Le sette agiscono sulla memoria dei propri affiliati per manipolarli

L’esperienza settaria agisce fortemente su tutti gli aspetti della vita di una persona: dalle sue relazioni sociali, alla sua percezione del mondo esteriore ed interiore. Sono in tanti i fuorusciti a dubitare dei proprio ricordi, del periodo pre-settario e di quello settario. Agire sui ricordi e sui linguaggi ha la capacità di creare un bispensiero di orwelliana memoria, capace anche di modificare il presente e il futuro.

Di seguito ho voluto riportare una mia traduzione di un articolo di una ex seguace della Chiesa dell’Unificazione del Rev Moon, che riflette proprio sull’azione esercitata sulle sue percezioni e sui suoi ricordi, per crearle acquiescenza e per farle dubitare di pezzi della sua storia.

L’articolo che segue è di Jen Kiaba, fotografa ed educatrice che con la sua arte esplora la fede e il controllo coercitivo.

Kiaba è cresciuta nella Chiesa dell’Unificazione, un gruppo religioso chiamato dai media popolari “i Moonies” e uno dei principali esempi di setta. Dopo essere sfuggita a un matrimonio combinato forzato, si è fatta strada poco più che ventenne e ha conseguito la laurea in storia dell’arte al Bard College.

Come artista usa la fotografia per esplorare il fallimento della fede e la conseguente perdita di identità che si verifica in quella esperienza totalitaria. Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale, ha vinto il terzo posto del Julia Margaret Cameron Award, una top 200 finalista in Critical Mass e una menzione d’onore al 13° Pollux Award.

Dal 2014 collabora come educatrice e mentore con diverse organizzazioni non profit che si occupano di responsabilizzare i giovani. Scrive e parla anche di arte, guarigione e della loro intersezione.

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Nella foto Jen Kiaba

Segue il suo articolo, ricordando che la mia non è una traduzione di una professionista, ma mi diletto, seppur con i miei limiti, di portare all’attenzione di tutti argomenti che riguardano l’influenza indebita.

Qui troverete l’articolo di Kiana in originale

Perdita di memoria, dissociazione e richiamo euforico nelle sette

Diversi mesi fa stavo ascoltando un episodio del podcast Falling Out, in cui l’ospite, Elgen Strait, intervista persone che sono cresciute e hanno lasciato la Chiesa dell’Unificazione. In questo particolare episodio stava parlando con Donna, che era andata nello stesso collegio della chiesa che frequentavo io, ma era stata espulsa l’anno prima del mio arrivo. Ad un certo punto, Donna racconta che aveva dovuto fare delle ricerche sulla scuola e guardare indietro nei registri e agli annunci per assicurarsi che i suoi brutti ricordi non fossero una sorta di sogno febbrile.

Le sue parole mi hanno fatto riflettere sulla mia situazione.

Perdita di memoria e dissociazione

A volte anch’io faccio fatica a ricordare cose della mia infanzia nella setta. Ci sono lunghi vuoti nella mia memoria. Quando scavo i ricordi, devo sedermi con loro per molto tempo e chiedere: “ho allucinato quell’esperienza?

In questi giorni ho parlato con molti sopravvissuti, molti dei quali condividono attivamente le loro storie online. Ma il tema del dubitare delle nostre esperienze è qualcosa che sembra ripresentarsi ancora e ancora. Ho iniziato a chiedermi perché è così.

Potrebbe essere che molti di noi abbiano bloccato i ricordi semplicemente per sopravvivere?

Quando mi riferisco agli scritti della dottoressa Alexandra Stein sui modelli di attaccamento nelle sette, tutto sembra avere senso. In un’intervista del 2018 con il Daily Mail ella ha raccontato:

Lo scopo [delle sette] è quello di isolarti e intrappolarti in quell’isolamento. Esse creano uno stress cronico, che provoca traumi. Il trauma porta alla dissociazione, uno stato in cui non puoi pensare ai tuoi sentimenti. In quel vuoto, il culto può inserire la sua ideologia e dirti cosa stai provando“.

La dissociazione è definita dall’American Psychiatric Association come un’esperienza di distacco mentale, o disconnessione tra la mente e il corpo, un meccanismo di coping inconscio che si sviluppa tipicamente in risposta al trauma. Quando il trauma è più grave, la persona che si dissocia potrebbe sperimentare amnesia, perdita di identità e incapacità di riconoscere se stessa o l’ambiente circostante.

Sharon K. Farber Ph.D., scrive in un articolo di Psychology Today che:

Le sette iniziano a sedurre le persone con il love bombing, prestando molta attenzione alla persona e dimostrandosi molto affettuose con le potenziali reclute, un modo molto efficace per entrare in contatto con qualcuno che si sente solo e isolato. Quindi aggrediscono e sopraffanno i loro sensi usando varie tecniche per indurre uno stato dissociato, uno stato alterato di coscienza, uno stato di trance, in cui mente e corpo sono disconnessi l’uno dall’altro.

Queste tecniche includono la privazione del sonno e del cibo, suonare la batteria, cantare, tenere conferenze per ore, luci lampeggianti, girare in tondo, tutte cose che assalgono i sensi e abbattono la capacità di pensare di una persona. Il culto usa il controllo mentale per riempire la mente dissociata con le proprie credenze e il pensiero magico. Arriva un momento in cui la mente si spegne e sembra scattare da questo assalto al sistema nervoso.”

Secondo l’Harborview Abuse and Trauma Center dell’Università di Washington, tutti occasionalmente hanno momenti in cui sognano ad occhi aperti o vagano con la mente, il che è normale. Ma a volte la dissociazione viene utilizzata come meccanismo di coping durante il trauma o in seguito quando si pensa o si ricorda il trauma. Dicono che si manifesti come:

Distanziamento; sognare ad occhi aperti

Aspetto satinato; stupefatto

La mente diventa vuota

Mente vagante

Senso del mondo che non è reale

Guardare se stessi dall’esterno

Distacco da sé o identità

Esperienza fuori dal corpo

Disconnessione dall’ambiente circostante

Ciò che è interessante per me è che la Chiesa dell’Unificazione praticava sicuramente tecniche per portare le persone in quello stato dissociativo, eppure eravamo attivamente scoraggiati dalla “discontinuità“. Ora, crescendo non avevo idea di cosa fosse la dissociazione, ma guardando indietro ora penso che molti di noi nella Chiesa l’hanno usata come meccanismo di coping. Stein e Farber discutono della dissociazione indotta come di una tecnica di culto per inserire l’ideologia del culto, mentre l’Università di Washington la discute come meccanismo di coping.

Quindi devo chiedermi se il tipo di dissociazione che è stato incoraggiato nella Chiesa fosse il tipo che è stato indotto durante il canto, le conferenze, gli esercizi di gruppo, le punizioni, ecc. utilizzato come quel meccanismo di coping protettivo.

Quindi, quando si sovrappone il modo in cui i culti addestrano i membri nelle tecniche per bloccare il pensiero per impedire ai dubbi di entrare nella loro coscienza (nella Chiesa dell’Unificazione a volte cantavamo frasi come “fuori Satana” o “amore assoluto, fede assoluta, obbedienza assoluta“), non c’è da stupirsi che così tanti dei nostri ricordi siano sepolti o sembrino surreali quando li ricordiamo.

Abuso di amnesia

Dall’altro lato della medaglia ci sono persone che si sentono come se gli unici ricordi a cui hanno accesso fossero quelli positivi. Ho sentito resoconti di questo sia da persone che sono ancora nella Chiesa dell’Unificazione, sia da coloro che se ne sono andati. È quest’ultimo gruppo che mi interessa davvero, perché molti di loro riconoscono che ci sono pratiche abusive nella Chiesa, mentre ancora lottano per fare i conti con i propri ricordi.

Ren, un’attivista della comunità di seconda generazione dell’ex Chiesa dell’Unificazione, mi ha detto che, fino a poco tempo fa, aveva pensato che far parte dell’Oceania Leadership Team fosse stata un’incredibile opportunità per viaggiare per il mondo. (OLT è una conseguenza del programma di traffico di manodopera della Special Task Force nella Chiesa dell’Unificazione, di cui puoi leggere un po’ di più sul mio vecchio blog Summer of Cheesecake.) Questo, nonostante vivesse in un furgone, raccoglieva fondi fino a 16 ore al giorno, sette giorni alla settimana, e talvolta doveva mendicare soldi per i pasti. Egli ha raccontato: “Fino a pochi anni fa pensavo di essere così fortunata ad avere tutte quelle esperienze. Ad esempio, non lamentarti, hai viaggiato per il mondo.”

Un’altra ex di seconda generazione mi ha detto: “[Ho una perdita di memoria] dei seminari a cui ho partecipato. A volte è difficile rendersi pienamente conto che l’UC è abusante perché abbiamo un’immagine non violenta.

Qualcun altro ha scritto per dire: “Non riuscivo a capire che la negligenza è un abuso; Pensavo di aver avuto una bella infanzia.

Becca, che è anche un’attivista nella comunità di seconda generazione dell’ex Chiesa dell’Unificazione, ha raccontato: “Ho represso molte cose brutte. Anche mentre facevo terapia, ho avuto difficoltà a descrivere quale fosse il problema. Anche adesso ricordo brutti incontri e cose terribili mentre ascolto o dopo aver ascolto un episodio di un podcast sugli ex Moonie o leggo un post su Instagram. Mi chiedo se ho seppellito quei ricordi nel profondo del mio inconscio perché sapevo che mi facevano ancora male.”

Io mi riferisco in particolare all’esperienza dell’ultima persona. Proprio come ho sperimentato durante l’ascolto dell’episodio di Donna su Falling Out, più ascolto o leggo le storie di altre ex di seconda generazione, più i miei ricordi riaffiorano o mi viene in mente che i miei ricordi non erano solo allucinazioni. Crescendo ci è stato insegnato a dubitare di noi stessi, delle nostre realtà e delle nostre prospettive in modo che la Chiesa potesse affermare le proprie. Ma più ascoltiamo le storie degli altri, più sembra che verifichiamo e convalidiamo le reciproche esperienze.

Sharie Stines, PsyD, ha postulato in un post su Goodtherapy.com che le vittime di abusi in corso possono soffrire di amnesia da abuso. Ella sostiene: “Si verifica quando una persona è stata abusata – fisicamente, verbalmente, sessualmente o emotivamente – e nel giro di pochi minuti, ore o giorni, è come se l’abuso non fosse mai avvenuto. La vittima e l’autore del reato continuano come se l’incidente non fosse mai accaduto.”

Ella descrive i cambiamenti nella chimica del cervello durante il ciclo di abuso, dicendo che durante l’abuso vengono rilasciati gli ormoni dello stress cortisolo e adrenalina. Durante la fase di abbandono, il cervello rilascia dopamina che motiva la persona a cercare sollievo nell’oggetto del desiderio: l’aggressore. Questo si sincronizza perfettamente con gli scritti della dottoressa Alexandra Stein sulla teoria dell’attaccamento nelle sette e su come si rischia che l’aggressore o la setta crei un legame traumatico. (Esploro alcuni dei suoi scritti in modo più approfondito nei post, “Perché non te ne sei appena andato?” e Cosa c’è di così brutto nel crescere in una setta?). Quindi, secondo Sharie Stines, si instaura una omeostasi e la relazione violenta diventa un sistema, con l’amnesia da abuso come componente essenziale di questo equilibrio.

Lei continua dicendo che,

Una volta che il partner violento torna e smette di abusare attivamente, il cervello rilascia ossitocina e oppioidi, che hanno un effetto calmante. Gli ormoni dello stress sono diminuiti e le sensazioni di sollievo causate dalle sostanze chimiche positive rafforzano la capacità della vittima di dimenticare il male e aggrapparsi al bene.

Lo schema continua: minimizza il male, concentrati sul bene. Dimentica il dolore. Ricorda il positivo“.

Richiamo euforico

A volte le persone mi chiedono se ho dei bei ricordi di quando sono cresciuta nella setta. È una domanda onesta e apparentemente innocua in superficie. E certamente ho dei ricordi sicuri che condivido. Ma ora la domanda può allarmarmi per diversi motivi.

Il primo è che, come ho già detto, l’esperienza dell’abuso settario è simile all’esperienza dell’abuso domestico/violenza intima del partner. La dottoressa Janja Lalich ha dichiarato, in un’intervista su Change The Narrative con JD Fuller, che “io credo che le relazioni violente abbiano molte delle stesse caratteristiche [delle sette] e le persone che ne escono hanno problemi molto simili da affrontare nel recupero”. Questo, ha detto, è dovuto al fatto che i violentatori nelle relazioni e i leader di setta usano una strategia narcisistica e meccanismi di influenza e controllo interconnessi per continuare a manipolare la vittima o tenerla nel gruppo. (Esploro più del suo modello di questi meccanismi di interconnessione nel post “The Illusion of Choice“).

Quindi, con questo in mente, mi preoccupa il fatto che chiedere a un sopravvissuto ad una setta di condividere i ricordi felici del tempo passato nella setta, o all’interno di una famiglia di una setta, possa essere come chiedere a una sopravvissuta alla violenza domestica di condividere i ricordi felici dei tempi con il suo aggressore.

Non è che questi tempi felici non esistano. In effetti, fanno parte del ciclo di abusi che tiene bloccata la vittima. Secondo il dottor Ramani Durvasula, Ph.D., psicologo clinico, “è molto comune per le persone in relazione con i narcisisti perdersi davvero nei ricordi del bombardamento d’amore“. Continua dicendo che in quelle relazioni è molto comune che i bombardamenti amorosi alimentino qualcosa chiamato richiamo euforico. Durvasula dice che il ricordo euforico è “esattamente quello che sembra; è ricordare le cose belle, ricordare le cose euforiche.”

Come il termine psicologico “retrospezione rosea“, si intende che il ricordo euforico è la tendenza delle persone a ricordare le esperienze passate in una luce positiva, trascurando le esperienze negative. Viene generalmente discusso in termini di dipendenza e abuso di sostanze e, se lo cerchi su Google, la maggior parte dei risultati riguarderà i programmi di trattamento della dipendenza.

Secondo Durvasula, per quanto riguarda le relazioni narcisistiche, “il ricordo euforico è il tuo nemico. Peggiora la ruminazione e ti fa dubitare di te stesso; e a questo punto ora sta avvenendo un gaslighting. Il processo mantiene la vittima intrappolata in un ambiente pericoloso perché tende a dubitare della propria realtà o a minimizzare l’abuso.”

Quindi chiedere a un sopravvissuto di una setta dei suoi ricordi felici è come chiedegli di impegnarsi in un potenziale richiamo euforico? Penso di sì, e temo che possa potenzialmente riportarli allo stato di dubitare della propria intuizione intorno a un’esperienza violenta. Che ce ne rendiamo conto o no, quando chiediamo alla vittima di condividere i suoi ricordi felici, stiamo potenzialmente chiedendole di condividere storie del ciclo dei suoi abusi e di gaslighting. Questo significa che non ci sono state buone esperienze crescendo in una setta? No. Ma penso che dobbiamo stare attenti a chiedere ai sopravvissuti di impegnarsi in una rosea retrospezione, o in un ricordo euforico, perché può essere potenzialmente dannoso nel processo di guarigione, o riportarli allo stato di dubitare della propria intuizione riguardo a un’esperienza violenta.

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Ringrazio personalmente Jen Kiaba per la sua chiarezza e per aver rappresentato con molta correttezza la dinamica della retrospezione rosea e delle amnesie dell’esperienza negativa nei gruppi settari. Mi auguro che questo articolo possa fornire delle utili risposte a chi si trova nella medesima situazione.

Ribadisco l’importanza di rivolgersi ad uno specialista formato sui culti, per l’elaborazione della propria esperienza, per il raggiungimento dei propri equilibri e dell’autocosapevolezza di quanto è avvenuto e dei vari meccanismi mentali di intralcio al proprio benessere fuori dal gruppo.

Se l’articolo ti è stato utile, scrivi un commento qui sotto.

Come cercare un terapeuta qualificato quando hai fatto una esperienza in ambito settario e non solo

Psicoterapia: perché iniziare? Come scegliere il terapeuta? Quali gli  obiettivi raggiungibili? - Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Nel 1998 veniva pubblicato in Italia il libro “Psicoterapie Folli. Conoscerle e difendersi” di Janja Lalich e Margaret Singer, con prefazione dell’allora Presidente dell’Ordine degli Psicologi Veneto, Paolo Michielin, casa editrice Erckson. Peccato che il libro ora sia pressocchè introvabile, ma risulta ancora un ottimo saggio che fa riflettere sulle tante metodiche invasive e pericolose, spesso ai confini con la pratica psicologica ortodossa, che vengono proposte come attività curative da guru e sedicenti professionisti della salute mentale. Quel che è chiaro è che il testo evidenzia come sia facile scivolare verso l’antiscienza e l’abusivismo, combinazioni queste, che pur promettendo guarigione, provocano danni, spesse volte duraturi.

La parte finale del libro sottolinea l’importanza di diventare consumatori attenti e consapevoli, specialmente quando affidiamo la nostra salute mentale a qualcuno che deve aiutarci. Le autrici riportano un elenco di domande da porsi e da porre al terapeuta cui si sceglie di affidarsi, per comprendere se esso sia realmente qualificato e in grado di valutare la propria salute mentale anche nel contesto delle esperienze specifiche vissute, ovvero quelle delle influenze settarie e manipolatorie.

La stessa Professoressa Janja Lalich nel suo sito riproduce l’utile elenco di domande, sostentendo che è assolutamente normale “intervistare” i terapeuti per assicurarsi di poter realmente risolvere le proprie problematiche in quel preciso percorso e con quella precisa persona. “E’ importante valutare il loro livello di professionalità e se essi si sentono o meno adatti ad interagire con la specifica esperienza dell’adesione a contesti cultistici”, sostiene la Lalich.

Di seguito le domande da fare al professionista:

Qual è la sua laurea o i suoi accreditamenti?
Quali sono la sua formazione e competenza?
Ha esperienza di lavoro con i traumi? Quali tipi di trauma? (Nota: l'esperienza con il disturbo da stress post-traumatico complesso sarà utile).
Che tipo di terapia pratica? Che caratteristiche avrà nel mio trattamento?
Cosa succede se non mi sento a mio agio con il tipo di terapia che pratica? Come lo risolveremo?
E'raggiungibile in caso di crisi ed emergenza? In caso negativo, puoi fornirmi risorse che possono aiutarmi se ciò dovesse accadere?
Ha qualche formazione o comprensione degli impatti delle sette, della riforma del pensiero, della coercizione o dell'abuso?
Pratica l'ipnosi o altre tecniche di induzione della trance? (Nota: alcuni tipi di terapie che utilizzano concetti new age, visualizzazione guidata e ipnosi possono essere scatenanti per chi ha avuto una esperienza in ambito settario. Procedere con cautela.)
Come spiea le tariffe e la politica di annullamento della visita? (Nota: trasparenza e chiarezza sono importanti)
Come stabilite gli obiettivi del trattamento? Che aspetto ha questo processo?
Se mi sento a disagio con qualcosa che fa o suggerisce, come dovrei gestirlo?

Inoltre, esistono delle domande da farsi dopo l’incontro iniziale col terapeuta:

Mi sono sentito ascoltato, compreso e rispettato dal terapeuta?
Mi sono sentito come se la relazione fosse collaborativa con il terapeuta o lui era l'"esperto" ed io l'allievo?
Il terapeuta è stato disposto a capire e apportare modifiche se c'era qualcosa che mi metteva a disagio?
Il terapeuta è stato disposto a indirizzarmi a qualcun altro se non aveva il livello di esperienza necessario per affrontare i miei bisogni terapeutici?
Il terapeuta è stato aperto e diretto nel rispondere a tutte le mie domande?
Il terapeuta sembrava sensibile, intelligente e maturo? Sembrava essere qualcuno con cui posso sentirmi al sicuro?
Il terapeuta era aperto e disposto a imparare di più e a lavorare per capire di più le mie specifiche aree di bisogno?

Altre cose da tenere a mente, secondo la Lalich:

Soprattutto, fidati del tuo giudizio. Se per qualche motivo non ti sentivi al sicuro o sei stato mandato via, questo è sufficiente. Cerca un altro psicologo.
E' bene intervistare diversi terapeuti finché non trovi qualcuno che lavorerà per te. Un terapeuta sano lo capirà e non si offenderà.
Puoi interrompere la terapia ogni volta che vuoi. In ogni momento, hai un pedale dell'acceleratore e un freno. Il tuo terapeuta dovrebbe capirlo e rispettarlo. La terapia è per te, non per il terapeuta.
Qualsiasi terapeuta dovrebbe comprendere le basi delle pratiche etiche, comprese le relazioni non sessuali con i clienti, la cautela su qualsiasi contatto, i confini nelle relazioni e nessuna doppia relazione con i clienti. Tutte queste aree dovrebbero essere discusse apertamente e affrontate in modo sicuro e rispettoso.

Il consumatore responsabile è colui che ha una mentalità critica sulla qualità ed eticità di ciò che acquista. La salute di ciascuno di noi, merita estrema attenzione e molto impegno critico da parte nostra, per cui: siate sempre consumatori attenti e consapevoli!

“I clienti dovrebbero dare retta al suggerimento della scrittrice Charlotte Bronté: <<Guarda bene prima di saltare>>” (dalla chiusa del libro Psicoterapie folli)

Metodi utilizzati per supportare un sistema di controllo comportamentale

La Dottoressa Janja Lalich è una ricercatrice ed educatrice specializzata in sistemi chiusi (sette, tratta di esseri umani, situazioni di influenza e controllo coercitivo, estremismo ideologico), con particolare attenzione al reclutamento e all’indottrinamento e ai metodi di influenza e controllo. È professoressa emerita di sociologia alla California State University di Chico e da oltre 30 anni studia la psicologia sociale di gruppi controversi e relazioni di sfruttamento e abusi. La Dottoressa Lalich ha scritto e tenuto numerose conferenze, ha fornito consulenza alla comunità dell’intelligence internazionale sull’estremismo e l’indottrinamento e ha prestato servizio come consulente e testimone esperto in cause civili e penali.

Nel mio blog ho più volte tradotto alcuni dei suoi scritti e recensito un paio dei suoi libri.

Ho trovato interessante l’elenco che riporta nel suo sito sulle azioni usate per modellare un sistema chiuso e di influenza. Di seguito l’elenco:

  1. Isolamento della persona e manipolazione del suo ambiente.
  2. Controllo delle informazioni che entrano ed escono dall’ambiente del gruppo.
  3. Separazione e/o alienazione dalla famiglia e dagli amici.
  4. Dissociazione indotta e altri stati alterati mettendo la persona in una lieve forma di trance (attraverso il parlare in lingue, cantando, ripetendo affermazioni, lunghi periodi di meditazione o preghiera, lunghe sessioni di denuncia, lunghe ore di lezioni o di studio, processi pubblici o umiliazioni di gruppo, circa critiche sul posto incentrate su un individuo, abusi sessuali, torture, ecc.)
  5. Controllo delle risorse finanziarie della persona.
  6. Debilitazione dovuta a dieta inadeguata e affaticamento; sonno e privazione del cibo.
  7. Degrado del senso di sé della persona, attraverso la confessione, l’autodenuncia, il rimprovero, la critica e l’autocritica, l’umiliazione, e così via, in sessioni individuali o di gruppo.
  8. Pressione dei pari e della leadership, in particolare utilizzando potenti meccanismi di colpa.
  9. Ansia, paura e confusione indotte, con gioia e certezza offerte attraverso la resa al gruppo; instillare la convinzione che la sopravvivenza fisica, emotiva, spirituale della persona dipenda dal rimanere con il gruppo; anche crisi indotte, in modo che la persona debba accettare atti simbolici (o reali) di sottomissione al gruppo attraverso il tradimento e la rinuncia a sé, alla famiglia e ai valori precedentemente detenuti.
  10. Controllo della vita personale e, in molti casi, della vita sessuale della persona.
  11. Ampie sessioni di indottrinamento (attraverso lezioni bibliche, formazione politica, formazione alla vendita, lezioni di autocoscienza, lezioni dei leader).
  12. Assegnazione di compiti monotoni o attività ripetitive, come cantare o meditare, o pulire o copiare materiale scritto o lavoro amministrativo meccanico.
  13. Rigide norme di sicurezza e regole quotidiane.
  14. Alternanza di asprezza e clemenza in un contesto di necessaria disciplina.

Attenzione, però! La Dottoressa Lalich ci fa notare che non tutti i gruppi utilizzano queste tecniche. Un gruppo particolare, per esempio, può essere abbastanza efficace usando solo alcune delle azioni sopra citate, insieme al fascino, o ai poteri persuasivi, di un leader manipolatore. Alcuni gruppi potrebbero non aver bisogno di utilizzare l’isolamento, una dieta inadeguata o la fatica per esercitare un controllo considerevole sui propri membri.

Il punto è che la maggior parte dei leader ha al proprio comando e utilizza consapevolmente una selezione di tecniche di influenza che impiega secondo necessità per controllare i propri seguaci.

E’ importante quindi prestare sempre attenzione e diventare consumatori più consapevoli

Elaborato dal sito: https://janjalalich.com

Atto di Sindacato Ispettivo sull’azione delle sette in Italia 12 maggio 2021

Link alla pagina del Senato

Comunicato stampa: Apologisti, BASTA con le fake news!

Il Centro Studi Abusi Psicologici (CeSAP) e l’ Associazione Familiari Vittime delle Sette (FAVIS), sono costrette a denunciare il clima di criminalizzazione volutamente organizzato ai loro danni dai fautori di una teoria della cospirazione dai connotati grotteschi.

Le suddette associazioni sono, infatti, da anni al centro delle non benevole attenzioni di una rete di controversi attivisti che le attaccano in modo virulento per la loro attività di informazione su gruppi totalitari e/o criminogeni. Esponenti di CeSAP e FAVIS hanno subito e tollerato, nel corso degli anni, la diffamazione personale operata da blog e siti “anonimi” finalizzati a difendere l’operato di culti ambigui e discussi che vedevano nel lavoro delle associazioni citate un ostacolo alla loro attività. Hanno subito perfino azioni di pirateria informatica e intimidazioni che sono giunte alla pubblicazioni di fotografie ritraenti esponenti delle associazioni ripresi nel loro quotidiano spazio di vita.

Una nuova fase nella strategia di attacco a chi difende i cittadini e aiuta le vittime dei gruppi costrittivi è però pianificata e messa in atto da ben individuabili organismi dalle ambigue connessioni proprio con questi gruppi e i cui esponenti più in vista si dedicano a una difesa pregiudiziale di qualunque gruppo sia sospettato di abusi.

Costoro, dopo aver prodotto una mole di articoli denigratori nei confronti delle associazioni cosiddette “anti-sette”, con l’intento di creare un immaginario in cui tutte le vicende di cronaca che riguardano abusi fisici e psicologici nell’ambito di gruppi sarebbero false, ovvero opera della micidiale macchina di creazione di “fake news” gestita da queste associazioni, sono ora giunte alla diffusione di un teorema bizzarro e inverosimile. Infatti, recentemente si è dichiarato che le associazioni italiane affiliate alla FECRIS, (la Federazione Europea dei Centri di Informazione e Ricerca su Culti e Sette), cioè appunto CeSAP e FAVIS, mirerebbero a portare il nostro Paese all’adozione di una legislazione illiberale sul modello di quella adottata nella Federazione Russa, paese in cui gruppi come la Chiesa di Scientology e i Testimoni di Geova sono stati oggetto di vicende giudiziarie, -a cui, nel caso dell’organizzazione geovista, ha fatto seguito la messa al bando -, e dal quale giungono raccapriccianti notizie circa abusi e vessazioni nei confronti dei fedeli di quest’ultima congregazione.

L’accusa, gravissima, infamante e soprattutto priva di qualunque fondamento, non è tollerabile perché altamente lesiva della immagine delle associazioni e della realtà.

La storia personale dei membri delle associazioni, gli statuti di queste e tutta la loro attività svolta anche e soprattutto in fattiva collaborazione con le istituzioni e le forze dell’ordine, testimoniano di un impegno continuo nella difesa della libertà e della democrazia, e un’operazione mediatica che vuole diffondere l’idea di una cospirazione totalitaria, operata da pochi volontari privi di qualunque potere economico o politico, per instaurare uno stato di polizia, è vergognosa, immorale, turpe e grottesca. Si tratta di una propaganda di stampo marcatamente diffamatorio, mirante a creare un pesante alone di diffidenza e sospetto anche nei confronti delle nostre istituzioni e dei suoi organi, e che inquieta particolarmente per le connessioni che questa rete di apologeti “a prescindere” di ogni organizzazione discussa, sembra vantare con esponenti della politica.

Fonte: http://www.cesap.net/chi-siamo/attivita-cesap/20-comunicati-stampa/3514-comunicato-stampa-apologisti-basta-con-le-fake-news

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Sette: analisi psicologica dei meccanismi di affiliazione e affrancamento – Report dal webinar organizzato dall’OPL

Si è svolto lo scorso 18 aprile un interessante evento Webinar, organizzato dall’OPL, sul tema del fenomeno delle sette e i meccanismi di affiliazione attraverso cui i nuovi adepti vengono “captati” all’interno di queste.

Report di Angela Ganci

Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2018/04/sette-analisi-psicologica-report/

Su La Gazzetta del Mezzogiorno di parla di sette e manipolazione mentale

Da La Gazzetta del Mezzogiorno del 30 Agosto 2017

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno del 31 agosto 2017

Cesap ed altre associazioni vittime dei “detrattori legati alle sette”, Liuzzi firma interrogazione parlamentare

NOCI (Bari) – Sette e religione, la questione approda sui banchi del parlamento. Il senatore FI Piero Liuzzi è cofirmatario insieme ad altri cinque senatori di un’interpellanza parlamentare in cui si pone l’accento su una questione in cui l’Italia sembrerebbe in ritardo sulla tabella di marcia proposta dall’Unione Europea in tema di legiferazione sul fenomeno delle sette religiose ad oggi non regolamentata nel nostro Paese.

Il sindacato ispettivo n. 4-01758 è stato inviato anche ai Ministri dell’interno, della giustizia, della salute e dell’istruzione, dell’università e della ricerca “al fine di portare all’attenzione la preoccupante diffusione, anche a livello europeo, del fenomeno delle derive settarie religiose”.

«Il fenomeno in oggetto – si legge nella nota cofirmata da Liuzzi – sarebbe causa di violazioni ai diritti dell’uomo, in particolare nel campo della salute, dell’educazione e del rispetto della vita privata e familiare». Secondo i parlamentari «Le organizzazioni all’origine delle derive settarie spesso agiscono sotto la libertà di religione e mettono in pericolo le libertà fondamentali dei cittadini costituendo, quindi, anche una minaccia alla democrazia. Nella fattispecie, le pratiche si presentano con numerose sfaccettature e una molteplicità di celebrazioni che vanno dalla magia alla stregoneria, dallo spiritismo al cannibalismo e vampirismo, manifestazioni apparentemente folkloristiche che però, non di rado, sono sfociate nella commissione di gravissimi crimini, quali omicidi, stragi o violenze sessuali».

L’interpellanza dei senatori riviene anche dal fatto che nella società coeva si sia creato una sorta di negazionismo delle attività settarie che, di contro, riversa sulle associazioni e forze di polizia attive nella nazione il suo antagonismo attraverso attacchi diretti o argomenti diffamatori.

Tra le associazioni in questione descritte nell’interpellanza parlamentare vi è anche il Cesap diretto dalla nocese Lorita Tinelli, da anni impegnata nella lotta alle sette, in prima linea nel caso Arkeon, e anch’ella vittima di attacchi personali. «Personalmente sono contenta che la nostra attività sia considerata utile e che siano evidenti, anche a livelli istituzionali, i vari tentativi diffamatori che riceviamo da parte di membri di sette e loro sostenitori. Sono rimasta anche molto contenta nel vedere la firma di Liuzzi, al quale non avevo chiesto nulla, ecco perchè sono sorpresa ed anche emozionata dal suo gesto. Evidentemente nel corso degli anni ha potuto apprezzare l’attendibilità e la serietà della nostra attività».

 

Continua a leggere da Noci24.it

 

NOTA: Si riporta di seguito il testo  dell’atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01758

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01758

SENATO DELLA REPUBBLICA
Atto n. 4-01758

Pubblicato il 26 febbraio 2014, nella seduta n. 198

ALBERTI CASELLATI , CALIENDO , LIUZZI , MARIN , MUSSOLINI , PALMA – Ai Ministri dell’interno, della giustizia, della salute e dell’istruzione, dell’università e della ricerca. –

Premesso che:

a cura della prima firmataria della presente interrogazione ed altri, in data 6 dicembre 2012 e 19 giugno 2013 sono stati presentati gli atti di sindacato ispettivo 4-08835 e 4-00374 al fine di portare all’attenzione la preoccupante diffusione, anche a livello europeo, del fenomeno delle derive settarie religiose;

il fenomeno in oggetto sarebbe causa di violazioni ai diritti dell’uomo, in particolare nel campo della salute, dell’educazione e del rispetto della vita privata e familiare;

nel merito, il dettato costituzionale italiano così sancisce: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge” a condizione che “non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano” (art. 8)”; e inoltre “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume” (art. 19);

nella fattispecie, le pratiche si presentano con numerose sfaccettature e una molteplicità di celebrazioni che vanno dalla magia alla stregoneria, dallo spiritismo al cannibalismo e vampirismo, manifestazioni apparentemente folkloristiche che però, non di rado, sono sfociate nella commissione di gravissimi crimini, quali omicidi, stragi o violenze sessuali;

le organizzazioni all’origine delle derive settarie spesso agiscono sotto la libertà di religione e mettono in pericolo le libertà fondamentali dei cittadini costituendo, quindi, anche una minaccia alla democrazia;

il Consiglio d’Europa, già con la raccomandazione n. 1412 (1999), intese sollecitare gli Stati membri a un’efficace azione di vigilanza e di informazione preventiva sui gruppi a carattere religioso, esoterico o spirituale, invitando a concretizzare i necessari interventi mediante appositi programmi d’educazione in ambito scolastico, nonché attraverso l’istituzione di centri nazionali e regionali d’informazione e di Ong di aiuto per le vittime e per le loro famiglie, anche attraverso la creazione di un osservatorio europeo finalizzato a facilitare lo scambio tra i centri nazionali;

in seno alla Conferenza delle Oing presso il Consiglio d’Europa del 5 ottobre 2012, i rappresentanti della Commissione dei Diritti dell’uomo hanno parimenti espresso rammarico e preoccupazione per il fatto che gli Stati membri del Consiglio d’Europa non risultino aver assunto misure all’altezza della sfida rappresentata da quei culti abusanti che attentano ai diritti dell’uomo e ai principi fondamentali di tutte le società democratiche;

con decreto n. 225 UAG/2006-64767-U del 2 novembre 2006, il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno ha istituito la squadra anti sette (SAS) con le seguenti motivazioni: “l’esponenziale diffusione del fenomeno selle sette esoteriche, di “aggregazioni” religiose o pseudo tali, di gruppi dediti a pratiche di magia, di occultismo e satanismo, ha assunto in tutto il paese, dimensioni e connotazioni da richiamare l’attenzione anche sotto il profilo della sicurezza” rilevando, pertanto, che “ai fini di polizia interessa verificare, osservando l’operato di singoli gruppi, la rilevanza penale e la conseguente perseguibilità di particolari pratiche”;

come già segnalato, a tutt’oggi, solo le associazioni di volontariato e alcuni centri di ricerca svolgono, pur nella limitatezza delle risorse, una preziosa e continuativa opera informativa sul fenomeno e di supporto alle vittime e alle famiglie;

in tal senso, esse realizzano un’azione di integrazione nonché, spesso, di vera e propria supplenza dell’azione pubblica, in maniera del tutto gratuita e avvalendosi della consulenza e collaborazione di esperti del settore della salute mentale, delle criminologia e della giurisprudenza;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

è da tempo in corso, in particolare sulla rete web, una pressante e reiterata campagna dai toni marcatamente diffamatori attraverso cui alcuni soggetti, oltre a minimizzare il suddetto fenomeno sociale, screditano sistematicamente con argomentazioni tendenziose e palesemente mendaci i rappresentanti del mondo del volontariato, delle forze dell’ordine e delle istituzioni impegnati in questo specifico e delicato settore, nonché le stesse vittime di realtà controverse e/o abusanti;

nello specifico, sono stati registrati indegni attacchi a danno di persone e alcune associazioni onlus tra cui CeSAP (Centro studi sugli abusi psicologici) e FAVIS (Associazione familiari delle vittime delle sette) che in termini di informazione preventiva nonché di accoglienza, supporto e tutela delle vittime di gruppi controversi e/o abusanti realizzano un’effettiva supplenza all’azione pubblica;

tali attacchi denigratori appaiono finalizzati, tra l’altro, a ostacolare eventuali proposte di legge sul condizionamento psicologico e manipolazione mentale nei soggetti deboli;

a parere degli interroganti, vista la preoccupante ascesa di tali manifestazioni, è necessaria la dovuta attenzione ma, soprattutto, sono necessarie sollecitazioni per l’attuazione di campagne informative e concrete politiche preventive a tutela della popolazione;

i rappresentanti, consulenti e volontari di alcune associazioni onlus, in alcuni contributi pubblicati in rete sono stati così insolentemente definiti “setta degli antisette, la vera setta”, come si può leggere nella stessa interrogazione 4-00374 «cioè movimenti antisette estremisti dai quali gli onesti cittadini dovrebbero prendere le distanze, fanatici oltranzisti (…), promotori di una sorta di lobby finalizzata a manipolare gli organi mediatici, i politici, la magistratura e l’opinione pubblica diffondendo falsa informazione, veri e propri strateghi e terroristi dediti a seminare intolleranza religiosa e procurare allarme, fomentatori di una campagna d’istigazione all’odio per il diverso»;

in occasione della riunione OSCE sull’attuazione degli impegni della dimensione umana, tenutasi a Varsavia dal 23 settembre al 4 ottobre 2013, nell’ambito del side event organizzato da Soteria international e dal tema “Institutional discrimination of religious and spiritual minorities in Italy and Romania”, sono stati ammessi documenti da parte di alcuni soggetti artefici e/o partecipanti alla campagna detrattoria. In particolare, sono state presentate dichiarazioni atte a sostenere l’esistenza nel nostro Paese di pericolosi scenari di intolleranza verso le minoranze religiose e spirituali organizzate, per l’inclusione delle stesse sul territorio, anche in relazione all’operato della squadra anti sette, la quale sarebbe stata istituita in seguito ad allarme creato ad hoc e privo di fondamento alcuno;

alla conferenza, gli stessi soggetti non hanno mancato di squalificare nei loro interventi anche la Federazione europea dei centri di ricerca e informazione sul settarismo (FECRIS), organizzazione dotata di statuto partecipativo al Consiglio d’Europa, statuto consultivo presso le Nazioni Unite e rappresentata presso l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali, cui aderiscono le citate associazioni italiane CeSAP e FAVIS;

la dottoressa Danièle Muller-Tulli, vicepresidente FECRIS, nel suo statement finale, riferendo alle dichiarazioni dei soggetti a cui si fa riferimento, affermava testualmente: “è evidente che la FECRIS, denunciando gli abusi portati alla libertà e ai diritti fondamentali delle vittime, rappresenti un pericolo per i movimenti a funzionamento totalitario. Di conseguenza è oggetto di attacchi ripetuti quanto fuorvianti da parte dei suoi detrattori che intervengono qui con una unanimità che tradisce il loro obiettivo”;

osservato che:

a quanto risulta, non vi sono stati atti di discriminazione su base religiosa o limitazioni e violazioni della libertà religiosa, né sorta di pericoli per l’inclusione delle minoranze sul territorio nazionale a opera di cosiddetti movimenti antisette e lo scenario presentato nelle dichiarazioni presso l’OSCE non trova, di fatto, alcun concreto riscontro nella realtà del nostro Paese;

al riguardo, il rapporto sulla libertà religiosa nel mondo stilato su iniziativa del segretariato italiano di ACS (Aiuto alla chiesa che soffre) e che concerne situazioni di intolleranza, violazione e mancato rispetto del diritto della libertà religiosa di tutte le confessioni, in merito alla situazione italiana rileva che il quadro rimane positivo, pur evidenziando, in linea con quanto accade in altri Paesi dell’Europa occidentale, fatti e situazioni che rivelano intolleranza verso il credo cattolico (esposizione di simboli religiosi in luoghi pubblici, atti di vandalismo e profanazione, forme di critica palesemente offensive nei mass media);

a conferma di ciò, anche l’ultimo rapporto americano sulla libertà religiosa, per quanto concerne la situazione italiana, ha registrato unicamente episodi occasionali di abusi o discriminazioni basati sull’affiliazione, la fede o la pratica religiosa, non certo addebitabili all’attività delle associazioni “antisette” o della squadra anti sette;

tenuto conto, infine, che:

le menzionate associazioni di volontariato non sono oggetto sulla rete telematica di attacchi né di critiche o rimostranze da parte di minoranze religiose e /o spirituali ma operano in un’ottica di naturale dialogo e fattiva cooperazione, anche con le forze dell’ordine e con le istituzioni;

nella fattispecie, il signor Maurizio Alessandrini, presidente della FAVIS e del “Forum delle Associazioni italiane di ricerca, informazione e contrasto dei movimenti settari e dei culti abusanti”, cui partecipano le realtà associative italiane federate FECRIS, con suo comunicato ufficiale, e pubblicato su “Agenzia radicale”, afferma quanto segue: ” [Le associazioni] non svolgono, né hanno mai svolto, alcuna azione di coordinamento della Squadra Anti Sette né hanno mai rivestito il ruolo di consulenti e/o informatori e/o referenti privilegiati della stessa, non gestiscono per conto o in collaborazione con la SAS alcun dossier concernente il fenomeno settario, né ricevono da tale organismo finanziamento alcuno. Non diversamente da quanto avviene nel mondo dell’odierno volontariato, le menzionate associazioni, oltre a rispondere alle esigenze di tutela e partecipazione dei soci, nonché della cosiddetta popolazione-bersaglio che esse rappresentano per una specifica condizione, svolgono un ruolo di rilievo, in termini di prevenzione e sensibilizzazione a specifiche tematiche, a tutela di tutta la popolazione in generale e per tali motivi non possono che essere reticolari, ossia connesse con altre realtà, anche istituzionali, con le quali cooperano attivamente”;

in un recente simposio organizzato dalla francese Missione interministeriale di lotta e vigilanza alle derive settarie, il Ministro dell’interno francese, Manuel Valls, ha evidenziato come l’azione di contrasto alle derive settarie costituisca una lotta essenziale poiché le sette abusanti rappresentano la negazione stessa dell’individuo. Al riguardo, si reputa doveroso rammentare che tra gli “individui negati” inseriti in contesti settari, vi sono anche e soprattutto i bambini: ben 240.000 i minori nel nostro paese, che secondo il Report realizzato nel 2010 dal gruppo di lavoro presieduto dall’allora presidente della Commissione bullismo del Ministero dell’Istruzione, dottor Luca Bernardo, sarebbero entrati solo in quell’anno in contatto con le “sette”. Bambini sovente maltrattati e abusati, non a caso definiti nel 9° rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, redatto da “Telefono azzurro”, come “dimenticati, ignorati e perfino negati”,

si chiede di sapere:

se e quali misure i Ministri in indirizzo intendano adottare in relazione alle direttive espresse nella raccomandazione del Consiglio d’Europa del 1999 e alla luce delle più recenti valutazioni e considerazioni espresse in ambito europeo;

se siano stati o meno realizzati progetti educativi in ambito scolastico volti all’auspicata educazione in materia, nonché a tutela dei soggetti più vulnerabili come adolescenti e minori;

se non ritengano opportuno valutare l’istituzione nel nostro Paese di un’apposita struttura simile alla francese “Missione interministeriale di vigilanza e di lotta contro le derive settarie”;

se siano o meno a conoscenza dell’insistente e pressante campagna di discredito di cui sono a tutt’oggi bersaglio le menzionate associazioni onlus e la stessa SAS e come, eventualmente, intendano procedere nell’interesse delle stesse ex vittime dei culti e delle loro famiglie che si rivolgono fiduciose alle associazioni di aiuto e agli organismi di polizia.

 

Fonte: SENATO DELLA REPUBBLICA

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=750234

 

 

Qui il testo della interrogazione anche in  lingua inglese e francese

 

A che ora è la fine del mondo?

Che or’è, scusa ma che or’è
Che non lo posso perdere l’ultimo spettacolo
Fine del Mondo in Mondovisione, diretta da San Pietro per l’occasione
La borsa sale, i maroni no, Ferri batte il record di autogol
Le liste del Giudizio Universale saranno trasmesse dai telegiornali
A reti unificate e poi sulla pagina 666

Ligabue

E’ trascorso un anno da quella fatidica data del 21 dicembre 2012 indicata come la giornata della fine del mondo, attribuita ad una profezia dei Maya. Un evento che è diventato virale ed ha fatto il giro dell’intero pianeta in pochissimo tempo.
Molti i segnali che sono stati interpretati esotericamente come quelli che avrebbero preannunciato il disastroso evento, che avrebbe distrutto per sempre l’intera umanità: la pioggia di meteoriti nella Russia centrale che causò più di 400 feriti; le dimissioni del Papa e i vari terremoti che hanno devastato diverse zone del mondo abitato e non.
La fantasiosa profezia dei Maya ha ispirato film, libri, gadget e kit di sopravvivenza. In Russia, per esempio, per solo 30 dollari era possibile acquistare un pacchetto contenente alcuni oggetti essenziali da utilizzare dopo il disastro atteso, tra cui: una carta d’identità dell’acquirente, erbe per il relax, bende, vasodilatatori per attacchi di cuore, ingredienti per preparare un porridge di grano saraceno, pesce in scatola, vodka, un notebook, una matita, candele, fiammiferi, un po’ di spago e un pezzo di sapone. I media hanno poi prodotto documentari, approfondimenti e servizi giornalistici a profusione. In tanti si sono mossi in viaggio alla ricerca dei modi più idonei per ‘festeggiare’ la fine del mondo. Posti come Stonehenge, Yucatan e Bugarach o la più vicina Valle d’Itria, sono stati indicati come i luoghi che avrebbero dovuto sopravvivere alla fine del mondo, e qui si è registrato il tutto esaurito nelle strutture recettive e nei vari ristoranti, dove si organizzavano gli eventi più disparati.
Si sono ipotizzati vari scenari per la fine del mondo: si è parlato di un incidente nucleare, una catastrofe climatica, una tempesta solare o un’ecatombe energetica, ma anche una collisione con un asteroide o una invasione aliena. Oppure, più semplicemente, di una forte crisi economica che avrebbe immediatamente soffocato i terrestri.
Tanto rumore … per nulla? Trascorso il 21 dicembre 2012, molti si sono risvegliati scoprendo che il mondo è ancora qui, con tutto quello che quotidianamente ci propone di affrontare, nel bene o nel male.
Ma scienziati, cultori della materia ed esperti continuano ad evidenziare che il motivo di questa inaspettata ‘sopravvivenza’ sia dovuto a qualche errore di valutazione. Sembra, infatti, che sia stata fatta un po’ di confusione tra la cultura dei Maya e quella degli Aztechi, popolazioni vissute a più di 500 anni di distanza l’una dall’altra. Il risultato è che semplicemente la nuova data della fine del mondo va ricalcolata e riposizionata in altro momento storico. Quindi è solo una questione di calcolo …
Negli anni l’essere umano ha tentato diverse volte di individuare delle precise date della fine del mondo, comunicandole con molta convinzione.
L’Osservatorio Antiplagio ci ricorda che dal medioevo ad oggi vi sono state 50 previsioni “errate” sulla fine, inclusa quella del 21 dicembre scorso. “Alcuni presunti veggenti si sono perfino intestarditi, provando a indovinare la fine più di una volta, sino all’arrivo dell’unica vera fine: la loro. I casi più stravaganti sono stati quelli di Charles Taze Russel, fondatore dei Testimoni di Geova, che ha sbagliato in cinque occasioni (1914, 1925, 1941, 1975, 1984), di William Miller, fondatore della setta dei Milleriti, che quattro volte ha preannunciato una catastrofe mai vista (due nel 1843, altre due nel 1845), e dell’improbabile indovino Pierre Turrel, che ha indicato anch’egli quattro date errate, distanziate di secoli (1537, 1544, 1801, 1814). Per non parlare degli astronomi Johannes Stöffler e Jakob Pflaumen, che hanno previsto un nuovo diluvio universale causato dalla congiunzione di alcuni pianeti, terrorizzando 20.000 londinesi; e del pediatra italiano Elio Bianco che, dopo la sua previsione del 1960, ha costruito un’arca per proteggere e salvare l’umanità da un’arma segreta americana. Nel lungo elenco di sedicenti sensitivi che hanno tirato a indovinare sono presenti anche: monaci, presbiteri, astrologi, un matematico, un rabbino, un teologo, un quacchero, un sismologo, un dentista, un medium, pseudo-scienziati, fantomatici esperti di piramidi, una rivista americana, svariate sètte religiose e l’immancabile Nostradamus.” (fonte Osservatorio Antiplagio)
Wikipedia, nella versione inglese, ha proposto una lunga lista (incompleta, a suo dire) di date in cui la terra è stata “graziata”. Si tratterebbe di almeno centosessanta casi, venti solo dal duemila a oggi, in cui sono state divulgate profezie di carattere religioso, parascientifico, onirico e tecnologico, formulate da santoni e guru di ogni parte del mondo.

Come mai gli esseri umani tendono a credere a continue previsioni sbagliate così palesemente, e a riformularne altre, subito dopo il flop?

Lo psicologo sociale Leon Festinger, nel 1950, elaborò una interessante teoria, che può aiutarci a comprendere il perché di tanta difficoltà ad ammettere di essersi sbagliati nel credere o nell’aderire ad ideologie dubbie. Si tratta della teoria della Dissonanza Cognitiva, secondo cui quando una persona si accorge che una situazione è palesemente contrastante con i suoi valori e con le sue credenze, mostra una tendenza a mitigare la condizione di dissonanza, aggiustando la situazione a modo suo.
Festinger aveva osservato il comportamento dei membri di una setta apocalittica, la cui leader sosteneva di aver ricevuto un messaggio dai Guardiani dello Spazio Profondo che avvertivano che un giorno ci sarebbe stata una enorme inondazione. Solo i veri fedeli si sarebbero salvati durante il giorno del Giudizio e sarebbero volati in un’altra dimensione per mezzo dei dischi volanti. In attesa di tale giorno, la leader e i suoi seguaci avevano organizzato diversi momenti di preghiera diffusi attraverso una radio locale. Il giorno prefissato, all’ora prefissata, nessun disco volante arrivò e passò. Ma la leader ricevette un altro messaggio dai Guardiani, che l’avvertivano che il mondo era salvo come premio della fede incondizionata mostrata dai fedeli. Questi ultimi iniziarono i festeggiamenti e la loro fede ed impegno vennero più incrementati.
Dato il fallimento di una profezia così precisa, con date ed ora, ci si sarebbe aspettati un comportamento diverso da parte dei membri del gruppo. Molti membri del gruppo per fare proselitismo e per portare in ogni dove la profezia, avevano perso il lavoro ed anche il denaro, molti avevano rinunciato a nuove possibilità lavorative o ad altre occasioni. Dinnanzi a questo palese fallimento, avrebbero dovuto fare i conti con una dissonanza dolorosa e insopportabile tra le precedenti credenze e lo scetticismo attuale. La strategia più utile era quella di ridurre tale dissonanza con il credere nel nuovo messaggio che sosteneva la convinzione originale. E visto che tale convinzione fu accettata senza problemi da tutti i membri della setta, essa venne addirittura rafforzata in ciascuno di loro. Non erano più delle persone strane che avevano creduto ad una idea strambalata, ma si percepivano come leali e risoluti membri di un piccolo gruppo la cui fede e il coraggio avevano salvato il mondo. Essi diventarono quindi più convinti e fanatici di prima.
Ed è proprio per l’abitudine alle acrobazie logiche dell’essere umano e per l’ostinazione a cercare una data plausibile per la fine del mondo che si continua a … dare i numeri e a ricercare contesti.
Si è parlato di date come maggio 2013, in cui ci sarebbe dovuta essere una ‘apocalisse magnetica, causata da eruzioni solari che avrebbero dovuto portare a un disastroso blackout globale e delle comunicazioni. Oppure il 2035, quando, secondo gli israeliani, la razza aliena degli Elhoim giungerà sulla terra per salvare i propri eletti. Nel 2036 invece l’asteroide Apophis colpirà il nostro pianeta provocando una catastrofe. Nel 2038 vi saranno pestilenze e carestie, come previsto da Nostradamus. E così via in un crescendo di storie improbabili che puntualmente porteranno le masse a credere, investire tempo, denaro, fantasie ed emotività, per una prossima avventura in cui, probabilmente la profezia sarà smentita dai fatti.

Di Lorita Tinelli

Fonte: Osservatorio di Psicologia nei Media

 

Nuova interrogazione parlamentare sulle modalità dei gruppi a deriva settaria e sulle politiche preventive

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00374

Atto n. 4-00374

Pubblicato il 19 giugno 2013, nella seduta n. 44

ALBERTI CASELLATI , MUSSOLINI , CALIENDO , GIBIINO , BERNINI , ROMANI Paolo , CARRARO , BONFRISCO , RIZZOTTI , PELINO– Ai Ministri dell’interno, della giustizia, dell’istruzione, dell’università e della ricerca e della salute. –

Premesso che:

alla luce dell’inquietante diffusione del fenomeno delle sette religiose a livello europeo, il Consiglio d’Europa, già con raccomandazione n. 1412 (1999) intese sollecitare gli Stati membri a un’efficace azione di vigilanza e di informazione preventiva sui gruppi a carattere religioso, esoterico o spirituale, invitando a concretizzare i necessari interventi mediante appositi programmi d’educazione in ambito scolastico, attraverso l’istituzione di centri nazionali e regionali d’informazione e di Ong di aiuto per le vittime e per le loro famiglie, nonché attraverso la creazione di un osservatorio europeo finalizzato a facilitare lo scambio tra i centri nazionali;

nella fattispecie, richiese una speciale attenzione nei confronti delle persone più vulnerabili e in particolare dei minori;

osservato che nella raccomandazione “State, religion, secularity and human rights” n. 1804 (2007), è peraltro evidenziato che «La libertà di religione è protetta dall’Articolo 9 della Convenzione Europea sui Diritti Umani e dall’Articolo 18 della Dichiarazione Universale sui Diritti Umani. Tali libertà non sono tuttavia illimitate: una religione la cui dottrina o pratica si scontri con altri diritti fondamentali sarà inaccettabile. Ad ogni modo, le restrizioni che possono essere applicate a tali libertà sono quelle “previste dalla legge e sono necessarie in una società democratica nell’interesse della sicurezza pubblica, per la protezione dell’ordine, della morale, e della salute pubblici, o per la protezione dei diritti e delle libertà altrui” (articolo 9.2 della Convenzione). Gli Stati non possono nemmeno permettere la diffusione di principi religiosi che, se applicati, violerebbero i diritti umani. Se a questo proposito esistessero dubbi, gli Stati devono richiedere ai leader religiosi di prendere una posizione non ambigua relativamente alla priorità dei diritti umani su qualsiasi principio religioso, come statuito dalla Convenzione Europea sui Diritti Umani»;

osservato, inoltre, che:

il 5 ottobre 2012, i rappresentanti della Commissione dei diritti dell’uomo, nell’ambito della Conferenza delle Oing presso il Consiglio d’Europa, hanno espresso viva preoccupazione per il fatto che gli Stati membri del Consiglio d’Europa non abbiano, fino ad ora, assunto misure all’altezza della sfida rappresentata dalle cosiddette derive settarie, che attentano ai diritti dell’uomo e ai principi fondamentali di tutte le società democratiche;

nell’ambito della medesima Conferenza è stato rilevato come il fenomeno settario sia causa di procedimenti di infrazione in particolare nel campo della salute, dell’educazione e della vita privata e familiare degli individui e che contestualmente, organizzazioni abusanti, agendo al riparo del diritto alla libertà religiosa, minino, di fatto, le libertà fondamentali dei cittadini, costituendo pertanto una reale minaccia per la democrazia;

i rappresentanti della Commissione dei diritti dell’uomo hanno opportunamente sottolineato che, approfittando della permeabilità delle frontiere, il fenomeno ha continuato a dilagare pressoché incontrastato nei Paesi dell’Europa centrale e orientale e non è diminuito nei Paesi dell’Europa occidentale e che, a tutt’oggi, solo Francia e Belgio hanno adottato misure legislative a tutela delle fasce più deboli e pochi altri Stati membri hanno assunto misure di osservazione e informazione;

il 28 novembre 2002, in Francia fu istituita la Missione interministeriale di vigilanza e di lotta contro le derive settarie, con lo scopo di osservare e analizzare il fenomeno, coordinare l’azione preventiva e repressiva dei poteri pubblici e informare la popolazione su rischi e pericoli; nella fattispecie, essa oltre a redigere rapporti annuali sul fenomeno, ha realizzato numerose pubblicazioni e guide a tutela della popolazione, pubblicate in internet;

il Ministro dell’educazione francese inoltrava circolare n. 2012-051 del 22 marzo 2012, per rettrici e rettori della pubblica istruzione, sulla prevenzione e la lotta contro il rischio settario (il cui testo può essere consultato anche sul sito del Governo francese);

il Senato francese ha ritenuto inoltre necessario istituire nell’ottobre 2012 un’apposita Commissione d’inchiesta sul fenomeno settario nell’ambito della sanità;

osservato, infine, che:

nel settembre 2012, relatori della Commissione Affari giuridici e dei diritti dell’uomo dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE), riunitasi a Parigi per discutere in merito alla protezione dei minori dalle “sette”, hanno evidenziato che la difficoltà di raggiungere un consenso europeo sul fenomeno non significa certamente abbandonare l’idea di stabilire delle regole e politiche a livello europeo finalizzate alla protezione dei minori contro il pericolo dei culti abusanti e che occorre difendere l’interesse superiore del bambino da ogni forma di brutalità, maltrattamento e negligenza. Considerata pertanto la vulnerabilità dei minori e degli adolescenti, i rappresentanti degli Stati partecipanti all’Assemblea hanno ribadito la necessità di un’indispensabile vigilanza sul fenomeno, anche attraverso la creazione di strutture simili alla citata Missione francese;

in Italia, la sola Regione Friuli-Venezia Giulia ha approvato in data 31 maggio 2012 la legge regionale n. 11, recante “Norme per il sostegno e la piena libertà intellettuale, morale e psicologica dell’individuo”;

di fatto, a tutt’oggi, solo le associazioni di volontariato e alcuni centri di ricerca svolgono, pur nella limitatezza delle risorse, una preziosa e continuativa opera informativa sul fenomeno e di supporto alle vittime e alle famiglie;

in tal senso esse realizzano un’azione di integrazione nonché, spesso, di vera e propria supplenza dell’azione pubblica, in maniera del tutto gratuita e avvalendosi della consulenza e collaborazione di esperti del settore della salute mentale, della criminologia e della giurisprudenza;

l’associazione Familiari delle vittime delle sette (FAVIS) ha realizzato, primo progetto in Italia, l’opuscolo informativo “Le mani sulla mente”, distribuito gratuitamente durante gli incontri con gli studenti degli istituti scolastici superiori della provincia di Rimini;

da quanto risulta agli interroganti, proprio l’impegno profuso in questo complesso e delicato settore anche attraverso la collaborazione fattiva con le forze dell’ordine, e la denuncia alle autorità competenti di tutti quei casi lesivi dei diritti dell’uomo che hanno portato anche a condanne in ambito giudiziario di soggetti a capo di gruppi e movimenti pseudospirituali, così come la recente partecipazione di alcuni esponenti del mondo dell’associazionismo alle diverse audizioni presso la 2ª Commissione permanente (Giustizia) del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul fenomeno della manipolazione mentale dei soggetti deboli, con particolare riferimento al fenomeno delle cosiddette sette, in relazione al disegno di legge 569 della XVI Legislatura recante disposizioni concernenti il reato di manipolazione mentale, hanno determinato una pesante campagna accusatoria e diffamatoria sulla rete telematica, finalizzata a discreditare le medesime associazioni anche con infondate ed ingiuriose accuse ad personam, nella fattispecie, nei confronti della dottoressa Lorita Tinelli, psicologa e presidente del Centro studi sugli abusi psicologici, della defunta signora Maria Pia Gardini, del signor Maurizio Alessandrini, presidente della FAVIS, di don Aldo Bonaiuto, animatore dell’associazione Servizio antisette della comunità “Giovanni XXIII”, di alcuni rappresentanti delle associazioni Aris Veneto e Aris Toscana, e peraltro della stessa Squadra antisette (SAS) del Ministero dell’interno, nonché di alcuni componenti della 2ª Commissione, con il rischio di gravissime ripercussioni proprio su quei soggetti in stato di bisogno e necessità a cui tali realtà associative si sforzano di offrire aiuto e sostegno;

costoro sono stati definiti, in alcuni contributi pubblicati in rete su diversi blog, quali “setta degli antisette, la vera setta”, cioè movimenti antisette estremisti dai quali gli onesti cittadini dovrebbero prendere le distanze, fanatici oltranzisti, soggetti affetti da disturbo narcisistico di personalità, ignoranti e incompetenti in malafede, serpenti a sonagli, privi di cultura, mancanti di obiettività, empatia e capacità di giudizio razionale, promotori di una sorta di lobby finalizzata a manipolare gli organi mediatici, i politici, la magistratura e l’opinione pubblica diffondendo falsa informazione, veri e propri strateghi e terroristi dediti a seminare intolleranza religiosa e procurare allarme, fomentatori di una campagna d’istigazione all’odio per il diverso, a capo di associazioni che, si cita testualmente, “non solo non si trovano isolate ai margini della società e monitorate attentamente come focolai di odio e razzismo, ma sono le associazioni a cui le Forze dell’ordine si rivolgono per acquisire informazioni su gruppi ritenuti criminali, che informano il grande pubblico e collaborano con la squadra antisette”. Nei citati contributi si legge altresì che tali associazioni, che sono state sentite in audizioni tenute nell’ambito della citata indagine conoscitiva durante la XVI Legislatura sarebbero composte anche da arroganti e presuntuosi con manie di grandezza, ed avrebbero un modus operandi occulto, avvalendosi di agende segrete e canali privilegiati per porre sotto indagine onesti cittadini, inoltrando, a tal fine, documenti supersegretissimi, attentando ai diritti costituzionali, facendo attivismo poliziesco intimidendo e tappando la bocca alle persone, mirando a creare uno stato poliziesco, poiché nostalgici del duce e di leggi liberticide, costituendo dunque una “setta antisetta” molto pericolosa;

per concludere, appare agli interroganti opportuno ricordare le parole del Presidente della Repubblica, in occasione della celebrazione della giornata del volontariato del 2009: “Non si possono solo o principalmente delegare al privato sociale compiti di soddisfacimento dei bisogni o dei diritti che la Repubblica nel suo insieme è chiamata a garantire”;

anche nel corso della XVI Legislatura, in data 6 dicembre 2012, la prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo ha presentato l’interrogazione 4-08835 inerente al fenomeno delle sette,

si chiede di sapere:

se e quali misure di competenza i Ministri in indirizzo intendano adottare in relazione alle direttive espresse nella raccomandazione del Consiglio d’Europa del 1999 e alla luce delle più recenti valutazioni e considerazioni espresse in ambito europeo;

se siano stati o meno realizzati progetti educativi in ambito scolastico volti all’auspicata educazione in materia, nonché a tutela dei soggetti più vulnerabili come adolescenti e minori;

se siano o meno state realizzate campagne informative preventive nell’ambito della sanità, in particolare a tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili;

se nell’ambito della sanità sia o meno stata realizzata attività di monitoraggio e vigilanza al fine di valutare gli effettivi rischi per la salute e la stessa incolumità dei cittadini che si affidano a persone che, a giudizio degli interroganti, si avvalgono sovente di inesistenti titoli e operano anche all’interno di gruppi pseudoreligiosi e/o pseudo-terapici;

se non ritengano opportuno, ai fini della concreta ed immediata assunzione delle direttive indicate nella raccomandazione europea del 1999, anche alla luce della profonda crisi che l’Europa sta attraversando e che rappresenta indubitabilmente un’occasione per un’ulteriore espansione delle derive settarie, valutare anche la realizzazione nel nostro Paese di un’apposita struttura similare alla Missione interministeriale di vigilanza e di lotta contro le derive settarie istituita in Francia;

se siano o meno a conoscenza della campagna di discredito nei confronti delle menzionate associazioni di volontariato e dei rispettivi rappresentanti, e come, eventualmente, intendano procedere anche e soprattutto nell’interesse delle stesse ex vittime di culti abusanti e delle loro famiglie, che si rivolgono fiduciose alle associazioni di aiuto.

 

Fonte: Senato.it