Manipolatori della mente: sette e santoni da prima pagina

Omicidi, induzioni al suicidio, abusi e truffe: ecco quattro casi clamorosi, fra presente e passato, finiti nella maglie della legge italiana.

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MAGHI – IL CASO VANNA MARCHI. Numeri del lotto personalizzati e oggetti per mandare via presenze maligne: numerose famiglie italiane si sono indebitate per avere quei prodotti venduti dalla televenditrice Vanna Marchi, ora obbligata a risarcire le vittime con oltre due milioni di euro. La Marchi inizia la carriera come venditrice televisiva promuovendo, inizialmente, prodotti per l’estetica. Negli anni 90 comincia a occuparsi anche del settore esoterico, in collaborazione con la figlia, Stefania Nobile, e con il sedicente “maestro di vita” Mario Pacheco do Nascimento. Nel 2001 un’inchiesta del tg satirico “Striscia la notizia” rivela che molte persone sono indotte a spendere una notevole quantità di soldi per comprare numeri fortunati da giocare al lotto e oggetti per rivelare e mandare via influenze maligne, tra i quali anche semplice sale da cucina e rametti di edera. Lo scandalo dà il via a un procedimento penale: nel processo d’appello del 2008 Vanna Marchi e la figlia vengono condannate entrambe a oltre nove anni di reclusione, colpevoli di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Il “mago” Do Nascimento, scappato in Brasile per evitare l’arresto, risulta tuttora latitante.SETTE SATANICHE – IL CASO DELLE “BESTIE DI SATANA”. Mai in Italia il mondo delle sette sataniche è stato tanto sotto riflettori dei media come durante il caso delle cosiddette “Bestie di Satana”. I componenti della setta, giovani satanisti della provincia di Varese che facevano messe nere, consumavano droga e ascoltavano musica heavy metal, oggi sono in prigione, colpevoli di aver compiuto tre omicidi e un’induzione al suicidio. Nel gennaio del 1998 il primo omicidio: Fabio Tollis e Chiara Marino, una coppia di fidanzati milanesi che volevano uscire dal gruppo, vengono prima presi a martellate, poi sotterrati in un bosco di Somma Lombardo. Il 21 settembre dello stesso anno Andrea Bontade, un membro del gruppo, muore schiantandosi contro un muro con la sua auto: la sua morte viene giudicata come un suicidio, indotto dalle “Bestie di Satana” perché di era rifiutato di partecipare all’omicidio di Fabio e Chiara. L’ultima vittima è Mariangela Pezzotta, una commessa di 27 anni, che probabilmente conosceva dei segreti del gruppo: il 24 gennaio del 2007 viene uccisa con un colpo di fucile e una badilata in uno chalet di Golasecca, nel varesotto, e seppellita in una serra poco distante. Il suo cadavere però viene scoperto e le indagini tolgono il velo sui delitti delle “Bestie di Satana”.

PSICOSETTE – IL CASO ARKEON. Il “metodo Arkeon” si ispira alla pratica spirituale giapponese “reiki” e punta alla crescita personale di chi lo segue. Secondo la magistratura di Bari, invece, Arkeon sarebbe una psico-setta che promette di risolvere gravi problemi personali, compresi quelli di salute, partecipando a costosi seminari. Si calcola che siano oltre 10mila gli adepti in Italia. Il Centro studi Abusi Psicologici (Cesap), che ha raccolto numerose testimonianza sulla vicenda, sostiene che Arkeon avrebbe assoggetto le persone sia attraverso tecniche psicologiche, sia attraverso esercizi che andavano ben oltre, come, ad esempio, il “No Limits”, che prevedeva il superamento delle proprie paure attraverso il toccamento, senza limiti, dei corpi di altre persone. Alla fine di gennaio del 2009, la procura pugliese ha chiesto il rinvio a giudizio del fondatore, Vito Carlo Moccia, e di altri dieci persone coinvolte nel metodo Arkeon, con l’accusa di associazione a delinquere, truffa, violenza privata, esercizio abusivo della professione medica, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. Si tratta probabilmente del primo caso giudiziario italiano che riguarda una psico-setta.

PSEUDO RELIGIONE – IL CASO MAMMA EBE. Sono ancora molti coloro che credono ai poteri da guaritrice di Gigliola Giorgini, una settantenne di origine bolognese meglio nota come “Mamma Ebe”. La sua storia comincia negli anni ’80, quando fonda l’ordine “Opera di Gesù misericordioso” (mai riconosciuto dalla Chiesa) a San Baronto, in provincia di Pistoia. Suore e sacerdoti di questa congregazione lavorano in asili e case di riposo. Ben presto la fondatrice comincia a praticare l’attività di guaritrice, utilizzando pratiche mediche e riti pseudo-religiosi nei confronti di persone assoggettate, a cui vegono chieste in cambio somme di denaro. “Mamma Ebe” viene arrestata nel 1984 e condannata a sei anni di carcere. Scontata la pena ricomincia a praticare la precedente attività, prevalentemente in Emilia Romagna e in Toscana, dove, secondo la polizia, riceve malati, promette guarigioni attraverso pratiche pseudo-religiose e utilizza medicine. Per questo motivo viene nuovamente arrestata e nell’aprile del 2008 il Tribunale di Forlì la condanna a sette anni di reclusione per truffa ed esercizio abusivo della professione medica. L’Opera di Gesù misericordioso ha fatto registrare negli anni centinaia di clienti devoti e un giro d’affari miliardario.
Sandro Foschi (30/04/2009)

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