 21 contro di me. Almeno così avrebbe riferito la sua assistente al mio amico giornalista.

Il nemico del tuo nemico è mio amico (Proverbio Cinese)

Che Genio 21 mi minaccia di denunce da anni ormai è un dato di fatto. Così come racconta ai suoi affiliati di aver denunciato il dr. Miguel Perlato in Spagna, Massimo Giletti, i giornalisti di Patti Chiari, il dr. Alessandro Bartoletti (l’unico vero esperto in apprendimento che meriti il titolo a tutti gli effetti) e tutti coloro che hanno osato criticarlo. Non mi risulta che ad oggi sia arrivata a nessuno di noi qualche citazione né denuncia di alcun tipo.

Genio 21 ripete spesso a tutti gli iscritti questo mantra, parlando dei cattivoni che tentano di distruggere l’indefesso lavoro di tutto lo staff. E’ ormai opinione diffusa che la Tinelli è stata denunciata penalmente e citata civilmente da Genio 21 in primis. Poi anche gli altri, che però non fanno molto peso. Quindi un altro dato di fatto è che per quanto se ne dica, gli attacchi alla mia persona superano di gran lunga quelli degli altri critici che di fatto sono inesistenti. Ma raccontare pubblicamente una notizia non vera su denunce mai fatte, ha il significato di dimostrare ai propri affiliati un punto di forza. Nessuno ovviamente indagherà. E poi il tempo stempererà la notizia diffusa. Del resto sono tecniche di marketing. Il valore della parola dipende dalla utilità della stessa.

Ma anche qui sorge spontanea una domanda: è legittimo che un docente di una Facoltà Universitaria usi la stessa per elaborare una tesi mal costruita, per poi eventualmente utilizzarne i contenuti per una consulenza giudiziaria? Non si tratta di incompatibilità o di strumentalizzazione?

Al momento non mi è dato sapere se questa informazione sia vera o meno, ma sarà un altro argomento da discutere in altra sede. Vi terrò informati.

Il punto più interessante della tesi vidimata da Poma è il capitolo sulla Campagna Nera. Lo stato di assedio, il lavoro nell’ombra e tutto quanto è stato attribuito ai critici di Genio 21 è esattamente quello che ho vissuto io negli anni: blog anonimi con accuse infamanti, pedinamenti, tentativi di denigrazione presso le istituzioni… ed anche anonime minacce. Azioni cui sembrerebbe aver  partecipato anche Luca Poma, come da sue responsabilità nei confronti dell’accettazione di una tesi di laurea che manipola la storia  e la divulgazione di un paio di testi, scritti dallo stesso autore inesistente, e che costruiscono ombre di dubbio sulla mia persona. Perché come ben sa l’esperto di comunicazione, Luca Poma, per costruire una fake news bisogna saper presentare le informazioni e i dati in maniera che sembrino incontrovertibili, camuffati da verità. E’ la base per distruggere la credibilità del proprio nemico. Magari qualche volta è bene che certe elucubrazioni siano firmate anche da un nome, affinchè non risultino completamente inattendibili. Non importa se il nome corrisponda ad una persona inesistente. Può trattarsi di un Venanzio Malavasi, Pierluigi Belisario oppure di un Mario Casini qualunque. Purchè ci sia. Chi si chiederà se esistano o meno persone con quei nomi? Chi farà ricerca delle fonti? Chi controllerà che tali argomenti sono diffusi da una sola parte interessata alla questione e non tutti gli organi di informazione?

Luca Poma, docente presso la LUMSA, giornalista iscritto all’albo trova deontologico divulgare opere così costruite da un autore inesistente. Sono certa che nei giusti contesti, la risposta arriverà.

Ovviamente ho dato mandato ai miei legali di intervenire a tutela della mia persona per questi ennesimi attacchi. E la mia parola è sempre coerente, malgrado tutto.

Quando la manipolazione diventa instrumentum fidei

Non praticano l’occultismo o la cartomanzia ma i loro metodi sono spesso analoghi a quelli delle sette esoteriche; sono i nuovi movimenti religiosi che, con la complicità delle istituzioni “laiche”, perpetrano abusi psicologici e talvolta anche fisici sugli adepti.

di Emanuela Provera

 

Si tratta di una lucida e documentata analisi della giornalista e scrittrice Emanuela Provera, su come si muovono le sette e sul ruolo degli apologisti. Ma si parla anche del Convegno organizzato dal CeSAP il 10 Maggio scorso a Torino

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L’Ordine degli Psicologi Puglia premia il CeSAP con contributo del processo Arkeon

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di oggi

Ieri è stata una giornata importante. L’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia simbolicamente ha voluto rappresentare la propria stima e vicinanza al lavoro svolto da me sul caso Arkeon e in generale su quanto fa il CeSAP. Ci siamo ripromessi di incontrarci ancora per stabilire i termini di un protocollo di intesa per lottare insieme contro l’abuso della professione e le varie cialtronerie. Grande risultato!

 

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L’attività che meglio unisce apologisti e sette: il fair game contro i critici

Durante gli anni dell’indagine e del processo Arkeon un gruppo di membri dello stesso e talune apologiste delle sette iniziarono una guerra senza esclusioni di colpi contro la mia persona. Una sedicente “ricercatrice” aprì con vari suoi nickname (si sa che in questi casi il numero fa la forza e avere più di una identità serve) dei gruppi Google di discussione, dove ancora oggi sostiene che si facesse una critica legittima del mio operato, mentre in realtà il tenore dei messaggi era del tipo che seguono questo post. Tre sostenitrici di questo attacco alla persona mi segnalarono senza risultato all’ordine degli psicologi, annoverando tra i miei presunti peccati quello di aver condiviso col direttivo del CeSAP dei casi di abuso da parte di Arkeon prima di denunciarli all’autorità (in sostanza mi chiedevano un comportamento omertoso e contrario al mio codice deontologico), ma anche un refuso e qualche virgola mal riposta (la mia maestra delle elementari ci sarebbe passata sopra, ma si sa che se uno ti odia interpreta anche il tuo respiro come una brutta azione da punire). Due di queste persone furono anche teste a discarico nel processo di Vito Carlo Moccia, manifestando, durante il loro interrogatorio, chiaramente da che parte erano. Questo “fairgame” oggi concretizzato ancora col nome di Mario Casini ha avuto l’obiettivo anche di delegittimarmi presso il mio Ordine, con subsole e pretenziose email che speravano di distruggere la mia reputazione e insinuare dubbi sulla mia professionalità.

A tutti questi personaggi della commedia tragicomica io dedico la giornata di domani, 21 dicembre 2018.

A Silvana, Raffaella, Simonetta, Pietro, Vito, …  e tutti quelli come loro e con loro, i mario casini derivati e i soggetti mascherati che in questi anni si sono mostrati per quel poco che sono (Tra l’altro tutti grandi amici ad oggi, perchè condividono lo stesso obiettivo e lo stesso nemico).

Giornata, domani, in cui il mio Ordine, nel riconoscere il mio impegno, la mia integrità professionale e il lavoro fatto col caso Arkeon e non solo, consegnerà al CeSAP, associazione da me fondata, una cifra simbolica del denaro ricevuto in quanto parte civile del processo Arkeon.

Beh che dire? Io sono ancora qua … eh già!

Lorita Tinelli non ha mai stalkizzato Silvana Radoani. Archiviazione della denuncia

E finalmente oggi è stato messo un punto decisivo (speriamo) all’annoso tentativo da parte di Silvana Radoani di affibbiarmi addosso illeicità di ogni genere, tra cui quella di averla stalkizzata giuridicamente, cosa che davvero offende la mia dignità e reputazione, visto che mi occupo da anni di questo reato realmente agito sulle vittime, quelle vere. Una fantasiosa persecuzione che altri, anonimi e non, supportati da lei o non, hanno diffuso per anni a mio danno.

Un Giudice di Bari ha rigettato la sua opposizione alla già richiesta di archiviazione di un PM. Opposizione che è stata inoltrata quando, poco più di un anno fa, avevo proposto una remissione di querela alle parti, rimettendo anche le mie. Decisione presa, non perchè avessi dimenticato le ingiurie e le offese ricevute in maniera continuativa, per anni, ma perchè ho raggiunto la consapevolezza che la mia vita merita di più e che non prevede più la presenza di persone che hanno valori e che adottano metodi che distano anni luce dal mio mondo.

Dopo alcune pec interlocutorie con avvocati di controparte, che facevano intravedere l’accettazione della proposta di accordo di risoluzione bonaria da parte mia e del CeSAP, al mio rimettere le querele è continuata l’azione molesta e conflittuale da una unica parte. Azione che in questo caso ha portato alla sentenza che segue.

Dunque, in sintesi io non ho mai stalkizzato Silvana Radoani nè l’ho mai calunniata. Anzi, ho esercitato i miei diritti, difendendo l’onorabilità mia e del CeSAP da SUE azioni non lecite e questo a prescindere dagli esiti.

Spero a questo punto che le cose terminino qui e che chi ha sbagliato abbia la correttezza di rimediare ai danni fatti e che smetta di perpetrare con degli scritti infondati una palese, a questo punto, calunnia a mio danno (Il reato di calunnia, disciplinato dall’art. 368 c.p., si concretizza laddove un soggetto incolpi di un reato una persona di cui conosce l’innocenza, o simuli a carico di quest’ultima le tracce di un reato).

Lorita Tinelli (CeSAP): “Io minacciata continuamente dalle sette, l’obiettivo è screditarmi”

Ieri ne parlava Luigi Corvaglia su Il Fatto Quotidiano, evidenziando la difficoltà di chi si occupa del fenomeno settario. Specialmente quando compi attività che suppliscono quelle di uno Stato ancora dormiente. Molte sono le cose che ho dimenticato di aggiungere in questa intervista, tipo le telefonate anonime notturne, la minaccia di essere schiacciata come un chicco di riso da chi, per giuste restrizioni giudiziarie, ha visto sfumare le proprie possibilità di guadagno a discapito della gente e ne dà a me la colpa, professionisti collusi che organizzano vere e proprie campagne vendicative, le mie foto ritoccate e riempite di parolacce … e molto altro ancora che di sicuro non aggiungerebbe nulla al quadro descritto già piuttosto chiaro. Ogni giorno però ringrazio chi continua a starmi vicino, chi non mi fa mancare una parola di incoraggiamento, chi mi da voce con coraggio attraverso una intervista o una citazione di un libro … perchè sono queste le persone che mi permettono di trovare ogni momento l’equilibrio e la forza necessari per portare avanti la mia vita e per aiutare chi ne ha bisogno. Ma anche di continuare a far conoscere una realtà di cui ci si deve occupare con maggiore determinazione anche da parte delle Istituzioni. L. T.

 

 

 

 

 

Lorita Tinelli (CeSAP): “Io minacciata continuamente dalle sette, l’obiettivo è screditarmi”

NOCI – Intimidazioni, profili fake sui social network, minacce, querele temerarie, lettere minatorie, fotografie ritraenti scene di vita privata. È la situazione che sta vivendo da più di un decennio Lorita Tinelli, psicologa co-fondatrice e attuale presidente del CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici). Le minacce e le intimidazioni si sono intensificate dopo la conclusione, l’anno scorso, del processo Arkeon che vede il suo maggior imputato condannato in via definitiva.

Dottoressa Tinelli partiamo dall’inizio. Come e quando ha iniziato a seguire le sette in Italia e quando ha fondato il CeSAP?

«Il 1 giugno del 1999 assieme ad un collega psicologo e altre persone interessate al fenomeno dell’abuso psicologico abbiamo fondato il CeSAP, un’associazione ONLUS che ben presto si è distinta a livello nazionale come punto di riferimento per vittime di abusi in sistemi totalitari e per le forze dell’ordine che indagano su tali organizzazioni. Ma anche per i media che spesso attingono dalle nostre informazioni per programmi di inchiesta sul fenomeno settario. Negli anni abbiamo seguito diverse tesi di laurea e abbiamo formato tanti tirocinanti convenzionandoci con alcune università, tra cui Padova, Chieti e Bari. Abbiamo inoltre pubblicato e tradotto diversi articoli, apportando contributi scientifici e informativi su argomenti ancora tanto poco conosciuti in Italia. Nel frattempo il CeSAP è diventato parte di una federazione europea di studiosi del settarismo, la FECRIS, assieme ad un’altra associazione italiana, la FAVIS, che raccoglie le famiglie delle vittime delle sette. Da qualche anno la nostra associazione è parte del direttivo della FECRIS ed è rappresentata, tramite l’attuale presidente, nel comitato scientifico. Anche il CeSAP ha un suo comitato scientifico costituito da esperti di caratura nazionale ed internazionale».

Quando sono iniziate le persecuzioni a suo carico e in che modo si palesano?

«Le attività moleste e intimidatorie sono iniziate quando ho reso la mia collaborazione alla DIGOS di Bari, nel 2005/6 per una indagine sul gruppo Arkeon e sui suoi amministratori. Nonostante il leader del gruppo sia stato condannato definitivamente lo scorso anno per il reato di associazione per delinquere finalizzato all’abuso della professione, le attività moleste a mio danno non si sono esaurite, ma hanno anche riguardato miei stretti collaboratori. Con una costanza quasi ossessiva sono stati aperti diversi blog ‘anonimi’ con l’intento di delegittimarmi professionalmente e personalmente. Ci sono state effrazioni nelle poste elettroniche mie e di alcuni collaboratori, nonché membri delle istituzioni con i quali scambiavamo informazioni, e rese pubbliche con l’intento di dimostrare chissà quale attività illecita stessimo mettendo in atto.  Io e alcuni testimoni del processo Arkeon abbiamo ricevuto minacce di spedizioni punitive, mediante lettere cartacee. Lo scorso anno sul mio cellulare ho ricevuto un messaggio in cui l’intestatario mi augurava di essere vittima di una violenza di gruppo da parte di extracomunitari e zingari. Sono state inoltre fotografate le nostre abitazioni, gli studi che ho avuto e pubblicate su un sito anonimo. Proprio l’altro giorno un mio collaboratore ha ricevuto da un profilo anonimo su Facebook una sua foto dinnanzi alla sua casa.  Subito dopo il profilo è stato disattivato. Un’altra mia collaboratrice è stata fotografata mentre usciva di casa per portare a passeggio i suoi cani.  In altra circostanza è stato fatto il nome di una persona della mia famiglia minorenne e indicata la sua età anagrafica. Tutti chiari messaggi intimidatori che vogliono dirci che c’è chi sa tutto di noi e ci sta costantemente col fiato sul collo. A queste azioni negli ultimi 11 anni si sono aggiunte quelle giudiziarie. Io ho ricevuto ben oltre 180 denunce penali e un paio di citazioni civili. L’obiettivo della lite temeraria è quello di distrarmi e di crearmi problemi economici. Ricordo ancora oggi che uno dei personaggi legati a questa realtà mi ha fatto pervenire un messaggio in cui mi diceva che l’obiettivo della sua vita era quello di distruggermi, di non farmi più lavorare, di farmi cacciare dal mio ordine professionale, fosse l’ultima cosa che avrebbe fatto nella sua vita».

Ha denunciato tutto alle forze di polizia?

«Certo, ho sempre denunciato tutto, ma sino ad oggi con scarsi risultati. Uno perché tutte queste attività sono messe in moto in maniera anonima e risulta molto difficile individuare gli autori materiali del reato. Ma anche perché probabilmente chi ha riscontrato le mie denunce non ha ben compreso il reale pericolo di queste azioni anche determinate dal fatto che siano reiterate nel tempo. Un PM chiedendone l’archiviazione, dopo anni, quasi in odore della prescrizione dello stesso reato, ha sostenuto, motivandola, che la mia attività era stata encomiabile, ma che io dovevo aspettarmi simili reazioni che rientrano nella piena libertà di espressione di chi la pensa diversamente. Il messaggio è che se ti occupi di un argomento delicato, come quello della mafia, in qualche modo devi anche aspettarti che qualcuno possa sentirsi offeso e quindi possa decidere di farti fuori».

L’Ordine degli Psicologi l’ha sostenuta in qualche modo?

«Con rammarico devo dire che in tutti questi anni solo in una occasione mi è capitato di verificare che un paio di colleghi dell’Ordine non avessero compreso la gravità della situazione che mi riguardava in qualche modo prestando il fianco a chi tenta di danneggiarmi. Nelle linee generali l’Ordine mi ha sostenuta, tanto da decidere di costituirsi parte civile nel processo su Arkeon a Bari. Dando un chiaro messaggio sin da subito di voler essere presente e sostenermi nella battaglia contro gli abusivismi.  Il Presidente precedente dell’Ordine Pugliese nonché di quello Nazionale, Dr. Palma, ha sempre manifestato sostegno e considerazione della difficile attività di informazione da me portata avanti. In alcune occasioni anche lui ha dovuto subire attacchi diffamatori da parte delle stesse persone che molestano me, come è accaduto a tutti coloro che mi hanno pubblicamente sostenuta o che mi hanno dato voce, come i giornalisti. L’attuale Presidente dell’Ordine Pugliese, Dr. Di Gioia, riconoscendo la validità del mio lavoro, ha deliberato in consiglio che devolverà una parte della quota del risarcimento ricevuta da Arkeon in quanto parte civile a favore del CeSAP.  Anche questo mi sembra un chiaro ed evidente messaggio di sostegno e di riconoscimento».

Il caso delle “psicosette” in Italia è stato oggetto di diverse interrogazioni parlamentari. Si è mosso qualcosa?

«Mi risulta che sono state presentate diverse interrogazioni parlamentari ed una mozione nel Governo passato, in cui senatori e deputati di diversi orientamenti politici hanno chiesto ai vari Ministeri, degli Interni, della Giustizia e della Sanità, di esprimere parere e di intervenire su questa realtà ed anche sui danni che questi fenomeni arrecavano a vittime e a critici. Il mio caso è stato citato in diverse interrogazioni, due delle quali firmate anche dal Senatore Liuzzi, che ringrazio per questa sua sensibilità dimostrata. Ma nessuna risposta è mai arrivata. È bene inoltre ricordare che diverse raccomandazioni europee hanno sollecitato gli stati membri ad attivare politiche preventive su questo argomento e che l’Italia risulta ancora assente all’appello».

Ad oggi continua a subire attacchi e minacce da perfetti sconosciuti sia tramite il web che con altri mezzi?

«Certo, gli attacchi sono continui e quasi quotidiani. Sotto falso nome questa gente contatta i miei colleghi, associazioni italiane ed estere con cui collaboro e i responsabili dei posti in cui devo svolgere un’attività professionale per divulgare informazioni palesemente diffamatorie e distorte sul mio conto. L’obiettivo è quello di crearmi il vuoto intorno e di distruggere la mia credibilità agli occhi degli altri. Per fortuna, nonostante l’incessante impegno, questa loro attività risulta essere fallimentare».

Fonte: http://www.legginoci.it/2018/11/13/lorita-tinelli-cesap-io-minacciata-continuamente-dalle-sette-lobiettivo-e-screditarmi/

Le performance di Simonetta Po & co. dopo la puntata di Presa Diretta

Nota del 26/02/2018: A seguito della puntata di Presa Diretta del 24/02/2018 (https://www.raiplay.it/video/2018/02/PresaDiretta-Io-ci-credo-e9a0c56b-1d8b-4bd3-a10a-f7cb19bdc8de.html) dal tema ‘Io ci credo’, che ha previsto anche la mia partecipazione, vi sono stati i soliti rumors che piuttosto che commentare la puntata complessivamente, hanno concentrato la propria attenzione su una pagina, precisamente la 9, mancante in questa sentenza, da me pubblicata, credendo di dimostrare con questo la mia totale malafede relativamente alle informazioni che pubblico. E questo nonostante il link al documento in pdf che ho inserito sin dall’inizio in questo testo (che l’abbia scritto per tempo e non ora lo può anche confermare chi del gruppo dei miei simpatizzanti monitora il mio sito). Ringrazio i miei ammiratori per avermi fatto notare il mio refuso e … li invito a stare più sereni, perchè, come direbbe Freud, a volte il sigaro è solo un sigaro!

 

La conversazione è tratta dal gruppo google free.it.religioni.scientology, nel giorno 26 febbraio 2018. Tale gruppo fondato da Simonetta Po con alias Alessia Guidi, piuttosto che occuparsi di Scientology, come da titolo e da obiettivi originari, dal 2006 ad oggi preferisce occuparsi di me e della strenua difesa di Arkeon.

 

 

 

 

 

 

 

 

“Io ci credo” puntata del 24 febbraio 2018 di Presa Diretta

Risultati immagini per io ci credo presa diretta

 

https://www.raiplay.it/video/2018/02/PresaDiretta-Io-ci-credo-e9a0c56b-1d8b-4bd3-a10a-f7cb19bdc8de.html

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Nuova interrogazione parlamentare contro gli abusi delle sette

Atto a cui si riferisce:
S.4/08243 LIUZZI – Ai Ministri dell’interno, della giustizia e dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Premesso che: la promozione e la difesa del diritto alla libertà di religione e…
Atto SenatoInterrogazione a risposta scritta 4-08243 presentata da PIETRO LIUZZI
giovedì 12 ottobre 2017, seduta n.898LIUZZI – Ai Ministri dell’interno, della giustizia e dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Premesso che:la promozione e la difesa del diritto alla libertà di religione e credo, nonché il riconoscimento e la tutela delle minoranze religiose e spirituali contro ogni forma di intolleranza e discriminazione non devono costituire un’impasse rispetto alla protezione delle vittime di organizzazioni cultuali abusanti e/o totalitarie, né ostacolo all’attuazione di mirate politiche informativo-preventive nell’interesse dei connazionali e nella fattispecie delle fasce vulnerabili;

al riguardo, anche nel 2017 nell’ambito dell’annuale conferenza Osce “Human dimension implementation meeting 2017” è stata nuovamente ribadita, con l’intervento del dottor Luigi Corvaglia, rappresentante e membro del comitato scientifico della prestigiosa Federazione europea dei centri di ricerca e di informazione sulle sette e i culti (FECRIS), la raccomandazione rivolta all’Europa a “vigilare” sul fenomeno settario e, in particolare, quella indirizzata al Governo italiano a rispettare le normative europee con recepimento, nella fattispecie, della raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 1412/1999;

a parere dell’interrogante, ancora una volta occorre rammentare ed evidenziare come il Consiglio d’Europa, in virtù dell’inquietante diffusione a livello europeo del fenomeno delle cosiddette «sette», di violazioni dei diritti umani e di drammatici avvenimenti determinati dalle condotte delittuose di gruppi o movimenti a carattere settario, abbia approvato nel corso di circa un ventennio, molteplici risoluzioni e raccomandazioni finalizzate, alla promozione di mirate politiche educative e preventive, in particolare a tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili e dei minori, nella fattispecie, degli stessi «figli di membri di gruppi religiosi, esoterici o spirituali, in caso di maltrattamenti, stupri, negligenza, indottrinamento attraverso lavaggio del cervello e mancata iscrizione scolastica»;

il fenomeno risulta in costante crescita esponenziale e si caratterizza attualmente, sia per la preoccupante infiltrazione di derive settarie nei settori della salute e del benessere, per una più rapida diffusione a seguito dell’accresciuto utilizzo della rete web e di nuove tecnologie, con il conseguente reclutamento e indottrinamento dei soggetti adolescenti e minori, sia per la trasformazione e atomizzazione dei gruppi, che ne rende particolarmente problematico il riconoscimento e la relativa attività di vigilanza;

in relazione alla citata infiltrazione nel settore della salute, proprio le associazioni italiane federate Fecris lanciavano già dallo scorso anno, un importante Manifesto, che ha visto l’adesione di esperti del settore, ricercatori e autorevoli personalità del mondo della cultura e della scienza, in cui, tra l’altro, si legge: “Nell’ultima decade si è registrato un incremento di strutture e gruppi organizzati che dietro l’obiettivo del raggiungimento del benessere psicofisico celano progetti di soggezione degli adepti manifestandosi quali veri e proprie “culti abusanti”, cioè associazioni a delinquere in grado di annientare psicologicamente ed economicamente i seguaci. Le vittime vengono attirate attraverso volantini, pubblicità di corsi di yoga, di discipline di meditazione orientali o tecniche “energetiche”in cui si fa leva soprattutto sullo “sviluppo del potenziale umano” più che sulla salute fisica in sé. Sono le cosiddette “psicosette”. Desta quindi apprensione l’attenzione che queste pratiche ottengono sui rotocalchi di ampia diffusione, dove le terapie alternative trovano posto addirittura nelle rubriche che trattano di salute; per non parlare della rete web, dove si vanno coagulando gruppi refrattari alla cultura scientifica che alimentano in modo autoreferenziale idee complottiste che includono anche la medicina ufficiale quale agente di una cospirazione per nascondere le vere cure per le malattie. È da questo ambito culturale che parte anche la pericolosa campagna di rifiuto delle vaccinazioni di cui, ancora una volta, sono vittime i minori. Si rileva, inoltre, la mancanza di reazione delle agenzie di regolamentazione e degli albi professionali per combattere questo flagello che mette seriamente in pericolo la salute e la vita di migliaia di pazienti nel nostro Paese. Ancor di più si è preoccupati per l’intrusione e perfino la promozione di questo tipo di pseudo-terapie da parte di enti pubblici come università, istituti ed Enti Locali che spesso danno voce e amplificano i messaggi pseudoscientifici, organizzando conferenze e corsi su queste pratiche”;

merita attenzione, a parere dell’interrogante, come esempio emblematico della situazione descritta, in particolare dell’azione criminale posta in essere dalle cosiddette psico-sette o movimenti del potenziale umano, spirituali o di altra tipologia, che si pongono in pericolosa alternativa alla medicina e alla scienza ufficiale, la recente sentenza della Corte di cassazione n. 39339 del 2017, di condanna di Vito Carlo Moccia, fondatore e guru del controverso “percorso di sviluppo e conoscenza personale” denominato “Arkeon”, per associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione di psicologo;

nella fattispecie, come si legge nella sintesi riportata da “Il Sole-24 ore” del 23 agosto 2017, «I giudici di appello avevano verificato, che i frequentatori si rivolgevano all'”associazione” con la speranza di risolvere i loro problemi psicologici attraverso la psicoterapia. Un “sostegno” che i “maestri” non negavano «andando a scandagliare nella sfera più intima e nascosta degli adepti insinuando atroci sospetti sul loro passato». Da una relazione tecnica della Procura del Tribunale di Bari, era emerso che, secondo i “maestri” erano in genere i genitori a trasmettere valori perversi ai figli, quasi sempre la madre che, in quanto donna, era dedita a relazioni prevalentemente perverse. L’unica funzione nobile riconosciuta al gentil sesso era quella di essere una terra fertile destinata a dare vita al figlio del Guerriero. Il risultato di una “introspezione” tanto “illuminata” non era la ricercata serenità, ma uno sconvolgimento e gravi rischi per la stabilità psichica dei frequentatori dei seminari. Tutto era finalizzato a raccogliere più partecipanti possibile per massimizzare i profitti. Gli adepti dopo aver «investito un rilevante capitale» nei seminari, restavano legati al gruppo anche nella speranza di far fruttare anche loro, una volta diventati finalmente maestri, il titolo rilasciato dal guru»;

infine, preme evidenziare come questo caso, prima e nonostante l’esito finale, sia diventato cavallo di battaglia della medesima come di altre controverse organizzazioni e dei loro sostenitori, per diffondere on line una gravissima campagna di tipo diffamatorio che si protrae da anni, in particolare in danno della dottoressa Lorita Tinelli (ex presidente del Centro studi sugli abusi psicologici – CeSAP onlus), la quale, per aver raccolto nel corso del tempo, documenti, dati e storie, risultati utili alle stesse indagini condotte dalla Digos, e per aver contestualmente segnalato gli abusi dell’associazione citata, ha dovuto subire anche un imponente accanimento giudiziario, con 180 denunce a suo carico, successivamente archiviate, richiesta di chiusura urgente del sito del CeSAP, respinta con un attestazione di merito dal giudice Salvatore, nonché una richiesta di oltre 4 milioni di euro per risarcimento danni, causa positivamente chiusa. In danno della medesima venivano attivati letteralmente decine di blog tra anonimi e firmati di frequentatori e maestri di Arkeon. L’interrogante rileva, che invero, l’ex presidente dell’ordine degli psicologi, dottor Giuseppe Luigi Palma, attestava la preziosa attività svolta dalla dottoressa Tinelli, invitando, tra l’altro, le stesse istituzioni a una necessaria riflessione, proprio a seguito delle modalità con cui la vicenda Arkeon si è dipanata;

analogo trattamento denigratorio è stato riservato alle associazioni italiane di informazione e tutela delle vittime delle sette e alla stessa specialità di Polizia SAS (squadra antisette) del Ministero dell’interno,

si chiede di conoscere:

quali misure i Ministri in indirizzo intendano adottare onde contrastare più efficacemente il fenomeno del settarismo abusante;

se non ritengano urgente provvedere a mirate politiche informative a tutela delle fasce vulnerabili, con particolare riguardo ai settori della salute e della pubblica istruzione;

quali interventi intendano porre in essere a sostegno delle realtà associative che sul territorio svolgono una encomiabile azione di informazione e tutela delle vittime e delle famiglie, sovente sostituendosi a inaccettabili carenze e lacune del sistema pubblico.

(4-08243)

https://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/475371