Il Museo della Strada

Il museo nella strada: si rinnova il percorso di conoscenza storica di Noci

12 23museonellastrada2NOCI (Bari) – Correva l’anno 2001 quando, illuminato dall’idea di dover raccontare la storia “per strada”, il Parco letterario Formiche di Puglia (aderendo ad un progetto FESR – parchi letterari – 1999) affiggeva fra i vicoli del centro di Noci le 35 tabelle del “Museo nella strada”. Oggi, a distanza di 14 anni, il Comune di Noci in collaborazione con la Pro Loco di Noci e l’associazione culturale “Terra Nucum” ha fatto ritornare in auge quel progetto, rinnovando testi, grafica e numero delle tabelle.

12 23museonellastrada3L’edizione 2015 del nuovo “Museo nella strada : NOCI – una passeggiata nel centro storico lungo l’itinerario della processione del Corpus Domini del 1600” è stata riprogettata con una duplice novità: la sua pubblicazione, oltre ad essere prevista dal P.O FESR 2007-2013, è avvenuta anche in formato cartaceo. Le prime sono state pubblicate come previsto da progetto nelle opere di completamento del Museo diffuso di San Domenico, e quindi nella sezione Museo Archivio, le ultime per volontà dei due enti associativi prima citati.

Novità tutte da approfondire e che possono benissimo essere fruibili dal pubblico nocese o turistico “per strada” o attraverso l’opuscolo ora disponibile nelle edicole di Noci. Così come 14 anni fa, il Museo nella strada del 2015 è stato curato nei dettagli storici da Pasquale Gentile. Il numero delle tabelle è aumentato da 35 a 40 e la veste grafica non è più di colore arancio bensì verde; la tiratura delle copie dell’opuscolo cartaceo oggi è ferma a 500.

12 23museonellastrada1Le novità sono state presentate, in sede di conferenza stampa, la scorsa domenica 20 dicembre 2015 nella sede della Pro Loco di Noci (in foto) alla presenza del sindaco di Noci Domenico Nisi e dell’assessore alla cultura Lorita Tinelli. L’occasione è stata propizia, per lo storico Gentile, per esprimere ancora una volta il carattere rivoluzionario e culturale dell’iniziativa, che non vuole essere una lezione dalla cattedra bensì “un incontro per strada capace di smuovere un perduta curiosità, quella di interrogarsi sulle proprie radici e sulla propria identità” (così come riportato nella tabella numero 0 ” NOCI … LA STORIA, L’IDENTITA’ “).

Fonte: http://www.noci24.it/cultura/storia-locale/ricerche-e-studi/12503-il-museo-nella-strada-si-rinnova-il-percorso-di-conoscenza-storica-di-noci

Gli indovinelli di Vittorio Tinelli per l’istruzione dei più piccoli

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Gli indovinelli concepiti come mezzo innovativo di istruzione per le nuove generazioni: è quanto emerso dalla presentazione del libro “Indovinelli e Problemi per le Scuole Elementari di Vittorio Tinelli.  Il Libro dove si… tocca la mente” organizzata lo scorso sabato 19 dicembre presso il Chiostro delle Clarisse.
Un’opera quanto mai originale, dove agli scritti autentici del concittadino Vittorio Tinelli si affiancano ai disegni creati dagli alunni della Scuola Primaria dell’IC Pascoli-Giovanni XXIII e della Scuola dell’Infanzia Tinelli.
E i protagonisti indiscussi della serata sono stati proprio i giovanissimi autori che, felici e emozionati allo stesso tempo, hanno allietato la serata di amici e parenti recitando poesie e indovinelli.
Presenti all’evento il presidente dell’Associazione promotrice, Leonardo Tinelli, le insegnanti, il Sindaco Domenico Nisi, l’Assessore alla Cultura Lorita Tinelli e il Senatore della Repubblica Piero Liuzzi: tutti gli ospiti hanno visionato con interesse un video che ha raccolto le testimonianze dei giovani scrittori all’opera durante le ore scolastiche.
Una piacevolissima serata che ha testimoniato come questo progetto sia stato un utile strumento educativo per le nuove generazioni: a sottolinearlo il prof. Tommaso Turi, rappresentante del Liceo “Leonardo Da Vinci” di Noci, che ha paragonato il rivoluzionario metodo educativo di Vittorio Tinelli, “al pari dei metodi pedagogici della Montessori e delle sorelle Agazzi”, la docente di matematica dell’Università degli Studi di Bari Antonella Montone, e la dirigente Rosa Roberto dell’IIS “Da Vinci – Galilei” che ha colto l’occasione per invitare gli insegnati, il sindaco e le famiglie ad impegnarsi nel realizzare iniziative importanti come queste.
La serata si è conclusa con i ringraziamenti per genitori, insegnati, istituzioni e tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo piccolo capolavoro, felici di aver dato un contributo educativo-culturale ai giovanissimi scrittori che hanno lasciato la sala con la copia del loro libro tra le mani, fieri di averlo realizzato.

Maria Valentina Rotolo

Fonte: http://www.nocigazzettino.it/1381/Gli%C2%A0indovinelli%C2%A0di%C2%A0Vittorio%C2%A0Tinelli%C2%A0per%C2%A0l’istruzione%C2%A0dei%C2%A0pi%C3%B9%C2%A0piccoli.html#.VnmXU55Vm-A.facebook

 

Yesweradio, maratona radiofonica per beneficenza

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Nella Christmas Edition di YesWeRadio, un programma eventi pensato ad hoc per intrattenere amici ascoltatori e simpatizzanti per tutto il periodo di festività, largo spazio sarà riservato alla beneficenza. Dopo il successo del primo appuntamento con i PuntinEspansione, la web radio locale ha organizzato per il prossimo weekend, sabato 19 e domenica 20 dicembre, una “Maratona Radiofonica”, con più di 24 ore di diretta, che in collaborazione con la sezione locale del Banco Solidale, consentirà a chiunque voglia, di partecipare ed assistere in diretta ai programmi radiofonici ed, al contempo, offrire il proprio piccolo contributo alla raccolta alimenti del banco. Per l’esattezza, presso i laboratori Glan sarà collocato un simbolico carrello per la spesa, pronto ad essere riempito dagli speaker e dai loro ospiti con viveri di prima necessità, destinati alle famiglie nocesi più disagiate. Il progetto è stato presentato alla stampa, lo scorso 16 dicembre, dallo speaker Vito Fusillo, il direttore della web radio Francesco Recchia, l’assessore ai servizi sociali Lorita Tinelli e il presidente della sezione locale del Banco, Oronzo Colucci. “Quando c’è entusiasmo e solidarietà l’iniziativa non può andar che bene. Quello che si intende trasmettere è lo spendersi con passione per gli altri” osserva l’assessore Tinelli. “Sono contento di questa idea. In tanti si stanno interessando alla realtà del banco” ha dichiarato Colucci “In particolare , vorrei ricordare a tutti coloro che intendono aiutarci che richiediamo maggiormente prodotti per la prima infanzia, riso, olio d’oliva, sughi, pelati, tonno in scatola e biscotti”. A colpire è l’entusiasmo che i 50 speaker di Yes We Radio, per la maggiore giovani ragazzi, stanno profondendo nell’organizzazione dell’evento.

Fonte: http://www.nocigazzettino.it/1369/Yesweradio,%C2%A0maratona%C2%A0radiofonica%C2%A0per%C2%A0%C2%A0beneficenza.html

 

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Yes We Radio, una maratona radiofonica per il Banco Solidale

NOCI (Bari) –Musica e parole in onda per più di 24 ore per uno scopo benefico più che sentito. La Maratona Radiofonica che Yes We Radio si accinge a vivere il prossimo weekend avrà due obiettivi ben precisi: vivere e condividere musica per più di 24 ore e devolvere in beneficienza al Banco solidale di Noci beni di prima necessità. Un’ iniziativa senza precedenti quella della web radio nocese, che si inserisce al secondo posto nella scaletta di eventi proposti nel programma della Chtistmas edition.

A partire dalle ore 16.00 di sabato 19 dicembre il via alle trasmissioni. I ventidue programmi radiofonici, per un’ora e mezzo circa a testa, si alterneranno ai microfoni dei laboratori Glan di Via Repubblica per battere il record di messa in onda. Basterà collegarsi su www.yesweradio.it , hanno dichiarato Vito Fusillo e Francesco Recchia (fondatore e direttore della web radio – entrambi in foto a destra) in conferenza stampa, per scoprire novità, approfondimenti musicali e notizie dal mondo in diretta (anche di notte).

Quel che più interessa però consiste nella volontà, da parte di tutti e 50 gli speakers, di aprire le porte della radio alla cittadinanza nocese per lasciare la possibilità di donare beni di prima necessità al Banco solidale, rappresentato – sempre in occasione della conferenza stampa- da Oronzo Colucci. “Siamo soddisfatti e contenti di questa iniziativa” ha dichiarato quest’ultimo, “per la bellissima idea con cui vi accingete a vivere la vostra esperienza”. Esperienza condivisa e più che apprezzata anche dall’assessore alla cultura Lorita Tinelli nella quale ha personalmente voluto leggere il binomio passione&solidarietà.

Partecipare alla raccolta per il banco solidale non sarà affatto difficile. Salendo sui laboratori Glan dalle ore 16.00 del 19 dicembre fino alle ore 21.30 del giorno successivo si potrà affidare agli speakers di turno qualsiasi alimento a lunga conservazione. Fra questi però, ci ha tenuto a precisare Colucci, si richiedono in particolar modo: alimenti per l’infanzia, riso, olio d’oliva, legumi, sughi e pelati, tonno in scatola e biscotti. Sono le stesse Caritas parrocchiali a richiederlo dal momento che esse stesse sono sempre in contatto con chi ha davvero bisogno d’aiuto. E Yes We Radio potrà sicuramente dire di aver contribuito, in occasione di una delle festività più attese dell’anno.

Daniela Della Corte
Fonte: http://www.noci24.it/cultura/musica-e-spettacoli/12465-yes-we-radio-una-maratona-radiofonica-per-il-banco-alimentare
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Yes We Radio, maratona di solidarietà

Yes We Radio, maratona di solidarietà

 

NOCI – Anche la web radio locale si accosta alla solidarietà. Durante la maratona radiofonica del prossimo weekend Yes We Radio aiuterà l’associazione Noci Banco Solidale nella raccolta di provviste da destinare ai più bisognosi. Alla conclusione del terzo palinsesto, in concomitanza con le festività natalizie, la web radio nata a marzo scorso tenterà di sensibilizzare i cittadini nocesi ad incrementare la raccolta di generi alimentari attraverso la voce degli speaker radiofonici promotori dell’iniziativa benefica. «Saremo noi i primi a portare qui in radio alcune provviste alimentari» spiega Vito Fusillo in sede di conferenza stampa.

Ai laboratori urbani g-lan siti in via Repubblica 4, verrà allestito un piccolo banchetto dove tutti i radioascoltatori potranno portare volontariamente la loro spesa “alternativa” da destinare a chi ne ha più bisogno. Per contribuire non serve altro che recarsi ai laboratori urbani g-lan siti in via Repubblica dalle ore 16 di sabato 19 dicembre alle ore 20 di domenica 20 dicembre, e consegnare gli alimenti al banchetto.

«Ciò che più serve – dice il coordinatore di Noci Banco Solidale Oronzo Colucci – sono beni di prima necessità come alimenti per l’infanzia, olio, riso, salsa, legumi, latte e biscotti. Noi li raccoglieremo e li destineremo alle Caritas cittadine». Lode all’iniziativa anche l’assessore alla cultura Lorita Tinelli per la quale «un pacco di pasta o di biscotti in più non sacrificherà la spesa di nessuno ma contribuirà a risollevare il bisogno alimentare di qualcuno». E rivolta agli speaker dice: «trasmettere l’entusiasmo nello spendersi per passione per donare qualcosa agli altri penso sia la chiave dell’altruismo».

L’altruismo e la passione citati dall’assessore sono forse la chiave che ha fatto crescere in maniera esponenziale il successo della web radio. Deve ancora spegnere la prima candelina e già vanta numeri da capogiro: 32 programmi attivati, 50 speakers radiofonici, 5 registi, 70.000 ascolti secondo Spreaker.com, 5 media partenrship per eventi musicali e 12 collaborazioni con etichette discografiche. I presupposti sono giusti affinché si raggiunga un buon risultato.

Fonte: http://www.legginoci.it/2015/12/18/yes-we-radio-maratona-di-solidarieta/

 

Presentazione del nuovo libro del Prof. Vittorio Tinelli alla scuola V. Tinelli

 

Merocledì 9 dicembre abbiamo presentato presso la Scuola dell’Infanzia Vittorio Tinelli e consegnato alla comunità scolastica il volume “Indovinelli e Problemini per la Scuole Elementari – Il libro dove si… tocca la mente” che raccoglie, oltre all’opera originale del nostro Vittorio Tinelli, l’esercizio culturale di più di duecento bambini e delle relative insegnanti dell’IC “Pascoli-Giovanni XXIII”. Protagonisti assoluti sono stati i giovanissimi alunni che hanno visto tutto il loro lavoro stampato e racchiuso in questo magnifico libro, pronto a raggiungere altri bambini, famiglie, scuole, biblioteche per sollecitare nuove esercitazioni mentali ed operative.
Tutti i presenti hanno ascoltato con attenzione le riflessioni proposte dal Prof. Leonardo Tinelli, dal Dirigente Scolastico Giuseppe D’Elia e dall’Assessora alla Cultura Lorita Tinelli intorno all’ampiezza dell’impegno del “Maestro” Vittorio Tinelli verso le nuove generazioni, verso quegli scolari, oggi ben più che adulti che ancora ne ricordano tiritere, canzoncine, filastrocche, esperimenti, esercizi studiati per trasferire conoscenza. Impegno fondato sulla profondità di relazione, sulla dedizione, sulla messa in pratica di ogni insegnamento che ancora possiamo continuare a mettere a frutto per i nostri figli e la comunità tutta. Sono state recitate poesie sul tema dell’amore e sulla necessità di praticare il bene, i bambini hanno letto gli indovinelli e autografato una copia del libro che sarà conservata dall’Associazione come testimonianza preziosa di questa opera corale.

Fonte: https://www.facebook.com/Vittorio-Tinelli-parole-e-cose-nuove-1491681221136372/?pnref=story

Appello Arkeon: Vito Carlo Moccia confermato ideatore dell’associazione a delinquere, con sconto. Diverse prescrizioni

Due anni e cinque mesi a Vito Carlo Moccia. Una assoluzione e prescrizione per gli altri sei imputati. Diecimila casi denunciati, ammalati speravano nella guarigione

la sentenza

Psico-setta Arkeon, ridotta di 3 mesi
in appello la condanna all’ideatore

Due anni e cinque mesi a Vito Carlo Moccia. Una assoluzione e prescrizione per gli altri sei imputati. Diecimila casi denunciati, ammalati speravano nella guarigione

BARI – La Corte di Appello di Bari ha ridotto di tre mesi, portandola a 2 anni e 5 mesi di reclusione, la condanna nei confronti di Vito Carlo Moccia, ha assolto un altro imputato, Massimo Vavalle, «per non aver commesso il fatto», e ha dichiarato la prescrizione dei reati per gli altri sei. Il processo è quello sulla cosiddetta psico-setta Arkeon. Secondo la ricostruzione dell’accusa, chi soffriva di tumori, Aids o infertilità si rivolgeva alla psico-setta sperando in una guarigione. Oltre diecimila i casi denunciati.

Le indagini

Dalle indagini è emerso che Moccia, 63enne di Noicattaro, avrebbe indotto le vittime a credere, per esempio, di aver subito abusi sessuali in tenera età, intascando fino a centomila euro per le terapie. In primo grado, nel luglio 2012, Moccia era stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, gli altri sette imputati a pene comprese fra 2 anni e 18 mesi di reclusione. Per Moccia è stata confermata l’ipotesi di ideatore e unico promotore della presunta associazione per delinquere. I fatti contestati si riferiscono al periodo 1999-2008.

 

Fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/cronaca/15_dicembre_11/psico-setta-arkeon-ridotta-3-mesi-appello-condanna-all-ideatore-c8017e24-a039-11e5-8a29-067d1ea8259f.shtml

Dentro i Narconon italiani, i rehab per la tossicodipendenza ispirati a Scientology

 

 

Benvenuti al “programma più efficace di prevenzione e riabilitazione dalla droga.”Si presentano così i Narconon, i centri di recupero per tossicodipendenti e alcolisti ispirati da Scientology. Vere e proprie comunità che operano ispirandosi alle teorie del fondatore del movimento, L. Ron Hubbard. Nati nel 1966 a Los Angeles dalla mente di William Benitez, al tempo condannato a 16 anni di reclusione per uso di stupefacenti e poi “illuminato” dalle letture dei testi di Hubbard rinvenuti nella biblioteca del carcere, i Narconon si sono poi diffusi a macchia d’olio in tutto il mondo. Oggi sono presenti in 44 Paesi.In Italia il primo centro Narconon è comparso nel 1981, vicino a Como. Oggi se ne contano sette, per un totale di 220 ospiti. Ciò che secondo il sito di Narconon contraddistingue questi centri dalle tipiche comunità di recupero per tossicodipendenti è la loro strategia di riabilitazione da droghe e alcool, definita “100% naturale e di successo.”

In effetti l’approccio, essendo completamente drug-free, non permette la somministrazione di qualsiasi tipo di medicinale. “Il tossicodipendente non è considerato un malato, ma una persona che è in grado – se vuole e se aiutata nel modo giusto – di liberarsi sia dalle droghe che dagli psicofarmaci e, infine, dalla cultura della droga,” spiega a VICE News Luigi Belotti, rappresentante di Narconon in Italia, che aggiunge: “Il nostro programma poggia su importanti scoperte in ambito biochimico e nutrizionale, grazie a cui si è potuto conoscere le esatte cause che impedivano una riabilitazione completa.”

La sala relax del Narconon Astore a Poggio San Romualdo, vicino ad Ancona. Sul muro, i ritratti di William Benitez, il fondatore del programma, e di L. Ron Hubbard, le cui teorie ne hanno ispirato la nascita (foto via Narconon Astore).

Il metodo di Narconon è basato su un percorso di tre tappe. La prima consiste, ovviamente, nell’astinenza da farmaci e droghe. In questa fase, il paziente è seguito “24 ore su 24” da “personale esperto” che gli somministra una cura a base di complessi vitaminici e di un composto di calcio e magnesio in grado di “restituire le energie consumate dalle droghe e velocizzare i tempi di guarigione.”

La seconda tappa è la disintossicazione totale. “Grazie ad una combinazione di esercizio fisico, vitamine, integratori e saune,” gli ospiti eliminano dal loro corpo quei residui tossici intrappolati nei tessuti adiposi. Si tratta del cosiddetto Purification Rundown, uno dei pilastri della dottrina di Scientology, secondo cui il mix di attività fisica, niacina e saune permette di sciogliere tutti i rifiuti accumulati nell’organismo che costituiscono una “barriera biochimica al benessere spirituale.” Tra i benefici portati da questa seconda tappa, come elenca il sito ufficiale di Narconon, ci sarebbero “energia, lucidità mentale, ottimismo, serenità ed entusiasmo nei confronti della vita.”

La terza ed ultima tappa è quella della risoluzione delle cause. Essa serve per far riconquistare al paziente autostima, autocontrollo e senso di responsabilità, attraverso un metodo di tipo “pedagogico-riabilitativo” che si avvale di “studi ed esercizi pratici” che “permetteranno all’ospite di cambiare punto di vista e correggere il suo comportamento lì dove è sbagliato.”

A differenza delle altre comunità, Narconon prevede un percorso di recupero breve, della durata di 5-7 mesi circa, per un costo di 2.580 euro al mese. La riuscita della riabilitazione, secondo i centri stessi, è altissima: i siti di Narconon parlano di una percentuale di successo nel 75 per cento dei casi trattati. Un dato molto elevato, se confrontato a quelli forniti dai centri stessi sulle comunità di recupero “standard”: “La maggior parte dei programmi – si legge su una delle loro pagine – ha una percentuale di successo che va solo dal 5 per cento al 20 per cento.”

La sauna è considerata uno dei passaggi fondamentali per “purificarsi” dalla droga (foto Narconon Astore).

A giudicare dai dati di Narconon, insomma, il servizio proposto sembra davvero essere il “programma più efficace di prevenzione e riabilitazione dalla droga,” come si sente ripetere in loop sulla home page di un loro sito web. Altre fonti, tuttavia, mettono in dubbio questa affermazione.

Uno studio commissionato dall’Autorità Norvegese della Salute ha portato il Norwegian Knowledge Center for the Health Services ad affermare che, a causa della natura non sperimentale dei pochi studi esistenti sul tema, “non ci sono attualmente prove attendibili che attestino l’efficacia del Narconon come un programma primario o secondario di prevenzione della droga.” I dati annunciati da Narconon non avrebbero dunque una base scientifica e lo studio in questione, pubblicato nel 2008, ne mette in dubbio la veridicità.

Non è la prima volta che queste statistiche vengono contestate. In una sentenza della Corte d’Appello di Milano, in cui peraltro vennero condannati alcuni membri di Scientology e del Narconon per truffa ed estorsione, ciò che colpisce è l’affermazione di un teste, ripresa dal giudice, secondo cui si considerava un trattamento di “successo dopo una settimana dall’uscita del giovane dai centri, e non dopo sei mesi o un anno come si dovrebbe.”

David Lowe è stato prima paziente di Narconon; poi, è entrato nello staff della struttura, dove verificava la buona riuscita dei programmi di disintossicazione. Entrato in possesso dei dati reali, nel 2012 ha raccontato alla NBC come i casi di successo oscillassero piuttosto tra il 20 e il 40 per cento — non certo i numeri ‘scintillanti’ sventolati da Narconon. Così, dopo averlo scoperto, Lowe è uscito definitivamente dalla comunità.

L’inchiesta di NBC analizza anche tre morti sospette avvenute nel giro di soli nove mesi all’interno del centro Narconon dell’Oklahoma, ipotizzando un legame tra i tragici eventi e l’assenza di personale medico professionale all’interno della struttura.

La vita dei centri Narconon nel mondo è stata spesso travagliata. Oltre ai problemi nel centro in Oklahoma, coperti dall’inchiesta NBC, altri centri sono stati costretti alla chiusura. È il caso della struttura in Georgia, che ha serrato i battenti nel 2013 dopo un’accusa di frode. O del centro in Quebec, chiuso dall’agenzia sanitaria regionale dopo che quattro pazienti finirono all’ospedale a causa dei metodi usati nel centro.

Altri Narconon sono poi stati costretti a cessare le attività o ad affrontare lunghi processi in FranciaGermaniaArgentina e in altri stati americani – come conseguenza delle numerose denunce portate avanti da ex ospiti delle strutture o dalle autorità sanitarie locali a seguito di morti sospette.

Un biliardo nell’area ricreativa di un centro nelle Marche. I Narconon sorgono di norma in luoghi isolati e talvolta somigliano ad alberghi (foto Narconon Astore).

“Non c’è alcun profilo professionale richiesto, cercano solo persone che si mettano a completa disposizione della struttura e di tutta l’organizzazione che ruota attorno ad essa,” ha detto a VICE News Olimpia Quattromini, psicologa dello sviluppo. “Il personale di Narconon non è assolutamente di tipo medico.”

Alcuni anni fa, a pochi mesi dalla laurea in psicologia, Quattromini sostenne un colloquio per entrare in servizio in una di queste strutture. “È lì che ho scoperto cosa davvero fosse Narconon. Non sapevo fosse uno dei templi di Scientology.” Quattromini sostiene che le furono proposte condizioni di lavoro impossibili da sostenere: disponibilità sette giorni su sette, paga inferiore ai 300 euro mensili, nessuna domanda o interesse da parte degli operatori sul suo passato accademico-professionale.

Oggi Olimpia Quattromini fa parte del Cesap, un’associazione di medici, psicologi e avvocati fondata con l’intento di studiare gli indicatori dell’abuso psicologico e della manipolazione mentale. “Da noi passa molta gente che ha fatto il percorso del Narconon,” racconta a VICE News Lorita Tinelli, psicologa e presidente di Cesap.

“Lì non c’è un percorso terapeutico effettivo,” aggiunge Tinelli, sottolineando inoltre come i centri non siano riconosciuti dallo Stato in quanto comunità di recupero. “Siamo ad uno stadio di fantasia: in medicina ci sono protocolli riconoscibili e sperimentati di cui si conoscono gli effetti” continua Tinelli, “i progetti che vengono messi in campo per la riabilitazione dalle dipendenze sono standardizzati e riconosciuti ed essi non sembrano essere seguiti dai centri Narconon.”

Per tutti questi motivi, Narconon risulta fuori da ogni consesso medico e scientifico, non facendo neanche parte del Civil Society Forum of Drugs, un gruppo di lavoro formato dalla Commissione Europea che riunisce le diverse realtà operanti nell’ambito delle dipendenze.

La facciata esterna del Narconon pugliese “Il Gabbiano” (foto via)

VICE News è entrata in contatto con un ex ospite di Narconon perché raccontasse la sua esperienza. Federico è entrato nel centro su suggerimento di un amico che già frequentava il programma.

“Il costo era elevato: 3500€ il primo mese, poi 2500€ gli altri mesi. Per aiutarmi, mia madre ha riscattato un fondo pensionistico che aveva messo da parte. In 10 mesi ho speso più di 20mila euro,” racconta. Riguardo agli effetti, Federico afferma che “effettivamente a livello fisico il percorso inizialmente funzionava”: niente farmaci, tante vitamine, cocktail di calcio e magnesio, banditi caffè e zucchero (“aumentano la sindrome da astinenza”) e trattamenti di massaggio per rilassare i nervi.”

Dopo questa fase, racconta Federico, comincia la terapia delle saune: “Si inizia con due ore il primo giorno e si aumenta progressivamente, fino ad arrivare a cinque ore. Ti danno questa vitamina, la niacina, che in teoria aiuta la mobilitazione delle sostanze tossiche nei tessuti adiposi, come se le preparasse ad uscire dal corpo” racconta Federico, che sospetta di essere stato comunque influenzato da una sorta di effetto placebo in queste prime fasi del percorso.

Poi si entra in una seconda fase, che Federico definisce “di indottrinamento.” Qui comincerebbero delle sedute basate su “confronti fittizi,” con lo scopo teorico di accrescere l’autocontrollo dei tossicodipendenti in cura e abituarli a resistere alle influenze esterne. I pazienti – secondo quanto racconta Federico – sarebbero posti uno di fronte all’altro, in silenzio, e dovrebber “guardarsi senza muoversi anche per due ore.” Nella seduta successiva, al partner spetta il compito di provocare una reazione. “Tu devi riuscire a non rispondere continuando a fissarlo; lui può anche infamarti ma tu devi restare impassibile,” spiega.

Secondo Federico è proprio questa la fase più debole del percorso. “Mirano a farti credere che l’uomo è invincibile, che se segue la filosofia [di Scientology] non avrà problemi nella vita, saprà superare ogni cosa. È come se fosse una specie di teoria del superuomo. Al contrario, una persona per uscire dalla dipendenza deve rendersi conto dei propri limiti.”

Federico, una volta uscito dal Narconon, ha impiegato solo tre settimane per ricadere nel tunnel della droga. “Mi sentivo forte, mi illudevo di esserlo perché avevo fatto questo percorso, pensavo di poter fare qualsiasi cosa nella mia vita, quando in realtà non era così.” Anche l’amico di Federico, quello che gli aveva consigliato di rivolgersi a Narconon, è poi ricaduto nella tossicodipendenza. Entrambi poi hanno seguito nuovi percorsi presso altre comunità – gratuiti e di tipo statale – ed oggi sono ‘liberi’.

Un esempio delle “testimonianze” che i Narconon pubblicano sui social network per raccontare gli effetti positivi del programma di riabilitazione (via)

Anche Giulia ha seguito il percorso di Narconon, che a VICE News definisce “non una bufala, ma comunque una macchina mangia-soldi.” Giulia, che conferma l’assenza di personale medico-psichiatrico nel centro, dichiara di essere tornata a essere dipednente una volta concluso il percorso di riabilitazione.

Il legame tra questo tipo di centri e Scientology, secondo lei, è evidente: “Attraverso la comunità iniziavi ad avere delle basi per poi continuare, eventualmente, con Scientology.” A questo proposito, la Dott.ssa Tinelli afferma a VICE News che percorsi impostati in questo modo rischiano di far “passare da una dipendenza all’altra, dalle droghe alla setta.”

Leggi anche: Scientology è accusata di attività criminali e rischia di essere bandita dal Belgio

Il fallimento del percorso di Federico e Giulia starebbe dunque nel loro rifiuto della logica di setta, che avrebbe svuotato di valore un percorso già di per sé privo di un valido supporto medico-psichiatrico. Secondo la Dott.ssa Tinelli, solo accettare la nuova dipendenza permette di abbandonare quella vecchia.

Da Narconon, però, respingono queste accuse con fermezza. “Il metodo Narconon non diffonde la dottrina di Scientology,” spiega a VICE News Luigi Belotti, che aggiunge però come il metodo abbia “adottato una parte delle opere di Hubbard specificatamente inerenti alle problematiche legate alla dipendenza da droghe ed alcol, al fine di aiutare il tossicodipendente a risolvere le sue difficoltà.”

Un Narconon in Italia. Sulla parete a destra, l’effigie del fondatore di Narconon, William Benitez (foto Narconon Astore).

Della stessa opinione è Paolo Stucchi, un ex paziente con cui la stessa Narconon ci ha messo in contatto. Paolo sostiene che la religione non abbia nulla a che fare con il programma, che è di tipo laico. “Esistono centri in aree dove la religione principale è musulmana, ad esempio in Egitto. Secondo te se è un centro che fa proselitismo potrebbe esistere in un contesto del genere?” chiede ironicamente, parlando al telefono con VICE News.

Paolo ammette però di avere letto molto materiale su Hubbard una volta terminato il percorso. “La curiosità è normale che ti venga,” afferma. “Ho cercato di informarmi e trovare delle risposte”. Paolo però ci tiene a sottolineare di non essere vittima di nessun sistema —

e come lui, anche i suoi compagni di percorso: “Ho conosciuto tantissimi ragazzi che hanno portato a termine il programma e poi hanno deciso di iniziare un percorso in Scientology, ma anche molti che una volta usciti non si sono neanche informati sul tema.”

Per quanto riguarda poi l’assenza di personale medico-psichiatrico durante il percorso, Narconon rivendica tale situazione come una scelta voluta e ponderata. “Narconon non è un programma medico, ma socio-educativo”, chiosa Luigi Belotti. “I medici sono presenti solo per controllare inizialmente la salute dei tossicodipendenti, spesso molto carente a causa della droga.” Per “proteggere” l’approccio non-sanitario del programma, il tossicodipendente che vi vuole accedere non deve inoltre essere in cura psichiatrica. O una, o l’altro.

Paolo riprende questo aspetto, che a suo vedere è uno dei punti di forza del metodo: “Io avevo parecchia diffidenza nei confronti di medici, psicologi e psichiatri perché avevano portato molti dei miei amici ad assumere farmaci e psicofarmaci che li avevano poi trasformati in zombie,” spiega.

Alcune delle testimonianze di ex pazienti di Narconon, pubblicate sul sito ufficiale di Narconon (grab via)

Secondo il gruppo Narconon, non è la base medico-scientifica di un metodo che ne definisce l’efficacia, quanto piuttosto i risultati che il metodo stesso porta. Il fatto che non vi siano studi scientifici a dimostrare l’effetto benefico di saune e vitamine sulla sfera psico-fisica di un tossicodipendente non è dunque per loro rilevante, perché l’efficacia del loro metodo è data da quelle statistiche – contestate da più parti – che parlano di una percentuale di successo del 75 per cento.

Luigi Belotti afferma comunque che “i Narconon hanno una loro letteratura anche medica per la verifica dei risultati ottenuti”. Uno dei testi a cui fa riferimento è lo studio pubblicato nel 2013 dal Dott. Giuseppe Gulino, Docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino.

La conclusione a cui giunge il ricercatore, tramite un’analisi su 62 soggetti presenti nella struttura Narconon pugliese Gabbiano Onlus, è che “in tutti i soggetti, al termine della fase di disintossicazione fisica, non sono state riscontrate tracce di sostanze tossiche nella ricerca effettuata attraverso la determinazione di tali sostanze nelle matrici biologiche, indirizzando ad un giudizio di buon livello, oltre che sull’efficacia di disintossicazione, anche sul buon grado di sicurezza all’interno del centro di riabilitazione”.

Secondo lo studio, alla fine del percorso di saune e vitamine gli ospiti del Narconon non avevano dunque alcun residuo tossico imprigionato nel corpo, la cui presenza è considerata nella filosofia di Hubbard come la principale causa della ricaduta nella tossicodipendenza.

Oggi Narconon svolge anche attività di sensibilizzazione presso le istituzioni: “Ho portato informazione a più di 30mila ragazzi nelle scuole” racconta a VICE News Paolo, l’ex frequentatore che continua a collaborare con il programma.

Il debutto di Narconon sul piano istituzionale è recente: risale al 2008, quando ad un evento a cui partecipavano tanto le comunità di recupero statali, quanto alcuni funzionari pubblici, vennero invitati anche dei rappresentanti di Narconon. Fu la prima volta che al gruppo viene data voce in un contesto di tipo ufficiale.

La vicenda causò forti polemiche ed un’interrogazione parlamentare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero delle Politiche del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali: l’invito a Narconon era in effetti venuto direttamente da un rappresentante governativo, l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle tossicodipendenze — Carlo Giovanardi.

Leggi anche: L’Italia continua a spendere una marea di soldi per tenere in carcere i tossicodipendenti


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Fonte: https://news.vice.com/it/article/narconon-cura-tossicodipendenza-scientology

 

Setta o religione, un discorso fuorviante

di Olivier  Faelens,  President  of  SAS Sekten  (Belgium)

Chi di voi ha potuto vedere Going Clear, un documentario mandato in onda da HBO, che parla degli abusi all’interno della Chiesa di Scientology?

Spero che tutti, negli Stati Uniti, siano riusciti a vedere il documentario in maniera legale…

 

Scientology non ama i critici. Ha cercato di fermare HBO inviando una gran quantità di lettere [1]. L’obiettivo di queste lettere era quello di dimostrare che tutte le informazioni negative su Scientology fossero delle bugie e che i testimoni fossero immorali o criminali. Inoltre si voleva dimostrare che i casi in cui Scientology è stata condannata sono dovuti ad attività discriminatorie nei confronti delle religioni in generale e nei confronti di Scientology nello specifico. Essa ha differenti credenze ed è per questo, che in quanto religione non tradizionale, essa venga discriminata.

 

Sappiamo tutti che questo non avviene a causa della diversità delle credenze, ma a causa di pratiche distruttive presenti in essa. E nel caso di Scientology le pratiche distruttive sono venute fuori soprattutto grazie al documentario Going Clear. Ma anche ora, l’affermazione di essere discriminati rispetto ad altre religioni, fa molta impressione a un pubblico con mentalità aperta.

 

Questo ci porta al tema della mia presentazione.

Io voglio dimostrarvi come portare una discussione su vere e false religiosità e fedi, sul fatto che un sistema di credenze sia basato su una idea fraudolenta di un uomo o su una sincera esperienza di religione, offuschi una chiara analisi informativa dei problemi cultuali. Se noi partecipiamo a questa discussione, anche quando non abbiamo iniziato noi questa discussione, solleviamo più domande di quante ne risolveremmo e sposteremmo l’attenzione dalla nostra vera preoccupazione: le pratiche settarie nocive.

 

Per fare un esempio di questa strategia, riprenderò tre delle lettere che la Chiesa di Scientology ha inviato alla HBO per evitare che Going Clear fosse diffuso.

 

 

 

 

Lettera a Sheila Nevins, Presidente, HBO Film Documentari, dalla CSI, 24 Febbraio 2015

 

 

Dal paragrafo conclusivo:

 

Non ci si può nascondere dalla verità e far finta che il suo film è tutt’altro che un esercizio unilaterale di fanatismo religioso che si basa sulle menzogne.

 

 

Questo è la simpatica sintesi: il documentario è fatto di bugie e di intolleranza religiosa.

 

 

 

Lettera al Membro anziano del Consiglio Stephanie S. Abrutyn dagli avvocati Bisceglie  &  Walsh, 16  Marzo  2015

 

Ti scriviamo per il documentario su Scientology che Alex Gibney ha realizzato basandosi sul libro di Lawrence  Wright.

 

 

Ma la cosa peggiore di tutte è il il riferimento a Scientology del signor Wright che va diffondendosi come un “virus” che potrebbe “ritornare letale”.

 

Questo è un linguaggio scioccante, pari a discorsi di incitamento all’odio e che evidenzia malizia. Vi è naturalmente solo una cosa da fare contro un virus letale: sradicarlo. Questa precisa analogia di un “virus mutante” è stata utilizzata da anti-estremisti religiosi in Francia per sostenere l’alibi dell’etichettatura della “patologia della fede» in Europa.

 

MIVILUDES, laicità, FECRIS … un miscuglio di mostri anti-settari. Ma questa non è l’accusa della Chiesa di Sscientology. Non stiamo combattendo contro gli abusi settari, ma contro la religione e la fede … Seguono tre citazioni della stessa lettera.

 

 

La Chiesa ha documentato più di 1.500 casi di discriminazione contro i propri parrocchiani in Germania in questo periodo [anni ’90] e presentato le prove a organismi per i diritti umani internazionali, i governi e la comunità dei diritti umani.

 

 

A pagina 243 del suo libro, il signor Wright afferma che la politica del governo tedesco è quello di rifiutare il riconoscimento di Scientology come religione; poi cita Norbert Blum, l’ex ministro del Lavoro nell’amministrazione Kohl, e di un funzionario noto come la signora Caberta, per le sue esternazioni discriminatorie contro Scientology, la quale afferma che Scientology “non è una chiesa o una organizzazione religiosa”. Pur dando al lettore la netta impressione che le Chiese di Scientology sono trattate come organizzazioni commerciali in Germania, il signor Wright non riesce a ricordare che ci sono oltre 40 decisioni giudiziarie tedesche che riconoscono che la Chiesa di Scientology e i suoi membri hanno diritto alle protezioni di libertà di religione e della fede come previsto dall’articolo 4 della Costituzione tedesca.

 

 

Questa volta non è la Francia, ma la Germania negli anni ’90 che è il discriminatore, e la Chiesa di Scientology un eroe della giustizia che stava combattendo contro. I culti, e in particolare Scientology, hanno citato in giudizio per discriminazione oltre 1500 casi.

 

E come discriminiamo la Chiesa di Scientology? Quando affermiamo che la CS “non è una chiesa o una organizzazione religiosa“.

 

 

Ancora una lettera.

 

 

Lettera a HBO Senior Counsel Stephanie S. Abrutyn, da Rabinowitz, Boudin, standard, Krinsky & Lieberman, PC, Avvocati, 19 mar 2015

 

Sono un avvocato praticante nei settori dei diritti costituzionali, delle libertà civili e della protezione del Primo Emendamento dell’esercizio della libertà religiosa, della parola e della libertà di associazione. Ho rappresentato la Chiesa di Scientology per quasi quarant’anni in tale qualità. Ho con successo sostenuto casi per conto della chiesa, così come per altre organizzazioni e persone, dinnanzi alla Corte suprema e nella maggior parte dei circuiti di appello delle corti federali.
Scrivo riguardo al “documentario” di Alex Gibney, accuratamente basato sul libro scritto da Lawrence Wright intitolato Going Clear: Scientology, Hollywood, e il Carcere del credo. Esorto vivamente la HBO ad annullare la sponsorizzazione di questo film, che servirà solo a diffondere intolleranza religiosa e il pregiudizio nei confronti della religione di Scientology, dei suoi ministri, ed il loro apparente contrasto con i principi americani di libertà religiosa e di uguaglianza.
I proventi del Libro del signor Wright vengono da una talmente parziale e indifendibile premessa diffusa: “Scientology è un culto e una frode”. Secondo Wright questa premessa è concordata sia dal pubblico in generale sia dalle autorità governative (una “ipotesi diffusa”) e tutti vedono che Scientology è una religione falsa, le sue credenze religiose e la dottrina sono senza fondamento e che essa non è degna di rispetto in quanto la Chiesa li promulga sapendo che sono false (la definizione di frode), e che è come una “setta” (nel significato peggiore del termine), pertanto non ha diritto al rispetto e alla tutela costituzionale delle religioni tradizionali più anziani. Da questa premessa, Wright procede in un attacco unilaterale contro la religione e la Chiesa sulla base di colloqui con un gruppo selezionato di apostati anti-Scientology, con l’obiettivo di distruggere la Chiesa e la religione.

 

 

Questa citazione dimostra chiaramente il tipo di accuse da cui la Chiesa di Scientology vuole difendersi:

Scientology è una religione falsa, le sue credenze religiose e la dottrina sono senza fondamento e non degne di rispetto e la Chiesa le promulga sapendo che sono false, essa è una “setta” (col significato usato nel linguaggio comune come termine di degrado), non ha diritto al rispetto e alla tutela costituzionale delle religioni tradizionali più antiche.

 

Questo significa che se accusiamo la Chiesa di Scientology di una di queste cose e apriamo discussioni a riguardo, stiamo dando loro quello che vogliono. Perché vogliono questo?

 Perché questo sposta il fulcro della nostra reale preoccupazione: le loro pratiche dannose.

I Culti non smettono di gridare che essi vengono discriminati. E per un pubblico di mentalità aperta e disinformata è difficile mettere da parte domande e preoccupazioni di discriminazione e vederli per quello che sono: dei manipolatori disonesti dell’informazione. Aumentando ancora e ancora domande e preoccupazioni sono loro che scelgono l’oggetto. Quando si cerca di essere di mentalità aperta, si pospone il proprio giudizio su qualcosa quando qualcuno sta parlando o gridando di discriminazione, e si ascolta quello che lui / lei ha da dire.

Ma così facendo, si sta già pensando a ciò che l’altro vuole.

Nel caso di culti come Scientology, fa parte del loro proselitismo o di modalità di convertire l’altro ai propri pensieri.

Anche quando si sta pensando criticamente (che è un buon modo di pensare), si potrebbe pensare la cosa sbagliata.

 E quando si è di mentalità aperta, questo suona un po’ contro-intuitivo. Non dovremmo sempre ascoltare ciò che qualcuno ha da dire? La risposta è: no, se non siamo consapevoli che quello che l’altro dice è solo una dichiarazione retorica, senza alcuna volontà di ascoltare un altro punto di vista e di portare avanti un dibattito. Questo è disonesto. La loro indignazione è orchestrata e appare come una richiesta di essere ascoltato, ma in realtà è un invito a non ascoltare gli altri.

 

Un esempio dell’errore che facciamo discutendo con loro, a mio parere, è affermare che Scientology o altri sistemi di credenze di culto non siano vere religioni, perché si basano sulla fantasia di un uomo o perchè hanno scopi commerciali. A meno che questo sia indicato come un divertente tipicità, è problematico perché credo che sia difficile o impossibile fare una distinzione tra le credenze metafisiche estreme e i falsi, a meno che non si accettano alcune premesse indimostrabili, come ad esempio: Dio e le autentiche spiritualità sono buone, quindi le cattive azioni non possono essere ispirate da autentiche spiritualità. Questo conta solo quando la definizione di Dio o la spiritualità include la bontà.

Penso che la maggior parte di voi sarebbero d’accordo che riferirsi ad una fonte sacra, come la Bibbia, non è di alcun aiuto nel decidere se una credenza o una prassi è vera o è il bene, a meno che già accetti il valore scritturale.

In caso contrario, risulta il nulla.

Ma, quando si parla di Scientology, abbiamo sempre segnalato il fatto che LRH ha reso il tutto. E ci piace citarlo dicendo che ‘il modo migliore per diventare un milionario è fondare una religione‘ quindi deve essere tutto di fantasia.

Questo può essere vero, ma per molti scientologist, è la verità. Essi credono, come la maggior parte dei protestanti credono nella verità dei Vangeli. E credo quindi che non dovremmo discutere sulla religiosità di questo gruppo di persone, come non dovremmo farlo con i combattenti jihadisti e di altre forme problematiche di ‘religione’. Probabilmente ci sono combattenti jihadisti e Scientologist che sono nei loro gruppi per altri scopi, senza credere ciò che predicano. Ma la maggior parte di loro sono credenti e religiosi. In ogni caso, impegnarsi in questo dibattito a volte può essere interessante, ma è dare loro quello che vogliono e si viene trascinati via dal centro di ciò che conta davvero: le pratiche nocive all’interno di questi gruppi.

 

Quindi, questo è quello per cui mi appello. E penso che non dovrebbe causare il maggior numero di problemi pratici, come fa ora. Ad esempio, l’esenzione fiscale. Non è sufficiente a dimostrare che sei una organizzazione religiosa per poter beneficiare di uno status di esenzione fiscale. Un altro criterio dovrebbe essere, e questo ha scarsa attenzione negli Stati Uniti e in altri paesi, di rispettare le leggi di quel paese. Il terrorista o l’organizzazione criminale che non rispettano le leggi non dovrebbero ottenere esenzione, anche se sono religiosi. La religiosità non è esentata dal rispettare altre leggi e i diritti fondamentali. E nemmeno sottolineare dei reati dovrebbe comportare alcuna discriminazione. Se vai fuori da certe direttive non ci esime dal rispettare la tua libertà di credo e di praticare la tua religione, ma è un rispetto relativo.

Ed è proprio questa la relatività e l’equilibrio che manca nella retorica del culto. ‘I nostri diritti come religione non vengono rispettati così smettiamo di parlare di altre cose, perché non ci importa.’ Nella mente del membro del culto, non c’è altro.

Quindi, di nuovo, il mio consiglio, a meno che una persona è disposta ad ascoltare e impegnarsi in un dialogo, è quello di non lasciare loro impostare gli argomenti di discussione. Dobbiamo essere presenti nelle discussioni, ma allora dovremmo evitare i temi che non contano. Si vedono come veri credenti e  autentici religiosi? Nessun problema. Fintanto che rispettano la legge e tutti i diritti fondamentali. E se siamo in grado di continuare a informare il pubblico circa le offese, i danni e i pericoli, penso che stiamo facendo un ottimo lavoro.

 

[1] Verschillende van deze brieven zijn te vinden op http://www.freedommag.org

 

Fonte: http://fecris.org/wp-content/uploads/2015/05/Faelens_EN.pdf

Traduzione non professionale di Lorita Tinelli

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