IL DISAGIO NELLA PRE-ADOLESCENZA: RISULTATI DI UNA SPERIMENTAZIONE (1998)

Articolo pubblicato in SCRITTURA, Rivista di problemi di scrittura, n. 115, Luglio-Settembre 2000, Anno XXX, pp. 29-39

SOMMARIO
L’autrice riferisce le modalità e i risultati di una indagine sul disagio dei preadolescenti effettuata con l’uso parallelo del test CPQ di R.B. Porter e R. Cattel, l’analisi grafologica e la valutazione dei disegni.

RESUME’
L’auteur expose les modalitès et les rèsultas d’une recherche concernant le malaise des prèadolescents effectuèe en utilisant parallèlement les test CPQ de R.B. Porter e R. Cattel, l’analyse graphologique et l’èvalutation des dessins.

SUMMMRY
The author explains the methods and results of a survey on uneasiness in preadolescence carried out with the parallel use of R.B. Porter e R. Cattel’s CPQ test, graphological analysis and evalutation of drawings.

SUMARIO
La autora expone las modalidades y los resultados de una investigaciòn sobre el malestar des los preadolescentes efectuadas con el uso paralelo del test CPQ de R.B. Porter e R. Cattel, el anàlisis grafològico y la evalacuaciòn de los disenos.

‘Qualunque linguaggio esterno si collega con
l’interno; meglio, qualunque linguaggio esterno
scaturisce dall’interno, come l’acqua dalla fonte’
(Girolamo Moretti)

Durante gli anni della scuola dell’obbligo gli aspetti fondamentali della personalità dei bambini si modificano lentamente, grazie all’esperienza ed alla maturazione. Tali cambiamenti possono produrre evoluzioni poco armoniche dello sviluppo, non necessariamente di grave entità.
Lavorando in ambito clinico e scolastico ho sentito, come altri colleghi, la necessità di possedere validi e fedeli reattivi per studiare la personalità degli individui in evoluzione, allo scopo di riconoscere i soggetti con sensibilità temperamentale insolita, per offrire loro un appropriato trattamento psicologico e pedagogico. Un valido esame preventivo, difatti, permette di intervenire tempestivamente sulle difficoltà di comportamento prima che certe anomalie si cristallizzino in resistenti meccanismi di difesa.
L’ipotesi su cui si basa questo lavoro consiste nel considerare la grafologia uno strumento utile agli operatori del settore clinico-educativo, per evidenziare anomalie di percorso e progettare validi ed efficaci interventi educativi individualizzati. L’apporto inoltre di altre scienze dell’uomo, più ‘anziane’ rispetto alla grafologia, permette di arricchire i processi di indagine e di intervento, offrendo conoscenze acquisite e sperimentate a livello di maturazione infantile e adolescenziale, di condizionamenti sociali e di rapporto nell’ambito familiare e scolastico.

1. LA RICERCA
1.1. Obiettivi
La ricerca, realizzata in alcune scuole elementari e medie, si è prefissa i seguenti obiettivi:
1) Analizzare le caratteristiche della scrittura dei ragazzi preadolescenti (età 9-13 anni circa) che si trovano a vivere una fase di transizione scolastica (dalla scuola elementare a quella media);
2) Accertare l’eventuale correlazione fra un test psicologico standardizzato e l’analisi grafologica, nella rilevazione delle difficoltà;
3) Verificare gli aspetti principali dei segni del disagio (riferendosi principalmente alle difficoltà emotivo-relazionali e volutamente tralasciando i disturbi genetici e neurofiosiologici che riguardano gli specialisti della materia)
1.2. Strumenti
Gli strumenti per indagare sul disagio dei pre-adolescenti sono stati i seguendi:
1) CPQ di R.B. Porter e di R. Cattell;
2) Analisi grafologica;
3) Valutazione dei disegni;
4) Programma Access.
1.3. Materiale raccolto
Per ogni soggetto della ricerca è stato raccolto il seguente materiale:
1) Scritto spontaneo vergato su un foglio rigato, consistente in una composizione scritta su argomento libero, non corretto
2) Scritto spontaneo vergato su foglio bianco, di argomento libero, allo scopo di valutare l’andamento dello scritto su foglio senza righe
3) Scritto sotto dettatura su foglio bianco
4) Disegno su tema e con tecnica liberi
5) Somministrazione del test, del quale sono state fornite istruzioni dettagliate oralmente
1.4. Metodologia
La ricerca è stata articolata attraverso diverse fasi operative, che hanno previsto anche la partecipazione attiva degli insegnanti delle scuole contattate. Le fasi possono essere ricondotte ai seguenti momenti:
• Ricerca bibliografica sul disagio dell’età evolutiva. E’ stato necessario, prima di formulare un progetto di lavoro, ricercare gli studi finora realizzati sul disagio dell’età evolutiva, sia dal punto di vista psicologico sia da quello grafologico.
• Richiesta presentata ai Presidi ed ai Direttori Didattici per ottenere il permesso di effettuare una ricerca all’interno della loro scuola. Ho contattato personalmente il personale direttivo degli Istituti presso cui intendevo realizzare la mia ricerca. Su dieci scuole contattate solo sei hanno aderito all’iniziativa, le altre hanno giustificato il loro dissenso, sostenendo che la ricerca avrebbe potuto essere di intralcio alla quotidiana attività didattica.
• Scelta del questionario da somministrare agli studenti, allo scopo di effettuare un primo screening nella popolazione da studiare. Il CPQ mi è sembrato lo strumento più opportuno perchè rivolto a bambini o ragazzi di età compresa fra 8 e 13 anni, nonchè di facile utilizzo e somministrazione. Esso è inoltre un test che fornisce un quadro della personalità il più completo possibile in un tempo molto breve.
• Raccolta del materiale grafico, con l’ausilio degli insegnanti. Il materiale è stato raccolto cercando di coinvolgere gli insegnanti, sia allo scopo di sensibilizzarli circa la possibilità di usufruire dello strumento grafologico per la conoscenza dei propri allievi sia perchè si è creduto che gli studenti avrebbero potuto lavorare meglio se le istruzioni fossero state loro fornite dai propri insegnanti.
• Controllo del materiale raccolto ed eliminazione delle documentazioni incoerenti. Sono stati eliminati i soggetti che non avevano conegnato tutti gli elaborati richiesti e che non avevano completato il questionario.
• Inserimento dei dati in un data-base, elaborato con programma Access. E’ stato appositamente creato un data-base, in cui per ogni studente, oltre ai dati personali (ad ogni studente è stata assegnata una sigla alfanumerica, allo scopo di tutelarne la privacy e di poterli rintracciare più facilmente) sono stati inseriti i punteggi del test, la quantificazione dei segni grafologici e le caratteristiche significative degli elaborati grafici degli studenti.
• Analisi ed elaborazione dei dati del questionario, allo scopo di effettuare uno screening dei soggetti con difficoltà. Attraverso un programma informatico sono stati interpretati i risultati del test. Questa prima elaborazione ha permesso di evidenziare i ragazzi che presentavano delle problematiche in alcune aree emotive e relazionali.
• Individuazione di alcuni parametri significativi del test rilevatori del disagio. Il test analizza molti fattori della personalità, pertanto ho ritenuto necessario selezionare i parametri più significativi per la rilevazione del disagio. Nell’ambito dei parametri evidenziati ho preso in considerazione quelli che presentavano valori minimi o massimi, in un continuum da 1 a 10, dove 1 e 10 rappresentavano la devianza estrema del valore medio:
1. fattore C: indica la forza dell’Io nel gestire l’emotività dell’individuo. Punteggi bassi denotano un soggetto spesso in difficoltà a controllare se stesso;
2. fattore E: denota la dominanza-sottomissione; punteggi elevati o bassissimo indicano difficoltà di adattamento all’ambiente
3. fattore F: tratto indicante nel polo negativo soggezione, ansia e preoccupazione;
4. fattore J: nel polo negativo indica la tendenza ad assumere un comportamento psicoastenico, ossessivo-compulsivo e nevrastenico;
5. fattore O: tendenza ai sensi di colpa;
6. fattore Q3: punteggi bassi indicano la tendenza a manifestare un’emotività grezza e non riflessiva;
7. fattore Q4: manifesta lo stato di eccitazione e le tensioni dell’individuo e riflette il livello di energie non scaricate.
• Analisi dei disegni. Ogni disegno è stato valutato oltre che nei contenuti, anche in base alle seguenti categorie: gestione dello spazio, presenza di spazi bianchi, pressione, colore tecnica.
1.5. Il campione
L’indagine è stata effettuata sul campione finale di 777 ragazzi, che avevano consegnato tutto il materiale richiesto. In seguito allo screening è stato verificato che i soggetti che presentavano delle difficoltà in alcune aree di natura emotiva e relazionale erano 151, così caratterizzati:

Distribuzione per età

Età
Frequenza Assoluta
Frequenza Relativa %
9 anni
17
14,40%
10 anni
19
19.58%
11 anni
54
21,6%
12 anni
61
19,65%
Totali
151
100%

Distribuzione per sesso

Età
Frequenza Assoluta
Frequenza Relativa %
Maschi
62
17,32%
Femmine
89
21,24%
Totali
151

Per mancanza del tempo necessario, si è scelto di sviluppare l’analisi esclusivamente su questo campione.

1.6 Interpretazione dei risultati
Per l’interpretazione dei risultati si è fatto riferimento ad alcuni strumenti statistici che hanno permesso di esplicitare la stima dei parametri (media di riferimento, frequenze relative ed assolute) della popolazione presa in considerazione. I significati dei segni pertanto sono stati rapportati in base alle medie statistiche rilevate per i sottogruppi relativi al fattore prescelto.

2. I RISULTATI
Osservando i dati del campione per distribuzione d’età è possibile notare che nel passaggio dai 9-10 agli 11 anni c’è uno sbalzo significativo del valore di frequenza dei bambini con disagio.
E’ bene ricordare che tale periodo corrisponde alla fase di transizione dalla scuola elementare a quella media, che comporta modalità di apprendimento e di adattamento più evolute al nuovo sistema di conoscenze e alle novità relazionali.
Alle maggiori richieste dell’ambiente non sempre corrispondono risposte adeguate da parte del bambino. Ciò influisce sul suo processo di maturazione psicologica.
Inoltre i graduali cambiamenti intellettivi e di pensiero, propri di questa età, hanno molteplici riflessi non solo sull’apprendimento scolastico, ma anche sulla vita affettiva, sui rapporti con la famiglia, con gli adulti in genere e con i coetanei.
Si evidenzia inoltre la prevalenza delle ragazze nella popolazione esaminata del campione. Tale dato potrebbe essere correlato alla precoce maturazione delle ragazze rispetto ai coetanei dell’altro sesso, rappresentata dal menarca. E’ proprio la maturazione sessuale che determina il differente sviluppo psichico nei due sessi.
Osservando la distribuzione del campione per i fattori del test precedentemente evidenziati, otteniamo la seguente ripartizione:

Fattori
N.bambini
Instabilità emotiva (C=1)
43
Difficoltà ad adattarsi alla situazione (E=1 ed E=10)
13
Tendenze alle preoccupazioni (F=1)
59
Interiormente repressi (J=10)
10
Tendenti al senso di colpa
27
Con scarsa integrazione del sentimento del sè (Q3=1)
25
Tesi, frustrati, impulsivi (Q4=10)
12

Alcuni bambini presentano disagi caratterizzati da due o più fattori tra quelli evidenziati e ciò spiega perchè il totale delle frequenze dei singoli fattori nella tabella è superiore al numero dei componenti il campione esaminato.
Significative correlazioni si sono individuate tra il fattore che misura l’Instabilità emotiva (C-) e quello relativo alla rilevazione dell’Impulsività e frustrazione (Q4++). Entrambi questi fattori contribuiscono a formare il fattore di secondo ordine dell’ansia. Altre correlazioni importanti si sono evidenziate fra i fattori Tendenza al senso di colpa (O+) e Tendenza alle preoccupazioni (F-), e tra Tendenza alla repressione interiore (J+) e l’Impulsività e frustrazione (Q4+).
Analizzando le medie dei segni rilevati per ogni fattore considerato del test, è stato possibile osservare che nelle scritture dei soggetti che presentano una bassa forza dell’Io con scarsa stabilità emotiva (C-), è più frequente trovare segni di insicurezza come Titubante, Tentennante, elementi di irrequietezza (Stentata), impressionabilità (Spadiforme, Intozzata II, Filiforme) di disordine (Disordinata, Ricci Sciatteria, Ricci Confusione) in un quadro di scarse energie (Discendente), che rappresentano le forme di disagio.
Il contesto espresso da carenza di volontà e di forza d’azione (Curva in alto grado, Aste concave a destra), induce condizioni di cedimento.
Nelle scritture dei soggetti con frequenti valori del fattore E nel test, compaiono prevalentemente i segni Curva di grado sotto media con Strettezze di lettere, Rovesciata, Titubante, Tentennante, Stentata. Tali indici sul piano psicologico corrispondono a movimenti psichici di chiusura e di regressione. Il segno Spadiforme, spesso presente in questo consenso, denota certo nervosismo.
Dalle grafie dei soggetti che presentano bassi punteggi in F è stata evidenziata una tendenza a resistere, da parte di un Io preoccupato di se stesso, che desidera restare arroccato sui propri schemi. In fatti i segni Stretto tra lettere, Accartocciata, Lettere adossate evidenziano atteggiamenti di diffidenza verso le altrui argomentazioni, favorendo la chiusura. L’energia che favorisce la resistenza nel difendersi è offerta da Intozzata I modo. Il segno Accartocciata, inoltre, assieme ad indici di insicurezza (Titubante, Tentennante, Stentata) è indicativo di atteggiamenti regressivi, con tendenza a preoccuparsi continuamente, e contribuisce ad ostacolare ulteriormente l’apertura mentale ed affettiva del soggetto.
Le grafie dei soggetti del campione con punteggio alto nel fattore J+ presentano prevalentemente un elevato grado del segno Curva associato a segni di lentezza mentale per eccessivo controllo (Accurata studio e Compita, Minuziosa, Lenta, Staccata, Mantiene il Rigo), esigenze di un Io preoccupato (Intozzata II, Lettere addossate) e continuamente sulla difensiva (Rovesciata, aste concave a sinistra).
Gli individui con alto punteggio nel fattore O presentano tendenza al senso di colpa, non si sentono accettati dagli altri, vivono sensi di inadeguatezza e sono socialmente poco adattati. Le grafie analizzate hanno evidenziato indici di scrupolosità, eccesso di meticolosità, con esasperata analisi (Staccata, Accurata, Minuziosa), eccesso di ragionamento (Largo tra Parole, Contorta) e lentezza nel capire (Lenta) che portano il soggetto, a sperimentare un contesto di insicurezze ed inadeguatezze (Titubante, Stentata), ed a rimuginare sulle proprie esperienze di vita. Anche le Lettere addossate sembrano avere un ruolo significativo fra i soggetti con O+, infatti essi per un complesso di insicurezze temono l’ambiente (Rovesciata, Aste a sinistra), questo li porta, nella scrittura, a contrarre il movimento verso destra addossando le lettere. Le grafie dei bambini che presentano il Q3- evidenziano la tendenza all’esaltazione e ai contrasti (Contorta, Disordinata, Ricci spavalderia) e a reagire senza riflettere, in preda alle emozioni del momento (Stretto tra parole).
Il test evidenzia che i soggetti con punteggio alto nel fattore Q4 appaiono irrazionalmente preoccupati, tesi, irritabili ed in continua agitazione. Nella scrittura il disordine prevalente ed il segno Oscura compromettono il soggetto a livello psicoemotivo, favorendo la disorganizzazione. Il segno Filiforme, sviluppa l’incapacità di sopportare e affrontare piccoli stimoli negativi e rende i soggetti facili a turbamenti.
Nelle linee generali il contesto di segni evidenziati mostra la tendenza dei soggetti del campione a vivere con apprensione, tanto da chiudersi entro le proprie idee (Lettere addossate) e spinge l’Io ad assumere posizioni oppositive intense quanto irrazionali (Impaziente, Ricci Confusione, Stentata, Angoli A).

3. SEGNI GRAFOLOGICI PIU’ SIGNIFICATIVI NELLA SCRITTURA DEI BAMBINI IN DIFFICOLTA’
Tenendo conto che i segni vanno valutati nel contesto nel quale si manifestano, dalla ricerca è emerso che quelli che si rilevano più frequentemente nella scrittura dei bambini con difficoltà sono i seguenti:
• Accartocciata: esprime diffidenza che si ripete ed impone forme regressive, riserva ed egocentrismo. Secondo Moretti a questo segno corrisponde il livello di sincerità personale e la possibilità da parte del soggetto di riuscire a superare i limiti imposti dall’ambiente circostante.
• Accurata in alto grado: dal punto di vista neurofisiologico il gesto grafico è estremamente controllato, in quanto l’attività cosciente interviene come inibitrice dell’attività inconscia e automatica. Secondo Moretti a questo segno corrisponde il livello di sincerità personale e la possibilità da parte del soggetto di riuscire a superare i limiti imposti dall’ambiente circostante.
• Angolosa in grado elevato: indica aggressività ed eccessiva difesa dell’Io, che conduce a difficoltà ad adattarsi alle situazioni ed alle persone.
• Aste a sinistra: indicano un atteggiamento abituale e generalizzato di rifiuto, prevenzione, opposizione, diffidenza, difficoltà di adattamento. Il movimento grafico è dovuto ai meccanismi inconsci difensivi della persona nei confronti dell’ambiente che la circonda.
• Curva in alto grado: indica l’abbandono di atteggiamenti difensivi, la passività.
• Discendente: in grado eccessivo può ledere l’Io per debolezze di temperamento. Esso è indicativo di depressione per timidezza e per sentimento di inferiorità a cui il soggetto non riesce a reagire con forme di compensazione.
• Disordinata: indica mancanza di regolarità, di chiarezza discriminativa, sregolatezza, scompostezza, agitazione, sia sul piano mentale sia su quello fisico.
• Intozzata II: in alti gradi è indicativo di un eccesso di impressionabilità che ostacola la lucidità di coscienza e l’obiettività.
• Lettere addossate: esprime fenomeni ansiogeni presenti nel soggetto.
• Minuziosa: indice di continuo ripensamento, di ansioso logorio determinato dallo scrupolo e dalla pignoleria e pedanteria. Tali caratteristiche determinano difficoltà sia a livello di percezione d’insieme sia nelle relazioni sociali.
• Oscura: indicativo di trasandatezza, impazienza, impulsività, difficoltà di organizzazione dei dati psichici e di comunicazione.
• Ricci confusione: è indice di esuberanza mal differenziata ed organizzata.
• Rovesciata: rappresenta, in alto grado, la repressione dell’istinto di contatto, l’accentuazione del controllo e l’assunzione di una rigida posizione difensiva.
• Stentata: esprime una difficoltà nel procedere, determinata da una profonda mancanza di sicurezza e di fiducia nelle proprie possibilità.
• Stretto tra lettere: esprime una difficoltà a riconoscere il Tu per mancata costruzione del proprio Io. L’egocentrismo che ne deriva, sfocia nell’insoddisfazione e nell’apatia.
• Tentennante: indica mancanza di sicurezza e difficoltà a procedere speditamente e rapidamente quando si presuppone l’avvenuta automatizzazione del gesto grafico.
• Titubante: rivela l’indecisione, la mancanza di spontaneità, un bisogno di ritornare sui propri passi per scarsa fiducia nelle proprie capacità.
Altre caratteristiche evidenziate dal contesto grafico sono:
• Disomogeneità e variabilità diverse: dovute a difficoltà nell’occupazione dello spazio psicologico e all’instabilità emotiva.
• Correzioni inutili: indicanti paure di sbagliare e di procedere con scioltezza.

4. CARATTERISTICHE DEI DISEGNI
La ricerca ha permesso inoltre di evidenziare le caratteristiche significative dei disegni della maggior parte dei soggetti raggruppati in sotto-gruppi di fattori, di seguito elencati:
Prev. Fattore Gestione
dello spazio Presenza
spazi bianchi Pressione Colore
prevalente Tipo
contenuto

Prev. Fattore
Gestione
dello spazio
Presenza
spazi bianchi
Pressione
Colore prevalente
Tipo
contenuto
C
Ampia
Pochi
Disordinata
Pastello
Originale
E
Ampia
Molti
Disordinata
Freddi
Originale
F
Irregolare
Molti
Discontinua
Freddi
Scolastico
J
Modesto
Molti
Omogenea
Freddi
Scolastico
O
Modesto
Molti
Irregolare
Freddi
Scolastico
Q3
Ampia
Pochi
Disordinata
Caldi
Originale
Q4
Ampia
Pochi
Disordinata
Freddi
Scolastico

Questa suddivisione appare strettamente legata allo stato emotivo prevalente dei soggetti esaminati, come evidenziato dall’interpretazione dei tratti. Si può notare, infatti, che i soggetti C prevalenti, tendono ad occupare tutto lo spazio a loro disposizione, a causa della loro irrequietezza interiore, anche in maniera disordinata. I colori prevalentemente utilizzati sono quelli pastello, indicativi di certa fragilità e sensibilità. Il disegno nel complesso appare originale, in quanto non segue alcuna tecnica imparata a scuola.
I soggetti E, F, J e Q4, pur nelle loro differenti modalità espressive, sembrano privilegiare i colori freddi, sintomo di una certa congestione della loro emotività.
I soggetti F, J, O e Q4 preferiscono proporre disegni con modalità già sperimentate a scuola, evidenziando una loro esigenza di possedere punti di riferimento e delle difficoltà a procedere spontaneamente nello spazio a loro disposizione.
L’utilizzo dei colori caldi da parte dei soggetti con Q3 sarebbe indice di un’emotività grezza, istintiva ed incontrollabile. I disegni di questo gruppo di bambini sono, difatti, originali nella tecnica e nei contenuti, ed a volte di difficile interpretazione.

5. UN CASO

6. SINTESI CONCLUSIVE
Il lavoro ha evidenziato l’esistenza di una significativa frequenza nelle scuole di bambini che presentano alcune difficoltà (19,43% della popolazione studiata). La frequenza, l’ampiezza e l’accumularsi dei turbamenti, che si incontrano in questa fase d’età, determinano in modo evidente ciò che, da un lato rappresentano le tappe di un individuo in evoluzione e, dall’altro, ciò che rivela una sofferenza legata ad una situazione d’impasse affettiva e relazionale.
I risultati ottenuti dalla comparazione fra il CPQ e l’analisi grafologica e del disegno, hanno evidenziato che nei tre contesti le differenti forme di disagio vengono confermate.
La rilevazione dei segnali d’allarme risulta più immediata e approfondita grazie all’applicazione delle leggi grafologiche durante il processo di indagine. Difatti la grafologia può costituire un valido supporto alla psicologia, in quanto va oltre l’accertamento del disagio. Ad esempio se un test psicologico (es. CPQ) evidenzia uno stato d’ansia che pervade il bambino, la grafologia permette di capire la natura di quel sintomo, cioè se esso è costituzionale (Lettere addossate) ovvero momentaneo (Intozzata II).
In quest’ottica la grafologia, applicata con competenza, contribuisce alla formazione del soggetto in evoluzione, nella comprensione e nell’accettazione del progetto-uomo di cui è portatore (Giacometti, 1993, p. 73). Questa consapevolezza consente di effettuare validi progetti mirati al recupero del bambino nel rispetto della sua individualità e alla verifica dei processi effettivamente realizzati in itinere.
La ricerca realizzata con l’ausilio dei due strumenti, psicologico e grafologico, può ritenersi un esempio efficace di collaborazione, importante e necessaria fra queste due scienze dell’uomo.

Dr.ssa Lorita Tinelli
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