Luca Poma, “docente a contratto della LUMSA”, l’etica e la mistificazione della realtà

A nessun componente della LUMSA è consentito utilizzare, direttamente o
indirettamente, la propria posizione accademica o quella derivante dal suo ufficio al fine di imporre prestazioni o servizi a proprio personale favore.
” – Art. 11 del Codice Etico della LUMSA

  1. I componenti della LUMSA sono tenuti a rispettarne il buon nome e a non recare danno alla sua reputazione.
  2. Salvo espressa autorizzazione, a nessuno è consentito:
    a) di utilizzare il logo e il nome dell’Università;
    b) di utilizzare la reputazione dell’Università ai fini dello svolgimento di attività professionali, impieghi, incarichi o altre attività esterne, anche se non remunerate;
    c) esprimere punti di vista strettamente personali spendendo il nome
    dell’Università
    – Art. 14 del Codice Etico della LUMSA

… il dovere di rettificare le notizie inesatte. La pubblicazione della rettifica è un obbligo di legge (art. 8 legge 47/1948 sulla stampa), ma sul piano deontologico il giornalista deve provvedervi autonomamente senza attendere l’impulso della parte lesa dalla diffusione di “notizie inesatte” – Regole etiche del giornalista

La verità è la verità anche se è scomoda e non ci piace” (Cit.)

Una menzogna non avrebbe senso se a qualcuno la verità non sembrasse pericolosa” – Jung

“Grandi menti discutono di idee, menti mediocri discutono di eventi, piccole menti discutono degli altri” – Eleanor Roosevelt

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Per chi si fosse perso il principio della storia, lo invito alla lettura del seguente articolo:

Genio 21, Massimo De Donno, Luca Poma e altre storie

Genio 21, Massimo De Donno, Luca Poma e altre storie

Puoi ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo. Ma non puoi ingannare molte persone per molto tempo.
(Abraham Lincoln)

La verità riesce a imporsi solo nella misura che noi la imponiamo, la vittoria della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano (Bertolt Brecht, scrittore tedesco)

Non sentivo affatto l’esigenza di tornare a scrivere sulla tematica. Ne avrei fatto volentieri a meno. Non mi piace stare nel conflitto che per mestiere tendo sempre a risolvere, ma ieri sono accaduti alcuni gravi eventi che mi impongono di non soprassedere all’ulteriore azione molesta e volutamente denigratoria, che si inserisce all’interno di un percorso attivato dal 2007 e che tutt’oggi persone legate tra loro da amicizia o condivisione ideologica continuano a perpetrare a mio danno.

Primo evento: Un amico giornalista mi informa che il signor Luca Poma, giornalista e docente presso la LUMSA, gli ha fatto pervenire attraverso una giovane ragazza, alcuni libri, tra questi due che parlano espressamente di me e che mi descrivono in maniera distorta e diffamatoria, scritti da un personaggio inesistente, che risponde al nome di Pierluigi Belisario;

Secondo evento: La giovane ragazza, indicata come assistente di Luca Poma, di cui non conosco l’identità, informa il mio amico giornalista, non so a che titolo e perché, che esiste un una trattativa tra Luca Poma e l’azienda Genio 21, in cui quest’ultima chiede che egli effettui una consulenza sul mio conto, al fine rendere loro possibile denunciarmi

Terzo evento: vengo informata da alcuni miei collaboratori dell’esistenza di una tesi di laurea in cui vengono raccontati fatti che riguardano la mia attività e quella del CeSAP in relazione a Genio 21 secondo una narrazione artefatta, falsa, volutamente denigratoria. Essa è pubblica on line al seguente link del sito di Luca Poma e non dell’Università in cui è stata discussa https://archivio.lucapoma.info/comunicazione/comunicazione-crisi/tesi-di-laurea-come-la-gestione-proattiva-di-una-crisi-aziendale-puo-rafforzare-la-reputazione-il-caso-genio-in-21-giorni/

Partirò dal terzo evento, per ripristinare alcune verità, probabilmente scomode.

“Un modo sicuro di indurre la gente a credere a cose false è la frequente ripetizione, perché la familiarità non si distingue facilmente dalla verità.” (Daniel Kaheman)

Manipolare il passato e la storia, per alcune persone, rappresenta un mezzo che giustifica il fine, ovvero quello di imprimere agli eventi presenti e futuri una determinata direzione, più gradita. E nei mezzi utilizzati per questo c’è anche la costruzione di un ‘nemico esterno’, che serve a sviluppare maggiore coesione e appartenenza al gruppo.

La tesi, su cui seguiranno le mie riflessioni, ha il seguente titolo: “Come la gestione proattiva di una crisi aziendale può rafforzare la reputazione: il caso genio in 21 giorni”. Essa è stata discussa nell’aprile 2020 nel Corso di Laurea Magistrale in Marketing & Digital Communication, presso la LUMSA dalla candidata Ludovica Russo. Relatore: Prof. Luca Poma.

La tesi della neolaureata Russo si basa su alcuni costrutti molto chiari e condivisibili, ma usati in maniera pregiudizievole e strumentale, in quanto, posto un quadro teorico generale, si sono volutamente incastrati fatti manipolati e verità omesse, al fine di dimostrare la fallacia di un nemico immaginario. Il tutto, così orchestrato, è supportato da una strategia di comunicazione mirata.

Nulla di nuovo sotto il sole (Ecclesiaste 1,10)

La litanìa ‘documentata’ dalla tesi di laurea riporta argomentazioni già trite, ritrite e divulgate negli ultimi anni da blog anonimi, legati a gruppi settari e apologisti delle sette. Esse sono incentrate su accuse per cui i gruppi “antisette” vengono descritti come una setta (la setta antisetta, per l’appunto) che pullula di esperti incompetenti (in particolar modo la sottoscritta), che, a loro volta, pubblicano e divulgano fake news, attivando canali d’odio, approfittando dell’appiattimento culturale dell’attuale società.

Cercherò di analizzarne alcuni contenuti della tesi, opportunamente manipolati dagli attori, al fine di rendere trasparente la logica che ha animato candidata e relatore nella stesura di questa elaborazione discussa nella LUMSA.

A pag. 126 della tesi si legge testualmente: “La campagna di accuse contro il Genio in 21 giorni cominciò a Maggio 2010 quando nel forum della pagina web del gruppo Centro Studi Abusi Psicologi ONLUS, presunti esperti in sette e in manipolazione mentale, apparve un post che accusò il corso di essere una setta

L’affermazione comporta una serie di precisazioni importanti:

  1. Nel 2010 era attivo un forum, nel sito del CeSAP, (attualmente salvato nella nostra banca dati e non pubblico perché nel tempo era diventato un canale facilmente attaccato da Malware) in cui tutti potevano scrivere liberamente la propria esperienza abusante all’interno di relazioni o comunità. Il forum era moderato e garantiva l’applicazione dell’articolo 21 della Costituzione, nella tutela dei diritti di tutti. Pertanto, non vi è stata nessuna ‘campagna di accuse”, ma solo una raccolta di esperienze personali a riguardo. Iscriversi al forum era assolutamente semplice. Bastava aprire un account ed eventualmente entrare nella discussione per rispondere.  Genio in 21 giorni non è mai stato menzionato nel forum, non essendo a quell’epoca esistente. Il gruppo di cui si è parlato in quel periodo era Your Trainer, i cui membri in effetti sono gli stessi confluiti in Genio 21.
  2. L’affermazione “presunti esperti in sette e in manipolazione mentale” rappresenta già un pregiudizio di demerito, che descrive una realtà se applicato ad altri e una offesa se riferito a se. E’ bene pertanto sottolineare che i membri ordinari del CeSAP hanno formazione psicologica e giuridica dimostrabile e lunga e attinente esperienza e competenza nel campo della manipolazione, comprovata da attività svolte in tutte le Istituzioni, contrariamente a quella che può avere un laureato in Veterinaria nel campo dell’apprendimento, di cui però viene descritto come il massimo esperto. E’ qui evidente l’uso mirato della comunicazione volta a usare parole di peso etico differente quando si parla di ‘nemici’ e di ‘amici’.

Sempre a pag. 126 si legge un’altra perla: “L’azienda tentò di contattare il forum per chiarire ogni dubbio posto nei suoi riguardi, ma non ottenne nessuna risposta. Nel frattempo le accuse aumentarono, quindi venne contattata la psicologa che all’epoca era presidente e responsabile del Centro. Nonostante la psicologa non avesse ricevuto alcuna lamentela fondata su cui basare le critiche, le venne consentito l’accesso totale alla documentazione e al materiale disponibile in azienda e fu invitata a partecipare personalmente al corso e a conoscere il team di insegnanti. Inoltre, vista l’entità delle accuse, l’azienda chiese alla medesima psicologa una consulenza professionale remunerata per analizzare e correggere i problemi eventualmente riscontrati. Nonostante Genio Net si mise a totale disposizione per confutare i dubbi posti nei suoi riguardi, la dottoressa non volle verificare personalmente la buona fede del corso”.

Cercherò di porre chiarezza anche in questo ginepraio di inesattezze.

  1. Dopo qualche mese che diversa gente raccontava la propria esperienza con l’azienda Your Trainer e NON Genio 21, la sottoscritta ricevette una lettera di simil diffida da due giovani rappresentanti della stessa società (YT) [uno dei due era un commercialista e l’altro men che meno formato in ambito psicologico, giusto per sottolineare titoli e competenze specifiche rispetto all’argomento apprendimento di cui ci si fa portatori!]. Nello scambio epistolare, che posseggo, ho invitato gli stessi ad intervenire nel forum e interagire personalmente con chi si lamentava. Essi scrissero un paio di post nello stesso forum, in cui proposero più un slogan aziendali che vere risposte efficaci. Nessuno si sentì ascoltato e così terminò l’interazione.
  2. Falsa è l’affermazione che la psicologa citata, ovvero io, non ricevette alcuna lamentela fondata. Il forum è ancora presente nella banca dati e posso renderlo attivo in qualsiasi momento a dimostrazione di quanto affermo
  3. Non mi è stata mai fatta una proposta di consulenza remunerata da parte di Genio 21 né di Your Trainer, che avrei comunque rifiutato per incompatibilità con la funzione da me ricoperta nel CeSAP in quel momento ed anche per forte conflitto morale per l’incongruenza dei fatti narrati dall’azienda e i vissuti così particolareggiati con sofferenze e danni psicologici evidenti degli utenti scontenti. Non ho mai venduto la mia professionalità a patto di ingoiare cose a cui non credevo e non sono per nulla ricattabile. Questo è il vero dramma per alcuni.
  4. Sul gioco linguistico “la dottoressa non volle verificare personalmente la buona fede del corso” mi parte spontaneamente un sorriso. La frase evidenzia l’aspettativa di un imprimatur positivo da parte mia e del CeSAP, e, probabilmente mette in risalto un atteggiamento poco maturo nei confronti della critica.

A pag. 127 leggo: “… la dottoressa non volle verificare … e, mediante l’associazione di clienti European Consumers, riuscì ad ottenere il 14 luglio 2010 un’interpellanza parlamentare contro Your Trainers Group & High Consulting. La risposta fu che qualora la società avesse commesso delle infrazioni, il sistema legale italiano sarebbe stato dotato degli strumenti idonei a perseguirle, previa la denuncia formale; ma nessuno ha mai denunciato il corso Genio in 21 Giorni, né le presunte vittime né  European Consumers e tanto meno la psicologa che accusava il corso di essere una “setta”.

  1. La dottoressa, cioè io, non ha ottenuto alcuna interpellanza per il tramite di nessuno. Tale affermazione è assolutamente inveritiera, ma di sicuro fa parte di un processo paranoideo di pensiero, che ormai la stessa corrente di miei molestatori ha reso noto nel corso degli ultimi 12 anni. Io sarei, a detta loro, macchinatrice di ogni azione a loro danno e presente in ogni dove. Per mia fortuna la realtà è completamente differente. Personalmente non so neppure chi abbia sollecitato l’interpellanza e se lo avessi fatto io, probabilmente avrei scelto un altro relatore politico a rappresentare le mie istanze.
  2. E’ risaputo da tutti che il reato di manipolazione mentale non esiste in Italia, men che meno quello di setta. Per cui, malgrado le buone intenzioni di tutti, possiamo solo discutere delle manipolazioni subite o non effettuate in attesa di qualche cambiamento più sostanzioso, che possa tutelare le vittime da qualsiasi tipo di influenza illecita.

Sempre da pag 127: “Inoltre, secondo alcune fonti, non era la prima volta che il Centro in questione agiva in questo modo, anche in passato aveva usato delle metodologie di accusa analoghe, obbligando molte organizzazioni a chiudere la propria attività, nonostante le accuse nei loro confronti fossero completamente false e infondate”.

Una frase così generica, che si basa sul sentito dire senza riportare le fonti, risultando diffamatoria, farebbe rabbrividire qualsiasi Istituto Universitario che dovrebbe piuttosto implementare lo studio scientifico e la pubblicazione di materiale corretto e onesto scientificamente.  

Il “Centro in questione”, ovvero il CeSAP non ha mai usato “metodologie (quali?) analoghe, obbligando molte organizzazioni a chiudere la propria attività”. Sarebbero graditi nomi e cognomi, fatti contestualizzati e sentenze di assoluta innocenza a conferma di tale frase, altrimenti si tratta di diffamazione.

Passiamo a pag. 2018 e leggiamo quanto segue: “Tra il 2015 e il 2017 il Centro Studi Abusi Psicologici ONLUS e la sua responsabile Lorita Tinelli divulgarono ai mezzi di comunicazione di massa una serie di informazioni denigratorie, che associavano il corso “Genio in 21 Giorni” ad una “setta”. Fu così che i mass media, veicolarono, a loro volta, queste notizie all’opinione pubblica”.

E’ bene ricordare che il CeSAP e la sottoscritta sono spesse volte interpellati dai media per offrire pareri su argomenti attinenti le dinamiche di abuso psicologico e manipolazione mentale, per cui abbiamo esperienza e competenza,. Le domande vengono poste da giornalisti che liberamente scrivono il proprio pezzo, spesso riducendo al minimo l’intero intervento dell’esperto. Tuttavia il concetto che passa attraverso la dichiarazione sopra riportata è che il CeSAP e la sottoscritta abbiano avviato una campagna nera di denigrazione, sistematica, cosa che nella realtà non è avvenuta e che non può essere dimostrata in alcun modo dalla tesista o dal suo docente relatore. Pertanto l’affermazione non è stata tarata su parametri dell’onestà intellettuale e di attinenza con la realtà, risultando goffamente offensiva e diffamatoria.

L’unico giornale che ha trattato l’argomento fu il Corriere della Sera del 13 luglio 2017, che, correttamente dette la possibilità del contraddittorio, offrendo all’azienda Genio la possibilità di dire la sua, in pieno dibattito democratico.

A pag 130 si legge: “Tuttavia è importante ricordare che da decenni alcuni importanti esponenti del mondo accademico hanno sfatato il mito dell’esistenza di una forma di manipolazione mentale … L’American Psychological Association (APA) è una delle organizzazioni professionali che si è espressa su questa tematica, sostenendo una posizione contraria a quella delle teorie dei “movimenti antisette” e di alcuni psichiatri. Nel 1987 l’associazione pubblicò un documento in cui affermò che le teorie della manipolazione mentale e del lavaggio del cervello, applicate a nuovi movimenti religiosi, non dovevano essere presentate in alcun modo come scientifiche”.

Tali affermazioni, utilizzate strumentalmente e in maniera poco approfondita, meriterebbero un lungo trattato. Per quanto riguarda le affermazioni sull’APA rimando al seguente link per un approfondimento: http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/apa.htm e al libro di Luigi Corvaglia, NO GURU, edito dalla C1Veditori per la questione del dibattito sulla manipolazione mentale e sui suoi negazionisti. Probabilmente il testo va consigliato ai prossimi studenti, da parte di un docente che realmente vuole stimolare verso una ricerca non dogmatica e pregiudizievole.

A pag 138 si legge: “Il “settarismo globale” è la strategia usata abitualmente dall’associazione dove si formò Miguel Perlado, dal “Centro studi abusi psicologici ONLUS” e, in generale, dalla maggioranza dei gruppi “antisette”.

  1. Affermare che il CeSAP veda sette ovunque è una asseverazione che va dimostrata, altrimenti resta diffamatoria come le altre
  2. Saremmo stati molto onorati se Miguel Perlado si fosse formato da noi, la verità è che il Dr. Perlado, Psicologo, Psicoterapeuta è uno sei massimi esperti di sette in Spagna, dove lavora come exit counselor dal 1998 e da dove gestisce il sito. EducaSectas. E’ evidente come, in un gioco linguistico, si tende ad insinuare una realtà che non esiste e che riporta alla paranoia del solito nemico autore di tutti i mali, ovvero il CeSAP. Vero è che il Dr. Perlado in maniera autonoma ed analizzando i casi che ha seguito personalmente, ha elaborato due articoli che sono stati tradotti dalla sottoscritta perché ritenuti veritieri e confermati da altrettanti racconti raccolti dalla stessa in Italia. I due articoli in Italiano sono i seguenti: http://www.loritatinelli.it/2018/03/02/il-corso-genio21-e-larte-di-manipolare-le-emozioni/ e http://www.loritatinelli.it/2019/01/31/migliora-la-memoria-o-raggiungi-la-tranquillita/ Ad oggi non mi sembra di aver letto da parte di Genio 21 alcun commento a riguardo o confutazione degli stessi, ma posso affermare di aver solo rilevato attacchi personali a me indirizzati attraverso ogni forma, tra cui il tentativo di accreditamento da parte degli apologisti delle sette con conseguente condivisione della guerra ad personam.

A p. 144 e 149 leggo alcune affermazioni di Massimo De Donno, laureato in Medicina Veterinaria, secondo sue dichiarazioni e definito come il ‘massimo esperto di apprendimento in Europa” (bontà sua), nonché CEO di Genio 21.

Poi apri [rif. Genio21] un numero verde per intercettare gli “scontenti” e scopri che sono 3 persone in sei mesi, su migliaia di corsisti, e allora hai la conferma che c’è chi è pagato per distruggere, o perlomeno ha intenzioni esplicitamente distruttive, e non costruittive

Se penso che una delle fonti di questi pavidi attacchi era una sedicente esperta, psicologa, mi vien da ridere: persone che andrebbero radiate dall’Albo, in quanto disponibili a danneggiare psicologicamente dei giovani, scientemente, pur di raggiungere i propri biechi obiettivi di delegittimazione di un’azienda che è autorizzata a fare il proprio lavoro, da lavoro, paga le tasse

Da queste affermazioni rilevo che il riferimento è alla sottoscritta. Massimo De Donno attribuisce a me l’azione di essere “pagata per distruggere”, di essere “persona disponibile a danneggiare psicologicamente dei giovani, scientemente, pur di raggiungere i propri biechi obiettivi” e che merito di essere “radiata dall’albo”.

La Suprema Corte, in tema di diffamazione (Corte di Cassazione, sez. III Civile, ordinanza 12 settembre – 26 ottobre 2017, n. 25420), ha ribadito che è reato parlar male di una persona, in sua assenza pur non facendone il nome. Per il reato basta che la vittima sia identificabile. E qui il riferimento è piuttosto chiaro.

Tuttavia è bene precisare che in un incontro vis a vis, il 17 ottobre 2018, presso lo studio legale dell’Avvocata Montanaro, in Crispiano, l’atteggiamento di Massimo De Donno nei miei confronti era esattamente diverso.

La verità è che in quella occasione, ho ritenuto di convocare uno dei suoi tutor leccese, tal Salvatore De Tommaso (docente di apprendimento senza laurea), in quanto infastidita dal suo atteggiamento diffamatorio nei miei confronti. Il signor De Tommaso rispondeva abitualmente alle perplessità dei genitori di ragazzi che frequentavano i corsi divulgando loro blog anonimi denigratori della mia persona, nel tentativo di indurre a non leggere gli articoli critici da me postati né a contattarmi, in quanto persona inaffidabile e incompetente. Numerose sono le testimonianze in questo senso che potrei citare e che mi riservo di portare nelle sedi più opportune. Lo stesso Salvatore De Tommaso mi offendeva direttamente e in maniera arrogante, all’interno di una conversazione privata su messenger, e mi accusava di aver indotto le loro fidanzate all’esaurimento nervoso.

Il mio invito fu accettato da Salvatore (detto Salvo) che mi chiese il permesso di essere accompagnato da un amico. Nessun problema. Si presentarono in studio lui, Massimo De Donno e l’avv. Massimo Baja Picit, anch’egli parte di Genio 21. La conversazione avvenne alla presenza anche di un amico giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, come testimone terzo.

Durante il colloquio, della durata di tre ore, Massimo De Donno e Salvatore De Tommaso, sentite le mie ragioni, mi rappresentarono il loro più sentito dispiacere per avermi offesa, chiedendomi più volte scusa. In quella occasione, il leone da tastiera Salvatore De Tommaso sedeva alla mia sinistra, con la testa bassa e rosso in volto. Le uniche parole che riusciva a dire erano di scuse. Ovviamente non sincere, perché ho ricevuto anche successivamente sue offese per mezzo di messenger. Le conversazioni da me stampate e sono a disposizione di chi volesse leggerle.

In ogni caso in una email, trasmessa il 3 dicembre 2018 dall’avvocato Baja Picit all’avvocato Annalisa Montanaro scrivevano: “Il dott. De Donno mi ha manifestato la propria sincera soddisfazione per la riuscita di un confronto sereno ed edificante con la dott.ssa Tinelli nella consapevolezza che lo scambio di idee e di vedute ha sicuramente portato ad una reciproca apertura e ad una piena chiarezza sui servizi di formazione erogati da Genio Net e delle modalità operative della stessa. Il mio assistito, successivamente all’incontro, ha così riunito gli istruttori della rete per condividere con loro le considerazioni di carattere operativo e gli spunti di riflessione ivi emersi. Ne è risultato che l’azienda continuerà ad operare nell’ottica di una sempre più scrupolosa attenzione alle esigenze manifestate dai corsisti.

In tal senso, avendo la dott.ssa Tinelli segnalato che in passato alcuni utenti insoddisfatti dei corsi“Genio” si sono rivolti a lei per doglianze di varia natura, stante il mutuo riconoscimento della reciproca serietà professionale delle parti, se ciò dovesse accadere ancora, Ti chiedo la cortesia di voler invitare la Tua assistita ad inoltrare senza indugio le segnalazioni direttamente al dott. De Donno o,meglio ancora, direttamente al comitato etico della rete, in modo da poter intervenire immediatamente sulle criticità emerse e prevenire eventuali motivi di insoddisfazione dei clienti”.

Come ho sempre fatto e continuo a fare, suggerisco alle persone che segnalavano problemi con Genio 21 di rivolgersi anche a loro per effettuare i propri reclami, ma comprendo bene che non tutte le persone che si sentono profondamente danneggiate ne hanno il coraggio. Non ho mai controllato che lo facessero o meno, proprio perché non è mio interesse quello di “distruggere qualcuno”, né sono “pagata da alcuno” per dare le informazioni che mi vengono richieste, attraverso la mia attività nel CeSAP.

Lavoro dignitosamente anche io e pago le tasse e per quanto Massimo De Donno possa ridere, sono ancora regolarmente iscritta all’Albo degli Psicologi, operando sempre con deontologia professionale. Dimostri il contrario se lo crede.

Nella sitografia della tesi compare un sito che assume una notevole importanza nella logica di questa ricerca. Il sito è  ilcasoarkeon.wordpress.com. Ovviamente si tratta di un blog anonimo che contiene opinioni non documentate sulla questione arkeon in piena sintonia con un atteggiamento diffamatorio e denigratorio dell’operato mio e del CeSAP. Ovviamente sottolineo l’assoluta non credibilità di un sito anonimo all’interno di qualsiasi ricerca scientifica che si rispetti, specie se essa viene discussa all’interno di una Università.

A meno che la candidata Ludovica Russo e il professore relatore Luca Poma possano garantire sull’autenticità del blog in questione, conoscendone i titolari e riconoscendo valide le prove documentali lì riportate.

Ora passerò a commentare il primo evento.

Luca Poma e i suoi libri denigratori contro la mia persona, scritti da autore sconosciuto

Audacter calumniare, semper aliquid haeret

Non conosco personalmente Luca Poma, salvo per qualche scambio di email nei primi anni di fuoco che hanno riguardato il caso Arkeon. Ricordo che intervenne in più forum con dei commenti contro il mondo degli antisette e che aveva dato vita ad un progetto di ricostruzione della verità di Arkeon attraverso una indagine giornalistica, paradossalmente intervistando, in barba all’etica professionale, solo le parti che accusavano il CeSAP, di metodi ‘criminali’. (http://radoani.ilcannocchiale.it/?TAG=arkeon). Le accuse provenienti da quelle prime indagini erano le medesime di oggi: la presunte incompetenza dei tecnici del CeSAP, la loro tendenza all’uso di metodologie aggressive, l’aspetto settario degli antisette. Le protagoniste del video intervistate erano persone che successivamente furono denunciate per una serie di azioni moleste e diffamatorie, di cui ho parlato in altri contesti.

In quel periodo vennero pubblicati diversi blog anonimi che analizzavano il mio curriculum, inserendo qui e là alcune prove documentali su cui costruire falsità e diffamazioni. Anche le virgole dei miei scritti furono analizzate.

Due di questi blog furon interamente riportati in due libri, che pensavo non esistessero, pur essendo ventilati su Amazon, e che invece Luca Poma ha fatto recapitare al mio amico. Uno dal titolo “Il curioso caso Lorita Tinelli” fenomenologia di una psicologa paragiornalista” e l’altro “Il caso Arkeon”

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Entrambi i libri sono firmati da un nome inesistente. E la quarta pagina di copertina indica le finalità e il progetto di entrambi: la battaglia di delegittimazione della sottoscritta e dell’operato del CeSAP. Ora che ne conosco l’esistenza so che fare.

Mi sorgono pertanto alcune domande:

Cosa ha spinto Luca Poma, giornalista iscritto all’albo  e docente presso la LUMSA ad inviare tali libri, scritti da autore inesistente e con tali obiettivi, al mio amico giornalista?

Cosa spinge Luca Poma a sostenere una tesi fondata su contenuti falsi e tendenziosi, palesemente ideologici e di parte, all’interno di una università come la LUMSA, riconosciuta per il rigore scientifico?

Cosa spinge Luca Poma ad abbracciare e sostenere l’aggressività palese di certe organizzazioni?

E giungiamo al secondo evento.

Luca Poma interpellato come consulente in una eventuale causa di Genio 21 contro di me. Almeno così avrebbe riferito la sua assistente al mio amico giornalista.

Il nemico del tuo nemico è mio amico (Proverbio Cinese)

Che Genio 21 mi minaccia di denunce da anni ormai è un dato di fatto. Così come racconta ai suoi affiliati di aver denunciato il dr. Miguel Perlato in Spagna, Massimo Giletti, i giornalisti di Patti Chiari, il dr. Alessandro Bartoletti (l’unico vero esperto in apprendimento che meriti il titolo a tutti gli effetti) e tutti coloro che hanno osato criticarlo. Non mi risulta che ad oggi sia arrivata a nessuno di noi qualche citazione né denuncia di alcun tipo.

Genio 21 ripete spesso a tutti gli iscritti questo mantra, parlando dei cattivoni che tentano di distruggere l’indefesso lavoro di tutto lo staff. E’ ormai opinione diffusa che la Tinelli è stata denunciata penalmente e citata civilmente da Genio 21 in primis. Poi anche gli altri, che però non fanno molto peso. Quindi un altro dato di fatto è che per quanto se ne dica, gli attacchi alla mia persona superano di gran lunga quelli degli altri critici che di fatto sono inesistenti. Ma raccontare pubblicamente una notizia non vera su denunce mai fatte, ha il significato di dimostrare ai propri affiliati un punto di forza. Nessuno ovviamente indagherà. E poi il tempo stempererà la notizia diffusa. Del resto sono tecniche di marketing. Il valore della parola dipende dalla utilità della stessa.

Ma anche qui sorge spontanea una domanda: è legittimo che un docente di una Facoltà Universitaria usi la stessa per elaborare una tesi mal costruita, per poi eventualmente utilizzarne i contenuti per una consulenza giudiziaria? Non si tratta di incompatibilità o di strumentalizzazione?

Al momento non mi è dato sapere se questa informazione sia vera o meno, ma sarà un altro argomento da discutere in altra sede. Vi terrò informati.

Il punto più interessante della tesi vidimata da Poma è il capitolo sulla Campagna Nera. Lo stato di assedio, il lavoro nell’ombra e tutto quanto è stato attribuito ai critici di Genio 21 è esattamente quello che ho vissuto io negli anni: blog anonimi con accuse infamanti, pedinamenti, tentativi di denigrazione presso le istituzioni… ed anche anonime minacce. Azioni cui sembrerebbe aver  partecipato anche Luca Poma, come da sue responsabilità nei confronti dell’accettazione di una tesi di laurea che manipola la storia  e la divulgazione di un paio di testi, scritti dallo stesso autore inesistente, e che costruiscono ombre di dubbio sulla mia persona. Perché come ben sa l’esperto di comunicazione, Luca Poma, per costruire una fake news bisogna saper presentare le informazioni e i dati in maniera che sembrino incontrovertibili, camuffati da verità. E’ la base per distruggere la credibilità del proprio nemico. Magari qualche volta è bene che certe elucubrazioni siano firmate anche da un nome, affinchè non risultino completamente inattendibili. Non importa se il nome corrisponda ad una persona inesistente. Può trattarsi di un Venanzio Malavasi, Pierluigi Belisario oppure di un Mario Casini qualunque. Purchè ci sia. Chi si chiederà se esistano o meno persone con quei nomi? Chi farà ricerca delle fonti? Chi controllerà che tali argomenti sono diffusi da una sola parte interessata alla questione e non tutti gli organi di informazione?

Luca Poma, docente presso la LUMSA, giornalista iscritto all’albo trova deontologico divulgare opere così costruite da un autore inesistente. Sono certa che nei giusti contesti, la risposta arriverà.

Ovviamente ho dato mandato ai miei legali di intervenire a tutela della mia persona per questi ennesimi attacchi. E la mia parola è sempre coerente, malgrado tutto.

I pensieri banali di Simonetta Po

Mi è capitato di scrivere nel mio blog delle mille attenzioni, al limite della molestia e confermanti una patologia, ricevute dalla signora Simonetta Po. E continuerò a raccontarne le gesta, affinchè certe trame siano chiare a tutti.

Il 31 maggio scorso ho scritto un post nella mia bacheca di Facebook in cui parlavo della mia passione per l’argomento sette, di cui mi occupo. Ho scritto dal cell  e spesso mi capita di scrivere velocemente e fare dei refusi che per pigrizia non correggo. Non sono così pignola come chi mi insegue, alla ricerca del mio più minimo errore. La parola sbagliata era “tram tram“, come potete vedere nel post che segue.

 

 

L'immagine può contenere: il seguente testo "Lorita Psicologa 12:26 comunque ieri amico mio giornale ma paura potrebbero sua osservazione risposta ad alcuna richiesta). diventata un scomodo senso pericoloso alcuni Non dispiaciuta contenta dividere, creare opinioni anche differenti, momento qualcuno definirmi di definire quello che pensando l'argomento, nel qualcuno. male purchè qualcosa posiziona nostro argomento rischio quotidianamente scelta, passione che mia stata stessa avessi comodamente nel delle quotidiana. mania, una passione per dirla con Schiller, mio tiranno servirlo, conosco psicologia". anche trovato 'mania', tiranno'. che comprendere 'patologia' confronto continuo persone coinvolte, direttamente indirettamente,"

L'immagine può contenere: il seguente testo "questo Ed riconoscenza che rimandata mole ore all'ascolto gratuito. L'amico stalker mascherato vigliacco suo molesto pulpito, sostenendo mio impegno lucrativo molestare povera finisce tribunali sue abitudini truffaldine. centinaia che ticolarità caratterizza ogni laddove richieda compenso economico, ricordo collettivo Casini, contrario diffonde capi dei professione fatturo regolarmente tasse per che truffano promettendo aria lucrando davvero sulla neppure debba un paragone, chiama l'asino cis Ed sono sempre contenta onesti. perchè indifferenti, perchè schierano. da' vita, come persona: delinquenti, codardi, coraggiosi Ciascun cluster che quello nostri figli quindi mondo che direzione che"

L'immagine può contenere: 1 persona, il seguente testo "21:47 che seguirà. Il mondo direzione che la maggioranza segna. Per questo confido nei tanti, come me, che possano fare reale differenza. 08:194 MEDICITALIA Q HANTON L'UOMO TALK nemmenoper commentoal l'associazione R தனம்பா 465202 No. 709 Commenti: 15 Mi piace Commenta Condividi Lodovico Napoli Fuga dalla libertà..... Erich Fromm).......ho davvero paura... Altro Lorita Tinelli Psicologa 31maggio 10:09"

 

Ma si sa che le mie virgole, i miei punti e i miei refusi sono materiale ghiotto per alcune persone che amano costruire blog delegittimanti sulla mia persona.

Una di queste è Simonetta Po. Si proprio lei, quella che gestisce il sito Allarme Scientology.  Simonetta da diversi anni è interessata alla distruzione della mia persona e lo fa con nick vari tra cui Martini, Alessia Guidi ed altri, come più volte ho avuto modo di dimostrare http://www.loritatinelli.it/tag/simonetta-po/
Ma ci mette anche il suo nome in questo progetto, perché, nonostante io l’abbia bannata da anni da fb, lei legge tutti i miei post e periodicamente, e, in maniera ossessivo-compulsiva, torna a scrivere qualcosa su di me.

Quindi, dopo aver letto il mio refuso nel post da me pubblicato, quell’appunto “tram tram”, pur non essendo ufficialmente tra i miei amici di fb e nonostante il ban che in teoria le impedirebbe di leggere i miei post anche pubblici, sente l’esigenza di scrivere un post sulla sua pagina fb, che ovviamente riceve il like della sua amica Raffaella Di Marzio, che nutre per me lo stesso smodato interesse (azioni a parte, basta una semplice ricerca su google per vedere quante pagine mi ha dedicato e con quali toni)

 

L'immagine può contenere: spazio all'aperto, il seguente testo "21:11 Simonetta Po .facebook. 口 parlamentari... cuméla? Mi piace W Condividi Simonetta Po giugno 10:10 tram tram della vita quotidiana (cit.). Uno dei suoi suoi proverbiali ifusi (cit.) o qualcosa dipeggio? piace Condividi Simonetta Po 31maggio 19:52"

L'immagine può contenere: il seguente testo "21:37 4 Facebook .facebook. Facebook Raffaella Di Marzio Aggiungi"

e poi …. squillo alle trombe, dopo qualche giorno, arriva il pezzo caldo caldo, scritto sotto l’ombrellone, di pensieribanali, il blog molto amato e molto citato assieme al curiosocasotinelli dalla stessa Alessia Guidi, alias di Simonetta Po su altri canali.

 

L'immagine può contenere: il seguente testo "21:16 Pensieri banali: tram tram 口 Pensieri banali sabato giugno Un tram tram che si chiama comicità "La mia vita non sarebbe stata la stessa se avessi vissuto comodamente nel tram tram delle salite delle discese della vita quotidiana (L. Tinelli)"

Il link al “caro blog” dei pensieribanali di Simonetta Po sale anche nella classifica dei “più consigliati”  nella pagina del sito dell’utile idiota Pietro Bono, maestro d’Arkeon, che ha da sempre collaborato con le due signore sopra citate e qualche volta mandato anche avanti, come un dardo carico d’odio, lanciato dalle due arciere.

 

Stesso argomento, stesso post, stessa ossessione. Un caso? Voi che ne dite?

Certo che se  due sedicenti “eminenti studiose” (la Po si autoappella come ‘ricercatrice’, ovviamente dalla cucina di casa sua, in quanto non compare in alcun dipartimento universitario come tale) trovano il tempo per la  chiacchiera da bar, in pubblico spazio, per sminuire il proprio avversario, adottando strategie tipiche di gruppi settari per innescare guerre subdole e di bassa lega contro il proprio nemico, mi fa un po’ specie. E questo mi rimanda a quando Cosimo Campidoglio, altro esponente degli adepti di Arkeon, nel suo blog tuonava che io avrei dovuto confrontarmi con le studiose in questione, ritenute le massime scienziate al mondo. Dato quello che hanno combinato, sono veramente ben lieta di aver scelto interlocutori di maggiore spessore ed integrità (sic!)

Quanto veleno! Quanta vita sprecata! La loro …

Comunque, per rispondere a te, Simonetta Po, io non nascondo nulla e nemmeno i miei errori e le mie distrazioni, di cui non mi vergogno. Il mio blog è registrato su Aruba e il mio account è sempre lo stesso da anni. Firmo con mio nome e cognome tutto quello che scrivo. Tu invece? Chi sei? Dove ti nascondi? Germania? Regno Unito? Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. Lo sapevi?

Se ritieni che evidenziare i miei refusi possa aiutarti a dimostrare qualcosa che hai nella tua mente, fai pure. La cosa non mi disturba più, ma è ora che la gente sappia chi sei tu e a che gioco giochi. E mentre io non ho bisogno di animare blog anonimi per dire quel che penso, tu semplicemente e banalmente agisci nell’ombra dei tuoi disturbi. Se ritieni sia normale “pedinare” una persona per anni per ridicolizzarla ad ogni pie’ sospinto , rimanendo fissa nel proprio odio verso l’altro, con l’ossessivo intento di delegittimarlo, ad una età in cui avresti dovuto trovar pace o costruire una tua professione e una tua vita, fai pure. Per me non lo è, ma ognuno fa della sua vita quel che crede, raggiungendo i livelli che ritiene più idonei a se stesso. L’incapacità a non trascinare nelle proprie patologie le vite degli altri è comunque contemplata dalla legge  ….

Chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Il tempo è un galantuomo ed io so attendere

 

Qui altri pezzi del puzzle

Le performance di Simonetta Po & co. dopo la puntata di Presa Diretta

 

L’Ordine degli Psicologi Puglia premia il CeSAP con contributo del processo Arkeon

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di oggi

Ieri è stata una giornata importante. L’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia simbolicamente ha voluto rappresentare la propria stima e vicinanza al lavoro svolto da me sul caso Arkeon e in generale su quanto fa il CeSAP. Ci siamo ripromessi di incontrarci ancora per stabilire i termini di un protocollo di intesa per lottare insieme contro l’abuso della professione e le varie cialtronerie. Grande risultato!

 

L’

L’attività che meglio unisce apologisti e sette: il fair game contro i critici

Durante gli anni dell’indagine e del processo Arkeon un gruppo di membri dello stesso e talune apologiste delle sette iniziarono una guerra senza esclusioni di colpi contro la mia persona. Una sedicente “ricercatrice” aprì con vari suoi nickname (si sa che in questi casi il numero fa la forza e avere più di una identità serve) dei gruppi Google di discussione, dove ancora oggi sostiene che si facesse una critica legittima del mio operato, mentre in realtà il tenore dei messaggi era del tipo che seguono questo post. Tre sostenitrici di questo attacco alla persona mi segnalarono senza risultato all’ordine degli psicologi, annoverando tra i miei presunti peccati quello di aver condiviso col direttivo del CeSAP dei casi di abuso da parte di Arkeon prima di denunciarli all’autorità (in sostanza mi chiedevano un comportamento omertoso e contrario al mio codice deontologico), ma anche un refuso e qualche virgola mal riposta (la mia maestra delle elementari ci sarebbe passata sopra, ma si sa che se uno ti odia interpreta anche il tuo respiro come una brutta azione da punire). Due di queste persone furono anche teste a discarico nel processo di Vito Carlo Moccia, manifestando, durante il loro interrogatorio, chiaramente da che parte erano. Questo “fairgame” oggi concretizzato ancora col nome di Mario Casini ha avuto l’obiettivo anche di delegittimarmi presso il mio Ordine, con subsole e pretenziose email che speravano di distruggere la mia reputazione e insinuare dubbi sulla mia professionalità.

A tutti questi personaggi della commedia tragicomica io dedico la giornata di domani, 21 dicembre 2018.

A Silvana, Raffaella, Simonetta, Pietro, Vito, …  e tutti quelli come loro e con loro, i mario casini derivati e i soggetti mascherati che in questi anni si sono mostrati per quel poco che sono (Tra l’altro tutti grandi amici ad oggi, perchè condividono lo stesso obiettivo e lo stesso nemico).

Giornata, domani, in cui il mio Ordine, nel riconoscere il mio impegno, la mia integrità professionale e il lavoro fatto col caso Arkeon e non solo, consegnerà al CeSAP, associazione da me fondata, una cifra simbolica del denaro ricevuto in quanto parte civile del processo Arkeon.

Beh che dire? Io sono ancora qua … eh già!

Lorita Tinelli non ha mai stalkizzato Silvana Radoani. Archiviazione della denuncia

E finalmente oggi è stato messo un punto decisivo (speriamo) all’annoso tentativo da parte di Silvana Radoani di affibbiarmi addosso illeicità di ogni genere, tra cui quella di averla stalkizzata giuridicamente, cosa che davvero offende la mia dignità e reputazione, visto che mi occupo da anni di questo reato realmente agito sulle vittime, quelle vere. Una fantasiosa persecuzione che altri, anonimi e non, supportati da lei o non, hanno diffuso per anni a mio danno.

Un Giudice di Bari ha rigettato la sua opposizione alla già richiesta di archiviazione di un PM. Opposizione che è stata inoltrata quando, poco più di un anno fa, avevo proposto una remissione di querela alle parti, rimettendo anche le mie. Decisione presa, non perchè avessi dimenticato le ingiurie e le offese ricevute in maniera continuativa, per anni, ma perchè ho raggiunto la consapevolezza che la mia vita merita di più e che non prevede più la presenza di persone che hanno valori e che adottano metodi che distano anni luce dal mio mondo.

Dopo alcune pec interlocutorie con avvocati di controparte, che facevano intravedere l’accettazione della proposta di accordo di risoluzione bonaria da parte mia e del CeSAP, al mio rimettere le querele è continuata l’azione molesta e conflittuale da una unica parte. Azione che in questo caso ha portato alla sentenza che segue.

Dunque, in sintesi io non ho mai stalkizzato Silvana Radoani nè l’ho mai calunniata. Anzi, ho esercitato i miei diritti, difendendo l’onorabilità mia e del CeSAP da SUE azioni non lecite e questo a prescindere dagli esiti.

Spero a questo punto che le cose terminino qui e che chi ha sbagliato abbia la correttezza di rimediare ai danni fatti e che smetta di perpetrare con degli scritti infondati una palese, a questo punto, calunnia a mio danno (Il reato di calunnia, disciplinato dall’art. 368 c.p., si concretizza laddove un soggetto incolpi di un reato una persona di cui conosce l’innocenza, o simuli a carico di quest’ultima le tracce di un reato).

Le performance di Simonetta Po & co. dopo la puntata di Presa Diretta

Nota del 26/02/2018: A seguito della puntata di Presa Diretta del 24/02/2018 (https://www.raiplay.it/video/2018/02/PresaDiretta-Io-ci-credo-e9a0c56b-1d8b-4bd3-a10a-f7cb19bdc8de.html) dal tema ‘Io ci credo’, che ha previsto anche la mia partecipazione, vi sono stati i soliti rumors che piuttosto che commentare la puntata complessivamente, hanno concentrato la propria attenzione su una pagina, precisamente la 9, mancante in questa sentenza, da me pubblicata, credendo di dimostrare con questo la mia totale malafede relativamente alle informazioni che pubblico. E questo nonostante il link al documento in pdf che ho inserito sin dall’inizio in questo testo (che l’abbia scritto per tempo e non ora lo può anche confermare chi del gruppo dei miei simpatizzanti monitora il mio sito). Ringrazio i miei ammiratori per avermi fatto notare il mio refuso e … li invito a stare più sereni, perchè, come direbbe Freud, a volte il sigaro è solo un sigaro!

 

La conversazione è tratta dal gruppo google free.it.religioni.scientology, nel giorno 26 febbraio 2018. Tale gruppo fondato da Simonetta Po con alias Alessia Guidi, piuttosto che occuparsi di Scientology, come da titolo e da obiettivi originari, dal 2006 ad oggi preferisce occuparsi di me e della strenua difesa di Arkeon.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nuova interrogazione parlamentare contro gli abusi delle sette

Atto a cui si riferisce:
S.4/08243 LIUZZI – Ai Ministri dell’interno, della giustizia e dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Premesso che: la promozione e la difesa del diritto alla libertà di religione e…
Atto SenatoInterrogazione a risposta scritta 4-08243 presentata da PIETRO LIUZZI
giovedì 12 ottobre 2017, seduta n.898LIUZZI – Ai Ministri dell’interno, della giustizia e dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Premesso che:la promozione e la difesa del diritto alla libertà di religione e credo, nonché il riconoscimento e la tutela delle minoranze religiose e spirituali contro ogni forma di intolleranza e discriminazione non devono costituire un’impasse rispetto alla protezione delle vittime di organizzazioni cultuali abusanti e/o totalitarie, né ostacolo all’attuazione di mirate politiche informativo-preventive nell’interesse dei connazionali e nella fattispecie delle fasce vulnerabili;

al riguardo, anche nel 2017 nell’ambito dell’annuale conferenza Osce “Human dimension implementation meeting 2017” è stata nuovamente ribadita, con l’intervento del dottor Luigi Corvaglia, rappresentante e membro del comitato scientifico della prestigiosa Federazione europea dei centri di ricerca e di informazione sulle sette e i culti (FECRIS), la raccomandazione rivolta all’Europa a “vigilare” sul fenomeno settario e, in particolare, quella indirizzata al Governo italiano a rispettare le normative europee con recepimento, nella fattispecie, della raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 1412/1999;

a parere dell’interrogante, ancora una volta occorre rammentare ed evidenziare come il Consiglio d’Europa, in virtù dell’inquietante diffusione a livello europeo del fenomeno delle cosiddette «sette», di violazioni dei diritti umani e di drammatici avvenimenti determinati dalle condotte delittuose di gruppi o movimenti a carattere settario, abbia approvato nel corso di circa un ventennio, molteplici risoluzioni e raccomandazioni finalizzate, alla promozione di mirate politiche educative e preventive, in particolare a tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili e dei minori, nella fattispecie, degli stessi «figli di membri di gruppi religiosi, esoterici o spirituali, in caso di maltrattamenti, stupri, negligenza, indottrinamento attraverso lavaggio del cervello e mancata iscrizione scolastica»;

il fenomeno risulta in costante crescita esponenziale e si caratterizza attualmente, sia per la preoccupante infiltrazione di derive settarie nei settori della salute e del benessere, per una più rapida diffusione a seguito dell’accresciuto utilizzo della rete web e di nuove tecnologie, con il conseguente reclutamento e indottrinamento dei soggetti adolescenti e minori, sia per la trasformazione e atomizzazione dei gruppi, che ne rende particolarmente problematico il riconoscimento e la relativa attività di vigilanza;

in relazione alla citata infiltrazione nel settore della salute, proprio le associazioni italiane federate Fecris lanciavano già dallo scorso anno, un importante Manifesto, che ha visto l’adesione di esperti del settore, ricercatori e autorevoli personalità del mondo della cultura e della scienza, in cui, tra l’altro, si legge: “Nell’ultima decade si è registrato un incremento di strutture e gruppi organizzati che dietro l’obiettivo del raggiungimento del benessere psicofisico celano progetti di soggezione degli adepti manifestandosi quali veri e proprie “culti abusanti”, cioè associazioni a delinquere in grado di annientare psicologicamente ed economicamente i seguaci. Le vittime vengono attirate attraverso volantini, pubblicità di corsi di yoga, di discipline di meditazione orientali o tecniche “energetiche”in cui si fa leva soprattutto sullo “sviluppo del potenziale umano” più che sulla salute fisica in sé. Sono le cosiddette “psicosette”. Desta quindi apprensione l’attenzione che queste pratiche ottengono sui rotocalchi di ampia diffusione, dove le terapie alternative trovano posto addirittura nelle rubriche che trattano di salute; per non parlare della rete web, dove si vanno coagulando gruppi refrattari alla cultura scientifica che alimentano in modo autoreferenziale idee complottiste che includono anche la medicina ufficiale quale agente di una cospirazione per nascondere le vere cure per le malattie. È da questo ambito culturale che parte anche la pericolosa campagna di rifiuto delle vaccinazioni di cui, ancora una volta, sono vittime i minori. Si rileva, inoltre, la mancanza di reazione delle agenzie di regolamentazione e degli albi professionali per combattere questo flagello che mette seriamente in pericolo la salute e la vita di migliaia di pazienti nel nostro Paese. Ancor di più si è preoccupati per l’intrusione e perfino la promozione di questo tipo di pseudo-terapie da parte di enti pubblici come università, istituti ed Enti Locali che spesso danno voce e amplificano i messaggi pseudoscientifici, organizzando conferenze e corsi su queste pratiche”;

merita attenzione, a parere dell’interrogante, come esempio emblematico della situazione descritta, in particolare dell’azione criminale posta in essere dalle cosiddette psico-sette o movimenti del potenziale umano, spirituali o di altra tipologia, che si pongono in pericolosa alternativa alla medicina e alla scienza ufficiale, la recente sentenza della Corte di cassazione n. 39339 del 2017, di condanna di Vito Carlo Moccia, fondatore e guru del controverso “percorso di sviluppo e conoscenza personale” denominato “Arkeon”, per associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione di psicologo;

nella fattispecie, come si legge nella sintesi riportata da “Il Sole-24 ore” del 23 agosto 2017, «I giudici di appello avevano verificato, che i frequentatori si rivolgevano all'”associazione” con la speranza di risolvere i loro problemi psicologici attraverso la psicoterapia. Un “sostegno” che i “maestri” non negavano «andando a scandagliare nella sfera più intima e nascosta degli adepti insinuando atroci sospetti sul loro passato». Da una relazione tecnica della Procura del Tribunale di Bari, era emerso che, secondo i “maestri” erano in genere i genitori a trasmettere valori perversi ai figli, quasi sempre la madre che, in quanto donna, era dedita a relazioni prevalentemente perverse. L’unica funzione nobile riconosciuta al gentil sesso era quella di essere una terra fertile destinata a dare vita al figlio del Guerriero. Il risultato di una “introspezione” tanto “illuminata” non era la ricercata serenità, ma uno sconvolgimento e gravi rischi per la stabilità psichica dei frequentatori dei seminari. Tutto era finalizzato a raccogliere più partecipanti possibile per massimizzare i profitti. Gli adepti dopo aver «investito un rilevante capitale» nei seminari, restavano legati al gruppo anche nella speranza di far fruttare anche loro, una volta diventati finalmente maestri, il titolo rilasciato dal guru»;

infine, preme evidenziare come questo caso, prima e nonostante l’esito finale, sia diventato cavallo di battaglia della medesima come di altre controverse organizzazioni e dei loro sostenitori, per diffondere on line una gravissima campagna di tipo diffamatorio che si protrae da anni, in particolare in danno della dottoressa Lorita Tinelli (ex presidente del Centro studi sugli abusi psicologici – CeSAP onlus), la quale, per aver raccolto nel corso del tempo, documenti, dati e storie, risultati utili alle stesse indagini condotte dalla Digos, e per aver contestualmente segnalato gli abusi dell’associazione citata, ha dovuto subire anche un imponente accanimento giudiziario, con 180 denunce a suo carico, successivamente archiviate, richiesta di chiusura urgente del sito del CeSAP, respinta con un attestazione di merito dal giudice Salvatore, nonché una richiesta di oltre 4 milioni di euro per risarcimento danni, causa positivamente chiusa. In danno della medesima venivano attivati letteralmente decine di blog tra anonimi e firmati di frequentatori e maestri di Arkeon. L’interrogante rileva, che invero, l’ex presidente dell’ordine degli psicologi, dottor Giuseppe Luigi Palma, attestava la preziosa attività svolta dalla dottoressa Tinelli, invitando, tra l’altro, le stesse istituzioni a una necessaria riflessione, proprio a seguito delle modalità con cui la vicenda Arkeon si è dipanata;

analogo trattamento denigratorio è stato riservato alle associazioni italiane di informazione e tutela delle vittime delle sette e alla stessa specialità di Polizia SAS (squadra antisette) del Ministero dell’interno,

si chiede di conoscere:

quali misure i Ministri in indirizzo intendano adottare onde contrastare più efficacemente il fenomeno del settarismo abusante;

se non ritengano urgente provvedere a mirate politiche informative a tutela delle fasce vulnerabili, con particolare riguardo ai settori della salute e della pubblica istruzione;

quali interventi intendano porre in essere a sostegno delle realtà associative che sul territorio svolgono una encomiabile azione di informazione e tutela delle vittime e delle famiglie, sovente sostituendosi a inaccettabili carenze e lacune del sistema pubblico.

(4-08243)

https://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/475371

Italia: confirman la condena al gurú de la secta Arkeon por hacerse pasar por psicólogo

 

 

Para el delito de ejercicio abusivo de la profesión de psicólogo no se necesita un método, sino que es suficiente un fin y un presupuesto: el diagnóstico y el tratamiento de los trastornos psíquicos. Así comienza la noticia del medio italiano Il Sole 24 Ore en la que Patrizia Maciocchi informa de que el Tribunal de Casación, basado en este principio, ha confirmado la condena del gurú fundador de la “psico-secta” Arkeon por los delitos de asociación para delinquir y abuso de la profesión de psicólogo.

El condenado se llama Vito Carlo Moccia, un dato fundamental que no ofrece el medio italiano. Sin embargo, puede consultarse en el documento de la sentencia, que ha publicado en su página web la psicóloga italiana Lorita Tinelli, experta en sectas. Presentamos la información gracias a la traducción realizada por la Red Iberoamericana de Estudio de las Sectas (RIES).

Los psicólogos, legitimados para denunciar

El Tribunal Supremo, en su sentencia 39339 hecha pública el pasado 22 de agosto, afirma en primer lugar el derecho del Orden de Psicólogos a constituirse en parte civil en el proceso, rechazando la objeción que sobre este punto había hecho el demandante.

Esta constitución es posible cuando no se basa únicamente en el daño a los intereses morales de la categoría profesional, sino también en el daño patrimonial que, aunque indirectamente, derive de la competencia desleal por parte de personas no capacitadas. Y para los jueces fue ciertamente competencia desleal y ejercicio abusivo de la profesión “el camino de desarrollo y de conocimiento personal” propagado en los seminarios de Arkeon. Caminos que, según la defensa, no eran más que una evolución del reiki, la práctica espiritual utilizada como terapia alternativa para dolencias corporales y mentales.

Los jueces de apelación habían verificado que los asistentes se dirigían a la “asociación” con la esperanza de resolver sus problemas psicológicos a través de la psicoterapia. Un “apoyo” que los “maestros” no negaban “yendo a sondear las esferas más íntimas y ocultas de los adeptos, insinuando sospechas atroces sobre su pasado.

El daño a los adeptos

De un informe técnico de la Fiscalía del Tribunal de Bari se desprende que, según los “maestros” de la secta, los padres solían transmitir valores perversos a sus hijos; casi siempre la madre que, como mujer, se dedicaba principalmente a relaciones perversas. La única función noble reconocida al sexo femenino era ser una tierra fértil destinada a dar a luz al hijo del Guerrero.

El resultado de una “introspección” tan “iluminada” no era la serenidad deseada, sino un sobresalto y graves riesgos para la estabilidad psíquica de los asistentes a los seminarios. No es de extrañar la constitución de una parte civil por parte de los psicólogos. El Tribunal de Casación señala que el artículo 348 del Código Penal, relativo al abuso de profesión, es una norma general que debe combinarse con las demás que regulan las profesiones para las que está prevista la habilitación.

Se aclaró que para ejercer de psicólogo sirve un título específico o un título en medicina y cirugía, más los cursos de especialización requeridos; los jueces niegan que sea necesario, para impugnar el delito, el uso de métodos particulares, científicamente probados o no. Es suficiente que la conducta tenga como presupuesto hacer el diagnóstico y cómo curarlo. De hecho, la norma pretende impedir que la salud mental del paciente sea puesta en riesgo por aquellos que pueden “manipularla” dañándola.

El daño al Orden de Psicólogos resultaba evidente tras examinar la estructura de Arkeon y su modus operandi. El boca a boca, folletos, publicidad a través de Internet, presentaciones gratuitas de los cursos… todo estaba dirigido a reunir a tantos participantes como fuera posible para maximizar los beneficios.

Los adeptos, después de haber “invertido un capital significativo” en los seminarios, permanecían vinculados al grupo incluso con la esperanza de hacer producir, una vez que llegaran a ser maestros, el título dado por el gurú. Todo esto prueba “el engaño del delito” y que se trababa, ciertamente, de una “asociación para delinquir”.

Un grupo “abusivo y peligroso”

Según explica en su página web la psicóloga Lorita Tinelli, “después de tantos años hemos llegado a la etapa final de un camino largo, judicial y no sólo, que ha sido increíble” y que aún hoy trae consigo “un proyecto de ocultación de la realidad, de denigración y de intimidación a las víctimas y a los que han denunciado”.

La experta recuerda que uno de los maestros de Arkeon, Francesco Antonio Morello, ya había sido condenado definitivamente en 2012 por abuso sexual, “comportamiento hecho posible también gracias a su papel de maestro en el grupo”.

Por eso muestra su satisfacción porque en la sentencia de casación queda claro que el método Arkeon de Moccia era “abusivo y peligroso”, de manera que no sólo se cierra definitivamente la cuestión en la esfera judicial, sino que también “confirma mi hipótesis inicial y me da la razón sobre los motivos por los que denuncié públicamente el asunto.

En los medios de comunicación se habló en su día de 10.000 personas en torno a la secta Arkeon, con sede en Bari. Un extenso informe presentado ante el Senado italiano por el psicólogo Luigi Corvaglia da los detalles sobre el funcionamiento del grupo y su carácter destructivo.

Fonte: http://infocatolica.com/blog/infories.php/1708240118-italia-confirman-la-condena-a

Vito Carlo Moccia, guru di Arkeon, condannato definitivamente

Dopo tanti anni siamo giunti alla fase conclusiva di un lungo percorso, giudiziario e non solo, che ha avuto dell’incredibile e che ancora oggi porta con se’ rimasuglie di un progetto di dissumulazione della realtà, di denigrazione e di intimidazione delle vittime e di coloro che hanno denunciato. Strategia ormai pallida e ridicola da tempo, ma che ha trovato giocoforza in un gruppuscolo di persone con evidenti problemi esistenziali e probabilmente di altra natura, che hanno investito anni ed anni in questo ‘gioco perverso’, risultato, con ogni evidenza, perdente.

Chi volesse ripercorrere quanto accaduto negli ultimi anni, può anche solo rileggere alcuni articoli scritti sull’argomento che lo riassumono bene (qui e qui). E chi fosse interessato a capire meglio cosa fosse Arkeon può guardare le uniche trasmissioni sopravvissute on line al grande tentativo di censura e di occultamento della realtà messo in atto (qui e qui).

Uno dei maestri di Arkeon, tale Francesco Antonio Morello, era già stato condannato definitivamente nel 2012 per abusi sessuali, comportamento ‘reso possibile’ anche grazie al suo ruolo di maestro nel gruppo (qui la sentenza di cassazione, ma è anche importante leggere la sentenza di primo grado e quella di appello, per meglio comprendere i fatti).

Sono sempre stata abituata ad accettare e rispettare tutte le sentenze, anche quella, dal mio punto di vista, ‘bizzarra’ di primo grado di Arkeon, che sembrerebbe il risultato di un tentativo di ammorbidire certe posizioni a sfavore di altre, pur evidenziando dei fatti precisi (fatti confermati, così come l’attendibilità dei testimoni nella sentenza di appello, che ritorna addirittura a parlare di ‘setta‘). Ma una sentenza di Cassazione che evidenzia che il cosidetto “metodo Arkeon”, diffuso anche da tutte le società create da Moccia, fosse un metodo abusivo e pericoloso tanto che “i frequentatori si rivolgevano all’associazione perché speravano di risolvere problemi di natura psicologica e di ricevere un aiuto psicoterapeutico (…) da tali deposizioni emerge che i maestri di Archeon si azzardavano a scandagliare la sfera più intima e nascosta degli adepti e insinuavano atroci sospetti sul loro passato, determinando sconvolgimenti e gravi rischi per la stabilità psichica degli stessi in quanto privi degli strumenti di competenza per agire in questo delicatissimo settore“, non solo chiude definitivamente la questione, ma conferma anche le mie ipotesi iniziali e quindi mi da ragione sui motivi per cui ho denunciato pubblicamente la questione.

Prima di concludere sento di abbracciare chi mi è stato vicino in questi lunghi 11 anni e chi ha permesso insieme a me di raggiungere questo risultato.

Di seguito le motivazioni della Sentenza di Cassazione. Buona lettura: